Madrid, che sorpresa
Il nostro albergo si trova sulla Gran Via ed emersi dal metro a Callao il nostro imprinting è costituito da cielo azzurrissimo, caldo, palazzi imponenti ed importanti, folla e.. Uno degli innumerevoli McDonald disseminati in città. Posati i bagagli, facendo i conti con l’improvviso caldo a cui non eravamo ancora abituati dopo la fresca e piovosa primavera partiamo alla scoperta del posto percorrendo e ripercorrendo a piedi le varie calle letteralmente invase da persone di ogni colore, età e professione, giungendo dapprima in Plaza Puerta del Sol e poi in Plaza Mayor, la bella Plaza Santa Ana e così via per tutto il pomeriggio godendo degli spettacoli di vari artisti di strada, alcuni veramente bravi, del colorato movimento che contraddistingue questa capitale, immersi in un caldo sole che, vuoi per la posizione della città sia per altezza che per longitudine rispetto a noi, vuoi per il fatto che siano i giorni del solstizio estivo, illumina la città fino quasi alle dieci di sera.
La nostra prima giornata spagnola si conclude con una corroborante cena ed il ritorno in albergo ripercorrendo buona parte dell’affollato percorso pomeridiano in un clima così allegro ed estivo che indurrebbe a stare in giro ad oltranza ma..Stanchezza cronica..Zzz…Zzz 19 giugno 2008 – Una volta tanto non abbiamo scelto la colazione in albergo, la faremo ogni mattina del nostro soggiorno in un simpatico locale specializzato proprio in colazioni e merende poco distante dall’hotel che si chiama Starbucks coffee e che fà parte di una catena.
La nostra mattina sarà quasi interamente occupata alla stazione di Athoca (tristemente nota per l’attentato terroristico ricordato da un suggestivo monumento) per la prenotazione obbligatoria dei biglietti sul treno a gran velocità che ci porterà a Toledo domani (una folla!); ottenuti gli ambiti biglietti ci dirigiamo nella parte vecchia della stazione in vetro e acciaio progettata dall’architetto Alberto del Palacios assistito da Gustave Eiffel oggi adibita ai bus e costituita da un palmeto tropicale con alberi alti anche fino a 20 metri che la rendono decisamente scenografica. Dopo una sosta per il pranzo in Plaza de Oriente la nostra giornata prosegue con la visita del Palazzo Reale, uno dei più maestosi edifici della città nonché forse una delle più sontuose regge da noi visitate in giro per l’Europa.
All’uscita ci dirigiamo verso la Basilica di San Francisco el Grande (San Francesco di Assisi) che visitiamo condotti da una guida esaudiente e simpatica che ci illustra le pregevoli opere di grandi maestri spagnoli quali Goya, Ribera, Velazquez ed altri custoditi dall’opera maestra della chiesa ossia l’ampia cupola di ben 33 metri di diametro (l’età di Cristo) che la colloca al 4° posto al mondo dopo il Pantheon e San Pietro di Roma e Santa Maria del Fiore di Firenze. Il caldo è sempre più notevole nonostante il pomeriggio avanzi ma noi, impavidi, proseguiamo a piedi per raggiungere il Ponte di Segovia sul fiume Manzanarre in collegamento telefonico con il nostro amico Guido che dovrebbe raggiungerci dall’Italia ma è rallentato da continui ritardi nei voli e nel recupero dei bagagli.
Guido finalmente è arrivato, ci incontriamo a Callao e decidiamo di raggiungere per cena sua moglie Barbara, già in zona da lunedì per un convegno di lavoro. Lei si trova nei pressi di Madrid a venti minuti di treno; Alcala de Henarez è sede universitaria e paese natale di Cervantes l’autore di Don Chisciotte, nonché paese delle cicogne (quante!) presenti su ogni cornicione e comignolo. Carino davvero, case basse, la più lunga via porticata di Spagna, aiuole e balconi curati, bei negozi e ristoranti pregevoli come quello in cui abbiamo cenato noi.
L’ultimo treno per Madrid riparte alle 23,26, preso in tempo per rientrare nell’affollata e movimentata metropoli, ma qualcuno dormirà prima o poi? Noi…Zzz…Zzz a domani.
20 giugno 2008 – Sveglia presto, con Guido si và a Toledo con il treno a gran velocità prenotato ieri, comodissimo, puntualissimo, pulitissimo (memento treni italiani e chi li gestisce!). Giungiamo in una stazione dall’architettura ad ispirazione moresca che prelude alle bellezze di questa antica capitale ricca di importanti monumenti.
All’uscita dalla stazione noi siamo saliti su un pulmann che ci ha portati sù in città ad un prezzo di euro 2,50 l’uno ma ci sono i comuni bus di linea (numeri 5 o 6) con biglietti a prezzi più convenienti che abbiamo preso al ritorno.
Ci inoltriamo nelle stradine scoscese del centro storico diretti alla Cattedrale che da sola vale il viaggio; muniti di una guida dettagliata permaniamo più di due ore all’interno al cospetto di tale meraviglia, da vedere assolutamente! Usciamo in un CALDO impatto con l’esterno e sotto un azzurro cielo annerito da una miriade di chiassose rondini andiamo a visitare il quartiere e la chiesa di San Tommaso che custodisce un pregevole quadro di El Greco. Dopo aver piacevolmente pranzato all’ombra di un pergolato, proseguiamo con la visita dell’antica Sinagoga affacciandoci da una terrazza panoramica sul corso del fiume Tago che Claudio ed io abbiamo visto sfociare nell’Atlantico nella nostra visita a Lisbona l’anno scorso. Toledo è un posto veramente affascinante, i suoi colori e la sua collocazione ci ricordano certi nostri paesaggi toscani o umbri anche se gli innumerevoli negozi di ogni genere di artigianato rischiano di minare un po’ l’autenticità della sua atmosfera.
Riprendiamo il treno per Madrid dopo una foto sotto un termometro che segna 39° alle cinque del pomeriggio.
A Madrid ci aspetta Barbara, finalmente libera da impegni di lavoro e tutti e quattro ci concediamo due piacevoli ore a bordo di un bus panoramico che ci scorrazza per la città fino alle 8 di sera (32° all’ombra).
Oggi è il nostro anniversario di matrimonio, invitiamo Guido e Barbara in un ristorante adocchiato su una delle nostre guide turistiche, La Bola, in Calle Bola 5 (non accettano carte di credito) dove ceniamo a base di “cocido madrileno” tipico piatto locale costituito da bollito di carni varie e verdure e dove facciamo conoscenza con una coppia di coniugi veneziani appena arrivata a Madrid che chiacchierando si unisce a noi. Raggiungiamo Plaza Mayor per un brindisi in nostro onore e altre piacevoli chiacchiere (dall’alto dei nostri precedenti due giorni di permanenza abbiamo subissato di consigli Franco ed Amneris) e così fino al ritorno ai rispettivi alberghi, vicini fra di loro. Buona notte collettiva …Zzz…Zzz 21 giugno 2008 – Inizia la due giorni di musei. Cominciamo con il Museo del Prado che visitiamo accompagnati da una competente guida che in un ora (50 euro) ci conduce miratamene al cospetto delle opere principali da vedere (Tintoretto, Velazquez e Goya) intrattenendoci con sapienti spiegazioni sulle stesse. Secondo noi è stata una scelta oculata per non dispendere le nostre energie a vagare da una stanza all’altra, considerando l’enormità di un museo di questo spessore.
Dopo una ulteriore permanenza al cospetto di innumerevoli opere d’arte cerchiamo un momento di sosta per sederci e mangiare nel Parco del Retiro, un ampio polmone verde nel cuore della città assai molto ben curato e fiorito. Data la temperatura a dir poco torrida ci saremmo buttati volentieri nell’entrostante laghetto, ma il nostro percorso artistico deve proseguire. Arte moderna! Ci aspetta il Centro d’Arte Reina Sofia che annovera nelle sue collezioni opere di grande valore del cubismo, surrealismo e avanguardia con artisti del calibro di Picasso, Dalì e Mirò. Guido e Barbara sono estasiati di fronte ai Picasso, ma la visita è finalizzata soprattutto all’ammirazione del “Guernica” posizionato da solo in una grande sala: suggestivo. Troviamo interessanti anche i disegni preparatori delle varie parti e personaggi che compongono l’opera. L’arte moderna provoca sensazioni contrastanti, una tela tagliata di Fontana, piuttosto che qualche pennellata buttata apparentemente qua e là da Mirò possono estasiare o provocare ilarità e perplessità ma mai indifferenza credo, ad ognuno la propria considerazione.
A questo punto una immersione nella movida pomeridiana per acquisti e riposanti soste prima di cena. Essendo sabato è un po’ più complicato trovare un posto ma siamo fortunati, lo troviamo per caso nei pressi di Plaza Santa Ana e nonostante il nome Trattoria Toscana possa ingannare, si rivela un autentico ristorante spagnolo frequentato prevalentemente da spagnoli e con ottima cucina a prezzi ragionevoli. All’uscita girovaghiamo per il circostante quartiere (Calle de Las Huertas, Calle del Leon ecc.) che troviamo estremamente allegro e stimolante, pieno zeppo di locali frequentati soprattutto da giovani. Torniamo in metro fino a Plaza de Espana e risaliamo per la Gran Via in mezzo alla solita folla fino all’Hotel…Zzz…Zzz 22 giugno 2008 – E’ domenica, la santifichiamo assistendo alla messa nella Cripta della Cattedrale di Nuestra Senora de la Almudena, di fronte al Palazzo Reale e dopo aver fortunatamente sventato un furto ai nostri danni in metro da parte di due zingare concludiamo il nostro percorso artistico dirigendoci al Museo Tyssen , ospitato dal 1992 nel Palazzo di Villahermosa adeguatamente allestito che conserva credo una delle più belle e vaste collezioni private del mondo composta da circa 800 opere che abbracciano un arco cronologico d’arte dal ‘300 ai giorni nostri. Al cospetto di opere a nome Rubens, Tiziano, Caravaggio, Giorgione, Tintoretto, Goya, Van Gogh, Picasso, Kandinskij …Nonché ad innumerevoli impressionisti che neanche al Museo d’Orsay di Parigi sono in tale quantità e quant’altro cosa può provare il semplice amante dell’arte? L’ammirazione sconfinata e lo sgomento al pensiero che un privato possa possedere tutto ciò. Comunque grazie ai Baroni Tyssen per aver messo il tutto a disposizione di milioni di occhi ammirati.
Usciamo nel solito caldo e mentre Guido e Barbara scelgono di assistere ad uno spettacolo di flamenco, Claudio ed io ci spingiamo verso il quartiere moderno del Nuevo Ministerios per uno sguardo alle moderne architetture della città. La zona è piuttosto deserta essendo costituita prevalentemente da attività commerciali e da uffici ed essendo domenica ma è nei pressi dello stadio Santiago Bernabeu (sede di glorie calcistiche italiane) e stasera cosa succede? Si gioca la partita Italia Spagna per gli “europei” e centinaia di tifosi giallo rossi stanno convergendo credo allo stadio per assistere alla proiezione dell’incontro. Li incrociamo tutti e scherzando suggerisco a Claudio di non parlare italiano anche se ad onor del vero da quando siamo in città abbiamo ricevuto al riguardo solo delle simpatiche e scherzose battute dai locali.
Si stà avvicinando l’ora di rientrare in albergo per recuperare i bagagli e dirigerci all’aeroporto da cui dovremmo ripartire per Nizza alle 22,05. Guido e Claudio vorrebbero vedere parte della partita ma all’aeroporto (a proposito, Terminal da premio architettonico pienamente meritato) non c’è traccia di televisore acceso se non alla sala vip e a ben 18 euro a persona (hai capito i furbi?!), delusione dei componenti maschili del gruppo, ci consoliamo assistendo dall’enorme vetrata del Terminal ad un tramonto mozzafiato accomodandoci dal momento che il nostro volo ed altri risulta in ritardo di un’ora e mezza. Chissà come mai il ritardo nella chiamata del volo e nell’apertura del cancello di imbarco si protrae di minuto in minuto e si sblocca solo dopo l’ultimo rigore che decreta la vittoria spagnola? Olà si parte ben due ore dopo l’orario. Chissà a che ora si arriva dal momento che domani lavoriamo tutti. Pazienza, non è questo che può turbare il piacere di questi pochi giorni in una capitale europea che per me è stata una piacevole sorpresa per l’imponenza delle sue piazze e viali, dei suoi palazzi e dei suoi parchi e giardini perfettamente curati, della sua luce e della sua calda, in tutti i sensi, accoglienza. A presto Madrid.
Caterina e Claudio