MAGGIO 2006: NEW YORK in due GIORNI
Inutile descrivere lo stato d’animo che mi ha accompagnato dal momento in cui ho saputo di dover partire, fino al volo di ritorno…Sono passato dalla paura, alla fibrillazione, curiosità, soddisfazione, felicità, privilegio, angoscia, preoccupazione…Via via fino alla nostalgia per una meta unica e che forse apprezzi più quando inizi a ricordarla, anche solo a mente e più ancora attraverso le fotografie.
Il volo Alitalia parte in orario da Roma Fiumicino e in circa 8 ore mi porta nella Grande Mela, all’aeroporto di Newark, scelto in quanto più “vicino” (diciamo meno lontano…) alla mia zona di lavoro rispetto al Kennedy. Un’auto privata mi sta già aspettando all’uscita, pronta a portarmi direttamente presso il mio posto di lavoro da lì a 10 giorni. Del resto è primo pomeriggio e non posso già andare in albergo a dormire…In realtà però, non vedo l’ora che arrivino le 17.30 per potermi isolare da tutto e tutti e riposarmi fino al mattino seguente…Il viaggio e il fuso si fanno davvero sentire… L’hotel prenotato dall’azienda non è in centro a New York (per mia scelta) ma poco fuori…Si tratta dell’Hilton Garden Inn di Secaucus, New Jersey ). Non è extra lusso, ma la camera è bella grande…Con un piccolo ingresso dotato di poltrone, scrivania dove potersi collegare gratuitamente (grandissima comodità!!) a internet, un primo televisore (sarà stato un 25 pollici), poi la zona letto (matrimoniale), un secondo televisore come il precedente e il bagno. Davvero non mi posso lamentare!E tutto praticamente gratis! Sembra un sogno…
Il weekend arriva in fretta e alle 8.00 del sabato sono già in piedi pronto per farmi inghiottire da New York, i suoi grattacieli, le Street e le Avenue, Manhattan e Broadway…Brrr…! Anche se non proprio in centro, la fermata dell’autobus che prendo per arrivare in centro è praticamente all’uscita dell’hotel e in 15 minuti sono al PORT AUTHORITY BUS TERMINAL di New York…Avete visto il film di Nicholas Cage, “World Trade Center”?Bene, la scena iniziale è proprio da dove inizia la mia visita della città.
Prima tappa: TIMES SQUARE. Ci arrivo che sono le 9.00 di un sabato mattina qualunque e infatti c’è poca gente. Pazzesco pensare che qui ogni 31 Dicembre c’è un milione di persone e ora invece posso girarla e ammirarla tranquillamente…Sembra un luna park, con luci in ognidove. Il tempo però stringe e scattata una dozzina di foto di rito, proseguo verso il Palazzo di vetro dell’Onu. Nel tragitto però, si incontrano altri due importanti monumenti: il CHRYSLER BUILDING (il famoso grattacielo in acciaio) reso famoso in passato dalla pubblicità di una famosa bevanda e la GRAND CENTRAL STATION (che, non so perché, sono convinto sia una vecchia stazione non visitabile, mentre ho saputo poi che all’interno è bellissima).
Il PALAZZO di VETRO dell’ONU non è molto distante (badate bene che tutti i posti che citerò saranno stati raggiunti a piedi…Non me la sentivo, da solo, a prendere la metro, più che altro perché mi sembrava alquanto complicata…Avete dato un’occhiata alla cartina delle varie linee? Bè, fatelo e poi saprete dirmi…) ed è alquanto maestoso…Purtroppo e non ne conosco il motivo, al suo esterno tutte le aste che solitamente sostengono le bandiere dei vari stati membri dell’ONU sono spoglie…Saranno in lavanderia?? Peccato, sarebbe stato ancora più suggestivo…Ma anche senza, la vista merita…Da segnalare le sculture presenti all’interno del giardino, tra cui una pistola con la punta annodata (simbolo di pace) dello scultore scandinavo Karl Fredrick Reutersward. L’itinerario procede bene, ma è lontano dall’essere concluso…
E’ ora di pranzo e tornando indietro, mi fermo a mangiare una pizza sui tavolini della New York Public Library, in Bryant Park…Ma la sosta è breve, la giornata e’ lunga e le cose da vedere sono ancora tantissime!!! Mi dirigo sulla 5a Strada, the Fifth Avenue, pronto a salire sul simbolo della città: l’EMPIRE STATE BUILDING, anch’esso reso famoso da cinema e dal primo film su King Kong… La giornata infatti è abbastanza limpida e per non rischiare l’indomani di avere tempo brutto, decido di non perdere l’occasione. Oltretutto c’è poca fila alla biglietteria (per la cronaca il biglietto costa 16 $, non molto economico, ma che volte farci…) e in pochi minuti mi ritrovo sull’ascensore che in una trentina di secondi (sì avete capito bene…) ci porta al piano numero 86(non il più alto, ma la visita si effettua a questa altezza) del grattacielo …A parte il vento che c’è ad una simile altezza, non potete immaginare lo spettacolo che si presenta ai miei occhi. Si può spaziare in lungo e in largo e si vede tutta, ma proprio tutta, la città. E’ qualcosa di difficilmente raccontabile…Anche le fotografie secondo me non rendono totalmente merito allo spettacolo che si vive. Inevitabilmente tutti, non solo io, ma credo anche i (nessuno escluso) i turisti presenti, pensavamo a come doveva essere ancora più affascinante la vista di Manhattan fino al 10/09/2001…Ma purtroppo possiamo solo immaginarla. Resterei lì sopra ancora a lungo per assaporare quanto più possibile lo spettacolo, ma non posso…Devo tornare in strada e proseguire la visita.
La punta di Manhattan (dove visitare Ground Zero, la Borsa, la Statua della Libertà per intenderci) è ancora lontana. Oltretutto, poiché le strade di NY si intrecciano perpendicolarmente tanto da formare una vera e propria griglia, non è possibile camminare in modo spedito, in quanto ogni 100/200 metri c’è un incrocio con un semaforo da rispettare…Uff… In Washington Square posso ammirare un bell’Arco di Trionfo eretto nel 1895 per celebrare il centenario dell’elezione di Gorge Washington e, subito dopo essermi immesso su Broadway, incontro il curiosissimo FLATIRON BUILDING. Costruito nel 1903, era il grattacielo più alto della città e ha una forma di triangolo, ottenuta dall’incrocio di tre strade, la Fifth Avenue, Broadway e la 23rd Street. Su Broadway c’è tantissima gente (è pur sempre sabato pomeriggio), negozi giganteschi (maestoso un monomarca Adidas, di 4 piani…), schermi giganti a forma di PlayStation (sì, proprio così…), mercatini, chioschi dove poter mangiare qualche “sana schifezza” newyorkese e purtroppo posso solo ammirare velocemente il tutto. Broadway termina con il PONTE di BROOKLYN, quello della maratona e il primo in assoluto costruito in acciaio, nel 1883, dopo 16 anni di lavori. E’ qualcosa di imponente, come ad esempio le travi della base, dal peso di 4 tonnellate ciascuna. E’ costituito da due piani: quello inferiore e’ dedicato al traffico veicolare e quello superiore a quello pedonale. Anche da qui, si gode di un’ottima vista della città, con Ground Zero a pochissima distanza e la Statua della Libertà in lontananza.
A questo punto, per la mia prima giornata newyorkese, mancano tre cose da vedere.
Si comincia da GROUND ZERO. Che dire? La prima cosa che mi è venuta in mente arrivandoci, è stata cercare di immaginare di rivivere quegli attimi…Perché era proprio là che si erano svolti, in quelle strade, tra qui palazzi, tra quella gente…Ma non credo di esserci riuscito in pieno. Per me, è qualcosa che ancora, a ormai 8 anni di distanza, è difficilmente accettabile e comprensibile se non come qualcosa di cinematografico, ben sapendo che cinematografico non è stato, ma tremendamente vero e reale (tralascio le teorie complottistiche che tanto mi piacciono, perché i fatti sono accaduti…Del perché e per come è inutile parlare in questa sede). Cavolo che brividi! I cartelloni con i nomi delle vittime, quelli dedicati alle vittime del pentagono e del volo United 93, il vuoto che ti lascia a bocca aperta, alzando gli occhi al cielo e pensando a cosa c’era e cosa è venuto giù, come fosse cartapesta. I messaggi e gli omaggi attaccati ai muri sono stati tolti; ora i muri sono tutti neri e su di essi c’è l’invito a non lasciare messaggi in alcun modo. Una specie di mausoleo dedicato a poliziotti e vigili del fuoco morti quel giorno e’ stato creato oltre una recinzione, con la grande scritta “Thank you America – For your prayers and support for all those lost and their Families – From the port Autorithy NY & NJ Police”. Emozioni su emozioni.
Penultima tappa della giornata: THE STOCK EXCHANGE, la borsa, Wall Street.
E’ sabato e quindi la borsa è chiusa, ma anche in questo caso è emozionante pensare che in questo edificio si è fatta e si fa la storia dell’economia mondiale. Bellissimo il gigantesco toro in bronzo, posto di fronte all’entrata della Borsa. Non ho purtroppo tempo di verificare se il centro visitatori è aperto e tiro dritto verso la stazione dei traghetti, dove raggiungerò la STATUA della LIBERTA’.
Opto per il traghetto gratis che in 30 minuti collega Manhattan e Staten Island e che passa a pochi metri dalla Statua, senza fermarsi. E’ sempre un problema di tempo infatti (ne avessi avuto, avrei di certo visitato Ellis Island, punto di accoglienza e smistamento per gli immigrati dal 1892 al 1954) ma anche così posso intanto gustare un’altra visuale di Manahattan (ah, ci fossero state le torri..) e poi passare davvero vicino alla Statua: Dono dei francesi al popolo americano, essa è diventato simbolo di libertà in tutto il mondo. Alta 93 metri, fu inaugurata nel 1886 e fino all’11 Settembre 2001 era visitabile anche la sua corona, accessibile tramite 354 scalini. Anche a distanza, è bellissima e maestosa.
A questo punto, volevo che un qualsiasi mezzo di trasporto mi riportasse in albergo, ma nonostante la stanchezza mi rimetto in marcia e risalgo tutta Manahattan, passando per Chinatown (qui anche i McDonald’s hanno le scritte in cinese!!!) e Little Italy, fino al terminal degli autobus e da lì arrivo, distrutto ma contentissimo in hotel.
E’ stata una giornata intensa, in cui sono riuscito a vedere tutte le cose che avevo deciso di vedere. Il tempo è poco e non ho potuto pertanto approfondire certe visite o visitare qualche museo.
Domenica decido di dedicarmi a visite più “futili”. Mi immetto così sulla Fifth Avenue in direzione opposta a quella che il giorno prima mi aveva portato alla punta di Manhattan.
E’ così che mi imbatto in un altro simbolo di New York, presente in moltissimi film anche se più frequentemente a Natale e cioè il ROCKFELLER CENTER e soprattutto la STATUA del PROMETEO dorata. Essendo in Maggio, la pista per il pattinaggio sul ghiaccio non c’è e al suo posto trovano spazio tanti tavolini dove poter sorseggiare cocktails e quant’altro. Anche così comunque, fa il suo bell’effetto.
Poco oltre, trovo la ST.PATRICK CATHEDRAL, cattedrale cattolica, maestosa anch’essa, tnato maestosa che infatti è la cattedrale cattolica più grande degli Stati Uniti, in grado di ospitare fino a 2500 persone, con guglie che si innalzano fino a 100 metri da terra e portoni in bronzo dal peso di 9000 kg.
Dalla cattedrale a Central Park è tutto un susseguirsi di negozi grandi firme.
Fendi, Versace, Cartier, Bulgari (che stava aprendo un nuovo punto vendita, grande il doppio di quello che era già aperto, all’angolo opposto) e Tiffany uno dopo l’altro strizzano l’occhio ai vari turisti. Accanto a loro ci sono anche negozi più accessibili: un Niketown di 4 piani, il Disney Store, un monomarca Abercrombie (peccato aprisse alle 11…) e un NBA store con tutto, ma proprio tutto, dedicato alle squadre della lega americana di basket (2 piani…).
Infine, eccomi a CENTRAL PARK.
Tanto per cambiare, c’è una maratona in corso…Mi avventuro nel Parco ma vengo subito assalito dalla stanchezza e…Dallo sconforto!E’ troppo grande!!!! 340 ettari di colline, laghi e prati che ospitano più di 500.000 alberi e arbusti. Progettato come luogo di relax, negli anni il parco si e’ arricchito di aree gioco, piste di pattinaggio, campi da tennis e da football e zone destinate ad ogni sorta di passatempo, dagli scacchi al croquet. E’ un vero polmone verde in mezzo alla città…È davvero singolare come posizione e dall’Empire State si vedeva ancora meglio.
Come detto però, non ce la faccio ad esplorarlo tutto e così decido di tornare a Times Squadre a compare un po’ di souvenir in tutta calma. E allora via con le t-shirt “I LOVE NY” o con il logo “NYPD” e poi ancora cartolini, portachiavi e quant’altro.
La mia “vacanza” termina qui, contento di aver visto e vissuto New York, ma un po’ rammaricato per averlo fatto un po’ di fretta, ma non per mia scelta.
Se avete la possibilità (lo so, molto cara, ma almeno una visita la merita tutta) andate a New York: ha un fascino particolare, forse per averla vista così tante volte in televisione ci sembra di conoscerla già, ma poi immersi nei luoghi visti solo in tv, la si apprezza ancora di più e ci si rende conto di aver fatto parte anche solo per pochi giorni di un mondo quasi “fatato”. E così, al prossimo film, anche voi potrete dire “io c’ero”!