Magica Giordania
Viaggio ispirato a un colore a lungo sognato: il rosa dilagante di Petra, immagine netta del tesoro che si rivela tra le pieghe del Siq
Un viaggio ispirato ad un colore, a lungo sognato: il rosa dilagante di Petra, l’immagine netta del “Tesoro” che si rivela tra le pieghe del Siq. Un viaggio che comincia il 29 dicembre, prima lento: pomeriggio, lunga attesa a Fiumicino; poi veloce a Istanbul, una corsa sfrenata fino al gate; e finalmente Amman, un’ora per il visto. Sono le 3 di notte, nel parcheggio dello scalo ci offrono del fumo. Haschish?! chiede un tizio. Ottimo inizio! La mia top ten: 1. il richiamo del muezzin ci accompagna scandendo le ore della preghiera (naturalmente altoparlante registrato…Ma anche nei nostri campanili del resto, non c’è più ombra di S. Martino campanaro! ), la sveglia forzata per chi è privo di adeguate protezioni auricolari (leggi tappi)- la moschea è sempre troppo vicina all’albergo… 2. la pioggia leggera che ci solletica mentre visitiamo le rovine di Jerash, un gracchio acuto di cornamusa scozzese ci attira curiosi – è il trio dalla banda militare giordana che dà prova dell’ottima acustica del Teatro 3. la nebbia che padana avvolge la fortezza di Aljun, rendendola “invisibile” e quindi inespugnabile agli obiettivi delle nostre macchine fotografiche…Ci affacciamo straniti ai bastioni, immaginando il panorama descritto dalla lonely 4. la festa dove ci imbuchiamo la notte di capodanno seguendo il richiamo della musica: danzatrice del ventre, alcol a fiumi, un capodanno cristiano-giordano dove ci trattano da VIP offrendoci arak (liquore a base di anice, da bere con acqua e ghiaccio), vodka mista a red bull e un calore inaspettato! 5. il “miracolo” del galleggiamento nel mar Morto: posiamo per la foto di rito alzando mani e piedi fuori dall’acqua. Dall’altra parte del “mare” , Israele- Territori Palestinesi, si alza il fumo nero di qualche colpo di mortaio (?). Sulla riva le donne si ricoprono di fango comprato a 3 dinari il vasetto. Al negozio lo stesso fango impacchettato ne costa 20! Un burkini appeso in vetrina ci ricorda che siamo in un paese a maggioranza musulmana 6. l’acqua del Giordano in bottiglia, con sigillo papale. 10 dinari per una boccetta di preziosa acqua del fiume dove fu battezzato Gesù. Lourdes ha fatto scuola..
7. l’escursione termica/fisica: un trekking sudato e imprevisto tra le tombe nabatee, dal sole che picchia sulle alture di Petra, alla ricerca del Tesoro dall’alto, al freddo che ci avvolge all’ombra, nel fondo dei canyon 8. i cammellieri beduini dagli occhi bistrati che approcciano le turiste con poche frasi multilingue. In Giordania gli occhi maschili sono appiccicati ai vestiti delle straniere come i dolcetti di sfoglia ricoperti di miele 9. Dune running al Wadi Rum: dalla sommità fino al fondo, tagliando la duna di sbieco; la guida giordana, a piedi nudi, vola giù in pochi secondi. Un po di timore, ma è impossibile cadere! Rotoliamo uno alla volta, un piede dopo l’altro, tra le grida e gli incitamenti dei fans rimasti a “bordo vasca 10. ma più di tutti, ricorderò il gelo pungente, silenzioso, del deserto di notte; le stelle come grande schermo, una nenia beduina in sottofondo; per scaldarsi solo tè bollente e il soffio umano nell’intimità forzata della tenda… Gente ospitale, clima instabilmente gradevole e bellissimi panorami all’insegna del rosa e di tutte le sue sfumature. Giordania, la vie en rose…