Magica Istanbul

Sei giorni alla scoperta di Istanbul, viaggio fai da te come piace a noi
Scritto da: loredanagi
magica istanbul
Partenza il: 20/10/2012
Ritorno il: 25/10/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
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Magica Istanbul

Era da tempo che sognavo di volare a Istanbul e finalmente per una serie di circostanze favorevoli io e mio marito riusciamo a partire alla scoperta di questa intrigante metropoli. Partiamo dall’aeroporto C. Colombo di Genova alle 12,25 di una bella giornata di ottobre con l’ottima compagnia di bandiera Turkish Airlines, volo prenotato su internet direttamente sul loro sito con una spesa di € 174,00 a persona a/r. Dopo aver consumato un buon pranzo a bordo, atterriamo alle 15,30 (ora locale) all’aeroporto Ataturk, dove, ad attenderci, troviamo il taxi dell’hotel che in circa mezz’ora ci deposita davanti all’Alp guesthouse, prenotata sul sito dopo aver consultato la mia fidata guida. Anche questa volta non mi ha tradita infatti l’hotel è carino, la stanza molto piccola ma ben arredata, addirittura con letto a baldacchino, ovviamente molti tappeti e infine un piccolo bagno. La vista dalle finestre della stanza è magnifica, ho scelto questa piccola pensione per la posizione strategica, si trova, infatti, nel cuore della città vecchia: Sultanahmet. Inoltre la tariffa è molto economica: 60 € a notte con prima colazione. Ad attenderci alla reception un ragazzo molto gentile che ci accompagna alla nostra stanza, con un inglese molto approssimativo, da parte mia, riusciamo a comunicare e ad avere le prime indicazioni riguardo agli orari della colazione, internet wireless ecc. Dopo aver depositato i bagagli, usciamo subito in perlustrazione nel quartiere, pieno di ristoranti e bar, dove all’esterno stazionano i camerieri che cercano di attirarti nel loro locale illustrando il menu e i prezzi. Noi ovviamente tiriamo dritto perché è decisamente ancora troppo presto per pensare alla cena quindi girovaghiamo tra i vari negozietti che vendono principalmente tappeti oltre a souvenir di vario genere, visitiamo anche il famoso Arasta bazar che consiste in una via dove si susseguono negozietti che vendono mercanzie di ogni tipo e qui assaggio presso una bancarella la mia prima spremuta di melograno: favolosa! Oltretutto dicono che il succo di questo frutto sia ricco di vitamine e di antiossidanti. Siamo in ottobre e il tempo è molto bello quindi passeggiamo volentieri finchè non giunge l’ora di cenare e capitiamo per caso in un piccolo ristorante che sarà la nostra scelta per più sere di questa breve vacanza: Meat house, cibi ottimi, pulito e molto economico, un delizioso kebap (abbondante), una terrina di pollo con patatine, 2 birre, 2 caffè turchi e una porzione di baclava per un totale di 65 lire turche. A proposito del caffè turco vorrei aprire una breve parentesi perché è stata una piacevolissima sorpresa, l’ho trovato davvero buono, quindi a differenza degli altri paesi stranieri, dove noi italiani soffriamo per la mancanza del nostro espresso, in Turchia possiamo essere più che soddisfatti.

La mattina del giorno seguente ci svegliamo all’alba con il richiamo del muezzin alla preghiera, consumiamo una ricca colazione a base di caffe, latte, the, cereali, yogurt, olive, formaggi, frutta ecc. nella terrazza dell’hotel con vista magnifica sul Bosforo e sui tetti della città vecchia, quale maniera migliore per iniziare la giornata! Ci incamminiamo verso il gran bazar che è uno dei più grandi e antichi mercati coperti del mondo, esiste dal 1461 e oltre ai negozi che vendono dall’abbigliamento ai gioielli, dai tappeti ai tessuti si trovano vari ristoranti, dove poter sostare tra un acquisto e l’altro, vi ricordo che la domenica è chiuso.

E’ ancora più grande e caotico di come lo aspettavamo e con prezzi fissi piuttosto alti, persino mio marito che solitamente è appassionato di mercati qui dopo un po’ si sente frastornato e decidiamo di uscire senza aver quasi fatto acquisti. All’uscita del bazar ci imbattiamo in un ristorantino frequentato solo da persone del posto e per 40 lire turche mangiamo: 1 orata e 1 branzino grigliati, insalata, 2 caffè e una baclava!

Oggi giornata dedicata allo shopping, dopo il gran bazar eccoci giunti nel quartiere Eminonu dove si trova il bazar delle spezie detto anche bazar egiziano, molto più piccolo del primo ma a parer mio più caratteristico, qui ho acquistato dolci e spezie di ogni genere compreso lo zafferano in stimmi che viene venduto veramente a peso d’oro! All’uscita dinanzi a noi la moschea Yeni Camii che si specchia sul corno d’oro, ha solo ”400 anni” e per questo viene chiamata moschea nuova, decorata con piatrelle di Iznik e con largo uso di oro e marmo, fu voluta dalla valide Safiye, madre del sultano Mekmet III. È l’ora della preghiera e dopo aver tolto le scarpe e per le donne essersi coperte il capo si può entrare, in silenzio osserviamo i fedeli che pregano prostrandosi su pavimenti coperti da enormi tappeti, accanto a noi alcune turiste che si erano sedute a terra in maniera un po’ scomposta sono state subito redarguite. Effettivamente la presenza dei turisti all’interno della moschea viene tollerata anche durante l’ora della preghiera, mantenendo però rispetto e discrezione per non disturbare questo momento di raccoglimento e devozione. La giornata termina con una lunga passeggiata sul ponte Galata che collega la parte vecchia di Istanbul al distretto europeo della città: Beyoglu. Questo famoso ponte è stato ricostruito ben cinque volte a causa di guerre e incendi, è in parte pedonale e sotto il livello stradale si affacciano bar e ristoranti sempre affollati di turisti. E’ anche il ponte dei pescatori, che stazionano dal mattino alla sera con ai piedi i loro secchi a volte anche abbastanza pieni di pesciolini guizzanti. Ci troviamo sul ponte mentre, ultimo regalo della giornata, ci sorprende un meraviglioso tramonto, con lo sfondo dei minareti illuminati da una luce soffusa e le navi che scorrono lente sul Corno d’oro.

Nonostante il momento romantico ci cattura il profumo dei famosi balik ekmek (panini con il pesce) che viene fritto direttamente dai pescatori sulle barche ormeggiate alla banchina. Naturalmente, da golosi quali siamo, non ci facciamo mancare un assaggio! Oggi abbiamo camminato quasi dodici ore quindi dopo cena il meritato riposo. Mattinata dedicata all’opulento Topkapi, antica residenza dei sultani, all’ingresso una fila lunghissima per la biglietteria, visitiamo anche l’harem, 20 lt è il costo per entrare al Topkapi e dieci lt per l’harem. Superata la magnifica porta imperiale, ci troviamo di fronte un edificio immenso: non pensate alle residenze europee dalle strutture razionali e compatte, il Topkapi è un insieme eterogeneo di cortili, harem, chioschi, corridoi e belvedere che nasce da ampliamenti e modifiche continue ad opera dei diversi sultani. Nella tesoreria del Topkapi sono conservati gioielli sfavillanti tra i quali il pugnale tempestato di gemme, oggetto del desiderio nel film Topkapi del 1964. Nelle sacre stanze di custodia sono riposte importanti reliquie islamiche mentre l’intero complesso è circondato da giardini molto vasti e curati. Nel pomeriggio ci dedichiamo alla visita della Yerebatan Sarnici ovvero la cisterna basilica che è un’enorme cisterna sotterranea costruita durante il regno dell’imperatore Giustiniano I.

Scendendo dal livello della strada vi troverete di fronte una vera meraviglia: un capolavoro dell’architettura romana illuminato da suggestive luci rosse. Vi sono 336 colonne che hanno stili e forme diverse, le più affascinanti sono quelle poggiate su due enigmatiche teste di medusa, una di profilo e una capovolta. La visita dura circa mezz’ora dopo di che ci avviamo verso Sultanahmet, dove giungiamo alle 16,30 affamati perché ancora non avevamo pranzato, quindi per 25 lt ordiniamo patatine e birre per due in un bar. Gli alcolici nei bar e nei ristoranti dei quartieri turistici vengono serviti senza problemi a parte qualche rara eccezione. Dopo un breve riposo nella nostra camera usciamo per cena, la serata è piovigginosa e anche piuttosto fresca quindi aggiungiamo un maglioncino, andiamo alla ricerca del Doy-Doy, consigliato dalla solita lp, che si trova abbastanza vicino al nostro hotel. Il locale è su due piani, l’arredamento è spartano con lunghi tavoli di legno e la cucina è tradizionale, ottima. Non servono alcolici quindi stasera con il kebap beviamo pepsi, solito caffè per una spesa di 27 lt in due.

Stamane, penultimo giorno di vacanza visitiamo Santa Sofia, l’ingresso costa 20 lt a testa ma sono ben spesi perché il sito merita davvero. Venne fatta costruire dall’imperatore bizantino Giustiniano ma quando Mehmet il conquistatore s’impossessò della città, la rivendicò all’islam. Gli interni sono prevalentemente bizantini ma le numerose vasche per abluzioni e i candelieri danno un’impronta prettamente ottomana. La maestosa cupola con i suoi mosaici dorati sembra sospesa nell’aria lasciando i visitatori estasiati da tanta magnificenza. Al termine della nostra visita ci accingiamo a ripercorrere la via verso il ponte Galata e qui, nonostante i nostri buoni propositi ci lasciamo abbordare dal solito ragazzo che gentilmente vuole fornirci qualche informazione sulla meraviglia che abbiamo appena visitato. Una parola tira l’altra e ci ritroviamo in un bel negozio di tappeti! Ci offrono un te e ci espongono la loro mercanzia, quindi alla fine ci caschiamo e spendiamo una cifra abbastanza considerevole per l’acquisto di un tappeto che, guarda caso, è proprio adatto alla nostra sala da pranzo. Confesso che ero partita dall’Italia decisa a non comprare tappeti e, infatti, avevo resistito ai richiami pressanti dei venditori ma poi non ho resistito e sono comunque uscita dal negozio, dopo estenuanti trattative, molto soddisfatta. D’altra parte un tappeto se non lo si compra in Turchia….

Per pranzo andiamo al mercato del pesce di Karakoy, dove con 17 lt in due, seduti direttamente nel retro dei banchetti del pesce, ci servono acciughe fritte al momento e bibite. Qui, a parte noi, non ci sono turisti, solo gente del posto e una gallina che si aggira tra i tavoli, non bisogna essere troppo schizzinosi! Io che sono sempre curiosa di assaggiare vedo che tutti hanno sui tavoli una bevanda di colore rosso e la ordino, costa pochissimo ma è davvero imbevibile, sembra aceto e non riesco proprio a berla, il cameriere se ne accorge e mi porta una Coca Cola. Non abbiamo ancora visitato la parte moderna di Istanbul quindi con il bus prima e poi con la funicolare giungiamo nella piazza Taksim e da lì passeggiamo sulla Istiklal Caddesi. Qui il contrasto tra la città vecchia e la nuova è molto evidente, negozi alla moda, marchi europei e ragazze in minigonna… mentre nella zona antica si vedono solo donne velate o addirittura con il burqa. Sono contenta di non aver preso alloggio nella zona moderna, in parte perché a noi non interessano le discoteche e la vita notturna e poi perché la nostra posizione è davvero strategica, le principali attrazioni sono raggiungibili a piedi, non ultimo l’atmosfera che ci circonda: alzare lo sguardo e vedere Santa Sofia lì a pochi passi! Al termine della nostra passeggiata convinco mio marito ad andare alla ricerca del Museo dell’Innocenza, che dovrebbe trovarsi nel quartiere di Cukurcuma. Qui sono raccolti centinaia di piccoli oggetti, suppellettili, abiti, foto, ritagli di giornale, documenti che fanno parte della storia narrata nel libro, il cui titolo dà il nome al museo, dello scrittore turco Orhan Pamuk. Avevo letto il libro alcuni mesi prima di andare a Istanbul e mi ero ripromessa di visitare il museo ma purtroppo non l’ho trovato e quindi sono ripartita col rimpianto di non averlo visitato!

Potrebbe essere il pretesto per ritornare ad Istanbul e magari allungare la vacanza visitando anche la Cappadocia!



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