Madrid 2

Madrid è una metropoli solare, a misura d’uomo e, soprattutto, di turista. Non avrà la storia ed i monumenti di Roma o Parigi, ma ha un fascino indiscutibile. In due parole: da vivere. Di giorno e di notte. Giovedì 2 aprile – sveglia all’alba per raggiungere Orio al Serio. Sulla A21, come al solito, non incontriamo quasi nessuno; siamo...
Scritto da: Pippo79
madrid 2
Partenza il: 02/04/2009
Ritorno il: 05/04/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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Madrid è una metropoli solare, a misura d’uomo e, soprattutto, di turista. Non avrà la storia ed i monumenti di Roma o Parigi, ma ha un fascino indiscutibile. In due parole: da vivere. Di giorno e di notte.

Giovedì 2 aprile – sveglia all’alba per raggiungere Orio al Serio. Sulla A21, come al solito, non incontriamo quasi nessuno; siamo però accompagnati da una pioggia torrenziale, che, a tratti, ci obbliga quasi a fermarci. Arriviamo comunque con largo anticipo in aeroporto e partiamo con Ryanair alla volta di Madrid alle 9.10. Volo perfetto, arriviamo perfino in anticipo. Dopo aver velocemente ritirato il bagaglio usciamo dall’aeroporto a piedi (con un po’ di sforzo perché molte scale mobili risultavano guaste) e ci dirigiamo subito verso la metropolitana. Vi consiglio caldamente di non utilizzare il taxi per arrivare in centro: la metro è comodissima e veramente a buon mercato (solo 2 euro). Per arrivare all’albergo, tra Puerta del Sol e Plaza Mayor, si devono cambiare 3 linee, ma il cambio è assolutamente semplice ed immediato.

L’albergo, l’Hostal Perla Asturiana, è situato in Plaza Santa Cruz, centralissima e tranquilla. La camera non è un granché: 3×3, letto matrimoniale che in realtà è ad una piazza e mezzo, pavimenti in linoleum modello ospedale, bagno senza finestra né ventola… Ma costa solo 55 euro a notte e, soprattutto, è in peno centro… Ci si può adattare.

Dopo una necessaria doccia, ci rechiamo subito presso uno dei tanti “Museo del Jamon” per un meritato pranzo a base di paella e di prosciutto locale. Sarà stata la fame, ma il rapporto qualità prezzo ci è sembrato veramente ottimo. L’aria è un po’ freschina (come in Italia del resto), ma il sole è già caldo, e fuori si sta veramente bene. Ci incamminiamo quindi a piedi lungo la bella Calle Arenal per visitare il Palazzo Reale. Lo stile ricorda un po’ Versailles, un poco più austero e meno magniloquente. Consigliamo la visita guidata in inglese nelle sale del palazzo e, soprattutto, una capatina di notte: l’illuminazione è veramente emozionante. Ci rechiamo quindi al Museo del Prado che, dalle 18 alle 20, prevede l’ingresso gratuito: enorme, moderno e funzionale (come del resto sono anche Il Reina ed il Thyssen). Siamo un po’ stanchi e quindi non riusciamo né a vederlo tutto, né ad apprezzare appieno tutte le opere del grande Goya. Ci hanno colpito soprattutto “Il Duca di Osuna con i figli”, tenero e sereno ritratto familiare, e la famosissima “Maya desnuda”.

La sera, troppo stanchi per sperimentare novità, torniamo al Museo de Jamon per una ricca insalata mista, e poi ci dirigiamo in Plaza Mayor, affollata di gente, soprattutto turisti. Venerdì 3 aprile – Dopo una tranquilla colazione nel bar Corner in Plaza Santa Cruz (un po’ caro, ma le brioches e le torte sono davvero squisite), prendiamo la metropolitana per Chamartin e di lì il treno per Segovia. Rimaniamo impressionati dalla stazione: moderna, pulitissima, ordinata. In due minuti riusciamo a fare il biglietto e a salire sul treno (per motivi di sicurezza, prima di salire sul treno un operatore controlla il biglietto ed un altro fa passare gli zaini attraverso un metal detector). Il treno è spettacolare: pulitissimo e velocissimo (tocca i 240 Km/h, come leggiamo sul monitor). In circa mezzora siamo a Segovia, 85 Km a nord di Madrid, ad oltre 1.000 m sul livello del mare. L’aria è frizzantina, ma il sole è caldo. Segovia è una piccola perla nascosta della Spagna: cittadina di 50.000 abitanti, di origini antichissime (già celtibera quindi romana) e capitale della Castiglia fino al 1500. Meriterebbe una visita di almeno due giorni, ma, considerato il tempo a disposizione, limitiamo il nostro percorso alla scoperta dei tre monumenti più importanti: lo spettacolare Acquedotto Romano del I sec., la tardogotica cattedrale del XVI sec ed infine il celebre Alcazar del XIV sec., con le pareti rivestite dai tipici arabeschi segoviani e le aguzze torri ricoperte nel XIX sec in pietra arenaria: praticamente un castello delle favole in stile mitteleuropeo al centro della Spagna. Consigliamo la visita guidata (rigorosamente in spagnolo… ma più che comprensibile). Ci fermiamo quindi a pranzare vicino al castello, nel quartiere che fu ghetto ebreo, presso il ristorante “Meson Don Jimeno”. In un ambiente rustico ed accogliente assaggiamo due specialità tipicamente castigliane: le famosetortillas e il meno noto, ma buonissimo, cochinillo asado (un croccantissimo maialino al forno, simile al nostro porceddu sardo). Ottimo anche il flan, un creme caramel con la panna. Torniamo quindi alla stazione per prendere il treno per il ritorno a Madrid, ma ci attende una sorpresa: il venerdì delle Palme coincide con l’inizio delle festività pasquali per gli spagnoli, ed il treno è pieno (consigliamo quindi di acquistare il biglietto del ritorno alla partenza, per non trovare brutte sorprese). Per non trascorrere due ore in stazione, decidiamo di prendere l’autobus, che impiega circa un’ora e un quarto. Tornati a Madrid, visitiamo il curioso Templo de Debod, originale tempio egizio dei primi sec. A.C. Donato alla Spagna (se non ricordo male) nel XIX sec. L’entrata è gratuita. Intorno al tempio, moltissimi turisti e giovani studenti sono sdraiati sul prato e anche noi ci adeguiamo volentieri. La sera ceniamo in un economico ristorante in Calle Postas (di cui mi sfugge ora il nome): ottimo il menu turistico a 9,50 euro (con secondo addirittura di pesce).

Sabato 4 aprile – Dopo la solita colazione al Corner, dedichiamo la mattina alla cultura andando a visitare il Thyssen-Bornemisza, che raccoglie opere che vanno dal Rinascimento al XX secolo. Le opere sono disposte secondo un criterio cronologico che consente un facile orientamento. Ricchissima la raccolta dedicata alla pittura impressionista ed espressionista. Senza alcun intento di esaustività, ci sentiamo di segnalare le stupende opere di Bosch (“Trittico del giardino delle delizie”), Gaugin (“Mata Mua”), Van Gogh (“Les Vessenots in Auvers”) e Picasso (“Uomo con clarinetto”). Assolutamente necessario, almeno per i non esperti come noi, munirsi dell’audioguida, molto completa e con testi ben curati.

Ci rechiamo quindi alla scoperta del Parco del Buen Ritiro, il più grande e famoso polmone verde di Madrid. Rimaniamo colpiti dalla pulizia (del resto, vediamo tantissimi operatori del verde che lavorano nei parchi come nelle strade) e, soprattutto, dall’affollamento di persone distese nei prati. Ci sono turisti, ma anche tantissimi madrileni che amano passare qui i propri giorni festivi. L’atmosfera è veramente rilassante e si corre seriamente il rischio (bello, in realtà) di addormentarsi. Nel laghetto al centro del Parco si possono addirittura noleggiare delle barchette. Vi sconsigliamo di pranzare nei locali all’interno del Parco, davvero troppo cari. Noi abbiamo preferito prendere dei panini alla Cafeteria El Ritiro in strada Mendez Pelayo ( baristi molto simpatici) per poi consumarli comodamente seduti all’ombra dei platani e degli ippocastani del Parco. Nel tardo pomeriggio torniamo nel centro di Madrid e facciamo il giro della città vecchia così come consigliato guida del National Geographic (il percorso si snoda attraverso Plaza Mayor, Calle Cava de San Miguel, Calle de Segovia, Calle Cava Baja e Calle Toledo). Le strade sono strette, in salita, piene di bar, e locali affollati di giovani (soprattutto spagnoli). Ci sediamo anche noi in un bar per un aperitivo a base di sangria. Alla sera proviamo un bar tapas nei pressi di Plaza Mayor, il Bar Valle del Tietar n.5, noto per essere frequentato dalla malavita madrilena nel XIX sec. Buoni i gamberetti alla piastra e il famoso polpo alla gallega, insignificanti le patate Ali-Oli. Il prezzo è piuttosto salato (così come il polpo), ma del resto siamo in piena zona turistica.

Domenica 5 aprile – Ci svegliamo di buon ora spinti dalla smania di vedere il Museo Reina. In realtà ci svegliamo troppo presto, perché è domenica mattina e le uniche persone in giro sono ragazzi ancora in piedi dalla notte precedente. Dopo un giro nel centro semi-deserto, ci rechiamo alla pasticceria “La Mallorquina” in Puerta del Sol per una eccellente prima colazione. Sono assolutamente da provare le Torrijas andaluse (tipico dolce pasquale), le ciambelle e le caracolas. Riusciamo anche a bere un caffè decente (per la prima volta da quando siamo a Madrid). Il Reina Sofia è un museo avveniristico, inaugurato negli anni ’90, che ospita alcune tra le più importanti opere moderne e contemporanee, tra cui la celeberrima “Guernica” di Picasso, “Il grande masturbatore” di Dalì e “Caracol, mujer, flor, estrella” di Mirò. Ma il Reina è anche un museo multimediale, in cui sono esposte tanto le fotografie di Capa sulla guerra civile quanto alcuni filmati dei fratelli Lumiere. Ultima nota: il sabato pomeriggio e la domenica mattina l’entrata è gratuita.

Visitiamo quindi la stazione Atocha con il suo bellissimo giardino botanico e ci riavviamo verso Plaza Mayor per l’ultimo pranzo al Museo del Jamon prima di ripartire per l’Italia.

Considerazioni finali: Madrid è una città assolutamente da visitare: per i bellissimi monumenti, gli imprescindibili musei, ma anche (e soprattutto) per la vita nelle strade. Ci ha colpito molto vedere una città così piena di voglia di vivere, con le vie affollate di gente di ogni età, dai ragazzini alle signore di ottanta anni. Abbiamo scoperto una città molto pulita e ordinata (abbiamo addirittura visto senza-tetto con il trolley!), con poco traffico in pieno centro, in cui tutti si spostano grazie alla capillare rete della metropolitana. Abbiamo visto una Spagna dinamica, sicuramente più giovane, moderna ed efficiente rispetto all’Italia (soprattutto se paragonata a metropoli come Roma e Milano). Certo, la Spagna ha avuto il suo boom economico di recente e non è afflitta da un debito pubblico come il nostro, ma ci è sembrato che abbia saputo spendere bene le proprie risorse, soprattutto in termini di infrastrutture e servizi. Infine, abbiamo trovato gente cordiale e con il sorriso sulle labbra, con cui non abbiamo fatto fatica a comunicare (nonostante quasi nessuno conosca l’inglese). Ultima nota: non abbiamo avvertito alcun pericolo criminalità (diversamente da città come Barcellona).



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