Madrid a tutta velocità

Gita pasquale nella capitale spagnola tra tapas, musei e Fernando Alonso
Scritto da: Alice Monitillo
madrid a tutta velocità
Partenza il: 21/04/2014
Ritorno il: 24/04/2014
Viaggiatori: 3
Spesa: 1000 €
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E finalmente Madrid! La ragione numero 1 che mi ha portata nella capitale spagnola è stata la mostra dedicata a Fernando Alonso, la cui chiusura è prevista per maggio 2014 – con trasferimento a Oviedo, per coloro che volessero ancora vederla.

In questo viaggio mi hanno accompagnata i miei genitori. Siamo partiti da Milano Linate il 21 aprile e tornati il 24. Il volo Iberia è costato uno sproposito: 961,36€. Easyjet e Ryanair costavano meno, ma abbiamo preferito la comodità di Milano Linate ai prezzi bassi degli altri. Spiacevole sorpresa, nonostante la cifra, al ritorno ho dovuto dare ad Iberia altri 30€ per l’imbarco del bagaglio…

Per l’albergo siamo anche lì andati sul sicuro: abbiamo scelto un Ibis style, in particolare l’Ibis style Prado, in pieno centro, con colazione inclusa per 354€. Ottimo albergo, ottima posizione e ottima colazione, lo consiglio vivissimamente. Vale comunque lo stesso discorso dell’aereo: a Madrid ci sono forse più alberghi/ostelli che abitanti, per cui si può tranquillamente alloggiare per prezzi molto bassi, tutto dipende dall’adattabilità e dalle preferenze di ciascuno!

GIORNO 1

Siamo partiti all’alba con destinazione Linate, in quanto il volo partiva alle 8. Per fortuna nessun problema e siamo arrivati a Madrid con venti minuti d’anticipo, che sono poi stati ampiamente colmati dall’attesa per recuperare la valigia.

Da Barajas abbiamo preso la metro che con soli 5€ (!!) ci ha portato in centro a Madrid, fermata Anton Martin, da dove poi abbiamo raggiunto l’albergo. Il viaggio è durato circa un’oretta. Madrid ha la bellezza di 12 linee di metropolitana. Quelle che ho potuto vedere e provare sono pulite ed efficienti.

La camera non era pronta, così abbiamo lasciato le valigie e abbiamo cercato un posto in cui mangiare attorno a calle del Prado, la via dell’albergo. È un quartiere bellissimo, le strade sono strette e circondate da palazzi meravigliosi, di cui non so assolutamente l’età e lo stile, però punteggiano tutta Madrid e sono davvero la cosa che mi è piaciuta di più della città.

Avevamo in mente le tapas e quindi abbiamo provato a cercare un posto in cui mangiarle. Più o meno ogni locale espone la dicitura “tapas”, ma se non sai cosa sono né come si ordinano, finisci per perderti. E così è stato. Abbiamo scelto il locale Gonzalez, una via di mezzo tra una salumeria/formaggeria e un bar. Aveva scritto in vetrina “tapas”, ma non sui menù. Così non sapendo bene che fare, alla fine abbiamo ordinato le pietanze descritte sul menù e cioè: un toast al prosciutto iberico, peperoni con baccalà ( pare piatto tipico) e jamon brusado con formaggio. Il tutto per 30 euro incluse le bevande. Non male, però porzioni un po’ troppo ridotte… che però per quanto mi riguarda hanno lasciato ambio spazio ai famosi churros che avrei gustato successivamente.

Dopo il pranzo che ci ha un po’ lasciato l’amaro in bocca, visto che ancora non avevamo capito come ordinare/mangiare tapas, abbiamo portato le valigie in stanza e siamo usciti per una salutare passeggiata in il centro sotto la pioggia.

Ci siamo diretti verso Plaza Mayor passando per Plaza Santa Ana, bellissima piazzetta piena di localini. L’obiettivo finale era la famosa chocolateria di San Gines, e nonostante avessi sbagliato strada, alla fine ci siamo arrivati. Per 3,80€ si prende una cioccolata e 6 churros, una razione davvero non male. Ahimè però, da buona rompiscatole come sono, devo ammettere che nonostante fossero buoni, io li preferisco ricoperti di zucchero e “pucciati” nella nutella… decisamente!

Dopo quest’ottima integrazione di zuccheri, abbiamo ripreso a passeggiare. Abbiamo percorso Calle Arenal (via con molti negozi) fino a Sol, centro nevralgico della metro madrilena. Poi calle de Alcalà in direzione Museo del Prado, la cui entrata è gratis tutti i giorni dalle 18 alle 20. La guida avvertiva di evitare gli orari di ingresso gratuito perché c’è coda ed effettivamente ce n’era un bel po’, però si è smaltita davvero in fretta. Così ci siamo smazzati tutto il museo alla velocità della luce e gratuitamente. Per quanto non sia un’amante dell’arte e dei musei pieni di quadri, mi sono vista attentamente tutti quelli famosi e menzionati dalla guida, tra cui: Maya Desnuda, Davide&Golia, Meninas e Carlo V a cavallo.

Usciti dal Prado con i piedi che gridavano vendetta ci siamo incamminati verso la zona dell’albergo alla ricerca di un posto in cui cenare, non prima però di aver osservato le attrazioni in cui ci siamo imbattuti sulla strada. Dapprima la chiesa di San Jeronimo che sta giusto dietro al museo e poi il Caixa Forum, uno strano edificio con un tetto arrugginito e di fianco un muro ricoperto di verde. Abbiamo vagato un po’ per trovare il locale giusto e alla fine abbiamo scelto il Lizzaran, che dev’essere una catena di ristoranti. L’abbiamo scelto per il semplice motivo che c’erano le foto dei piatti e sembravano delle tapas! Abbiamo preso: huevos rotos con jamon e salsiccia, sangria e verdure saltate per 23 euro. Particolare del locale è che ogni tanto al suono della campana i camerieri entrano in sala urlando con un vassoio di pinchos calentitos, ergo della tapas appena sfornate.

Alla fine di questa prima giornata posso dire che avevamo finalmente capito che le tapas altro non sono che bocconcini, bruschettine, tartine, assaggi di svariati cibi, e che secondo me corrispondono più o meno ai nostri aperitivi.

GIORNO 2

Dopo un’ottima colazione all’Ibis – c’erano perfino i churros – siamo partiti alla volta di ciò per cui ho voluto visitare questa splendida città: la mostra su Fernando Alonso!

Abbiamo preso la metro in direzione Plaza de Castilla e l’entrata della mostra era proprio lì vicina. Costo: 7 euro, emozione: tantissima. Per tutti gli amanti di F1, della Ferrari e di Alonso, è proprio una bella mostra, con le monoposto, i kart e gli ammennicoli vari che l’hanno accompagnato nella sua carriera. C’è anche un bellissimo video in stile molto simile a quello che trasmettono al Camp Nou nel museo del Barcellona: strappalacrime. Alla fine della mostra c’era pure una specie di computer tramite il quale si poteva inviare un videomessaggio a Fernando. Ovviamente l’ho fatto, anche se credo che sia venuto da schifo! Per fortuna sicuramente non lo vedrà!

Finita la visita alla mostra, dove sarei rimasta tutto il giorno nella speranza di veder arrivare Alonso, che purtroppo evidentemente era altrove, siamo andati a visitare la mostra su Degas che stava nel palazzo esattamente di fianco a quella di Alonso ed era gratuita.

C’è da dire che Plaza de Castilla ha il suo perché: ci sono due enormi grattacieli pendenti che quasi si toccano – Torre di Pisa docet – e davanti a loro si erge un mega obelisco d’oro.

Per pranzo siamo tornati in centro e abbiamo deciso di provare a tapear al mercato di San Miguel, che è veramente bellissimo e affollatissimo. Mi ricorda la Boqueria di Barcellona, anche se forse quello era più un mercato di questo madrileno. Qui, più che altro si viene per mangiare, là anche per fare la spesa. I prezzi sono altini, però si mangia veramente bene. Peccato il casino generale e la difficoltà di riuscire a guadagnare un posto in prima fila davanti al bancone per riuscire a ordinare. Comunque chi l’ha dura la vince e alla fine io sono riuscita a prendermi un cornetto di calamari fritti per 13 euro, mentre i miei genitori si sono mangiati delle tapas fatte con mozzarella di bufala e burrata. Molto buone, ma indubbiamente poco spagnole!

Al pomeriggio siamo andati verso la cattedrale e il palazzo reale. Io volevo salire sulla cupola per vedere il panorama. Ovviamente sia la cattedrale che il palazzo reale erano chiusi: uno perché è aperto solo fino alle 14 e l’altro perché c’era in corso un qualche ricevimento. Comunque molto bella la Plaza de Oriente e l’Opera, che sono esattamente di fronte al palazzo reale. Al che ce ne siamo tornati indietro verso l’albergo, dopo aver fatto una passeggiata lunghissima e sfiancante – e senza nessun valore soprattutto- costeggiando il parco del palazzo.

Dopo un riposino in albergo siamo usciti per andare a visitare il Reina Sofia – dove alloggia la Guernica – che è gratis dalle 19 alle 21. Ovviamente anche quello era chiuso. In questo caso però è stata colpa mia, non avevo guardato che il martedì è sempre chiuso!

Così abbiamo deciso di fare una passeggiata per il Parque del Retiro, davvero molto verde, molto bello e molto pulito. Abbiamo passeggiato nella roseada, che purtroppo non era ancora tutta in fiore e siamo arrivati fino al laghetto artificiale, che è talmente grande che ci sono anche i ragazzi che fanno canottaggio!

Di nuovo stremati dal tanto camminare siamo tornati in direzione albergo per cenare. Abbiamo scelto un ottimo ristorante: El Lacon. Abbiamo preso una paella mista e le uova con prosciutto. Per finire una crema catalana, il tutto accompagnato da due bicchieri di sangria e acqua per 52€.

GIORNO 3

Siamo partiti di nuovo alla volta della cattedrale e del palazzo reale. Salire alla cupola della cattedrale costa 6 euro e si visita anche il museo. In realtà non si sale davvero in cima alla cupola, ma un po’ più in basso e comunque il panorama non è fenomenale. Tra le altre cose, la cattedrale è anche piuttosto giovane: la costruzione è iniziata solo nel 1879 e terminata nel 1992!).

Per entrare al palazzo reale abbiamo dovuto fare mezz’ora di cosa e pagare 10 euro a testa – anch’esso apre gratis la sera dalle 18 alle 20- ma non ne vale molto la pena. Il visitabile è poco rispetto ad altri palazzi reali (Vienna, Parigi) e senza audioguida – a pagamento- o guida umana non si capisce granché. Bella invece la reale armeria, inclusa nel biglietto del palazzo. Ci sono tantissime armature diverse per uomini, bambini, cavalli e persino per il cane!

Per pranzo siamo tornati al mercado di San Miguel. Io ho preso un cornetto di prosciutto iberico al costo di 9 euro (credo fosse un etto, non di più) e mia mamma un panino con lo stesso prosciutto: squisito, letteralmente si scioglieva in bocca. E io che pensavo che fosse simile al prosciutto di Parma! Assolutamente no, è una bontà!

Poi ho provato le tapas – nonché tartine – di gulas, che giusto tornata a casa su wikipedia ho scoperto che sono i cuccioli di anguilla! Poverini… Tra l’altro, erano buoni, ma mica chissà che… comunque una tartina due euro… mio papà invece si è talmente innamorato che ha di nuovo preso le tapas con la burrata, al costo di circa 3 euro l’una, a seconda della composizione.

Dopo il pranzo siamo andati a visitare il museo Thyssen Bornemisza. Abbiamo scelto di non vistare la collezione permanente, ma solo quella temporanea dedicata a Cezanne, il cui costo era di 11 euro. Particolare curioso, l’unico quadro che mi è davvero piaciuto non era di Cezanne ma di Pizarro! Comunque ce n’era un altro carino in cui Cezanne ha rappresentato un cesto di ciliegie che sembrava vero! Tant’è che mi è venuta voglia di mangiarle!

Dopo il Thyssen siamo andati al Reina Sofia, pronti per l’apertura gratis delle 19. Abbiamo ovviamente visto la Guernica, che onestamente quasi sembrava un poster e non un dipinto, e poi tantissimi altri quadri, tra cui alcuni Dalì, che sono davvero incomprensibili e a tratti anche un po’ inquietanti. Per chi ama –e capisce- l’arte, questo museo deve essere davvero una chicca. Io ne capisco poco e mi stufo anche molto in fretta…

Per cena siamo tornati sempre nella zona dell’albergo e purtroppo non ci è andata bene come la sera precedente, un po’ per colpa mia, lo ammetto. I miei volevano andare di nuovo al Lacon, io volevo provare qualcos’altro, così abbiamo scelto il ristorante a fianco, la Taberna Toscana. Quando siamo entrati era deserto…e questo avrebbe dovuto farci pensare, ma noi stupidamente siamo rimasti e così abbiamo mangiato male. Mia mamma ha preso una tortilla con jamon, che in sostanza era una schifosa frittata riscaldata. Io ho preso le crocchette con prosciutto, che probabilmente arrivavano direttamente da Capitan Findus. Non contenti abbiamo pure preso il dolce, che faceva schifo quanto il resto: cheesecake e crème caramel. Probabilmente non erano neanche Cameo, altrimenti sarebbero stati più buoni. Il tutto per 57€, come rovinare l’ultima cena a Madrid, mannaggia a me.

GIORNO 4

Ultima mezza giornata a Madrid, con pioggia annessa.

Siamo andati a Plaza de Toros a visitare l’arena, nonostante tutti siamo agguerritamente contro la corrida. La visita con audioguida è costata 12 euro e comunque è stata carina. Ho imparato che esistono vari tipi di torero: il picador, il matador…però non ho ancora capito bene chi fa cosa e quando. Comunque, non smetterò mai di sperare che vinca il toro e soprattutto di credere che uccidere non possa considerarsi uno sport né uno spettacolo. Inclusa nel biglietto c’era anche la visita al museo taurino in cui ci sono quadri raffiguranti i torero famosi, i loro abiti e attrezzi e anche le teste impagliate di qualche toro famoso, che è uscito dall’arena con la soddisfazione di aver ucciso il suo carnefice.

Dopo l’arena siamo andati a visitare l’ultimo museo della vacanza: la fondazione Lazaro Gualtieno ( 6€), nel bel quartiere di Salamanca, dove si trova anche l’ambasciata italiana. Il signor Lazaro era un gran collezionista, che nella sua vita ha raccolto oltre 13 000 opere d’arte, che oggi sono esposte a turnazione in quella che era la sua casa. Onestamente mi sono molto annoiata, ma comunque, a chi interessa, ci sono un sacco di quadri più o meno antichi – anche alcuni Goya- intervallati da opere terribilmente moderne e incomprensibili (per esempio il video di uno che innaffia delle banconote o di una che mangia una cartolina…).

Per l’ultimo pranzo abbiamo abbandonato le pietanze spagnole per tuffarci nell’America anni 50. Abbiamo pranzato da Mel’s, uno splendido locale in stile americano anni 50 vicino al museo, in cui ovviamente si mangiano piatti tipici americani, quali hamburger, hot dog e milkshake. Infatti abbiamo preso un hamburger, un hot dog, un piatto di mozzarella sticks e uno smoothie più quattro coca-cola per 38,10€. Poco spagnolo, ma comunque molto buono. In ogni caso, deve piacere molto ai madrileni questo stile, perché in tre giorni a Madrid abbiamo visto per strada tre locali a tema America anni 50!

La nostra vacanza è finita qui. Dopo pranzo abbiamo preso le valigie in albergo e ci siamo incamminati verso Barajas per il nostro volo di ritorno.

Madrid è una città bellissima, viva, pulita e allegra. Il quartiere del nostro albergo (zona calle del Prado, calle Huertas) è bellissimo e in generale l’architettura della città è splendida. La Spagna dovrebbe essere più in crisi di noi, ma la crisi a Madrid io non l’ho proprio vista, anzi, è una città che vive e che ti mette voglia di vivere. Insomma, mi piacerebbe trasferirmi anche qui!

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plaza de toros de las ventas, Madrid

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