Madrid… mucho gusto!
Primer Dia: Centro.
Iniziamo subito l’esplorazione con una lunga passeggiata che parte dalla piccola e suggestiva Plaza de la Encarnacion (dove è situato un convento) e subito si apre su Plaza de Oriente. Uno splendido inizio: Madrid ci abbraccia in tutta la sua bellezza e subito ci conquista. Intanto il sole splende, con temperature estive nonostante aprile sia appena iniziato, e fa brillare i colori rendendo tutto ancora più bello. Spalanchiamo lo sguardo intorno a noi: il Palacio Real, dalle linee semplici ed eleganti, fa da sfondo a una piazza ricca di verde, curatissima, al cui centro si staglia la statua equestre di Filippo IV. La piazza va percorsa tutta, con calma, assaporando i vari scorci che si aprono da ognuno dei suoi angoli. Da un lato della piazza si gode di una splendida vista sulla città (Madrid infatti non è affatto pianeggiante, ma si sviluppa su più livelli, per questo si incontrano spesso delle “terrazze” che permettono di godersi il panorama). Proseguendo vediamo il Teatro Real, un edificio neoclassico che non troviamo particolarmente attraente, e i resti della Muralla Arabe, di origine medioevale, poi continuiamo sulla trafficata Calle Mayor, passando a fianco della Catedral de Nuestra Senora de la Almudena, in cui non entriamo poiché la guida la definisce “tanto vasta quanto anonima”. Facciamo una pausa pranzo acquistando alcune specialità presso l’ “Horno la Santiaguesa” (da suggerire le empanadas con bacalao y manzanas: pasta sfoglia ripiena di merluzzo, mele e cipolla… so che l’accostamento pare azzardato, ma il gusto finale ha un suo fascino). Ci rilassiamo un po’ all’ombra di Plaza San Miguel (su una delle poche panchine reperibili in città), una piazzetta delimitata da edifici colorati, in tipico stile madrileno, poi ripartiamo lungo Calle Mayor, fino a la Plaza de la Puerta del Sol. La piazza è affollatissima (in realtà nei giorni a venire scopriremo che ogni piazza, dalla più grande alla più piccola, dalla più nota alla più nascosta, è gremita di gente che si incontra, beve seduta nei tavolini all’aperto, o semplicemente passeggia), ma non ci colpisce particolarmente, forse anche per via degli edifici “impacchettati” per ristrutturazione. Procediamo oltre in Calle de Preciados, ampia via pedonale piena di negozi (soprattutto di abbigliamento). Giunti in Plaza del Callao non resisto e dò il via allo shopping nel grande negozio di Desigual. Dopo aver fatto un giro anche al Corte Inglés (una specie di “Rinascente”), continuiamo l’esplorazione. Ci affacciamo in Plaza Mayor: bellissima, con i suoi edifici dalle facciate rosso cupo e i tanti locali. C’è moltissima gente, anche un gruppo di tifosi del Tottenheim (che stasera gioca contro il Real) che inneggia occupando metà della piazza, dunque decidiamo di ripassare in un altro momento e puntiamo a un’altra delle famose piazze del centro: Plaza de Espana. Camminiamo molto, ma è così piacevole godersi l’atmosfera madrilena! Plaza de Espana è molto più moderna, delimitata dalla poco estetica Torre de Madrid e con un gran via vai di auto e di pedoni. Nella parte centrale della piazza ci sono grandi aiuole piene di ulivi e una fontana, che spezzano un po’ il caos.
Camminiamo fino al Parque de la Montana per vedere il famoso Templo de Debod, un tempio egizio risalente a 4200 anni fa, donato alla Spagna e trasferito nel cuore della capitale blocco per blocco. Fa un certo effetto ritrovarselo davanti, anche perché grazie ai giochi d’acqua della antistante fontana, al verde del parco e alla vista mozzafiato che si apre davanti, l’insieme è davvero suggestivo. L’atmosfera nel parco è rilassata e piacevole, ci sediamo su una panchina e ammiriamo la vista sul palazzo reale.
Ripercorriamo a ritroso Calle de la Princesa e poi attraversiamo la Gran Via, un enorme viale colmo di locali e soprattutto teatri. Per cena decidiamo di “ir de tapas” e ci affidiamo alla famosa Casa Labra, una vera e propria istituzione madrilena. Il locale è piccolissimo e affollato, ma riusciamo a conquistare un tavolino all’aperto. Ordiniamo due bicchieri di Rioja e poi le specialità della casa: croquetas e bacalao (crocchette di formaggio fuso e merluzzo fritto). Il sapore è molto rustico, ma decisamente apprezzabile (e spendiamo meno di 10 euro in due). Leggo su uno dei tovagliolini “Casa Labra, desde 1860… Bienvenido a esta tu casa”. Siamo qui da un giorno appena, ma Madrid ti fa sentire davvero a casa. Salud!
Segundo Dia: Centro y Atocha.
Ci svegliamo intorno alle 9.30. Mi affaccio sulla piazzetta e vedo che non c’è ancora nessuno in giro, solo l’omino della “limpieza” che pulisce la strada. Ci prepariamo con calma, ormai completamente calati nel ritmo madrileno e scendiamo a fare colazione nel bar sotto l’hostal. Avendo realizzato che oggi è il primo mercoledì del mese, ricordo di aver letto su Turisti per caso che dovrebbe esserci il cambio della guardia, perciò torniamo a Palazzo Reale. Ci sono transenne e molte persone in attesa, ma non capiamo bene dove si svolgerà la cerimonia. Nella postazione che si occupa di dare informazioni ai turisti ci dicono che tutto avrà luogo dalle 12.00 alle 13.00 e che la sfilata avrà inizio nella piazza antistante il Palazzo. Vediamo un’immensa coda di gente che attende di entrare (oggi l’ingresso è gratuito)e scoraggiati attendiamo dietro le transenne. Alle 12 la sfilata inizia. Moltissime guardie a cavallo procedono con eleganza fino all’ingresso del Palazzo. Terminata la sfilata continuiamo a domandarci dove sia il cambio della guardia…. D’improvviso ci accorgiamo che tutte le persone in coda all’ingresso non ci sono più: ovvio, sono entrate!! Continuando a biasimarci per la nostra stupidità, ci infiliamo anche noi dentro i cancelli ed ecco che nel cortile interno del Palazzo, Plaza de Armas, è appena iniziata la cerimonia. È bellissimo ammirare i cavalli, le divise, la facciata interna del Palazzo, la banda a cavallo… Al termine della cerimonia rinunciamo con un po’ di dispiacere alla visita delle sale interne, poiché ci sono veramente troppi turisti. Facciamo una breve sosta culinaria in uno dei locali della catena “100 Montaditos” che si trovano ovunque in Madrid. La loro specialità sono i bocadillos (panini), ripieni di ogni sorta di ingrediente (Jamon iberico, Chorizo, Lacon…. Proviamo moltissimi salumi spagnoli, tutti saporiti). Ordiniamo una tabla da sei montaditos, che ci servono con chips artigianali per la modica cifra di 6 euro. Noi non amiamo la birra, ma per gli estimatori del genere è possibile ordinare una cerveza a 1 euro.
Decidiamo di spostarci in metropolitana fino alla fermata Atocha, per andare a visitare el Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia (ingresso 6 euro). 4 piani di esposizione, che giriamo in lungo e in largo scattandoci foto improbabili in mezzo alle opere esposte (ebbene sì, si possono scattare fotografie, purché senza flash). Alcuni celebri nomi esposti: l’onirico Dalì, Mirò e Picasso. Concludiamo il nostro “viaggio” tra colori e linee davanti alla Guernica… Dal vivo è veramente emozionante. Una tela imponente, intensa, piena di rabbia e dolore.
Una volta usciti dal museo ci godiamo un po’ di relax nella piazzetta antistante il conservatorio sorseggiando sangria. In seguito la nostra passeggiata procede nel Parque del Retiro: splendido.
Incontriamo subito il Bosque del recuerdo: cipressi e ulivi piantati per ricordare le 191 vittime degli attentati dell’11 marzo 2004. Uno scorcio davvero toccante, reso tale anche dal silenzio e dalla pace che regnano in questo angolo di parco. Procediamo verso l’estanque, un laghetto artificiale solcato da barche a remi e dominato dal Mausoleo di Alfonso XII e poco lontano troviamo il Palacio de Velazquéz con i suoi leoni. Un’altra costruzione notevole è il Palacio de Cristal, una struttura in metallo e vetro costruita a fine ‘800 come giardino d’inverno, che attualmente ospita mostre temporanee del Centro de Arte Reina Sofia.
Nel nostro passeggiare incontriamo uno stagno colmo di tartarughe, uno scoiattolo che salta di ramo in ramo inseguito da una gazza e dei buffissimi alberi-nuvola…. Questo è un parco magico!
Non ancora stanchi lasciamo il parco e, passando a fianco del Prado (che in questa occasione non riusciremo a visitare), giungiamo alla Plaza de Neptuno e, procedendo lungo la Carrera de San Jeronimo, un ampio viale su cui si affacciano dei bellissimi palazzi, arriviamo a Plaza de Canalejas. Facciamo una piccola deviazione a sud per sbirciare la famosa Plaza de Santa Ana, che nel 1800 era un punto di ritrovo per intellettuali e artisti, e oggi ospita caffè e negozietti, in un’atmosfera vivace e allegra. Ancora ci stupisce la moltitudine di persone che popola ogni piazza, ogni via, ogni locale… Madrid, quanta vita!
Giunti a Plaza de la Provincia (appena dietro Plaza Mayor) troviamo una specie di fiera gastronomica (Eating Madrid), dove ci rinfranchiamo con uno splendido aperitivo: assaggini di formaggio (queso) e salumi (chorizo, salchichones e per finire il celeberrimo e gustosissimo prosciutto Pata Negra). Dato che lo spuntino ci ha messo una certa fame ci rifugiamo in uno dei luoghi di culto per i turisti in visita a Madrid amanti del cibo: el Mercado de San Miguel, inserito in una struttura in vetro dei primi del Novecento.
Numerosi chioschi propongono specialità culinarie per tutti i gusti, l’unico neo è che c’è davvero tanta gente e non solo non ci si riesce a sedere (i tavolini sono pochissimi), ma risulta addirittura difficile appoggiarsi per qualche secondo per riuscire a mangiare. Comunque, facendo qualche numero di equilibrismo per serpeggiare tra la folla con calice di vino e svariati piattini, riusciamo a gustare vari pinchos (per pinchos si intendono o spiedini o specie di tartine, o meglio, “bocconi” di pane guarniti con pesce o altro), croquetas di vario tipo e empanadas (sfoglie salate ripiene). Degno di nota anche il vino: assaggio il Verdejo, un bianco secco e piacevolmente fruttato, che mi conquista.
Tercer Dia: Arguelles y Chueca.
Per iniziare la giornata con la giusta dose di zuccheri facciamo colazione alla Chocolateria San Ginés. È super famosa, aperta quasi 24 ore su 24, un’istituzione dal 1894. L’accoglienza non è particolarmente cordiale, ma inzuppare churros (lunghe frittelle cilindriche) nella cioccolata calda è un’emozione da provare.
Con la metropolitana ci spostiamo a Casa de Campo, poco fuori dal centro. Appena usciti dalla stazione abbiamo un attimo di smarrimento: davanti a noi una distesa di verde. Dov’è finita la città? Poco distante scorgiamo i grattacieli (si vedono distintamente le torri KIO, le torri inclinate), ma intorno a noi c’è solo bosco. Ci inoltriamo e siamo sempre più stupefatti. Alberi, fiori, sentieri sterrati, coniglietti selvatici, scoiattoli… Come dei bambini ci lasciamo incantare fino all’entrata dello Zoo Aquarium. 18 euro a testa di ingresso. Inizia la nostra passeggiata tra gli animali. Il parco è tenuto molto bene, le zone dedicate agli animali sono (quasi sempre) spaziose. Vediamo moltissime specie diverse. Ci sono anche diversi cuccioli, nati da poco. I piccoli panda sono veramente teneri, ma la cucciola di gorilla che dorme appesa in braccio alla mamma è quasi commovente. All’interno dello zoo c’è anche un piccolo acquario, in cui nuotano squali e pesci tropicali. Inoltre durante il giorno nelle varie zone si susseguono spettacoli e attrazioni per i bimbi (volo dei falchi, spettacolo con la foca e i delfini, possibilità di prendere in braccio i lemuri….). Liberi all’interno del parco passeggiano indisturbati scoiattoli e pavoni. Trascorriamo tutta la mattinata e la prima parte del pomeriggio godendoci il sole e gli animali, poi usciamo. Dopo una lunga ma piacevole passeggiata attraverso Casa de Campo (circa 20 minuti) –in giro ci sono pochissime persone, perciò è veramente rilassante – raggiungiamo la partenza del “Teleferico” che da Casa de Campo ci porterà verso il centro città, a Rosaleda. Il biglietto di sola andata costa 3,50 euro e la discesa dura approssimativamente 10 minuti, percorrendo due km e mezzo di distanza. Il percorso è davvero spettacolare. Si viaggia sospesi sull’immenso parco di Casa de Campo, ammirando un panorama incredibile che abbraccia buona parte della città. La stazione di arrivo si trova dopo aver “sorvolato” il Manzanarre e si trova sul Paseo del Pintor Rosales. Da lì prendiamo la metropolitana, meta: La Chueca (fermata Alvaro Martin), altro famosissimo quartiere madrileno. Plaza Chueca è esattamente come ce la immaginavamo: allegra, viva, colma di persone che bevono sedute ai caffè, passeggiano tra i negozietti, ridono per strada. Locali e negozi sono tutti con un tocco “alternativo”, design curato, clientela eterogenea. Passeggiando senza meta scoviamo una “boutique del cioccolato”, decisamente affascinante. “Pan con chocolate” si trova in calle Gravina, ed è innanzitutto molto bella da vedere, la proprietaria è gentilissima, i cioccolatini sono vere e proprie opere d’arte. Assaggiamo un Muffin con mele e caramello (delizioso!) e alcuni bombones. Il più particolare e intrigante è quello con pipas y sal (semi di girasole tostati al sale), che abbinati al cioccolato fondente formano un sapore inconsueto ma buonissimo. Dopo questa dolce sosta procediamo lungo Calle de Alcalà (grande via su cui si affacciano negozi di vario tipo, con grande passaggio. Ci lascia perplessi però il gran numero di prostitute che in pieno giorno cerca di adescare clienti) fino a Puerta del Sol. Dopo un “pit-stop” in hostal per una doccia, inizia la nostra “serata madrilena”. Contatto infatti due amiche spagnole che vivono qui e ci coinvolgono nel loro giovedì sera. Cena con tapas in un locale spartano, frequentato solo da madrileni, decantato per il rapporto qualità prezzo (El Escudo Leòn, Metro: Isla Filipina). Chiacchieriamo ore in piedi davanti al bancone, mentre il proprietario ci sporge piattini di specialità scelte dalle nostre amiche autoctone. Mangiamo gambas a la plancha (gamberoni… divini!), cecina (un affettato che ricorda un po’ la nostra bresaola, ma più gustosa), chistorra (salsiccia mooolto speziata), chocos (anelli di totano fritti) e un’altra specialità di cui non ricordo il nome, ma nella sostanza si tratta di cotenna di maiale fritta…. Terribile!! Ma sia gli amici, sia il proprietario del locale, insistono affinché la proviamo, decantandone la bontà. Bè, abbiamo provato, ma non credo ripeteremmo l’esperienza. Annaffiamo il tutto con vino Rueda (bianco ottimo). Poi ci spostiamo in un’altra birreria in zona. Beviamo gin lemon accompagnato da pipas (i famosi semi di girasole tostati con sale già citati prima), che qui sono un must, come le nostre arachidi. Tutti i ragazzi fanno sfoggio di agili tecniche per rompere con i denti il guscio e far schizzare il contenuto tra le labbra. Ci proviamo più volte, ma evidentemente tale abilità non è contemplata nel Dna italiano (tutto il locale ride di gusto dei nostri goffi tentativi).. Intanto si fa l’una di notte e dobbiamo affrettarci per riprendere la metro che qui chiude all’una e trenta.
Cuarto Dia: San Martin de la Vega.
Colazione nella pasticcera più antica di Madrid, La Mallorquina, situata in Puerta del Sol. Ci si accomoda in piedi davanti al bancone disposto a semicerchio, lungo il quale si distribuiscono numerosi camerieri pronti a servirti. Caffè, cappuccino e due croissant Euro 4,70. Con la Metro raggiungiamo la stazione dei treni (Atocha Renfe). L’obbiettivo di oggi è raggiungere San Martin de la Vega, 25 km dal centro di Madrid, per visitare il Parque Warner (parco di divertimenti). Eh, sì, siamo proprio dei bambini! Prendiamo il treno cercanìas, linea C3 direzione Aranjuez, cambio nella stazione di Pinto, discesa a Parque de Ocio. Costo biglietto del treno circa 5 euro (andata e ritorno), ingresso al parco Euro 38. Essendo venerdì ed essendo aprile l’affluenza al parco non è molto alta, non si fanno grandi code ed è davvero godibile.
Il parco è suddiviso in aree tematiche: Warner Bros Movies Studios, dove ho il piacere di provare lo Stunt Fall che mi farà drizzare i capelli (molto divertente!), Superheroes World dove si concentrano le attrazioni “per i grandi” a più alto impatto adrenalinico, Old West Territory con ambientazioni western e giostre acquatiche (il Rio Bravo è molto divertente, ma al contrario di quanto preventivato non ci si schizza un po’ con l’acqua, si fa proprio la doccia completa, soprattutto se vi sedete davanti….occhio!), Cartoon Village per i più piccoli, con i personaggi Loney Tunes. Durante la giornata si svolgono numerosi spettacoli in giro per il parco. A metà pomeriggio, ampiamente soddisfatti, rientriamo alla base.
Visitiamo la antica stazione di Atocha, che ospita un giardino tropicale con palme e tartarughe acquatiche. Molto bella. Dopo un po’ di shopping in centro scegliamo un locale per la cena. Decisi ad assaggiare la più famosa specialità madrilena (che non è la paella, cari turisti!!!!), seguiamo il consiglio della guida Lonely Planet e andiamo alla Taberna La Bola (Calle Bola 5). Il locale è decisamente caratteristico, già all’esterno. Vediamo sulla porta molti adesivi, tra cui quello della guida Michelin. Ci trovano un tavolo, pur non avendo prenotato, ma è assai consigliato telefonare prima perché il locale è sempre pieno. Ordiniamo senza indugio il loro piatto più famoso: il “Cocido madrileno”. Ci portano al tavolo due vasi di terracotta con coperchio, che hanno cotto sul fuoco per ore. La prima fase consiste nel versare il brodo di cottura (ottimamente speziato con la paprika dolce) in un piatto fondo, su una base di pastina (tipo capelli d’angelo). Una volta terminata questa “minestra”, i camerieri provvedono a versare la seconda parte del piatto: carne di ogni tipo stufata (vitello, pollo, salsiccia) con ceci e patate. Infine passano ad aggiungervi una porzione di cavolo verza stufato. Piatto ottimo, riempie moltissimo, difficilmente riuscirete a finirlo. Abbandonate l’idea di ordinare altro, è un piatto unico, va gustato così. I vicini di tavolo hanno tentato di ordinare altre cose insieme al cocido e il cameriere gliel’ha impedito… è tutto detto.
Una buona soluzione se volete assaggiare almeno un antipasto o un dolce può essere quella di dividerne uno in due (la porzione è sicuramente sufficiente). Il conto finale per due cocidos, acqua, vino e caffé è di 45 euro. Soddisfatti.
Quinto Dia: La Latina e rientro a casa.
Ultimo giorno. Areo nel tardo pomeriggio. Approfittiamo dell’ultima mattinata disponibile per una passeggiata nel quartiere La Latina. Dopo aver lasciato i bagagli in custodia in hostal camminiamo fino a Plaza de Puerta Cerrada, l’ingresso nel quartiere. La Latina è il quartiere “medioevale”, dove un tempo passavano le mura della città. Oggi è accogliente, viva, colma di locali che sono una vera attrazione soprattutto di sera. Percorriamo la famosa Calle de Cava Baja che di giorno è per lo più deserta. Facciamo una tappa da Julian Becerro, famoso per i suoi Jamones Ibericos e acqustiamo alcuni salumi sottovuoto da portare a casa. Qualità ottima e i ragazzi che ci lavorano sono molto gentili e cordiali. Procediamo verso Plaza de Puerta de Moros, Plaza de San Andrés e Plaza de la Paja, dove facciamo una sosta al “Delic”, locale famoso per i suoi dolci e per i succhi di frutta naturali (quello di ananas è ottimo), davvero molto particolare. Visitiamo poi il piccolo Jardin del Principe Anglona, un giardino del XIII secolo, dal grande fascino. Ogni scorcio di questo quartiere ci riempie gli occhi di bellezza, così come tutti gli angoli visitati nei giorni scorsi. L’ho già detto, ma mi ripeto: Madrid è bellissima, ricca di sfaccettature. Percorrendo Calle de Segovia ci inerpichiamo sulle scale dei Jardines de las Vistillas dove al culmine si trova una terrazza con incredibile panorama. Da qui salutiamo questa città che ci ha stupiti, divertiti, affascinati, convinti. Qué viva Madrid!