Magia d’Irlanda

Un tour di sette giorni nella Repubblica d'Irlanda: dalla grande capitale alla campagna, dalle montagne alla costa
Scritto da: Davide Casati
magia d'irlanda
Partenza il: 28/07/2012
Ritorno il: 04/08/2012
Viaggiatori: 1
Spesa: 2000 €
Tutte mentono sul clima. In una immaginaria alleanza, le guide che pensavi fossero affidabili e fedeli compagne di viaggio ti tendono un tranello. Lo scopro appena sceso dal volo Aer Lingus che mi ha portato all’aereoporto di Dublino. Fa freddo, tira un forte vento e piove. Queste tre costanti mi accompagneranno per tutto il tour che farò nella Repubblica d’Irlanda.

ARRIVO A DUBLINO

Dall’aeroporto recentemente rinnovato della città, si raggiunge in quindici minuti Dublino in taxi con circa 20 euro. Direttamente nel primo terminal dell’aereoporto è possibile in alternativa acquistare il The Dublin Pass che regala il transfer in pullman fino al centro e gli ingressi ai più famosi musei della città compresa la Guinnes Storehouse (www.dublinpass.ie), si va dai 35 ai 95 euro per persona adulta.

Un autista albanese mi accompagna al Juris Inn Parnell (3 stelle sup). La catena conta tre alberghi a Dublino, tutti in ottime posizioni per raggiungere a piedi il centro. Le camere sono spaziose e pulite. Appena sistemate le valigie, mi tuffo nelle strade della capitale.

Attraversando il centro commerciale di Moore street arrivo in Henry street, una via pedonale dedicata allo shopping. Dopo aver scansato alcuni predicatori religiosi, proseguo in O’Connell street dove si trova il General Post Office, la posta centrale di Dublino. Costruita nel 1816, era stata bombardata dall’esercito inglese nel 1916 dopo che Patrick Pearse la proclamò sede della rivoluzione irlandese. Venne ricostruita solo nel 1929 in stile georgiano. Inizia a piovere e mi rifugio nella libreria Eason. Al piano terra un piccolo bar serve degli ottimi dolcetti.

Rigenerato da un caffè latte stile americano, torno sui miei passi e mi decido ad attraversare il fiume sul Grattan Bridge.

Dall’altra parte trovo la City Hall, il municipio settecentesco dove sono conservati gli archivi storici della lotta per l’indipendenza.

Svoltando in Lord Eward street sono attratto da un piccolo mercatino di prodotti tipici nei giardini della Christ Church Cathedral. La chiesa protestante venne costruita nel 1038 nel cuore della Dublino medievale. Dopo essere stata demolita, venne nuovamente eretta nel 1172 dai Normanni e subì un ingrandimento nel 300 e un restauro nell’800. Si dice sia la tomba di Strogbow, primo conquistatore normanno d’Irlanda. Decido di non credere alle leggende (considerato anche il prezzo del biglietto d’ingresso) e mi fermo sulla panchina che si trova subito fuori la cripta. Dopo l’ennesimo acquazzone scelgo di rientrare in albergo.

L’impatto con la grande città è stato positivo. Il tasso di natalità è impressionante: 15,5 nuovi nati ogni 1000 abitanti (in Italia 9,2). Le strade di Dublino sono quindi affollate di giovani e bambini.

DUBLINO E KILKENNY

Il mattino del secondo giorno decido di visitare la cattedrale di San Patrizio, la seconda chiesa protestante dopo Christ Church. La costruzione risale al ventiduesimo secolo. La leggenda vuole che la cattedrale sia stata fondata sul pozzo in cui San Patrizio battezzò i primi cristiani irlandesi. Al suo interno trovo le tombe di Jonathan Swift, lo scrittore de I viaggi di Gulliver, e il Boyle Monument, in onore di Robert Boyle, lo studioso che diede il nome alla famosa legge della fisica. Nella parte sinistra della cattedrale è presente un portale di legno con due pannelli mancanti. Da questa porta nasce il detto irlandese “giocarsi un braccio” (changing one’s arm). Alla fine del quindicesimo secolo, infatti, il conte di Ormond si barricò nella chiesa per proteggersi dal conte di Kildare, suo nemico. Nonostante quest’ultimo gli avesse promesso una resa senza conseguenze, il conte di Ormond non voleva uscire per siglare l’accordo temendo per la sua vita. Così il conte di Kildare decise di bucare la porta e stringere, in segno di pace, la mano dell’altro nobile attraverso il portone di legno. Da oltre cinquecento anni la frase “giocarsi un braccio” è utilizzata per intendere quelle situazioni di stallo in cui occorre correre un rischio per riuscire ad ottenere un risultato positivo.

Mi sposto successivamente al Trinity College per vedere il famoso Book of Kells, un manoscritto miniato risalente al diciannovesimo secolo (www.tcd.ie/Library/bookofkells). La lunga fila scorre veloce e si entra quasi subito nella sala che mostra quattro pagine a rotazione del libro. I custodi dopo pochi minuti invitano le persone ad uscire in modo da permettere ad altri di vedere il libro.

Ben più rilevante la visita alla biblioteca dell’università. La Long Room raccoglie 200mila volumi antichi. L’aria è pregna dell’odore tipico della carta. Uscito dall’università più prestigiosa d’Irlanda decido di acquistare una maglietta ricordo nel fornitissimo store al piano terra.

E’ arrivato il momento di spostarsi a Kilkenny. Lungo la strada mi fermo alla dimora di Powerscourt (www.powerscourt.ie). La residenza è circondata da giardini in stile italiano e giapponese. E’ presente anche il piccolo cimitero degli animali di famiglia. Non perdetevi il negozio all’ingresso con i prodotti biologici e le gustose torte fatte in casa.

Arrivato a Kilkenny lascio le valigie al Kilkenny Ormonde Hotel (4 stelle) e decido di uscire per provare l’ebrezza del tipico pub irlandese. Vi consiglio il Kyteler’s Inn cioè il pub della strega in Kieran’s street, molto caratteristico e con musica dal vivo. Se volete invece ascoltare ottima musica, cercate il pub che ospita il gruppo The Kilkenys. Le strade sono affollate di adolescenti alticci ma innocui.

  • Per ordinare

La birra piccola si dice “glass of”. Immancabile in ogni pub la Guinness, se volete provare una alternativa potete scegliere la Smithwick’s (scritta bianca con fondo rosso, si pronuncia Smitics) oppure la birra rossa del luogo: la Kilkenny. Se volete una pinta di birra (poco più di mezzo litro) basta dire semplicemente il nome della birra. E ricordate… il glass lo ordinano solo le donne!

CASHEL E KILLARNEY

Il terzo giorno visito la rocca di Cashel (www.cashel.ie). Vi consiglio di fermarvi lungo la strada per scattare qualche bella foto ricordo. L’ingresso, come sempre, è a pagamento. Dalla rocca si gode di una vista spettacolare. Fortunatamente il tempo mi grazia e posso ammirare un cielo azzurro pieno di nuvole bianche. Il pezzo forte del castello è la croce di San Patrizio che ha come basamento proprio la pietra su cui il santo battezzò re Aengus convertendolo al cristianesimo. Da visitare la Cormac’s Chapel con le decorazioni scolpite nel timpano della facciata e il sarcofago di re Cormac McCharty e la Round Tower, il più antico monumento della rocca. Mangio al Rock House, un self service con piatti tipici irlandesi. I proprietari parlano italiano e i prezzi sono modesti, lo trovate al secondo piano di un edificio poco prima di arrivare alla rocca.

Nel pomeriggio mi sposto a Cahir nella contea di South Tipperary. Il castello presente nel piccolo villaggio è stato scelto per molti esterni del film Excalibur e di Barry Lyndon. Chiedete che vi mostrino il video in italiano che spiega la storia della fortezza. Per il resto, niente di particolarmente rilevante.

RING OF KERRY

Scelgo il Carlton Hotel (4 stelle) a Tralee per la notte. Di fronte all’albergo stanno già allestendo il palco per la manifestazione Rose of Tralee, una sorta di Miss Irlanda. Al mattino percorro il Ring of Kerry nella penisola di Iveragh. Chiedete in hotel la strada e potrete percorrere tutti i centosettanta chilometri della costa atlantica. Durante il tragitto mi fermo prima alle cascate di Torc immerse in un bosco verde acceso e poi a Waterville, meta delle vacanze di Charlie Chaplin. Gusto un’ottima Fisherman Soup, cioè una zuppa di pesce, al The Lobster poco distante dalla statua del famoso regista.

Nel pomeriggio sosta alla Muckross House per ammirare gli splendidi giardini (www.muckross-house.ie). L’abitazione in stile vittoriano è stata tappa di una vacanza della regina Victoria nel 1861. Se avete i minuti contati potete tranquillamente saltare la visita interna.

Per la notte, si ritorna a Tralee. Il centro dista un quarto d’ora a piedi dall’hotel. Assicuratevi di prendere la giusta direzione. Di sera la cittadina non è particolarmente frequentata ma trovate più di un paio di pub che offrono musica dal vivo.

KILLARNEY E LIMERICK

Il quinto giorno mi imbarco sul tragetto di Tarbert che attraversa l’estuario del fiume Shannon. Ci vogliono circa venti minuti per raggiungere l’altra sponda. L’obiettivo sono ovviamente le famose scogliere di Moher. Le Cliffs of Moher sono una delle attrazioni più visitate d’Irlanda. Otto chilometri a picco sul mare per 214 metri di altezza. Ovviamente, come sempre, si paga un biglietto d’ingresso (www.cliffsofmoher.ie). Vi conviene prenotare online per risparmiare un 10 per cento del costo del biglietto (adulti: 6 euro, studenti: 4 euro, under 16: gratis). Nel centro è presente la O’Brien’s Tower, una struttura a forma di torre che sovrasta le scogliere. Salirci costa 2 euro. Non ne vale assolutamente la pena. In cima alla torre è difficile scattare delle foto per colpa dello spazio ridotto e della merlatura troppo alta. Visitate invece il centro turistico scavato nella roccia e fermatevi a vedere il video in 3D, molto suggestivo.

Terminata la visita, proseguite lungo la strada toccando le località balneari irlandesi. Nonostante il freddo e il vento, gli irlandesi amano praticare il surf e non è difficile vedere dei bambini in spiaggia giocare con la sabbia. Il pomeriggio, attraverso la regione del Burren per scattare qualche foto e poi mi fermo a Limerick. Soggiorno al George Hotel (4 stelle) in O’Connel Street. Le stanze sono piccole e poco pulite ma la cena è ottima. Immancabile anche questa sera una pinta al Clohessy’s Bar in Howley’s Quay dove si può ascoltare musica dal vivo.

KYLEMORE E GALWAY

Di buon mattino mi dirigo a Kylemore per visitare la famosa abbazia (www.kylemoreabbeytourism.ie). Non perdetevi questo affascinante edificio neogotico nel cuore del Connemara affacciato su un laghetto. La struttura ospita un collegio femminile ed è aperta ai visitatori all’interno e negli immensi giardini. Mi fermo a mangiare al ristorante self service. I piatti sono ottimi. Non dimenticate di ordinare l’apple pie con la crema, eccezionale. Nel negozio a fianco del ristorante potete trovare delle marmellate fatte in casa, dei vasetti di caramelle artigianali e prodotti tipici prodotti dalle suore benedettine che ancora risiedono nell’abbazia.

Dedico il pomeriggio alla visita di Galway, una bellissima cittadina sul mare con casette color pastello. Per via delle corse di cavalli, non è possibile prenotare un albergo in città. Mi sposto quindi al Park Lodge Hotel (3 stelle) a Spiddle. Albergo oltremodo datato, isolato dal mondo. Lo sconsiglio.

CLONMACNOISE E GUINNESS STOREHOUSE

Lasciato l’albergo, l’ultimo giorno visito il sito monastico di Clonmacnoise nell’Offaly. Clonmacnoise fu fondato nel 545 da San Ciarán nel luogo dove le principali strade dell’epoca da est ad ovest si incontravano, attraverso le brughiere dell’Irlanda centrale fino ad Eiscir Riada, una morena sullo Shannon creatasi col ritiro dei ghiacchi dell’ultima era glaciale. Da visitare il piccolo museo che contiene le tre croci celtiche ritrovate nel sito. Attendete anche che vi venga mostrato il video in italiano con la spiegazione della storia del luogo. Un consiglio: il caffè del bar è pessimo.

Nel pomeriggio rientro a Dublino e visito il Museo Nazionale d’Irlanda con ingresso, finalmente, gratuito (www.museum.ie) e la Guinness Storehouse (www.guinness-storehouse.com). Si raggiunge con la linea 123 dei pullman. Il biglietto si acquista direttamente sul bus ma potete pagare solamente con le monete (niente banconote). Il museo della Guinness si trova dietro una chiesa e non nel complesso principale che si vede lungo la strada. Anche per questa visita conviene prenotare online risparmiando il 10 per cento del costo del biglietto. L’audioguida in italiano è gratuita e si può ritirare al primo piano. Non aspettatevi niente di eccezionale. Attraverso degli schermi viene spiegata la lavorazione della birra. A un certo punto è possibile anche imparare a spillare una pinta di Guinness. Se scegliete questa esperienza, dovete bere la pinta all’interno del bar dove è stata spillata e vi viene consegnato un attestato. In alternativa, potete rinunciare alla lezione e farvi servire direttamente al Gravity Bar, cioè in cima alla torre della fabbrica nel bar con una vetrata a 360 gradi sulla città. In entrambi i casi la pinta è compresa nel biglietto.

Acquistati gli ultimi gadget nello store al primo piano, esco e mi dirigo verso Temple Bar, la zona dei pubs. Vi consiglio una cena prima delle 19.30 per evitare la ressa della sera. Dopo un irish coffe in un secondo pub, torno nel Jurys Inn Custom House (3 stelle sup) per dormire le ultime ore prima del rientro in Italia.

Alcune indicazioni utili

  • COME VESTIRSI

Da non dimenticare in valigia: un K-way con cappuccio per ripararsi dalla costante pioggia. Felpe pesanti e pile. Un cappello con visiera. Scarpe comode e pantaloni impermeabili. L’ombrello non serve, imparerete a non usarlo evitando di aprirlo e chiuderlo ogni cinque minuti.

  • LINGUA

Si parla inglese. Gli irlandesi sono molto disponibili a ripetere se non capite. Anche se non sapete una parola di inglese, dovreste comunque cavarvela. Magari portate con voi un piccolo dizionario bilingue per capire che cosa state mangiando.

  • NEGOZI

Attenzione agli orari di apertura. Tutti i negozi infatti alzano le serrande alle 9 del mattino ma chiudono alle 17.30 – 18. Calcolate quindi correttamente quando fermarvi per fare acquisti.

  • SALUTE

Il servizio sanitario è a pagamento. Meglio quindi munirsi di una assicurazione prima di partire. Portate dall’Italia medicine e antibiotici perché in Irlanda è quasi sempre necessaria la ricetta medica per poterli acquistare in farmacia.



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