Madrid prado prosciutto e corrida
29 aprile 2006 Appena arrivati (in perfetto orario), al terminal T4 abbiamo preso un pullman che con 1 euro porta direttamente al capolinea della linea verde “Canillejas”. E lì abbiamo comprato due carnet da 10 biglietti (che abbiamo usato poco, dato che il nostro Hostal stava al centro). Dopo 20 minuti di metropolitana siamo arrivati alla fermata della metropolitana “Chueca”, nel pieno centro artistico, localaro, radical chic e gay di madrid.
Il nostro hostal stava in plaza Vasquez de Mella…Hostal Don Juan: le prenotazioni si fanno solo per via telefonica, e purtroppo non parlano bene l’inglese, ma i prezzi sono talmente modici (34 euro per la camera singola, 48 euro per la doppia), le camere così pulite e confortevoli, e la location insuperabile (si arriva a piedi ovunque!) che mi sento di consigliarlo a tutti.
Il tempo di lasciare i bagagli in stanza e ci siamo fiondati nella vita madrilena, complice una giornata bellissima…Anzi, un we di tempo fantastico, in cui abbiamo rimediato anche un’ottima tintarella.
Per me è la seconda volta a Madrid: la prima era stata un po’ più discotecara, e avevo tralasciato alcuni aspetti meravigliosi di questa bellissima città…Mi ero concesso solo una visita al Reina Sofia…E ne ero rimasto incantato.
Questa volta, ho deciso di godermi la città. Nel pomeriggio ci siamo fiondati a piazza Chueca a gustarci un bocadillo con il prosciutto (e il pomodoro), una tortilla (frittata di patate e cipolle che ho provato a rifare appena tornato a casa, ma con risultati disastrosi), e un’ottima birra spagnola. Se ne parla poco, ma la birra spagnola è buona ed economica. In tutto ho speso 7 euro. Premetto che Madrid è generalmente meno cara di città italiane come Roma, ma bisogna stare attenti a non incappare in alcuni trappoloni.
Uno di questi è il “museo dell’Hamon”…Ovvero il museo del prosciutto. Vi allettano con miriadi di prosciutti appesi, dando l’idea di trovarsi in una salumeria (con prezzi da salumeria), ma appena vi sedete e ordinate, non si sa come, ma vi arrivano conti inverosimili. La scorsa volta, proprio al museo dell’hamon, pagai 35 euro per una porzione di prosciutto e mezza di paella. Questa volta non ci sono andato…Oppure, se ci andate, fatevi affettare il prosciutto, incartatevelo e andatevelo a mangiare fuori, con la consapevolezza che l’hamon iberico serrano è costoso.
A me personalmente piace, ma non ne vado pazzo: lo trovo troppo secco…Un po’ come il prosciutto di montagna del nostro centro italia…Per questo motivo lo ammorbidiscono con olio e pomodoro.
Il pomeriggio abbiamo fatto visita al negozio delle nostre amiche: il nome è “Ensanchez”, in Argensola, 12. Essendo maschio, ho compreso ben poco degli articoli venduti.
Si tratta di accessori e gioielli, la cui realizzazione è molto curata dalle sorelle Sanchez che si occupano del design e, poi, personalmente contattano gli artigiani per realizzare quanto disegnato. La mia amica Ilaria sostiene che le cose che le ragazze vendono sono bellissime… in ogni caso il negozio è ben curato, con delle scritte molto divertenti. E ogni oggetto è collocato in modo da poterne apprezzare la fattura…Questa cosa non proviene da me, ma da Martha che mi ha fatto vedere ogni dettaglio della produzione di borse disegnate da Nuria.
Vabbè, non voglio cadere nella pubblicità, anche perché, essendo maschio, per me non c’era nulla da comprare. La sera siamo andati a mangiare al ristorante Olivarseis (c/o Olivar 6). Il ristorante è stato realizzato da alcuni architetti: una è pure italiana…L’arredo è molto bello, e, a dispetto delle apparenze, non solo si mangia benissimo, ma anche a prezzi assolutamente modici.
Abbiamo preso antipasti di: baccalà impanato (buonissimo! Mai mangiato un baccalà così saporito e così tenero…Non sembrava neppure baccalà), polpette di “rapa” (che sarebbe la rana pescatrice), l’immancabile piatto di Hamon iberico, e poi un risotto allo zafferano con delle fettine di fegato. Infine crema di mascarpone con cardamomo…Il tutto innaffiato da un’ottimo vino rosso della casa…Abbiamo pagato circa 18 euro a testa…Se penso che alla pizzeria la maremma (o maremmana…Ho rimosso financo il nome) a roma, nei pressi di piazza fiume, per due pizze, due birre e due antipasti ho pagato 78 euro mi viene il sangue acido… Insomma: consiglio a tutte le buone forchette questo ristorante.
30 aprile 2006 La mattina dopo, alle 9:00 eravamo già in piedi per andare al Prado. Resto convinto del fatto che, visti i ritmi di madrid (ben dilatati rispetto ai nostri), sia una buona cosa andare al Prado nella prima mattina. Infatti c’è poca gente ed è possibile gustarsi tutte le opere in santa pace.
La domenica il museo è gratis. Ci siamo appropriati delle Audioguide (che per me sono una necessità) e via: lungo le sale di questo ricchissimo museo.
Inutile dire che c’è davvero di tutto…Per quel che mi riguarda, sono rimasto incantato dalle visioni di Hieronimus Bosch e dai capolavori di Velasquez. MA qui si entra nei gusti personali. Vorrei sottolineare che il personale del museo è gentilissimo. Dato il tempo che ho passato al museo, e l’attenzione pedissequa che ho riservato ad ogni dipinto, l’audioguida si è scaricata per ben tre volte, e tutte e tre le volte me l’hanno sostituita senza chiedere alcun sovrapprezzo.
Finita la visita al Prado, la nostra amica Martha ci ha proposto di andare a vedere la corrida. La curiosità ha prevalso, e ci siamo fiondati a Las Ventas, una delle piazze in cui si svolgono le migliori corride (Madrid e Siviglia sono le piazze migliori, a quanto pare).
IL biglietto non è assolutamente caro: eravamo nella zona 7 (pare che in quella attigua ci siano tutti gli esperti della corrida) e abbiamo pagato 15 euro a testa. A proposito: affittate un cuscino per le terga, perché le gradinate sono durissime e in pietra (per la modica cifra di un euro, vi prendete un cuscino morbidissimo).
Andare a vedere la corrida con uno spagnolo (che la ama) è un ‘esperienza indimenticabile: c’è tutto un codice, una gestualità, un’interrelazione tra il torero e il pubblico, che in tv non possono essere colti.
C’è da dire che lo spettacolo è cruento…E quindi eviterei di portarci dei bambini: troppo sangue! E poi non credevo che il toro dovesse essere ammazzato per forza. Ecco, questo è l’aspetto più brutto. Non voglio entrare nella disputa se sia giusto o no continuare con la corrida…Fosse per me l’abolirei immediatamente, perché a conti fatti si tratta di una mattanza in cui un animale viene provocato, ferito e ucciso…Anche quanto cerca di scappare o si ferma perché è esausto e non ce la fa più o semplicemente non sembra intenzionato a combattere con il torero.
Tutto ciò premesso, mi piace descrivere ciò che ho visto, e che l’amica Martha ha spiegato con molta dovizia di particolari.
Innanzitutto ogni corrida comprende l’uccisione di 6 tori e l’esibizione di tre toreri. Si inizia con il torero più vecchio, per finire con quello più giovane.
Ogni torero è affiancato da un picador (un tizio su un cavallo ben coperto da un’armatura in ferro, armato di una lancia) e da due banderilleros, che in genere sono dei toreri mancati o falliti…Insomma, gente che non ce l’ha fatta e si limita ad assistere il torero e a giocare con le capotes (i mantelli di colore fucsia, più che rosso), o a conficcare le banderillas (delle piccole aste appuntite) sulla groppa del toro.
Entra il toro (alcuni sono davvero impressionanti, e quando caricano, a volte saltano!): i banderilleros lo provocano con le capotes, salvo poi rifugiarsi dietro alcune barricate quando il toro si incavola ben bene.
Poi arriva il torero: guai a farsi scappare la capote, o a intrecciarla tra le corna del toro…È considerato peggio di un fallo di mano calcistico. E se succede…Partono i fischi del pubblico! A volte il torero lancia a terra il cappello: se atterra con la parte inferiore verso l’alto…Beh, è sfiga assicurata! Dopo qualche giochino con la capote, e magari qualche passetto nel quale il torero dimostra la propria verve acrobatica, se il torero è bravo, la gente inneggia “Musica” per chiedere che la banda accompagni le varie figure.
Ad un certo punto, il torero chiama il picador, che deve semplicemente infilare una lancia ad uncino nel dorso del toro, e trapassarlo ben bene, probabilmente per farlo dissanguare e sfiancarlo. Qui la corrida diventa cruenta: il toro si riempie di sangue. Mi spiegavano che la pica va infilata bene per far sì che il toro tenga la testa bassa e si lasci “matare”. Poi arriva il torero che continua a sfiancarlo (a volte inserisce lui stesso le banderillas) finchè non decide di ucciderlo con la spada, che deve essere conficcata con un colpo secco tra le vertebre. Se non lo uccide subito…Beh, anche lì partono i fischi. Altrimenti, se il torero è bravo e ha effettuato tutto correttamente, il pubblico sventola dei fazzoletti bianchi. Questo è un messaggio in codice che si manda al Presidente per dirgli che il torero è stato bravo. Se il Presidente accoglie il messaggio, lascia che il torero stacchi un trofeo dal toro…Tipo un orecchio. Se lo spettacolo non è stato di gradimento perché il toro non era abbastanza combattivo, la gente inizia ad inveire contro l’allevamento.
Insomma, che dire? Lo spettacolo c’è, ma è tutto nei movimenti del torero…Personalmente si potrebbero fare senza bisogno di far del male ad una povera bestia. Non mi piace vedere gli animali soffrire, e nella corrida si ha la percezione che il toro ad un certo punto capisca che deve per forza essere ammazzato. A volte lo stesso toro si sottrae al confronto e si ferma lontano…Ecco, è difficile divertirsi dinanzi a scene del genere.
La sera siamo andati al ristorante Luca’s, nella zona Latinas, vicino al più conosciuto Lucio’s (che è anche caro arrabbiato, secondo quel che ci hanno detto…Io non mi sono azzardato a verificarne la veridicità). Qui ci siamo buttati su crepes nere con gamberi, su calamari fritti avvolti nella pancetta, e tapas con filetto di manzo…Il tutto con un ottimo vino rosso…18 euro.
1 maggio 2006 La giornata è stata dedicata all’Escorial…Bellissimo monastero/palazzo reale/borgo fatto costruire da Carlo V. Consiglio a tutti di prendere un’automobile e fare la strada lunga (non l’autostrada), per godersi la magnifica campagna madrilena. E magari a pranzo fermatevi a Galapagar: si mangia della carne buonissima! La sera…Cena a casa di Paloma a base di tortillas e prosciutto…In uno scenario davvero suggestivo: terrazza con vista su Madrid. 2 maggio 2006 Ritorno a Roma…Con molti rimpianti, ma con la voglia di ripetere l’esperienza.