Madrid! 6
"Tres días en tres palabras"
Cercherò di essere il più sintetica possibile per descrivere il viaggio in una città che val la pena vedere! Nel primo giorno di ripristino dei voli internazionali dopo il caos creato dalla nube sprigionata dal vulcano islandese, partiamo puntualissimi da Venezia alla volta della capitale spagnola e atterriamo verso le 17.15 del pomeriggio. Alloggiamo nel centralissimo, economico, pulito e spazioso hotel Ingles, a pochi passi da Puerta del Sol (unica nota negativa la puzza di fumo anche nelle stanze ma, del resto, in Spagna si può ancora fumare anche nei luoghi pubblici). Per arrivare a Puerta del Sol, dall’aeroporto, bisogna prendere 3 metro e ci si impiega circa 40 minuti. Le innumerevoli linee sono comunque ben segnalate e la città è ben servita ma, se alloggiate in centro, la metropolitana non la userete praticamente mai. Decidiamo di trascorrere la prima serata passeggiando tra Puerta del Sol, Calle Mayor, Plaza Mayor e Plaza de Santa Ana, insomma, nella zona più viva e frequentata di Madrid. Sono soprattutto rimasta favorevolmente colpita da Plaza de Santa Ana, più piccola della immensa Plaza Mayor ma altrettanto piena di gente e di locali sicuramente più economici. Il giorno dopo il nostro itinerario prevede: museo del Prado (8 euro per una infinita ma bellissima collezione di quadri. Noi ci concentriamo più che altro sulle opere di Velàzquez, Goya e El Greco e comunque impieghiamo più di tre ore!), Parque del Retiro (immenso e bello ma con pochi punti ristoro), Puerta de Alcalà, Calle de Serrano (rinomata via dello shopping), Plaza de Cibeles (la più travolgente piazza della città immersa in un traffico incessante) da cui parte la vivissima Gran Via. Rientriamo poi in albergo per un piccolo riposo e poi usciamo per la cena. Il secondo giorno è la volta di: Palazzo Reale (euro 8 o 11 con la guida) e l’antistante Plaza de Oriente e Catedral de la Almudena (sconsiglio la salita alla cupola perché non offre una buona vista panoramica sulla città), poi ci dirigiamo verso Plaza de Espana per le foto di rito con le statue delle leggendarie creazioni di Cervantes, don Chisciotte e Sancho Panza, poi andiamo verso il Tempio di Debod nel vicino Parque de la Montana (piccolo tempio egizio che, personalmente, si può anche far a meno di vedere!) per poi riprendere la Gran Via nel senso opposto del giorno prima, per completare lo sguardo ai negozi. E di nuovo, rientriamo in albergo per il riposo e poi usciamo per la cena. Il terzo ed ultimo giorno decidiamo di andare a Toledo. Il consiglio è quello di informarsi precedentemente (direttamente in stazione o tramite internet sul sito www.renfe.ies) circa gli orari del treno. Si parte dalla immensa stazione di Atocha e orientarsi per capire dove fare i biglietti, mettersi in coda, prenotare e trovare posto sul treno all’orario desiderato, sono tutte operazioni che richiedono molto tempo per cui è il caso di muoversi con largo anticipo. Noi prendiamo il treno delle 12.20 all’andata e quello delle 19.30 al ritorno (il viaggio dura mezz’ora) ma saremmo rimasti anche di più. Toledo è una cittadina molto bella (non per niente è stata capitale della Spagna dal 567 al 711), sulla cima di una collina, ed è un labirinto di strade affollate e ricche di negozietti. Dalla stazione di arrivo abbiamo preso il bus per arrivare in centro e abbiamo visitato la splendida cattedrale gotica (7 euro più che ben spesi: siamo stati lì dentro per più di un’ora), la chiesa di San Tomè per la visita all’affresco “El entierro del Senor de Orgaz” de El Greco (euro 2,30), e le sinagoghe Santa Maria La Blanca e il Transito. E’ sabato, perciò rientriamo a Madrid e trascorriamo la notte in giro: val la pena vedere Puerta de Alcalà, Plaza de Cibeles e Gran Via illuminate perché sembrano ancora più belle e maestose. E poi un giro nel quartiere “gay” di Chueca. Sarà che sono le prime serate primaverili ma c’è tantissima gente in giro fino a tardi e ci si sente anche abbastanza sicuri perché ci sono molte volanti della polizia che girano. L’ultima tappa è alla sempre aperta cioccolateria San Gines per una cioccolata calda con i famosi churros. Poi alla 4.30 il nostro taxi ci porta in aeroporto per il volo delle 7.00.
Brevemente segnalo che:
– Quasi tutti gli hotel contattati non avevano la colazione inclusa, ma si riesce a trovare agevolmente bar dove poterla fare anche a costo inferiore di quello che praticherebbero gli hotel (anche se il caffè e le brioches italiane restano insuperabili); – È opportuno informarsi prima dei giorni e degli orari di apertura dei vari musei e palazzi da visitare e recarsi al mattino presto è quello che consiglio per evitare code; – È vero che i ritmi spagnoli sono leeeeeenti ma anche ottimali per il turista che vuole girare. Perciò girate dal mattino al pomeriggio, tornate a fare un pisolino e poi fate pure le ore piccole provando più tapas in bar diversi: non correte il rischio di sentirvi dire “la cucina è chiusa”! – Infine, se potete, cercate di stare 4 giorni: io tornerei volentieri per vedere Plaza de Toros, uno dei tanti altri musei, fare un giro di shopping, un giro al mercatino domenicale de El Rastro e per assistere ad uno spettacolo di flamenco.