Magica Colombia di fai da te
Molti, sentendo la nostra meta, ci hanno presi per “matti”… la Colombia, nell’immaginario, è ancora un paese “pericoloso”, culla di cartelli di narcotraffico e Farc! Ma la realtà è decisamente diversa ed è stato un viaggio intenso e bellissimo, come lo avevamo immaginato!
Inizialmente stavamo pensando di rivolgerci ad un Tour Operator, per gestire perlomeno le zone interne, ancora non molto turisticizzate. Ma poi, viaggiando da anni, abbiamo deciso che potevamo fare da soli, ed è stata una carta vincente!
Itinerario previsto: Bogotà, Cali, Popayan, San Augustin, Neiva, Medellin, Covenas, Cartagena, Arcipelago del Rosario; viaggio in coppia, spese totali, compresi voli Roma/Olbia, circa 4.500,00, giorni totali 20, dall’11/11/2017 al 01/12/2017.
Già prenotati alberghi con Booking.com (ma si può verificare su Booking e poi contattare Hotel, spesso si riesce ad avere una tariffa migliore..) e un volo interno di spostamento.
La data di partenza è stata venerdì 11 novembre, volo con Air Europa, h 10.30 da Fiumicino, via Madrid; arrivo a Bogotà, sempre 11/11 alle 19.15 (Colombia è 6 ore indietro all’Italia)
Air Europa non la conoscevamo, ma ci siamo trovati benissimo; aerei nuovi, comodi e possibilità, a pagamento di € 50,00 a persona a tratta, di avere le poltrone in uscita di sicurezza, per stare più comodi, che abbiamo aggiunto per il rientro, sulla tratta Bogotà-Madrid, poiché viaggiavamo di notte!
Costo A/R € 570,00 (ma prenotando con 10 di anticipo, avremmo speso € 440,00)
Da ricordare che è una compagnia Low cost, per cui, sulle tratte “internazionali” il cibo è a pagamento, mentre è compreso sulla tratta “intercontinentale”; ma sono a pagamento le cuffiette per ascoltare film o musica (€ 3,00), per cui è meglio portarsi dietro anche degli auricolari, vanno benissimo quelli del cellulare.
Arriviamo, in perfetto orario, a Bogotà, al mitico aeroporto Eldorado! Uno dei più controllati mai visti, c’è polizia dappertutto, e sarà una costante per tutto il viaggio.
Controlli abbastanza veloci e subito molto amichevoli, al controllo documenti. Ritiriamo senza problemi i bagagli e chiediamo subito dove trovare un “cajero”, un Bancomat!
Proprio nella zona di uscita, vicino all’ascensore principale, c’è il Bancomat. E’ meglio prelevare subito, per due motivi, il cambio è ufficiale (con circa 4/5 euro di commissione per anticipo contanti) e si può subito pagare in “pesos o COP”.
Noi ci eravamo portati anche dei dollari, ma è assolutamente inutile, il cambio è sconveniente e tutti preferiscono la moneta locale, oltre che è sempre e dappertutto possibile pagare con carta di credito.
I taxi da prendere sono quelli gialli, del servizio pubblico… gli altri costano di più (relativamente…) Si trovano subito all’uscita dall’aeroporto.
Il costo dall’aeroporto è di circa 40.000 pesos, circa 12-13 euro, perché l’aeroporto è piuttosto distante dal centro di Bogotà. Avevamo prenotato nella zona della “Candelaria” il nostro “centro storico”, mentre altri preferiscono la “zona rosa”, cioè la zona turistica.
Abbiamo scelto l’albergo “Hotel Guadalupe” in pienissimo centro, gestito da un italiano; è praticamente una Posada, molto Basic e spartana, ma la camera è pulita, spaziosa e, soprattutto, a 5 minuti sia dal Museo di Botero che dal Museo dell’Oro. Circa 45,00 euro a notte. Buona colazione, tutti molto gentili.
Peraltro c’è in camera una stufetta con ventola che, per la notte a Bogotà, non è affatto male.
Considerate però che, allo stesso prezzo, stessa zona, si possono trovare anche degli Alberghi Boutique, cioè case private adibite ora ad Hotel, spesso molto belle; ma lo abbiamo scoperto solo lì.
Scordatevi, quasi dappertutto, soprattutto centro e sud Colombia, di avere l’acqua calda nella doccia.. Sembra sempre ci sia, ma praticamente ci sono delle serpentine applicate al tubo, che “scaldano” l’acqua quando la utilizzate… ma in realtà al massimo è tiepida! Vero reale problema, per quanto mi riguarda, in Colombia!
Bogotà ci accoglie in modo “insolito”! Arrivati in centro, nei pressi della piazza principale, dove c’è la cattedrale, ci arrestano un ragazzo, sbattendolo praticamente sul nostro taxi.
Il tassista dice che è tutto ok, anzi è la dimostrazione che è “tutto sotto controllo”! Di fatto sarà l’unica situazione particolare durante il viaggio.
Dopo una buona dormita (per noi sono ormai le 4 del mattino), svegli da prestissimo, a causa del fuso orario, ci avventuriamo in città…
Il centro è molto carino, molto coloniale e colorato, con piccole piazzette e vicoli strettissimi; certe strade sembrano molto trasandate e, soprattutto la sera, un po’ malfamate, ma non c’è mai stata una sensazione di “pericolo”, anzi, vista la presenza veramente massiccia di poliziotti, ci si sente abbastanza sicuri. E’ però consigliabile NON addentrarsi nelle aree più periferiche di sera, dove ci si può trovare in situazioni pericolose, ma non più che in periferia a Milano o Napoli…
Arriviamo subito alla piazza Bolivar, molto bella e grande, con una sontuosa cattedrale, dopo peraltro assistiamo ad una processione di una moltitudine di preti e vescovi, per una non ben capita “commemorazione”. Essendo comunque nell’area dei musei, decidiamo di visitare subito il Museo Botero, davvero bello e interessante. Ci avventuriamo poi in una delle vie centrali più trafficate dove decidiamo, essendo ora di pranzo di mangiare: Riso con crocchette di yuta per me, carne per mio marito. E’ facilissimo trovare un posto in cui mangiare, e il costo è al massimo di 10€ in due. Le previsioni del tempo, secondo i siti internet, sono di “pioggia sempre”, di fatto piove solo un’oretta nel momento in cui noi siamo a pranzo, e sembra non interessi a nessuno… tutti continuano a fare ciò che stavano facendo prima…bagnandosi un po’! Ce ne stiamo a zonzo per metà pomeriggio e rientriamo a riposare in hotel, visto che ancora pesa la stanchezza del viaggio. Per cena, malgrado tutti ci consiglino di andare in taxi a cena nella zona rosa, noi decidiamo di rimanere in centro e troviamo il ristorante Civitas, Calle 12, dove mangiamo veramente bene, spendendo una “cifra” per Bogotà, cioè ben 25,00 euro in due, ma con antipasto, salmone caramellato ottimo, e dolce…consigliatissimo.
La mattina dopo, sveglia ancora alle 6 del mattino; prepariamo i bagagli con calma, poiché tanto partiamo nel primo pomeriggio per l’aeroporto, direzione Cali; dopo colazione raggiungiamo in 5 minuti il museo dell’oro. È domenica, per cui l’entrata è gratuita, ma apre alle 10.00. Ci godiamo quindi Avenida della Repubblica, che di domenica è interamente pedonale, coloratissima, con musica, giochi, bambini in bicicletta, monopattino, pattini o a piedi… frutta bellissima e buonissima dappertutto. Incredibile la “corsa dei porcellini d’india”, con scommesse dei bambini su dove finiranno dopo la corsa, tra le varie “casette” colorate a loro disposizione, distribuite sulla strada.. un mondo irreale, quasi fantastico, e temperatura perfetta! E poi concerti ogni 50 metri… sassofonisti, band rock o solo cantanti…
A metà di Avenida della Repubblica, c’è il Museo dell’Oro! Veramente notevole, molti oggetti, ben esposti e sale con musica e luci che evidenziano l’esposizione! Vale davvero la pena vederlo!
Per pranzo, andiamo alla Piazzetta del Morro, carinissima, per mangiare una zuppa di funghi e ritirare i bagagli per la partenza, dall’hotel! Taxi per aeroporto Eldorado. Controlli semplici e veloci, a parte ritiro dell’accendino, NON concesso in aereo in Colombia. Partiamo con grande puntualità con Avianca, linea aerea Nazionale, a prezzi Easyjet! 45 minuti di volo e siamo a Cali. La scelta di Cali forse, per quello che cercavamo noi, non è stata totalmente azzeccata. Di fatto ce ne avevano parlato come il regno della “salsa”, come di una città divertente e piacevole, ma di fatto noi abbiamo percepito una piccola città senza un’identità precisa, con case “blindate” dopo il periodo del “cartello di Cali” forse peggiore di quello di Medellin…
Effettivamente noi ci abbiamo passato solo una sera, e forse i dintorni erano da vedere, ma noi abbiamo passato una serata anonima, però mangiando una buona pizza, nella strada centrale…
Abbiamo dormito all’Ofihotel Versailles, praticamente in centro, costo € 30,00 per una notte, bella camera, acqua al solito tiepida, ma ottima colazione in terrazza. Di mattina chiediamo per un Bus per Popayan e ci consigliano di andare alla stazione dei Bus, in taxi (2€). In Colombia abbiamo capito che è assolutamente inutile chiedere, perlomeno sulle brevi o medie distanze, l’orario di partenza… di fatto si parte quando si “riempie” il mezzo che farà il viaggio, che può essere un’auto, se ci sono max 4 persone che partono, o un mini bus o un bus più grande… e finchè non è pieno non si parte! A noi và bene, siamo già in 4, per cui ci sistemano in un’auto con altre due persone! E si parte subito! Il trasferimento è gestito dalla Velotax, e il costo è di € 15,00 per noi due. Per Popayan sono circa 2.30 di viaggio e, a parte l’altro vero pericolo in Colombia, cioè gli autisti di taxi e Bus che, appena partiti, attivano la “modalità Raikkonen”, il viaggio è davvero piacevole; attraversiamo piantagioni verdissime, fiumi, prati con decine di cavalli o mucche al pascolo. Arriviamo a Popayan in perfetto orario. Popayan è una cittadina di circa 150.000 abitanti, con un centro storico davvero notevole! Sembra di essere a San Cristobal, in Chapas; è tutto bianco, con strade lineari che si intersecano. Arriviamo in un giorno per loro festivo, per cui, a differenza degli altri giorni in cui è più “movimentata” ma mai caotica, è tranquilla e sonnolenta. Quasi tutto è chiuso, ma è bellissimo godersi la città. Le bancarelle di frutta sono anche qui dappertutto, e ricorderò sempre il Mango, tagliato a Julienne, che è presente dappertutto e che è fantastico. La piazza della cattedrale è molto grande e da lì si intersecano tutte le strade. Abbiamo prenotato all’Hotel La Herreria, del gruppo MS, molto presente in Colombia. Il costo è di € 30,00 a notte, e l’Hotel è carino, ma le camere sono davvero piccolissime! E la colazione non è neppure sufficiente! Però l’unica alternativa valida era un 5 stelle, che poi abbiamo visto e non era granchè, e per due notti non valeva la pena! Acqua rigorosamente freddina in doccia (ovviamente nel lavabo non esiste mai acqua calda), ma ormai abbiamo realizzato che al rientro saremo sicuramente “tonificati”. Trovare un ristorante aperto è stata un’impresa, ma poi abbiamo trovato il ristorante La Cosecha Parillata”, che peraltro abbiamo scoperto essere molto “quotato”. E ci siamo tornati per due sere.. Ottimo pesce, ottima carne alla brace e ottimo riso con gamberi, per circa 20,00€ a cena.
Siamo arrivati a Popayan di lunedì, appositamente, perché il martedì mattina volevamo andare a Silvia! Silvia è un piccolo centro sulle montagne, a circa un’ora da Popayan, raggiungibile con il Bus (dalle 05.00 del mattino, ogni mezzora, costo 5.00€ circa a persona A/R, ma il ritorno bisogna farlo a Silvia).
A Silvia, ogni martedì, si tiene un mercato particolare, dove si radunano tutti gli Indios “Guambiano” delle montagne, per vendere i loro prodotti, soprattutto patate, di tutti i colori e forme, e ortaggi. Oltre a delle bellissime borse in lana, coloratissime.
E’ bellissimo e suggestivo vedere tantissime persone con gli abiti tipici, uomini con gonne e mantelline di un azzurro acceso, e donne con cappellini peruviani e borse coloratissime. Oltre alla magnificenza del mercato, con odori e colori incredibili! Non amano farsi fotografare, ma abbassando la macchina fotografica, si può sempre utilizzare il cellulare…
Ci fermiamo a mangiare nelle aree dove mangiano loro… carne e riso con verdure.. basta non guardare dove lavano i piatti, e tutto và bene!
Quando usciamo, dopo ore, dal mercato, in una piazza colorata dell’azzurro delle mantelline, ci godiamo le persone che si accalcano su dei bus coloratissimi, insieme a tutti i loro acquisti, bimbi che corrono, sempre con il tipico abbigliamento andino e, soprattutto, un fantastico budino in gelatina di mango, una delle cose più buone assaggiate! E nocciole caramellate di “contorno”!
Ripartiamo alle 15.00 e arriviamo a Popayan verso le 16.00. Dato che l’indomani partiamo per la nostra prossima tappa, San Augustin, decidiamo di fare subito il biglietto. Il Bus parte due volte al giorno, alle 11.00 e alle 20.00, ovviamente se hanno riempito il Bus. Il resto del pomeriggio lo passiamo in giro per le strade del centro e al bar “Colombia”, mitico bar dove vanno a giocare a biliardo, in un’atmosfera quasi “cubana”, come se il tempo si fosse fermato agli anni 50/60. E’ bello anche sedersi e guardare gli uomini giocare e “puntare” sui vincitori. Serata piacevole a Popayan, passeggiata e cena allo stesso ristorante del giorno prima.
L’indomani, bagagli e taxi per stazione Bus; cerchiamo di essere lì verso le 10.45, per la partenza delle 11.00 ma, ovviamente, si parte quando il Bus è pieno, per cui aspettiamo che si riempia e si parte alle 12.00. Il viaggio da Popayan a San Augustin è forse stato il più impegnativo: si tratta di circa 6 ore di viaggio, in un bus non eccessivamente comodo, di cui 4 ore passate su strade sterrate, in mezzo alla giungla, che sembra “spezzata” per far posto alla “mulattiera”, a circa 3.000 metri di quota, con panorami spettacolari, quando si riesce a vederli, con vallate verdissime e strapiombi, bananeti e caffè, molti posti di blocco con polizia armata e controlli serrati (non però al nostro Bus…). Si tratta di un’area prima “vietata” ai “turisti”, dove spesso si poteva venire sequestrati, anni fa, e dove esistevano intere aree coltivate a cocaina, mentre ora ci sono coltivazioni immense di caffè, oltre ai bananeti. Sarebbe stato bello poter fare un giro di queste piantagioni, ma il tempo a nostra disposizione non ce lo permetteva… Gli ultimi 5 km prima di San Augustin, in una serie di tornanti, sono spettacolari, con delle vallate immense e verdissime, cascate e strapiombi, con sotto il fiume Magdalena, salendo quasi a 3.000 metri. Arriviamo in “centro” e andiamo a piedi al nostro Hotel : La Terraza de San Augustin”; è meglio di quanto ci aspettassimo; molto bella la parte comune, e piacevoli le camere; peraltro, cosa quasi “eccezionale”, c’è anche l’acqua calda nella doccia!
Usciamo per cena e cerchiamo un ristorante che ci possa offrire il piatto “tipico” cioè “la Troucha”, ossia la Trota, che in una zona dove i fiumi sono la costante, è la specialità del posto!
Ci consigliano un buon ristorante, specializzato in Trote, ma è al completo, per cui andiamo in un altro, più anonimo ma, inaspettatamente, ci godiamo un’ottima trota alla Plancha, cioè alla griglia…costo € 18.00 in totale.
A San Augustin, a circa 5km dal paese, si trova uno dei più bei parchi archeologici pre-colombiani della Colombia, motivo per cui siamo arrivati sin qui! Ma, poichè ripartiamo dopo due giorni, nel pomeriggio, e per visitarlo basta una mattinata, e quindi possiamo andarci l’ultimo giorno, accettiamo la proposta in Hotel di un tour per l’intero giorno, per visitare le aree archeologiche vicine, le rapide del Fiume Magdalena, i Canyon e una fabbrica di “zucchero di canna” (tot 40,00€ in due). Non potevamo fare scelta migliore! Ci viene a prendere la mattina alle 9.00 Juan Nunez, una guida professionale, di San Augustin, con il suo pulmino…Siamo noi due, 2 coppie francesi e una ragazza inglese; ci inoltriamo nella “jungla”, tra montagne e strapiombi incredibili e raggiungiamo le rapide del Rio Magdalena, che nasce su questi monti, attraversa tutta la Colombia e sfocia vicino Cartagena, modificando il colore del mare da azzurro in marrone! Dopo le rapide, rimaniamo anche infangati su una strada, ma “nessun problema!”, arriva una jeep 4×4, ci aggancia e ci porta fuori dal fango… Visita spettacolare e inaspettata ad una delle “fabbriche” di zucchero di canna… se ne avete l’occasione, prendetevene un “blocchetto”, anche piccolo, non lo ritroverete poi da nessun’altra parte…
Arriviamo al Parco di “Los Idolos”, verdissimo, molto curato; Vi chiederanno di pagare il tichek di ingresso e vi rilasceranno un “passaporto” che costa circa 6€ a persona, ma vale per tutti i parchi, anche in giorni diversi.
Bellissimi i monoliti “guardiani” delle tombe! Di fatto, quasi tutte le statue pre-colombiane sono di “guardiani” di tombe, messi a “tutela” di chi vi era sepolto e che lo rappresentavano per certe attività!
E’ un’immagine che rimane negli occhi, la distesa verde, i cavalli e i guardiani delle tombe… una pace incredibile!
Prima dell’ingresso al parco, ci fermano per chiederci cosa vogliamo a pranzo, nel ristorante dove faremo pausa… hanno anche menu’ “vegetariani” …
All’uscita dal parco, quando arriviamo a ristorante, è tutto pronto e ottimo! Per tutta la durata del pranzo, sotto un patio coperto, inizia a piovere fortissimo..un’atmosfera irreale! Finito il pranzo smette anche di piovere, fantastico! Dopo pranzo raggiungiamo un altro sito archeologico, e poi “Altos de Los Palos”, una delle due cascate che andremo a vedere dai “mirador”… bellissime entrambe, con delle passerelle a prova di “vertigini” per stare sopra lo strapiombo, per foto eccezionali!
Al rientro ci facciamo fermare in “centro” per fare il biglietto per il giorno dopo, si parte per Neiva!
Ci sono diverse compagnie, a diversi orari (ma vale sempre lo stesso principio…si parte quando si è pieni!) .
Cena in Hotel, non male, e piacevole serata, poiché in albergo c’è un gruppo di turisti polacchi, per i quali è stata organizzata una serata con musica etnica colombiana, peruviana, dell’Equador……ci godiamo il “concerto” seduti in terrazza a bere una “tisana(?)” calda, con cannella e agua ardente, buonissima!
La mattina prendiamo un taxi per il parco principale; ci sarebbero anche le navette, ma visto il costo (3,00€) prendiamo un taxi, chiedendogli di venirci a prendere anche al rientro, così da essere pronti per il ritiro valigie e partenza per Neiva.
Il parco è davvero bellissimo, molto grande, con varie aree visitabili, cascate e molti monoliti. Ci vogliono circa 3 ore per visitarlo, compreso il bosco “esterno”, dove sono esposte le statue recuperate nei villaggi…
Passiamo la mattinata al parco, dalle 9 alle 12 e, con una puntualità svizzera, alle 12 viene a riprenderci il nostro autista.
Rientriamo in hotel, prendiamo le valigie e andiamo a prendere il nostro bus, in anticipo, perché non si sa mai.. e infatti, a questo giro, non c’è l’autista! Quindi ci mettono su un “pick up di servizio pubblico”, che ogni 5 minuti si ferma a caricare altre persone sulla parte esterna attrezzata con seggiolini, oltre a caricare tre persone anche davanti, vicino a lui… siamo stile sardine, con i bagagli sul tettino, e ci portano a Pitalito! Sono circa 25Km da San Augustin, e per fortuna il Bus per Neiva ci aspetta. Da Pitalito a Neiva sono circa 4 ore, con paesaggi molto diversi da quelli delle montagne, ma altrettanto belli, soprattutto la zona della Diga.
Arriviamo a Neiva alle 19.00 e la nostra prima preoccupazione è quella di informarci sul Bus da Neiva a Medellin del giorno dopo, dato che abbiamo preventivato di fare il viaggio di notte e sono circa 10/11 ore di viaggio. Alla stazione dei Bus vediamo che ci sono diverse compagnie, e quella migliore (chiediamo anche info a chi scende dal bus…) ci sembra la Coomotor, che ha dei bus a “dos pisos”, due piani.
Il primo piano, quello inferiore, è decisamente il migliore, sono solo 10 posti, stile aereo business class! Poltrone comodissime, larghe e lunghe, con cuscino e copertina, video e bagno a bordo (vi consiglio di portarvi un vostro pile, l’aria condizionata nei bus è sempre altissima e fa un freddo cane, per cui le coperte fornite non bastano!).
Il costo da Neiva a Medellin è di 46,00€ in due. Si può prenotare anche via internet, anzi sarebbe consigliabile, per scegliere i posti migliori. Noi siamo stati molto fortunati, al primo piano inizialmente non c’era posto, e abbiamo fatto il biglietto per il secondo poi, prima della partenza abbiamo richiesto e, per fortuna, c’era stata una disdetta di due posti, peraltro tra i migliori, e abbiamo pagato l’integrazione, potendo stare nel piano più comodo!
Avevamo preventivato di stare un solo giorno a Neiva ma, con il senno di poi, avremmo preferito NON andare a Cali e stare due giorni a Neiva, non tanto per la città, niente di particolare, a parte una bella piazza e un bellissimo mercato con frutta mai vista (tra cui il frutto del Dragone, spettacolare e buonissimo), quanto per poter vedere il deserto di Tatacoa, che ci hanno detto essere bellissimo, che è a circa 1 ora ½ da Neiva.
Purtroppo noi non siamo riusciti a vederlo; eravamo stanchissimi e alzarci alle 6 del mattino e rientrare alle 17, per poi ripartire di notte in Bus ci è sembrato troppo e ci abbiamo rinunciato, ma sarebbe stato bello.
Abbiamo dormito all’Hotel Metropolitano, vicino alla Cattedrale, ottimo, soprattutto nel rapporto qualità/prezzo, a € 35,00, e pure acqua “quasi” calda in doccia…
In centro la sera non c’era proprio della gente raccomandabilissima, e neppure ristoranti vicini, per cui abbiamo optato per un grosso centro commerciale, aperto sino alle 23.00, dove abbiamo mangiato alla “piazzetta della Comida”, non molto diversa dai nostri centri commerciali, zona cibo, ultimo piano!
Dopo un giorno in giro per Neiva, a goderci il mercato, a mangiare “palle di riso fritte in pastella, con carne o uova” e bere una caraffa di “succo di Maracuja”, a fine pomeriggio ci rechiamo alla stazione dei Bus, dove abbiamo il Bus, in teoria, alle 21.00. Essendo un Bus di lunga distanza, i posti sono riservati e dovrebbe partire in orario, ma siccome siamo in Colombia, si parte un’ora dopo.
Durante il nostro giorno a Neiva, spesso ci siamo sentiti dire di stare attenti alla macchina fotografica: sinceramente, però, non abbiamo avvertito nessuna sensazione di pericolo.
Il viaggio in Bus, che peraltro un po’ ci preoccupava, e che avevamo scelto in alternativa all’aereo che partiva solo di mattina, alla fine è stata una bellissima esperienza. Le poltrone erano veramente comode, ci si dormiva benissimo e, a parte il freddo polare, ovviato dal mio pile, abbiamo dormito praticamente tutta la notte.
Ci siamo svegliati poco prima di Medellin, per goderci il panorama in arrivo in città, dove arriviamo alle 08.30.
Medellin è grandissima ed è posizionata in una “conca”, con un clima eccezionale; raramente si scende sotto i 17/18 gradi la sera, e raramente si sale sopra i 30 di giorno, mediamente sono 25/26 gradi, senza umidità! Un clima di “eterna primavera”, come lo definiscono gli abitanti. Avevamo prenotato l’Hotel Boutique Florentia, nella “zona Rosa” al Poblado, la zona più “turistica” di Medellin, ma anche la più vivibile, soprattutto la sera, con ottimi Hotel (se volete spendere un po’ di più ce ne sono di ottimi, tipo il Charlee, 5 stelle) e ottimi ristoranti, e bellissimi negozi. Il Poblado è un “Barrio” con il parco LLera, e immerso in giardini molto belli. L’hotel è carino, in una posizione ottimale, camera pulita e comoda, personale gentilissimo e disponibile; terrazza panoramica e vasca idromassaggio e, proprio a 10 metri, una lavanderia, poiché non hanno una lavanderia interna all’hotel. Il costo è stato di € 70,00 circa a notte, poiché a Medellin gli hotel sono un po’ più cari che al centro sud. Per mangiare, non c’è che l’imbarazzo della scelta, i ristoranti sono tantissimi e ce ne sono di ottimi. A noi è piaciuto molto il “Basilica”, un misto di cucina peruviana e giapponese; per quanto insolito l’accostamento, il risultato era ottimo. Ma non era male neppure il ristorante “El Rojo”, con anche pizzeria, menu “mediterraneo”… O il “PatriaMia”, dove fanno un’ottima “sopa de mariscos”; in tutti il costo è stato circa di 20,00 -25,00€ in due. Pochi isolati dall’Hotel c’è la fermata della metropolitana, molto efficiente e comoda! Abbiamo comprato il biglietto e siamo andati subito in centro, 5 fermate dopo, con migliaia di bancarelle colorate e immensi quantitativi di frutta ma, soprattutto, la “chicca” di Medellin, Piazza Botero! Uno spettacolo unico : 23 statue enormi di Botero, che l’artista ha donato alla sua città Natale. Ovunque si guardi c’è qualcosa di magnifico da vedere, con in “sottofondo” un palazzo meraviglioso… e di fronte alle statue, il Museo di Antioquia, vecchio nome della città e nome della regione in cui sorge Medellin, con molti pittori e scultori, ma con ancora tanto di Botero! Forse non è consigliabile stare nella zona centrale di notte, ma certamente è bellissimo starci di giorno.
Il giorno dopo, per avere un’idea della città, facciamo il tkt per due giorni con il “BUS Turistico”, 30,00€ in due per il pacchetto 48 ore. Dopo ci siamo resi conto che avremmo potuto fare anche solo quello di un giorno, risparmiando 10€ in due, perché potevamo muoverci con la metropolitana, ma il costo non era così eccessivo. Partiamo proprio dal Parco Poblado, a pochi metri dal nostro Hotel e, dopo essere ripassati da Piazza Botero, andiamo alla zona universitaria, dove c’è un giardino botanico e un piccolo “mariposario”, una zona di riproduzione di farfalle; volevamo vedere il “parque explora” di cui ci avevano parlato benissimo, ma era chiuso per ristrutturazione; abbiamo quindi proseguito al “Pueblito Paisa” che è una perfetta ricostruzione, carina da vedere, anche se molto “finta” di come era in passato, il centro di Medellin. Bellissimo però il Mirador, che rende l’idea di quanto sia estesa Medellin.
Anche la nostra meta iniziale, il Parque Arvi, non è possibile visitarlo oggi, perché chiuso per un non ben chiaro motivo, per cui si va domani.
Rientro in Hotel e serata al Poblado, dove incontriamo il “primo” italiano della vacanza! Un ragazzo da solo, cui consigliamo una discoteca vicino al nostro hotel, dove avevamo visto una fila pazzesca, con delle bellissime ragazze, in gruppo… avrebbe avuto l’imbarazzo della scelta, perchè in Colombia la percentuale di ragazze bellissime è altamente fuori media.
Il giorno dopo, avendo ancora il tkt del Bus Turistico, lo riprendiamo, sino alla fermata “università”, dove saremmo potuti arrivare anche in metro dal Poblado. Li facciamo il bgl per la stazione Avecedo, per poi cambiare con la linea verde e prendere il Metrocable, altra eccellenza di Medellin. E’ una funicolare che collega Medellin ad una zona periferiche, stile Favelas, che sino a qualche anno fa era molto isolata e raggiungibile in più di due / tre ore, mentre adesso è facilissimo arrivarci.
Sino ai quartieri periferici è valido il bgl della metro, mentre è necessario fare un’integrazione per la parte che porta al parco Avri.
Entrare in funicolare e sorvolare la periferia di Medellin dall’alto è stata un’esperienza notevole! Si può vedere l’immensa estensione della città, si possono osservare le persone quasi “dentro casa”, se definire casa piccole baracche molto colorate sia corretto, anche se significa casa per centinaia di migliaia di persone! Panni stesi dappertutto, bambini che giocano su infiniti gradini tra le baracche, e l’immancabile campo da calcio o le “missioni” di suore con immensi cartelloni di “pubblicità religiosa”! E’ un’emozione davvero grande, che ti fa capire come vivono o sopravvivono tante persone, che però sono sempre sorridenti…
In 45 minuti siamo all’ingresso del parco, con una piacevole brezza, a circa 2.500 metri.
Il parco è molto bello, grande e rilassante, con un bel mariposario : scopriamo che in Colombia le farfalle hanno un notevole seguito!
Al parco mi succede una cosa “particolare”: lascio il cellulare nel pulmino; mi accordo che non ce l’ho più all’ingresso del Mariposario e, senza nessuna speranza, spiego che ho perso il cellulare, se qualcuno può sentire se lo hanno ritrovato. Mio marito mi guarda come se fossi un’aliena; siamo a Medellin, ho perso il cellulare e sto pure immaginando che qualcuno me lo riporti! Ma, contro tutte le probabilità, non solo chiamano la direzione del parco, e questa chiama la direzione delle navette, che chiama l’autista della tratta che avevamo fatto ma, mezzora dopo, arriva un ragazzo in macchina che me lo riporta, chiedendo semmai una piccola mancia… io gli avrei dato almeno 50.000 pesos (15 euro) ma tutti i presenti, del posto, mi dicono che una mancia “opportuna” è di 5.000 pesos (1,5 euro), quindi “pago” questa piccola cifra per un samsung edge con tantissime foto della vacanza! Pare sia successo solo a me! Ma è l’evidenza che la “nomea” di una città può sempre essere smentita! Meravigliosa Medellin.
Il rientro in funicolare è ancora più suggestivo dell’andata e ce lo godiamo quasi al tramonto.
Riprendiamo la metro e ci fermiamo a Piazza Botero, fermata ormai obbligatoria, per visitare il Museo di
Antioquia; all’uscita ci troviamo in mezzo ad una “sfilata” di mezzi della Polizia, che non capiamo, ma che vediamo volentieri.
Rientro in Hotel per poi andare a cena; chiediamo un taxi per aeroporto per domani mattina e, poiché dobbiamo andare all’aeroporto più periferico, dato che abbiamo un volo con la Viva Colombia, linea low cost colombiana, dobbiamo farci 45 minuti di taxi, che ci costeranno 70.000 (circa 21,00 euro) quasi quanto il volo.
Il giorno dopo, ci alziamo con calma e prepariamo i bagagli, un’ultima passeggiata nel parco vicino all’hotel e nelle vie del Poblado e salutiamo Medellin; Arriviamo puntuali in aeroporto, e anche il volo è puntualissimo.
La prossima meta è la costa a circa 250km da Cartagena, con atterraggio a Monteria, vicino Covenas, che ci dicevano fosse la costa preferita dai colombiani soprattutto di Medellin.
Ora, va bè che io sono “viziata”, poiché vivo in un’isola magnifica dove esiste “il mare”, con mille trasparenze e mille tonalità di azzurro e verde, cioè in Sardegna, ma pensare che qualcuno possa considerare “mare” quella distesa marrone che troviamo, è davvero incredibile!
L’idea era di arrivare a Monteria, noleggiare un’auto e poi proseguire verso Cartagena, fermandosi lungo la costa dove ci faceva più piacere, per arrivare gli ultimi 5 giorni alla meta finale.
Prima cosa, all’arrivo scopriamo che NON si possono noleggiare auto, se non con riconsegna nello stesso posto. Quindi cerchiamo un taxi direttamente per Covenas, che dividiamo con una coppia di Medellin (cosa normalissima, perché tutti cercano compagni di viaggio per dividere i costi…), per circa 18,0€ a coppia, per circa 1ora 1/2 di viaggio. Arriviamo a Covenas, senza nessuna prenotazione ma solo un’info su qualche hotel. Ci fermiamo all’Hotel La Fragata, consigliato anche dall’agenzia dove avevamo fatto il bgl aereo a Medellin, come “ottimo albergo”… costo neppure economicissimo per la zona, circa 50,00€ a notte, a camera.
Abbiamo dormito in posti stranissimi, ma gli Hotel a Covenas sono decisamente brutti, ovviamente con acqua freddissima, mare bruttissimo e marrone, spiaggia con palme ormai assediate dal mare, che stà conquistando le strette spiaggette… sembra bello solo al tramonto, quando si riflettono le tantissime luci colorate sull’acqua! Ma in un “viaggio” si possono incontrare anche zone non bellissime, che insegnano per la volta successiva! Certo, avendolo saputo prima, invece che a Monteria, saremmo andati a Santa Marta, dove perlomeno c’è il Parco Tayrona, che pare sia bellissimo, con un bel mare (ma questo lo vorrei verificare, da sarda…).
Malgrado queste impressioni, dato che siamo un “po’ stanchini” dai continui spostamenti, decidiamo che rimaniamo comunque due notti, la prima perché siamo arrivati sul tardi, e la seconda per permetterci di riposare perlomeno un giorno e farci lavare qualcosa. Rimaniamo sempre a cena in hotel, con del cibo “improbabile”, ma perlomeno poco costoso (circa 10E in due);
La sera si può stare solo sul pontile di fronte all’Hotel, perché chiudono i cancelli e NON si rientra, se non, forse, saltando. Orari da monastero e, peraltro, in hotel ci sono pure delle suore, che non abbiamo capito cosa ci facessero, forse erano in vacanza anche loro!
Il giorno dopo ci facciamo lavare magliette e biancheria e, pur non entrando neppure per errore in acqua, stiamo quasi tutta la giornata sdraiati in spiaggia, a leggere e rilassarci.
Abbiamo deciso di cambiare i nostri programmi; l’idea iniziale di “risalire” la costa, dato che è “inguardabile”, l’abbiamo abbandonata, e decidiamo di andare subito a Cartagena, anticipando di due notti il soggiorno programmato.
Dopo due notti partiamo, sempre in Bus, e sempre andando alla stazione dei Bus e cercando la prossima partenza. Anche per questa volta siamo fortunati, il Bus parte mezzora (circa) dopo il nostro arrivo, diretto a Cartagena, in circa 3 ore e ½, per circa € 9,00 in due.
Il paesaggio che attraversiamo è molto diverso da quelli visti sinora..nessuna montagna, ovviamente, ma molto verde e molti bananeti ma, soprattutto, molta moltissima povertà. Ci avevano detto che le aree periferiche prima di Cartagena erano molto povere, ma vedere le tantissime case che da mattoni diventano di lamiera e poi di fango, con piccoli banchetti di frutta davanti, una mucca o un cavallo legati di fronte (ma tutte le case con antenna parabolica, malgrado l’estrema povertà) è toccante. I bambini giocano nel fango, lungo le strade, con le macchine e, soprattutto, i Bus, che passano ad altissima velocità.
Si nota chiaramente che è una povertà diversa da quella, sicuramente più “decorosa”, che abbiamo visto in altre aree; si vede il degrado della “periferia urbana”, dove sono arrivati tanti, ma pochi hanno reali possibilità di stare almeno un pochino bene.
Arriviamo a Cartagena, al Terminal Bus, nel primo pomeriggio; il Terminal è piuttosto caotico e disordinato, con strade e piazzali sterrati e pieni di fango! Però c’è un cartello enorme con i prezzi dei taxi per tutte le destinazioni della città, perlomeno uno non corre il rischio di pagare di più! Per andare in centro costa circa 6€ e sono circa 13km;
Avendo già programmato l’Hotel dal 27/11 al 01/12, avevamo cercato un hotel per le ulteriori notti; abbiamo trovato, su Booking, una fantastica Posada, “Casa La Fè”, veramente consigliabile, con valutazioni altissime, tutte meritate.
Si trova in una piccola stradina, a pochi metri da Plaza de la Trinidad”, nel quartiere Getsemani, vicinissimo al quartiere “Centro”, molto più turistico!
La piazzetta e le strade limitrofe sono abitate da gente del luogo, che passano le serate a bere o mangiare un gelato in piazzetta, con una marea di bambini che giocano, ragazzi che suonano e piccoli spettacoli estemporanei; ma anche con vicoli coloratissimi e persone che giocano a domino o a carte per strada…
Sembra di tornare indietro nel tempo; La Posada è molto carina e pulitissima, gestita da due signore; ci sono solo 6 camere, che affacciano su un patio aperto e pieno di piante, con gatto socievolissimo che fa gli onori di casa a tutti gli ospiti; ottima colazione e possibilità di lavanderia interna. Costo € 74 a notte che, per Cartagena, è comunque ottimo, con la qualità trovata.
E, dopo tanta acqua fredda, con ormai la gola a pezzi, finalmente possiamo regalarci una doccia con acqua calda!
Ci facciamo un giro per Cartagena, andando subito al “Baluardo” che è il muto di cinta, un Bastione, che circonda gran parte di Cartagena. Il panorama è decisamente bello, non altrettanto il mare.
Il meraviglioso Rio Magdalena, che nasceva nelle montagne di San Augustin, che creava cascate e rapide, ora sbocca qui vicino, dopo aver attraversato quasi tutta la Colombia, creando un “bel colore marrone chiaro”, che crea un “effetto rio delle amazzoni”, certo non invogliante per fare un bagno o solo passare qualche ora in spiaggia.
L’idea, prima di decidere se anticipare l’arrivo a Cartagena, era anche quella di prendere un aereo per San Andrès, l’isola con il mare dai 7 colori, per fare 3 o 4 giorni al mare, ma ci abbiamo rinunciato subito, perché erano previsti uragani, che peraltro sono arrivati, come abbiamo avuto conferma da due ragazze argentine conosciute in città, che si erano beccate 3 giorni di pioggia! Vedremo di approfittare dell’arcipelago del Rosario, un gruppo di isole ad un’ora da Cartagena, raggiungibile con le “lance” in circa un’ora di traversata.
E’ il 25 novembre e siccome oggi è anche il mio compleanno, decidiamo di regalarci una serata in un ottimo ristorante.
La scelta cade sul “Marea” di Rausch, chef stellato, giudice di Masterchef Colombia, vicino al molo.
Non avendo prenotato prima, cosa consigliabile, troviamo posto solo all’interno, con solita temperatura polare, ma la cena è decisamente ottima, soprattutto una fantastica “tartare di tonno”; i dessert sono eccezionali! Particolarità del ristorante è anche un pesce fritto, SENZA nessuna spina, per il quale abbiamo tentato di capire come avessero fatto, ma pare sia il “segreto” di Rausch…
Il costo è stato molto al di sotto di quanto ci aspettassimo per un ristorante stellato, circa 70€ in due!
Anche il dopo cena è stato bellissimo, poiché in centro c’era un concerto di musica colombiana, con balli e spettacoli di colori. Passare il proprio compleanno in una bellissima città, mangiare benissimo, passeggiare al suono della musica, circondati da colori e sapori unici e con una temperatura che non era mai al di sotto dei 23 gradi NON ha prezzo!
Mentre nelle località che avevamo visto sino a Cartagena, alle 22-23 era tutto fermo, a Cartagena la notte sembra non finire mai, e torniamo in hotel quasi a malincuore, ma siamo davvero stanchi!
Ci alziamo con calma e decidiamo di vedere il “Castillo Felipe”, una fortificazione con cannoni e segrete, che proteggeva la citta dai pirati e invasori!
Rientriamo in “città”, sempre a piedi, per l’ora di pranzo e non c’è che l’imbarazzo della scelta, se non si vuole andare in un ristorante… frutta spettacolare dappertutto e “arepa con queso”, delle ciambelle di mais cotte alla piastra, con formaggio che fila, buonissime.
Cena in una pizzeria vicino all’hotel e serata in “piazzetta” a goderci il clima e la gente.
Il giorno dopo ci trasferiamo nell’hotel prenotato come da programma iniziale. Si tratta di un 5 stelle, in centro, abbastanza vicino alla Posada dove stavamo. E’ il “Bastion Luxury Hotel”; un ottimo albergo, con standard europei, con molti americani “chiassosi” come clienti, ma belle camere, ottima colazione, con frutta eccezionale, e una terrazza con piscina sul tetto; anche il costo, peraltro abbiamo trovato un’offerta, è europeo, dato che costa su 180€ a notte.
Ma dopo tutti gli hotel senza acqua calda e veramente poco costosi, volevamo davvero regalarci qualche giorno di coccole! Compreso un piccolo centro Benessere.
Gli ultimi giorni li passiamo in giro per Cartagena e, per un problema familiare, in Hotel ( per avere wifi ), per fortuna con terrazza e piscina, ci siamo goduti comunque le giornate.
Di sera, pur mangiando vicino al nuovo Hotel, alla fine tornavamo a Getsemani, alla piazzetta della Trinidad, ormai ci eravamo affezionati.
A differenza di quanto programmato, non riusciamo ad andare due volte fuori con la Lancia, come avevamo previsto; saltiamo Baru, con Playa Blanca, ma riusciamo ad andare a Isla Grande.
Dal molo ci sono delle Lance che, per circa 110.000pesos (circa 35,00 euro a persona) portano alle isole dell’arcipelago del Rosario.
La traversata dura un’ora ma per la prima mezzora sembra di essere in mezzo ad un fiume dopo la piena!
Il colore và dal marrone chiaro al marrone scuro, veramente sgradevole da vedere.
Ad una prima isola lasciamo un po’ di gente e, finalmente, arriviamo a Isla grande.
E qui c’è da fare una precisazione. L’escursione prevede il “soggiorno” sull’isola, all’interno di un hotel, con tanto di pontile “in cemento”, piscina e sdraio, e pranzo con dell’ ”ottimo” pollo!
E un mare verdastro… ci rifiutiamo di stare in un posto del genere!
Quando ormai stavamo pensando di avere sprecato i nostri soldi e la giornata, chiediamo ad un ragazzo che vendeva artigianato e collanine, se sull’isola c’è una spiaggia dove poter andare! E’ la svolta! Ci accompagna, attraverso una “giungla” verdissima verso il “poblado”, 10minuti a piedi e raggiungiamo una spiaggia veramente bella e veramente caraibica! Non è il mare della Sardegna, ma certo è decisamente piacevole.
In spiaggia troviamo un ragazzo con delle aragoste vive che ci chiede se ne vogliamo una per pranzo, con platano fritto di contorno! Costo 15,00euro totali! Decisamente meglio del pollo!
Ci godiamo, finalmente, il primo giorno al mare, con ottimo cibo e bella spiaggia!
Andare via, alle 15.00, è una forzatura!
Rientro alle 16.00 a Cartagena e ultima serata in città! Oltretutto durante la giornata, mentre noi ci stavamo godendo il sole e il mare, a Cartagena è piovuto e troviamo le strade allagate, con passerelle per raggiungere i marciapiedi, ovviamente a pagamento, a Cartagena si paga tutto!
Ultima serata a Cartagena, con cena al ristorante Mistura, vicino all’Hotel. Buono, prezzi sui 30€ in due.
L’indomani ci alziamo con calma, abbiamo l’aereo da Cartagena a Bogotà, nel primo pomeriggio, con Avianca, e poi il volo da Bogotà per Madrid la sera alle 21.00.
Viaggio tranquillo e comodo, visto che avevamo acquistato i posti nell’uscita di sicurezza!
Arriviamo a Roma per le 17.00 e in serata siamo a casa!
E’ stato veramente un bel “viaggio” non una vacanza! Abbiamo visto gran parte di un paese meraviglioso, con scenari incredibili e gente ospitale e cordiale.
Se fossimo andati solo a Cartagena la città ci sarebbe sembrata meravigliosa, colorata, piena di musica e sapori unici ma, pur non togliendole nulla di tutto questo, la Colombia non è Cartagena; la Colombia è la zona di Popayan, la città bianca, il mercato indios di Silvia, le montagne e i fiumi di San Augustin, le immense piantagioni di caffè o di banane, il deserto di Neiva e le piazze di Medellin, i vicolo di Bogotà e sicuramente tanto altro ancora che non siamo riusciti a vedere… ne abbiamo apprezzato il cibo, la frutta, soprattutto la gente, sempre estremamente disponibile…. E auguriamo a tutti che un giorno possano conoscere questa bellissima terra.
Maddalena e Andrea