Magica Habana

Magie di Cuba per un viaggio a L'Avana breve ma intenso... otto giorni a tutta velocità in mezzo alla brava gente dell'isola
Scritto da: trema79
magica habana
Partenza il: 30/03/2012
Ritorno il: 07/04/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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Erano anni che sentivo parlare di Cuba e che sognavo di fare un viaggio in questo posto così lontano da noi. Finalmente quest’anno, complice qualche giorno di ferie arretrate da consumare e l’aver trovato un compagno di viaggio, decido di realizzare il mio sogno. Tramite agenzia sbrighiamo le pratiche di viaggio il tutto a 868 euro (643 per i biglietti Roma-L’Avana, 153 per quelli dalla Sardegna a Roma, il resto per il visto e l’assicurazione sanitaria obbligatoria). Per la casa prendo contatti tramite il sito www.amorcuba.com e tramite il gentilissimo responsabile in Italia Diego, che mi dà diverse dritte, prenoto una casa particular per 7 giorni, da “Norma y Miguel” (Centro Habana) al costo di 50 Cuc a notte per l’intero appartamento (1 Cuc equivale al cambio attuale circa 1,27 euro). Preparate le valige finalmente si parte il 30 marzo da Alghero, ore 7, volo Alitalia, in direzione Roma, dove alle 11:35 ci attende il volo diretto per L’Avana.

30 marzo

Partiamo in ritardo dopo le 12 da Roma con Air Italy. L’aereo è un Boeing 767, il volo dura 11 ore e nel mentre ci servono da mangiare e passano spesso con bibite e snack. Intanto mi guardo anche due film, cercando di far passare in fretta queste ore. Atterriamo verso le 17 ora locale (6 ore in meno rispetto all’Italia) all’aeroporto di L’Avana, dove troviamo il nostro taxista ufficiale (a Cuba possono andare a prelevarti e riportarti in aeroporto solo taxisti ufficiali, per il fatto che questi pagano salate imposte allo stato) che prima ci indica dove cambiare i soldi (alla Cadeca dell’aeroporto, non cambiate soldi per strada o tramite altre persone, solo in banca e nelle cadeche) e poi ci porta per la tariffa fissa di 25 Cuc alla nostra casa particular in Centro Habana. Al primo impatto, venendo dall’Italia, devo dire che sono rimasto un pò perplesso non conoscendo ancora esattamente la realtà di Cuba. Strade non molto pulite, edifici che stanno cadendo a pezzi, si vede molta povertà in giro. Una situazione che si ripete nei quartieri centrali de L’Avana (Centro Habana, Habana vecchia, Vedado) ma che non da comunque la misura della gioia di vivere di questa popolazione, umile e orgogliosa, che nonostante tutte le difficoltà e la povertà (gli stipendi medi mensili non superano i 15-20 euro per molti) si dà da fare per vivere con qualsiasi lavoretto (e a volte cercando di fregare anche il turista, sopratutto se italiano) e si diverte continuamente! Dalle case, sempre aperte, esce musica 24 ore su 24, tutti ballano, è un continuo vortice che ti prende e ti trascina! Comunque, una volta arrivati facciamo conoscenza con Norma e poi con Miguel, i due padroni di casa. La casa è carina all’interno, ingresso indipendente, due camere, il bagno comunicante, la cucina e un salone, con due balconi che si affacciano sulla strada. Una porta nella cucina è l’unica via di comunicazione in comune che esiste con i nostri amici cubani e da cui possiamo chiamare Miguel per qualsiasi emergenza. Veniamo registrati e ci raccomandano di registrare anche qualsiasi ospite dovessimo portare a casa, saldiamo immediatamente il tutto (350 cuc per 7 notti) e poi subito in giro. Iniziamo a vagare senza mappa per i vicoli de L’Avana e finiamo presto al Capitolio dove veniamo avvicinati dal nostro primo “Jinteros”, che si spaccia per una guida di Cuba tour destinata proprio agli italiani! Niente paura, basta dire “no gracias”, magari ripetere dopo qualche insistenza loro e ti lasciano in pace. In questi giorni ci è capitato di venire fermati ogni 50 metri, “ciao amigo”, “sono stato in Italia”, “devo partire domani per l’Italia per lavoro”, “ho amici italiani a Napoli, Calabria, Sicilia, Milano, ecc…”. Per quasi tutti la nostra risposta è stata un no gracias, al massimo ti fai una chiacchierata o, come c’è successo una volta, una bevuta al bar… naturalmente a nostro conto! Comunque alla fine finiamo al Bar Monserrate, in una traversa dietro il Capitolio, dove ceniamo con una pizza cubana alle cipolle e ci beviamo una birra, gustandoci nel mentre un gruppo locale. Altro giro e poi a letto che domani si inizia seriamente!

31 marzo

Questa volta muniti della mia guida Routard e con tanto di mappa iniziamo il giro serio della città. Iniziamo dal Barrio Chino di cui è rimasta solo l’immensa porta donata dalla Cina, ma ormai di presenza cinese ce n’è rimasta bella e poca, giusto il nome di qualche via e qualche ristorantino cinese. Rimaniamo affascinati dalle tante macchine anni 50 in circolazione, dai mezzi scassati e dai camion vecchissimi che già avevo intravisto durante l’atterraggio dell’aereo. C’è un sacco di gente in giro per L’Avana e non si avverte mai nessuna sensazione di pericolo. Anzi dopo un paio di giorni me ne uscirò senza problemi anche da solo, passando anche per vicoli bui e posti che in una qualsiasi Roma o Milano sarebbero pericolosi da attraversare. Andiamo di nuovo al Capitolio, questa volta alla luce del giorno, solo che al momento è chiuso per ristrutturazioni. Dietro si trova invece la fabbrica di sigari, anche questa chiusa, mentre rimane aperto solo il punto vendita. Tanti ci fermano per strada chiedendoci se ci serve un taxi o un bici-taxi. Scopriamo anche l’esistenza dei Coco-taxi, veicoli gialli motorizzati a tre ruote. Facciamo conoscenza di due persone del posto, Leo e Cinzia. Lei, due bambini, ballerina del Tropicana (sarà stato vero?), ci invita ad andare al locale dove si esibisce e mi lascia il numero di telefono per chiamarla promettendoci l’ingresso gratuito al locale (e non sarebbe male visto che costa 70-90 cuc ed è lo spettacolo di cabaret più famoso di Cuba). Lui invece suona, mi lascia la sua e-mail, parliamo di Cuba e dell’Italia ed entrambi dicono che dovrebbero venirci, a Bologna. Parlano un italiano quasi perfetto, ma li prendiamo sempre con diffidenza. I Cubani sono simpatici ma sono anche furbi e fantasiosi, inventano di tutto. Ci accompagnano in un locale dove ci beviamo i nostri primi Mojito, niente di che. Alla fine ci portano il conto, sicuramente gonfiato, 37 cuc per 6 cocktail, diamo 40 e del resto neanche a parlarne, sarà una costante. Bisogna sempre richiederlo! Salutiamo dopo esserci fatti le foto e andiamo via. Andiamo a pranzare in un ristorante consigliato, Los Nardos, difronte al Capitolio. Cucina asturiana, ottima, neanche tanto caro, portate immense. Prendiamo come antipasto ceci fritti con carne di maiale (buonissimi) e poi una grigliata di carne, accompagnata da fagioli neri e riso (costante di tutti i pasti, riso ovunque). Chiudiamo con un buon caffe e un ottimo rum. Promosso! Continuiamo il nostro giro con la visita de l’Habana Vieja, patrimonio Unesco. Dal Capitolio scendiamo in Avenida de Bellica e da lì risaliamo costeggiando Avenida del Puerto e tutta la zona portuale. Di seguito ammiriamo la stazione con le sue locomotive in esposizione all’esterno, il Mercado de artesanias Antiguos Almacenes San Jose, la Iglesia de Paula, una chiesa ortodossa di cui non ricordo il nome, l’Havana Club Museo Bar (senza entrare dentro), la Iglesia y Convento de San Francisco con la sua piazza stupenda (in cui si trova una cadeca e l’ufficio postale, da dove spedisco tutte le mie cartoline), Plaza Vieja, Plaza de Armas e il Castello de la Real Fuerza, Plaza de la Catedral e la sua stupenda Cattedrale. Rientrando passiamo per la famosa Bodeguita del Medio dove non ci prendiamo un mojito come tradizione richiede (tra l’altro leggo da altri viaggiatori che è costoso e non è neanche tra i migliori) ma una cerveza locale, la Cristal; i muri sono completamente ricoperti dalle firme e le frasi di ricordo delle persone che sono state qua, inoltre sono appese le foto di tutti i personaggi famosi che hanno frequentato questo posto. Lasciata la Bodeguita raggiungiamo Calle Obispo, piena di bar, ristoranti e attività commerciali, nonché boulevard (dove rifornirci per le bibite) e caffetterie per cubani (dove comprare anche le loro pizze, a 10-15 cup, i pesos cubani, che sono 1/24 dei cuc); inoltre, cosa che non guasta, è strapiena di gente! Rientriamo a casa dove ci riposiamo e, senza cenare, ci prepariamo ad uscire per la noche cubana! Decidiamo di andare in uno dei locali migliori de L’Avana (a detta di chi ha già frequentato il posto), El Delirio Habanero! Si trova di fronte a Plaza de La Revolucion, al quarto piano del Teatro Nazionale, costo 10 cuc. Nel locale si esibisce un gruppo di sette ragazze e subito dopo il locale si trasforma in una discoteca. Bella atmosfera che avvolge e trasporta!

01 aprile

Dopo una bella dormita, in mattinata riceviamo la visita di Alejandro, referente per Amorcuba, che si sincera che tutto sia a posto e ci da alcune dritte per il nostro soggiorno a Cuba. Ci indica come raggiungere il mare (autobus T3 dell’Habana Tour da prendere a Parque Central, la fermata è proprio di fronte all’Hotel Inglaterra, costo andata-ritorno 3 CUC, bisogna scendere all’Hotel Tropicoco, spiaggia di Santa Maria) ed eventualmente passare una giornata a Varadero (alla fine decidiamo di rimanere esclusivamente a L’Avana per questa nostra prima visita nell’isola). Inoltre ci fa conoscere Dania, che abita al piano superiore e ha anche lei una casa particolar. In più fa anche da mangiare e sarà la nostra cuoca per le nostre cene dei prossimi giorni. Tavole sempre piene, 7 cuc per una cena a base di carne (maiale e pollo), 8 cuc a base di pesce, con contorni di patate fritte o bollite, banane fritte, riso, fagioli neri e verdure varie. Decidiamo di ritornare a Plaza de la Revolution, questa volta di giorno, dove ammiriamo il monumento a Jose Marti e la famosa immagine del Che di Korda, scolpita da Avila, oltre a quella di Cienfuegos. In questa immensa piazza, di cui si dice capace di raccogliere 1 milione di persone, Fidel Castro faceva i suoi discorsi, di solito lunghi 3-6 ore! Rinunciamo ad andare al Cimitero di Colombo e risaliamo per Avenida Indipendencia e di seguito il Paseo, da cui poi raggiungiamo Calle 23, detta anche la Rampa, un’altra delle famose vie commerciali de L’Avana! In questa lunga via sono presenti tantissime attività commerciali e alcuni tra i più grandi alberghi, tra cui il famoso Habana Libre. Ci fermiamo a mangiare in zona, a La Casona del 17, dove prendiamo una Mariscada e tutto sommato non spendiamo molto con una buona qualità della cucina. Alla fine di calle 23 iniziamo la nostra camminata sul Malecon, il lungomare de L’Avana. Lungo e spettacolare, è punto di incontro di tutti gli habaneros, dove sono presenti un sacco di case color pastello, la maggiorparte rovinate dalla vicinanza del mare e le sue intemperie. Camminando sotto il sole e osservando la gente che pesca e si fa il bagno comunque, nonostante l’acqua non sia pulitissima e in teoria la zona non balneabile (anche per la vicinanza al porto) arriviamo fino al Castello de la Real Fuerza, già visitato ieri, e da lì ci dirigiamo verso casa. Dopo aver assaporato la gustosa cena di Dania ci dirigiamo verso Calle Obispo, per vedere se c’è lo stesso movimento di notte, e facciamo una visita a El Floridita, un altro dei locali resi famosi da Hemingway, non per niente all’ingresso del locale c’è un suo busto, e dal suo cocktail particolare: il Daiquiri. L’ambiente è bello, c’è un gruppo che canta all’ingresso, il Daiquiri (costo 6 cuc) è veramente ottimo; negli anni 50 il locale era considerato tra i 10 più belli al mondo, l’arredamento è veramente bello! Lasciato il locale (che chiude a mezzanotte) facciamo la nostra prima visita alla Casa della Musica a Centro Habana in Avenida de Italia. Oggi riusciamo ad entrare solo nella sala piccola (costo 5 cuc, l’altra la vedremo nei prossimi giorni) dove c’è sempre il solito ottimo spettacolo dal vivo e un sacco di gente che balla! A Cuba è una costante e l’atmosfera trascina! Dopo aver fatto diverse conoscenze e avere invitato da bere ai nostri amici rientriamo a casa, non distante (circa 200 m), domani si va alle spiaggie di Playa del Este.

02 aprile

Dopo aver preso il nostro solito caffe nella caffetteria cubana sotto casa (1 cup, circa 3 centesimi di euro, 2 cupper un refresco, 3 cupper un ottimo succo d’ananas), ci dirigiamo verso Parque Central dove prendiamo il nostro autobus T3 (ci sono due linee; l’altra è la T1 che è l’autobus turistico scoperto che fa il giro de L’Avana al costo di 5 cuc giornalieri). Il biglietto si fa sopra e il tragitto fino all’hotel Tropicoco è di circa mezzora. Arrivati ci dirigiamo verso la spiaggia dove facciamo conoscenza di Giulio e Desy, che ci assisteranno nel corso della giornata per sdrai, ombrelloni, bibite e pranzo. Per una giornata affittiamo 2 sdraio e 1 ombrellone al costo di 6 cuc (2 cuc ciascuno, circa 4,70 euro al cambio, se penso ai prezzi nelle nostre spiagge…). L’acqua è limpida, la sabbia è bianca e fine; abbiamo scelto di non andare nel fine settimana per evitare l’affollamento e rilassarci un po’, cosa che ci riesce per tutto il giorno. All’ora di pranzo facciamo un cenno a Desy che ci porta il menù e nel giro di 15-20 minuti ci prepara un tavolo all’ombra a 15 m dall’acqua. I prezzi sono competitivi (bibite a 1 cuc, cocktail a 2,50 cuc, piatti buoni e abbondanti a partire da 7 cuc fino 18 cuc per quello più caro) e alla fine ordiniamo una mariscada (gamberi, aragosta e filetto di pesce, tutto alla griglia, con contorno di riso e insalata varia). Rimaniamo fino alle 17.30 e poi salutiamo e ci avviamo a prendere l’autobus del ritorno. Cena a base di pesce alle 20 servitaci da Diana che ci porta tutto al nostro appartamento e la notte si esce! Decidiamo di cambiare zona e prendere un taxi fino a Miramar, zona piena di villette con tanti turisti. La nostra scelta oggi cade sulla discoteca Rio Club ma il nostro tassista dice di non conoscerla e allora optiamo per il Cevere, solo che a sorpresa la troviamo chiusa! Ci facciamo portare allora alla Casa della Musica di Miramar (il tassista ci prende 8 cuc) e pagato l’ingresso di 10 cuc entriamo dentro! Il movimento è tanto, un palco grandissimo e il solito pienone. Neanche il tempo di fare 10 metri che veniamo subito affiancati da tante bellissime ragazze cubane che cercano di fare la nostra conoscenza. Ci sediamo a un tavolo e ci godiamo lo spettacolo scambiando due parole con le persone del posto con nostro spagnolo misto a italiano (tanto qua più o meno lo sanno parlare tutti) e tra una Cristal e l’altra facciamo scorrere il tempo. Alla fine prendiamo un taxi (occhio che dopo le 2 i prezzi raddoppiano) che ci riporta a casa per il nostro meritato riposo.

03 aprile

Oggi niente mare, dedichiamo la nostra giornata ad un ulteriore giro de L’Avana e del mercatino nella zona del porto. Dopo il nostro solito caffè ci dirigiamo verso l’Habana Vieja e in particolare Piazza San Francesco dove spedisco altre due cartoline e ci cambiamo i soldi alla Cadeca. Decidiamo di prenderci una pizza cubana al formaggio per pranzo (costo 10 cup, cioè 0,42 cuc o 0,32 euro se preferite) mentre altri intorno a noi si prendono improponibili piatti di spaghetti. Riusciamo anche a guardarci 20 minuti di Barcellona-Milan di Champions League nel bar di un albergo (sono circa le 15 ora locale, 21 italiane) gustandoci un caffè e un bicchierino di rum. Dopodiché ci dirigiamo verso il mercatino già visitato sabato dove troviamo una marea di oggetti carini da regalare. Si tratta di un mercato al coperto immenso, con centinaia di stand. Ci richiamo continuamente come vedono che siamo italiani al grido di ciao amigo! o inneggiando a una o l’altra squadra (Inter, Juventus, Milan..). C’è veramente l’imbarazzo della scelta e ci perdiamo dentro. Tanti oggetti carini in ceramica e legno che riproducono di tutto: macchine d’epoca, navi, coco-taxi, strumenti musicali, targhe, donne cubane, campanelle, bicchieri, tazzine, porta sigari, ventagli, e chi più ne ha più ne metta! Facciamo il pieno di souvenir, comprati a poco prezzo, e contenti ci dirigiamo verso casa, per riposarci un po’ dalla lunga camminata. Alle 20 ci aspetta la solita cena di Dania: oggi un gustoso spezzatino di patate con gustosi contorni, tra i quali non manca il riso (fisso a pranzo e a cena in qualsiasi piatto cubano). Di notte torniamo alla Casa della Musica di Centro Habana (sono due in tutta Avana), questa volta nell’altra sala, quella più grande. Facendoci amico il tipo all’entrata riusciamo a pagare solo 5 cuc a testa, nonostante l’ingresso sia 10, ci prendiamo un tavolo e gustiamo la solita Cristal. Facciamo tardino come al solito, ma ne vale la pena!

04 aprile – 05 aprile

Ormai ci stiamo dirigendo verso la fine della nostra vacanza e decidiamo di trascorrere le ultime due giornate intere al mare. Prendiamo sempre il nostro autobus a Parque Central al costo di 3 cuc e ci dirigiamo alla spiaggia di Santa Maria, dove troviamo i nostri amici e amiche a salutarci. Ne approfittiamo per girare anche il negozio di articoli da regalo presente sotto il Tropicoco, dove compriamo dell’Havana Club da regalare al nostro rientro in Italia. Pranziamo come nostro solito al mare e scattiamo delle foto ricordo a fine giornata con Desy. Ceniamo a casa e la notte la dedichiamo a girare le altre vie di Centro Habana e Habana Vieja piene di gente e per un ultimo salto alla Casa della Musica.

06 aprile – 07 aprile

Andiamo via dalla casa particolar verso 11.30, lasciando i bagagli che torneremo a prendere prima di andare in aeroporto. Dedichiamo l’ultima parte della visita per un ulteriore giro in mezzo alla gente di Cuba nelle vie di L’Avana. Facciamo le ultime compere nei negozi di souvenir (che spesso sono all’interno delle case stesse dei cubani) e pranziamo di nuovo a Los Nardos, lo stesso ristorante del primo giorno, dove ci ordiniamo l’aragosta in due nuovi modi: con una salsa all’aglio e in bianco, coperta da una crema di formaggio fuso, funghi e peperoni (dopo il solito antipasto di ceci fritti con carne di maiale e contorno di fagioli, riso e insalata varia). Ci avviamo quindi verso l’aeroporto dove prendiamo il nostro volo (in ritardo di 3 ore, con nostro dispiacere, visto che ci farà perdere l’aereo da Roma per Alghero e ci costringerà a comprare un biglietto nuovo, questa volta per Cagliari, per non rimanere un giorno buttati a Fiumicino). Il volo, con scalo a Santiago, dura 14 ore e durante questo ho avuto tempo per ripensare alla nostra fantastica vacanza fatta di magia cubana, musica, ballo, belle ragazze e tanta brava gente, povera ma orgogliosa e sempre sorridente! Viva Cuba!



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