Magica Santorini, meravigliosa Ios
Ma la vera rivelazione del nostro viaggio è stata Ios dove abbiamo trascorso la prima settimana di settembre. Poche le informazioni che eravamo riusciti a trovare; molte quelle di giovanissimi alla ricerca di un posto trasgressivo (mah?!) di sballo facile grazie a qualche drink a basso costo e qualche gavettone pomeridiano, rare quelle di amanti del mare e della natura. Ma l’istinto ci diceva che Ios era l’isola che cercavamo. L’isola greca per antonomasia. Selvaggia, pulita, sana, bella. E così è stato. Le orde di teenager e giovani under 30 se n’erano già andate e sulla grande spiaggia di Mylopotas, quella del “casino” sfrenato, in realtà poca gente, ancora qualche schiamazzo davanti al Far Out Village ma per il resto il piacere del relax sulla spiaggia dorata a pochi metri dal nostro hotel “Dyonissos” immerso in un giardino lussureggiante, dove ci siamo potuti gustare la sempre ricca e varia colazione su una bella terrazza vista mare e la sera, al rientro dal mare, si aspettava il tramonto ai bordi di una bella piscina, e la notte si poteva trovare il più dolce relax in una ampia camera dotata di ogni confort. Una delizia. Ma quel che ci ha in realtà conquistato sono state le spiagge: a parte Mylopotas, la più famosa e affollata, le altre si sono rivelate delle bellissime scoperte: la spiaggia caraibica di Manganari dove abbiamo poi cenato nella taverna da Christo’s a pochi metri dall’acqua, o la spiaggia di Aghia Teodotis, sabbia fine, sassolini e sassi levigati sul bagnasciuga, lambita da un’acqua cristallina tonificante, e soprattutto la spiaggia di Psati a nord dell’isola vicino alla Tomba di Omero (magico e naif monumento alla memoria) dove io e Maurizio siamo rimasti un intero pomeriggio “soli” a prendere il sole, nuotare, giocare, raccogliere sassi multicolori, luccicanti, opalescenti, screziati e sognare di ritornarci presto. O ancora la spiaggia di Koumbara a pochi metri dal porto dove gli amanti dello snorkelling possono soddisfare ogni voglia e curiosità, e chi ama crogiolarsi nel sole e nel vento può ammirare in lontananza l’arcipelago delle cicladi mentre qualche grande nave passa all’orizzonte. E poi il paesaggio interno, strade serpeggianti, comode, nuove, buone, salendo e scendendo, un paesaggio a tratti lunare, dove si arrampicano o sonnecchiano capre ad ogni ora del giorno e della notte, dove si scorgono minuscoli eremi bianchi sperduti nel nulla, dove troneggiano due enormi torri eoliche a sottolineare che lì l’energia è pulita: il vento dà energia, i pannelli solari l’acqua calda: anche questo un fattore a puro vantaggio dell’isola. Un’isola in cui non abbiamo trovato nessun orrore edilizio, dove abbiamo mangiato benissimo assaporando prodotti di grande qualità, dove tutto appare ben misurato, integrato, amalgamato con la terra, il mare ed il cielo. Dove si è accolti con ospitalità discreta, e si può comprare qualche bella camicia di pesante cotone in un bugigattolo rintanato tra una boutique di abiti griffati uguali in tutto il mondo ed un pub chiassoso, cucita da un anziano signore col viso bruciato dal sole con una vecchia Singer sferragliante.
Magica Ios. Torneremo.