Madrid: un viaggio con adulti, ragazzi e bambini
Finalmente ad agosto la Ryanair mette in vendita i biglietti per Madrid partenza da Cagliari. Approfitto di un’offerta e compro quattro biglietti A/R Cagliari Madrid dal 14/11/2007 al 19/11/2007(due adulti, un bambino di tre anni e otto mesi e una bambina di otto mesi) per la ragguardevole cifra di 80 euro in totale, compresi tre bagagli a mano. Non contenta di ciò inizio a navigare in Internet per cercare un alloggio che faccia a caso nostro e nel sito di venere.Com mi imbatto in una tripla all’hostal Marlasca, in Calle de la Cruz 14, circa trecento metri a piedi dalla stazione metro di Puerta del Sol, centro di Madrid che più centro non si può, con bagno in camera, riscaldamento, climatizzatore e televisore, rinnovato da poco, alla iperbolica cifra di trecentotrenta euro per cinque notti, colazione esclusa, 66 euro a notte. Dopo un breve giro su Internet alla ricerca eventuale di qualcosa di meglio, prenoto il viaggio sul sito suddetto, che assieme a booking.Com e anche al sito della pensione non pretende pagamenti anticipati. Parliamo di questo colpo di fortuna con alcuni amici e, il 14 novembre alla partenza il nostro gruppo consta di ben otto adulti, tre bambini di tre anni e mezzo circa, una bimba di nove mesi, una di otto mesi e tre ragazzi dai 18 ai 20 anni. Stavolta Ryanair delude un po’ dato che sia alla partenza che al ritorno l’aereo parte in ritardo e nessuno dell’equipaggio si prende la briga di spiegare i motivi del ritardo, anzi , oserei dire che non ci hanno proprio cagato. La partenza prevista per le 21,05 con arrivo alle 22,55 viene traslata di circa mezz’ora, ma Jaime e Gaia, i miei figli, si godono il viaggio. Arrivati a Barajas il gruppo si divide e una parte decide che ha paura della metropolitana di notte e cerca un taxi, un altro gruppo me e la mia famiglia compresi, decidiamo per la metropolitana che, nonostante la tarda ora risulta essere abbastanza frequentata e sicura. Compro il biglietto da 10 corse con due supplementi dall’aeroporto per 8,40 euro, e ci mettiamo in marcia. A conti fatti il viaggio fino alla Metro Puerta del Sol ci viene a costare 1,64 euro a testa, esclusi i bambini che non pagano, a fronte dei 10 euro a testa pretesi dai tassisti per arrivare a destinazione un minuto prima di noi. Purtroppo per noi l’ascensore era guasto e guasto è rimasto per tutto il viaggio, ma l’albergo, a due passi da Plaza de Santa Ana, era stato ristrutturato da poco, e a me e ad Andrea, il mio compagno, è piaciuto molto. Alla mattina sveglia alle sette a mezza, in modo tale da essere pronti intorno alle nove per la colazione, quasi tutti i giorni un un bar vicino, in Calle Victoria, circa 6 euro due croissant, un cappuccino, una spremuta d’arancia e una cosa abominevole che loro chiamavano espresso. Purtroppo anche quando siamo andati al Pan’s e co, che a Barcellona ci aveva offerto ottime colazioni con cappuccino e caffè degni di questo nome, il caffè era imbevibile. Prima tappa Puerta del Sol, In parte chiusa per lavori, davanti al Tio Pepe, foto di rito al Km zero e davanti alla stata dell’orso, della quale i bimbi si sono innamorati all’istante. Passeggiata fino a Plaza Mayor, splendida sotto il sole che, a dispetto delle previsioni, ci ha accompagnato per tutta la vacanza, tranne il giorno della partenza, ma a quel punto chi se ne frega! I bambini hanno potuto sgambettare allegri per un po’ poi abbiamo proseguito per Calle Mayor, passando per Plaça de la Villa e arrivando infine alla Cattedrale de la Almudena, che abbiamo visitato con piacere, molto particolari gli affreschi sulle volte. Successivamente visita a Palazzo reale (8 euro), molto ricco e pacchiano come è giusto che sia e con una bellissima collezione di armi e armature medioevali che hanno fatto impazzire i bambini, poi tutti a pranzo In un localino in Calle Mayor, senza infamia né lode nel quale abbiamo ordinato il menù turistico a nove euro a testa escluse le bevande. Mentre parte dei nostri amici si attardava nel locale in attesa di far finire di mangiare i propri figli e i tre ragazzi decidevano di sganciarsi dal vecchiume e andare in giro da soli, noi e Alberto, Katia e la bimba, Sara, abbiamo proseguito la passeggiata per visitare la chiesa di S Francesco il Grande (due biglietti 5 euro) e Puerta de Toledo, poi, raggiunti dagli altri, mentre Alberto, Katia e Sara sono andati a fare spesa di pappe e panni al Champions di fronte alla Colleggiata di Sant’Isidro, Ci siamo diretti prima ai giardini a fianco al palazzo reale dove i bambini hanno corso un po’ e poi abbiamo proseguito per Piazza di Spagna e dopo avere fatto alcune foto al monumento a Cervantes con le statue di don Quijote e Sancho Pancha, verso il tempio di Debod, meraviglioso più di quanto non ricordassi, vera vista mozzafiato con le giuste luci notturne ad esaltarne la bellezza. Infine, dopo aver fatto giocare i bambini presso dei giochi li vicino e avere comprato bevande, pappe e stuzzichini in un negozio di alimentari e frutta secca, di nuovo verso il centro e precisamente verso la Gran Via piena di gente alla ricerca di un posto in cui mangiare. Siamo tornati verso l’albergo dopo avere mangiato sufficientemente in un altro locale con menù turistico e poi di corsa a nanna mentre i ragazzi si preparavano alla movida madrilena. Il mattino dopo decidiamo di dedicare la giornata alla visita del museo di Scienze Naturali che ha appassionato i bambini nonostante le stanze siano in gran parte chiuse per ristrutturazione tanto che l’ingresso è gratuito e poi resto della giornata allo zoo dove restiamo fino alla chiusura alle 18 dopo avere ammirato i vari animali, visto la dimostrazione del volo degli avvoltoi e l’esibizione dei delfini al delfinario, l’acquario, il rettilario, il tutto per la modica cifra di 16,90 euro a testa per gli adulti e 12,90 a testa per i tre bambini di 3 anni e mezzo, avendo perfino il coraggio di farci pagare 50 centesimi la mappa dello zoo e impedendoci di utilizzare degli sconti che avevamo con la scusa che proprio quel giorno non erano validi, nonostante non fosse scritto da nessuna parte. Nonostante tutto i bambini sono stati entusiasti della gita allo zoo che è stata piacevole, tranne per il fatto che gli uccelli anziché essere tenuti in una voliera erano incatenati a terra e per il fatto che, usciti dalla metro, spariscono le indicazioni per lo zoo e, se non si incontra nessuno cui chiedere informazioni, è quasi impossibile trovarlo. Rientro in bus e metro verso il centro dove decidiamo di assaggiare il menu tapas a 10 euro escluse le bevande nel locale Ciudad del Tui in Calle de la Montera, a metà strada tra la Gran Via e Puerta del Sol. Stavolta il locale merita di essere citato perché la tapas sono state ottime e abbondanti e il personale non si è spaventato alla vista dei bambini. Il giorno dopo è stato il turno dei musei per la mia famiglia. Gli altri hanno deciso di seguirci solo in parte e di dedicare la mattinata al riposo per le vie della città. Siamo passati da Calle de Alcalà col naso per aria ad ammirare i vari edifici art decò, fino ad arrivare alla Fuente di Cibeles, vedendo in lontananza anche la Puerta de Alcalà. Poi, attraverso il Paseo del Prado siamo arrivati a Plaza de Canovas de Castello per ammirare la fonte di Nettuno e poi via verso il museo Tyssen –Bornemisza, dove, in una delle prime sale ho ammirato con le lacrime agli occhi le Tigri di Dalì e il mio quadro preferito di Magritte, nel quale i cocci di un vetro rotto conservano gli spezzoni dell’immagine prima riflessa. Solo quella visione meritava i 6 euro spesi per la visita. Dei tre musei è quello che in assoluto mi ha emozionato di più. Finita la visita ci siamo riuniti con Cristina Giorgio e Alessandro per mangiare al Burger King e poi dritti verso il Reina Sophia, gratuito il sabato dalle 14,30, Dove siamo stati raggiunti anche da Giuseppe Paola e Michele e da Katia, Alberto e Sara e da Matteo, Elia e Simone. A parte la Guernica e pochi altri quadri, devo dire che sono rimasta un pò delusa dai quadri presenti. Per fare alcuni esempi, certi quadri di Fontana erano delle tele bianche bucherellate con un cacciavite a stella e alcuni di Mirò altro non erano che una dozzina di pallini neri su tela bianca. Mi ricordavano tanto il film di Aldo Giovanni e Giacomo che, in presenza di una gamba di legno fatta da un famoso artista e che per questo valeva parecchio, commentavano che il loro falegname l’avrebbe fatta meglio, non fosse altro perché almeno avrebbe scolpito anche le dita. Dopo avere fatto fare qualche giro ai bambini negli ascensori esterni dai quali si ammira un bel panorama, con Cristina, Giorgio e Alessandro ci siamo diretti alla stazione di Atocha, veramente bellissima, e nella quale ci siamo fermati a comprare le pappe per Gaia in farmacia, scoprendo con nostra grande sorpresa che li costavano meno che negli alimentari, essendo peraltro più saporite e più varie di quelle che avevo portato dall’Italia. Per far giocare Jaime e Alessandro siamo tornati al paseo del Prado dove in mattinata avevamo adocchiato altalene scivoli e dondoli e, infine, stanchi ma affamati, cena a buffet al Diamantino in calle de Atocha dove per gli adulti si pagava 9,90 euro e per i bambini 7,70 escluse le bevande ma la scelta era molto varia, la paella per esempio era molto buona, i contenitori venivano riforniti in continuazione e spaziava dai primi ai secondi contorno frutta e dessert. Sazi e stanchi abbiamo continuato la nostra passeggiata verso l’albergo passando anche da Plaza de Santa Ana e poi ci siamo recati a dormire. Il giorno dopo fila mastodontica per il Prado che non era gratuito nonostante fosse domenica perché per il mese di novembre tutti i giorni si poteva entrare gratuitamente dopo le 17,30, per scoprire che i gruppi familiari potevano avere accesso ad un altro ingresso dove la fila era decisamente minore, pagando 6 euro a testa tranne i bambini.. Museo enorme, da perdere la testa alla vista di quella quantità di quadri. Per fortuna i bambini hanno dormito parecchio perciò siamo riusciti a visitarlo tutto. Brutta sorpresa quando, presi dalla fame ci siamo avvicinati nella zona caffetteria dove, tranne ai bambini, ci è stato proibito di mangiare i nostri ottimi croissant e panini al prosciutto acquistati al museo de Jamon in Paseo del Prado per 1,30 euro l’uno. Ci siamo rifiutati di pagare 14 euro a testa per mangiare al museo e ci siamo tenuti la fame fino alla fine. Usciti dal museo abbiamo sbranato le nostre vettovaglie e ci siamo diretti al Parque de el Retiro dove siamo andati a vedere il laghetto con i pesci rossi e le barchette a remi, il palacio de Velazqez e il Palacio de Cristal davanti al quale i bambini si sono divertiti a dare da mangiare alle anatre. Capatina al monumento a Alfonso XII dove c’era una specie di Rave Party e, dopo avere fatto le foto ai bambini con Tigro e Winnie Pooh, due ragazze travestite che confezionavano per un’offerta delle spade di palloncini, ci siamo di nuovo diretti ai giochi al Paseo del Prado e poi al Diamantino dove ci siamo riuniti tutti quanti e dove Alberto ha avuto la sfortuna di non accorgersi in tempo di essere stato borseggiato, cosa che gli è costata 50 euro, il blocco delle carte di credito e il rifacimento della patente. Ultima notte a Madrid e la mattina dopo, lasciati i bagagli in albergo e pagato il conto, tutti in ordine sparso. Dopo comprato qualche regalino in un negozietto alla fine di calle de la Cruz, che aveva anche giocattoli carini a prezzi ridicoli per la felicità dei miei piccolini che hanno ricevuto piccoli premi per il loro comportamento nel corso del viaggio, espletato il rito della colazione, nell’unica giornata fredda e piovosa con Cristina, Giorgio e Alessandro siamo andati a salutare l’orso di Puerta del Sol. Poi, in metro fino a Plaza de las Ventas dove è situata la famosa plaza de toros, purtroppo occupata temporaneamente dal circo americano dove abbiamo scattato varie foto ricordo. Di nuovo metro fino a plaza de Castilla per ammirare le torri pendenti di Kio e infine spedizione delle cartoline di rito e pranzo al Mc donald di Puerta del Sol dove, con nostro stupore, nel menù bambini si poteva scegliere una porzione di pomodori ciliegini al posto delle patatine. Infine recupero bagagli gambe in spalla e metro fino all’aeroporto dove non siamo potuti entrare prima di avere pagato il famoso supplemento per l’aeroporto di un euro a testa. Poi check in durante il quale abbiamo dovuto dimostrare che i bagagli a mano passavano nella trappola apposita e ingresso nell’area partenze dove, prima di farmi passare mi hanno fatto togliere gli anfibi perché hanno la punta rinforzata in metallo e partenza verso Cagliari con un ora di ritardo senza nessuna spiegazione di sorta. Concludendo, a parte qualche piccolissimo intoppo, bellissimo viaggio. Sicuramente migliore delle aspettative perché essendo così tanti avevo paura che venisse rovinato da eventuali litigi che nei viaggi in gruppo sono la norma. Invece lo screzio più grande l’ho avuto con il mio compagno, ma tempo poche ore si è tutto risolto. Madrid è una splendida città a misura di bambino e facile da girare soprattutto a piedi. La metropolitana è puntuale, le carrozze sono nuove e i madrileni che vedono genitori con i bambini in braccio si alzano educatamente per cedere il posto. Un’altra cosa che mi ha stupito è la presenza in ogni luogo in cui avveniva la ristorazione, di un microonde per scaldare le pappe. Unico suggerimento, data la disavventura di Alberto, è non mettere mai tutti i soldi e i documenti nello stesso posto, evitare di togliersi di dosso i borselli antiscippo in nessun caso perché poi è un attimo, quando ci si distrae, per i borseggiatori dare un piccolo colpo per farli cadere a terra e poi nasconderli facendo finta di niente. A parte questo inconveniente ci è talmente piaciuto il viaggio, tra l’altro abbastanza economico dato che a conti fatti la nostra famiglia ha speso in tutto circa 826 euro, che con Andrea abbiamo deciso che torneremo, possibilmente all’Hotel Marasca, per visitare i dintorni di Madrid. Hasta luego