Madagascar on the road, fly and drive

Viaggio fai da te dalla capitale al sud-ovest, in auto e senza autista fra i parchi e il mare di Anakao e Nosy Be
Scritto da: labetta
madagascar on the road, fly and drive
Partenza il: 17/08/2011
Ritorno il: 08/09/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Partenza da Linate alle 6.55, coincidenza per Parigi alle 10.30, arriviamo ad Antananarivo alle 22.30. Premetto che per il volo siamo riusciti a sfruttare le Millemiglia Alitalia-Airfance e abbiamo pagato solo le tasse aeroportuali. Ci aspetta il pickup dell’hotel (35.000ar) che ci consiglia il cambio appena fuori dall’aeroporto e ci fa risparmiare qualcosa. Arriviamo al Sakamanga verso mezzanotte, la strada è libera, di notte anche nella capitale non va in giro nessuno. L’Hotel è bello, costa 36€ a notte senza colazione.

18 Agosto: TANA

Sveglia alle 9 con fatica, dormito bene anche se un po’ freschino. Colazione buona. Iniziamo ad andare in giro, con la Lonely, i Malgasci paiono non fare caso a noi e per quasi tutto il giorno ci sembra di essere gli unici stranieri, anche se è agosto. Saliamo a piedi una lunga scala che ci porta nella parte alta della città. Non facciamo in tempo a riprendere fiato che ci si appiccica un tipo per portarci al Palazzo del Re. Il Palazzo in realtà è chiuso ma si fanno aprire il lucchetto del cancello secondario dal loro ‘complice’, il guardiano, insieme al quale ci spillano 10.000 Ar a testa. Capiamo dopo di essere stati fregati. Il primo tizio ci segue per spiegarci tutto sul palazzo, non so come ma riesco a capire discretamente il suo Francese, non parlandolo. La visita è comunque interessante e il Palazzo è anche un po’ inquietante. Usciamo e continuiamo a girare per l’ Haute Ville, suscitando ilarità in alcuni Malgasci solo alla nostra vista. Place dell’Independance, birretta e al calare del sole (h.18) in Hotel. Cena con due zuppe per sistemare il mal di stomaco e poi filetto di Zebù, buono anche se un po’ duro. Sosta nel giardinetto dell’ Hotel (molto bello), decidiamo di alzarci presto per prendere il pickup il giorno dopo.

19 Agosto TANA-ANTIRABE

Prendiamo un taxi per andare al Madarental che, purtroppo, è situato 20km a nord e noi dovremo poi andare a Sud. Il taxista ci fa ridere un sacco. Partiamo verso le 11, il pickup è enorme. Seguiamo la mappa che ci ha disegnato il proprietario Belga, ci fermiamo ad un Supermercato (vero, sembra l’Auchan) per i rifornimenti. Quando pensiamo di avere trovato la RN7 sbagliamo strada e dobbiamo tornare indietro, poi finalmente la troviamo.

Dopo un po’ notiamo che la benzina è a un quarto di serbatoio, arriviamo ad un benzinaio ma ci dice di non avere benzina! Il panico ci prende perché pare non ci siano distributori fino ad Antsirabe… lungo la strada vedo che ci sono dei banchetti ai margini della strada, vendono bottiglie di un liquido che parrebbe essere benzina. Ci fermiamo e ci bracca subito un gruppetto che dice di avere ‘Gasolina’. Si tratta sul prezzo poi, col vecchio metodo di aspirazione dalla canna, ci inseriscono 8lt di benzina, tutto ciò che hanno. Proseguiamo senza trovare un distributore, siamo tesi, peccato perché il paesaggio è molto bello: fiumi, verde e terra rossissima ma manca ancora un botto ad Antsi e siamo pelo pelo con ¼ di serbatoio ancora.. 15km prima della città troviamo una bellissima Shell. Pieno per 15.000 Ar ed arriviamo in città alle 17 circa. Inutile dire che qui ci saranno si e no una quindicina di benzinai.

Dormiamo al GreenPark Hotel. Il posto è carino perché ha dei bungalow disposti attorno ad un laghetto, la camera è molto basica, il cesso è senza porta ma c’è l’acqua calda. Qui fa freddino però… per uscire uso il Pile + maglia della salute sotto.

Cena al ristorante a ridosso dell’ hotel, fegato d’oca con Ananas, anatra al pepe, maiale in salsa di formaggio Bleu (buono), birra Star bianca e ambrata (bravi ‘sti Malgasci a fare la birra) decisamente meglio della ThB. Prendiamo un Rhum alla Vaniglia e ci offrono anche il rum della casa, buono. Spesa 44.000ar = 16€ in due.

20 Agosto: ANTSIRABE-RANOMAFANA 6,5h

Problema alla partenza con la batteria dell’auto. 5 Malgasci si mettono a spingere la macchina che alla fine parte (h.8.45). Per andare a Ranomafana prendiamo lo svincolo per la Route 45, 25km di sterrato pieno di buche, faticoso ma ne vale la pena perché il paesaggio è bellissimo. Arriviamo al Domaine Nature (h.15.15), ci chiedono 45€ per dormire. E’ la cifra più alta che pagheremo durante tutto il viaggio però il bungalow, con terrazzino-vista piante tropicali- è bello, pulito e comprensivo di due coperte pesanti che ci faranno dormire bene. L’ingresso del parco non è dove indicato dalla LP ma molto prima, ci fermiamo e l’auto non riparte più… Riusciamo a fermare una famiglia Franco-malgascia che passa da lì. Il sant’uomo ravana nel cofano e la fa partire. Andiamo a prendere accordi con la guida per l’escursione notturna + quella diurna del giorno dopo e torniamo in hotel. All’ora prevista (17.30) l’auto non parte ma ormai ho capito il trucco (almeno credo) e ci smanetto finché non si accende.

Andiamo a vedere lungo la strada, assieme a circa 20 persone fra turisti e guide, i Microcebo attirati dalle banane che le guide spalmano sui tronchi. Il loro metodo mi lascia perplessa, però ‘ste bestie sono particolari. Poi vediamo i micro-camaleonti e i camaleonti grossi. Verso le 20, rimasti ultimi, riusciamo a portar via noi stessi e la nostra infaticabile guida Jean-qualcosa, lo paghiamo (30.000 Ar) e lo accompagniamo al villaggio dove vive. Cena con zuppetta e gamberi di acqua dolce al cocco + Thb per circa 22€.

21 Agosto: RANOMAFANA-AMABALAVAO h.2,5

Sveglia all’alba, colazione con pane, frutta e Crepes. Sono le 7.30, Jean-qualcosa già ci aspetta ma l’auto non ne vuole sapere di partire. Chiediamo a 2 tizi dell’hotel che si improvvisano meccanici (in questo mi ricordano i cubani), cambiano un pezzo, ora la batteria và ma il motorino si è inceppato. Spingiamo l’auto finché non parte. Arriviamo al parco con mezz’ora di ritardo. Decidiamo di fare il giro di 3h, paghiamo 25.000 cad + guida 22.000, circa 25 € a testa. Il giro è molto bello e vediamo 3 tipi di lemuri: Gold Bamboo, Brown e Sifaky. Poi ragni enormi, un serpente e le salamandre. Alla fine io torno in hotel e Fabio va con la guida a Ranomafana dove un ‘meccanico’ gli cambia una vite per 1.000Ar. Doccia e bagagli. Partiamo verso le 12.30. Poco dopo una coppia di giovani francesi ci chiede un passaggio in quanto il Taxibrousse che dovevano prendere non è passato. Per fortuna parlano inglese e ci raccontano che vivono da 2 mesi a Nosy be per una sorta di ricerca Universitaria di Agronomia, al momento stanno facendo un giro sulla costa est. Li lasciamo a Fianar dove prenderanno il treno, prendiamo dei crackers e delle patatine all’aceto (e qui mi ricordano gli Irlandesi). Poi, dopo un paesaggio bellissimo e 25km, arriviamo ad Ambalavao. Cerchiamo l’Hotel de Bouganville che è ben segnalato. Per fortuna hanno posto perché in questo paese non ci sono altri hotel… la camera è carina (45.000Ar, circa 16€) e l’albergo sembra un ostello al mare. Facciamo un giro. La città è interessante, meno incasinata delle altre. I bambini ci salutano ma nessuno viene a chiederci niente. Vediamo solo altri 3 turisti oltre a noi. Verso le 17.45 torniamo perché sta facendo già buio.

Ceniamo verso le 19.30, proviamo il famoso vino del Betsileo che, come specifica la guida ‘dumond’, assomiglia al classico ‘vino del contadino’, però si lascia bere e riscalda, non essendoci caldo nemmeno qui. Meno male che ho portato il Pile. Filetto di Zebù con verdurine, banana caramellata e crèpe al cioccolato.

22 agosto AMBALAVAO-ISALO

Sveglia verso le 7, colazione buona: baguette, croissant, marmellata, succo, caffè, cioccolata. Ci sono diversi turisti e anche un gruppo di Anm. Facciamo i bagagli e partiamo, dopo aver chiesto aiuto per far partire l’auto a spinta anche oggi!

Il paesaggio è bello, sembra l’Australia, almeno immagino. A Ihosy decidiamo di far benzina e… l’auto non riparte! A spinta la portiamo da un meccanico che parla solo Malgascio, per fortuna ci accompagna il benzinaio che parla un po’ di Inglese. Un sacco di gente si raduna attorno all’auto, ognuno dice la sua. Alla fine pare che il meccanico la possa riparare in 2h per 50.000Ar. Gigi telefona subito al Madarental per assicurarsi di ricevere il rimborso della spesa..

Prendono la batteria e la portano nella ‘Officina’, una baracca di lamiere piena di rottami. Un tizio con un pastrano di lana nero e un pezzo di ferro in mano fonde dello stagno da un piccolo crogiolo sopra una brace. Un gruppo di bambini si raduna intorno. Io faccio delle foto. Sono 6-7 bambini, il più grande dei quali, ha il fratellino più piccolo in braccio. Gli faccio vedere le foto e ridono molto. Liberiamo il nostro benzinaio-interprete e ci mettiamo ad aspettare. Non si vede nessuno, non capiamo una mazza e ci prende lo sconforto. Dopo 2h arriva l’aiuto meccanico e rimette tutti i pezzi nel cofano. Dopo mezz’ora di lavoro l’auto finalmente si accende. Ripartiamo vero le 15, mancano 90km. Il paesaggio è molto brullo ora, sembra di essere in Arizona Dream, però la strada è dritta e asfaltata, non c’è nessuno e riusciamo a fare anche i 100km/h. Verso le 16 arriviamo all’ Isalo Ranch, ma hanno posto solo per una notte così per la seconda ci propongono una tendina. Torniamo indietro e troviamo l’ Hotel Toile de l’Isalo (65.000Ar col.incl), dove non c’è nessuno tranne noi. Il bungalow è un po’ piccolo ma va benissimo, c’è anche una piscina inutilizzabile per il freddo e soprattutto c’è una vista spettacolare sul parco. Questo posto non ha nulla da invidiare al più noto Isalo Ranch, non capisco come mai siano tutti là. A bordo piscina ci prendiamo una Thb e, su nostra richiesta, il gestore dell’hotel ci fa arrivare una guida che parla Inglese. La guida Roxy ci propone un tuttocompreso tour+pranzo a 260.000ar, si contratta. Alla fine paghiamo 25.000Ar cad per l’ingresso, 120.000 per la guida, 20.000 per lo chauffeur e 10.000 per il pranzo con sandwich.

Ora fa freddo e torniamo in camera. Qui ci sono molte zanzare, al contrario dei posti già visitati. Fino ad oggi è stato inutile prendere il Malarone. Il letto ha la zanzariera. Cena alle 7 e, anche se quello dell’hotel non sembra entusiasta e vorrebbe mandarci a mangiare altrove, ceniamo lì con zuppa di verdure e maiale al pepe verde + patate fritte. Poi nanna, ci addormentiamo subito, saranno le 9.30/10.

23 agosto ISALO

La notte è stata piena di sogni, sia per me sia per Gigi (come è stato per la ragazza di Firenze di cui ho letto il diario di viaggio… strano posto…). Colazione alle 7.15, buona, pane un po’ duro. Arriva Roxy col nostro autista, ci da le schiscette poi lo chaffeur si mette al volante della nostra auto. Ci lascia all’ interno della riserva, iniziamo il percorso che è subito bellissimo. Paesaggio lunare-mistico-ancestrale. Piscina naturale con bagno nell’acqua fredda. Conosciamo una coppia di Torinesi, con cui ci siamo incontrati più volte durante il percorso, che stanno girando in Taxi-brousse. Ci diamo appuntamento per le 17, andremo a prenderli per andare a vedere la finestra sull’Isalo al tramonto. Ripartiamo per il Trek, il paesaggio è brullo ma affascinante, alcuni pezzi sono in salita ma fattibili anche per me. Verso le 13 si fa sosta nel ‘campeggio’ semi-attrezzato e mangiamo i panini al sacco. Prima di mangiare andiamo a vedere alcuni lemuri Catta, che vengono vicinissimi. Sul nostro tavolo, mentre mangiamo, arrivano 2 lemuri con il ciuffo rosso in testa, salgono sul tavolo ma Roxy li scaccia perché – giustamente – non bisogna dare loro da mangiare. Dopo mezz’ora si riparte a fatica ed è pure tutto in salita. Ne vale la pena perché arriviamo alla parte più bella: l’interno della gola del canyon dove passa il fiume. Questa parte del percorso si può fare solo in questo periodo perché durante la loro estate l’acqua arriva a 2mt, mentre ora il fiume è quasi in secca. Arriviamo alla piscina Blu e alla piscina Nera. Saliamo (io con una certa flemma) verso la cascata delle Ninfee che è davvero spettacolare, poi torniamo giù e iniziamo il percorso verso l’uscita.

Al parcheggio ci aspetta l’autista. Un gruppo di turisti malgasci vorrebbe un passaggio col Pick up. Diciamo di si, salgono solo due donne e i bambini, Gigi lascia il suo posto alle signore e si mette dietro con i bimbi. Le signore sorridono molto e ci ringraziano nel loro pseudo inglese. Li lasciamo al loro autobus e arriviamo a Ranhoira, salutiamo la guida che ci ringrazia molto per aver scelto il Madagascar come meta di viaggio. Da quanto ho potuto capire il turismo è in forte calo negli ultimi anni (dal 2009 è ridotto di un quarto) a causa della non ben definita situazione politica.

Torniamo in hotel e ci mettiamo a bordo piscina senza fare il bagno perché (e te pareva) fa troppo freddo. Doccia e capelli. Il sole è tramontato e abbiamo tirato la sola ai Torinesi!

Andiamo a mangiare allo Zebù Grillè, lasciamo all’ hotel dei Torinesi (il Bernie) un biglietto con le nostre scuse, poi mangiamo una zuppa di patate, un filetto di zebù con verdurine, 2 birrette, rhum e banana flambè. Mentre paghiamo il conto arrivano i Torinesi (all’hotel gli hanno detto che due Vahza hanno lasciato un biglietto per loro) li seguiamo al ristorante del Bernie dove loro devono ancora mangiare. Il ristorante del loro hotel non è molto bello mentre le camere sono carine. Chiacchieriamo di viaggi sul terrazzo della loro camera bevendo il rhum al cocco e guardando un cielo stellato mai visto prima. Salutiamo scambiandoci i numeri di telefono. Quando usciamo la strada è il deserto totale, sembrano le 5 di mattina e sono solo le 22.30 ma per fortuna in 3 minuti arriviamo all’ hotel. Nanna perché siamo stanchissimi.

24 agosto TOLIARA

Ci alziamo a fatica verso le 7.30, colazione e saldiamo. Mi spiace che non avessero clienti perché l’hotel merita è pulito, bello e con una vista sul parco impagabile. Partiamo verso le 8.30 e verso le 12.30 siamo a Toliara. La città è incasinatissima, ci ferma subito un poliziotto che ci vuol fare la multa perché Gigi non ha la cintura. Ci fa una multa di 5.000 Ar (circa 2€) e poi ci dice che si tiene i documenti fino a quando non apre la Gendarmerie. Stravolti chiediamo se possiamo pagare subito e, com’era ovvio, ci dice di si. Paghiamo ma non ci dà ne ricevuta ne multa. Non abbiamo la forza di protestare, e subiamo il ricatto. Ci dirigiamo al porto delle piroghe, troviamo l’ufficio di Longo Vezo e prenotiamo per il giorno dopo la barca e l’alloggio. (100.000 barca cad. a.r.+ 60.000 la camera). Ci fermiamo in un bar a bere per riprenderci dal caldo. Andiamo in banca a cambiare 500€. Usciamo con un pacco enorme di banconote.

Decidiamo di andare da Chez Lala perché è vicino al ‘porto’ delle piroghe. Per 21.000Ar (7-8€) ci danno una camera abbastanza agghiacciante, il cesso è pessimo, non c’è la carta igienica e nel giardino tengono due lemuri in gabbia. Molti francesi di mezza età (i mezz’uomini) sembrano però apprezzare il posto, paiono clienti abituali, soprattutto a vedere l’atteggiamento che hanno con loro le giovani Malgasce che bazzicano qui. Insomma siamo in una sorta di bordello… Alla sera la serratura si rompe ma nessuno viene per ripararla, non ci danno un cacciavite e ci vogliono far cambiare camera. Riesco con le forbicine ad avvitare la serratura. Quando arriva la padrona chiediamo di poter lasciare lì l’auto per i due giorni successivi e -incredibilmente- acconsente.

Andiamo a cena verso le 20. Fuori col buio la città fa un po’ paura, ha l’aria pericolosa. Arriviamo all’Etoile de Mer, specialità frutti di mare ma… oggi non hanno pesce! Prendiamo un pollo e un’aragosta ma abbiamo lo stomaco sottosopra. Torniamo in ‘hotel’ seguiti dai soliti Pousse-pousse, arrivando comunque sani e salvi.

25 agosto ANAKAO

H. 7.30, dopo colazione arriviamo al baracchino delle barche, in anticipo. Caricano, su dei carretti a due ruote trainati da uno zebù, prima gli zaini e poi noi. Il carretto parte e va verso l’acqua, ci entra e prosegue fino a quando l’acqua non arriva al collo delle povere bestie. Qui trasliamo su una barca a motore, il mare è piatto. Durante il tragitto, di circa 1 ora, avvistiamo una giovane balena e il comandante le va vicino. E’ molto emozionante.

Arriviamo a Longo Vezo. Il posto è bellissimo, il bungalow enorme è sulla spiaggia. Qui ci si lava con l’acqua dai bidoni, anche il wc non ha l’acqua corrente. La sabbia è bianchissima. La proprietaria, Carol, è una francese trasferitasi qui con la famiglia 12 anni prima. Purtroppo lei è l’unica della famiglia che parla Inglese. Prenotiamo per il pranzo e poi bagno. Qui si mangia tutti insieme: noi, gli altri ospiti, la famiglia. Sono tutti allegri ma sono anche tutti Francesi e noi non riusciamo a comunicare. Prenotiamo il giro per il giorno dopo: Nosy Ve + snorkeling e grigliata per 15.000 Ar a testa.

Mangiamo insalata di polpo, dei gamberetti freschissimi crudi (credo i più buoni che abbia mai mangiato) e calamari al cocco. Pomeriggio si alza il vento per cui non riusciamo a stare molto in spiaggia. Facciamo una passeggiata fino al paesello, passiamo davanti a tutti gli hotel della zona e ci rendiamo conto che la nostra è la scelta migliore. Tutti ci fermano, in particolare due bambine (soprannominate I Fichi d’india) che per le loro cantilene sono buffe e noiose allo stesso tempo. L’hotel attaccato al nostro si chiama ‘Lalanka’ ed è forse il migliore della zona. Si decide di prenotare lì per la cena. Torniamo col buio. Doccia, con i secchi e le bottiglie di acqua scaldate dall’energia solare home-made.

Usciamo a mangiare. Il posto è bello, molto curato, i tavoli sono sopra la sabbia. Prendiamo pesce alla Creola, pesce alla Vaniglia e vino sudafricano sfuso, non male. Per dessert l’ Ile Flottant. Faccio gli scongiuri mentre mangio l’uovo mezzo crudo che sta sul fondo. Conto 63.000 ar. Torniamo al bungalow, 200mt sulla spiaggia, con la nostra torcia.

26 agosto ANAKAO E NOSY VE

Sveglia a fatica alle 7.20. Stanotte si è dormito male. La colazione è ottima, pane fatto in casa e marmellata di mango e fragola. Alle 8.30 incontriamo Ben-Michelle-Harper e partiamo con lui ed un altro su una mini piroga a vela fermandoci in mezzo al mare a recuperare dei pesci da un tizio che li ha pescati da poco. Una volta arrivati Ben toglie la vela e la mette sotto una tettoia per far sedere noi. Facciamo il giro dell’isola e vediamo gli uccelli indiani con la coda rossa che nidificano sull’isola, area protetta. Vediamo una tartaruga e due stelle marine spiaggiate. Poi ci danno maschera e pinne. Andiamo verso il largo dove vediamo dei pesci spettacolari: il pesce pappagallo, il pesce dell’acquario di Nemo e il pesce lungo e stretto. Torniamo e ci servono un vassoio con tre pesci, che loro chiamano Margherita, e un altro pesce alla griglia con patate dolci e un sugo di cipolla, tipo quello di mia nonna, tutto buonissimo. Finiamo quasi tutto rischiando di esplodere, ma per fortuna non ci offrono la mentina. Ci riposiamo e verso le 14 si riparte. Il vento è salito e Ben fa su un castello di legni e corde per mettere la vela, poi naviga stando in piedi su un tronco per bilanciare la barca; si va da Dio e in 20 min arriviamo al Villaggio.

Al rientro in hotel Carol ci comuncia che la partenza del giorno dopo sarà alle 5.30 del mattino (‘azz) perché i Franzosi devono prendere un aereo e tutti dobbiamo imbarcarci prima. Ceniamo con loro anche se non facciamo comunella, come al solito. Prendiamo del vino del Sud Africa, il bianco è molto buono, aragosta e spezzatino di Zebù: sembra un brasato con aggiunta di cannella. Una francese ci offre del vino rosso, ora siamo meno tesi. Poi ci portano del rhum alla frutta fatto da loro e un buon rhum malgascio invecchiato.

27 agosto ANAKAO-FIANAR

Inversi ci svegliamo alle 5, saliamo sulla barca ed io mi inzuppo subito i pantaloni. La luna che si vede però me la ricorderò perché è unica… Quando arriviamo ci vengono a prendere i soliti carretti marini detti ‘Taxi ecologique’. Paghiamo poi al ragazzo del Ferryboat che è molto simpatico. Anche lui rimane basito dal fatto che andiamo in giro in auto da soli. Torniamo da Chez Lala a prendere l’auto che, per fortuna, parte subito. Sosta al caffè in centro per colazione. Benza e via. Il sole l’avremo contro per quasi tutta la strada ma il paesaggio è sempre bello. Nel primo pezzo si va veloce, perché non c’è nessuno, dopo Ihosy si rallenta. Siamo partiti verso le 7.45 e siamo arrivati a Fianar alle 16.15: tot 8,5 h circa 500 km. Lungo il tragitto un poliziotto ci ferma ma ci lascia andare subito.

Arriviamo all’ Hotel Tzara Guest House, dove hanno solo camere con bagno in comune ma lo prendiamo lo stesso (67.000 ar). Ne vale la pena perché l’hotel è incredibile, sembra di essere in un luogo fuori dal tempo ‘fra Vienna e Parigi nell’800’. La camera è gigante, ha tre finestre e pavimento con assi in legno.

Giro in città alta, molto bella e tenuta bene, soprattutto rispetto alle altre città del Madagascar. E’ tutelata dal World Monument Fund Watch Top 100. Oggi c’è un matrimonio nella chiesa principale, lo guardiamo. Torniamo al tramonto e doccia bollente. Dopo i secchi di Anakao ci voleva. Stasera ci viziamo nel bellissimo ristorante-serra dell’hotel: aperitivo con Planteur e un altro cocktail, buoni e belli carichi. Poi FoieGras (eccellente), anatra al miele e Zebù al pepe verde, due bicchieri di vino rosso francese che ci fanno uscire storti.

28 agosto FIANAR-ANTISRABE

Partiamo per Fianar intorno alle 9, la strada ha molte curve ed è noiosa. Ci fermiamo ad Ambositra che non avevamo visto all’andata. Sosta al Grand Hotel per riprendere fiato, divisione di un piatto in due. Facciamo un giro nei negozietti. La strada è noiosissima: 90 km ancora, arriveremo alle 16. Cerchiamo il Residence Camelia, lo troviamo, ed è gestito da Cinesi (?!). La stanza che mi fa vedere non è male, un po’ spoglia ma è grande ed ha coperte e piumone, almeno non patiremo il freddo dell’altra volta. Costo 90.000ar, circa 34€. Una via di mezzo fra un residence cinese e il cottage di un libro di Agatha Christie. Per la cena scegliamo di andare all’Archè ma è chiuso, a malincuore andiamo al ristorante Italiano ‘Sarabanda’ dove mangiamo Zebù flambé e, per tentare di cambiare, una pizza, non buona ma magari mette a posto lo stomaco, 2 sprite, 1 rhum arrangè, tot. 28.000 ar.

29 agosto ANTISRABE-TANA

Dormito bene e al calduccio. Colazione completa e si parte. Arriviamo a Tana verso le 12. Appena entrati in città inizia il casino vero. Riusciamo a raggiungere il centro abbastanza facilmente. Andiamo all’hotel Villa Isoraka (30€) perché il Sakamanga è pieno. Abbiamo una stanza in mansarda, buia ma molto pulita. L’hotel ci piace molto, sito in un palazzo francese di inizio ‘900 con un giardinetto. Vengono a ritirare l’auto all’hotel, ci rimborsano i soldi spesi per la riparazione. Giro al mercato che non avevamo visto. Andiamo al Sakamanga a bere qualcosa e ad usare Internet. Riposo in hotel e per cena torniamo al Saka che ci pare essere la scelta migliore. Lo stomaco non è a posto per cui si và di Zuppa + pollo e pasta alla Siciliana, quella sconosciuta anche in Trinacria. Mi rifaccio col dolce: fonduta al cioccolato con profitterol, gelato alla vaniglia e scaglie di cocco. Eccellente. Torniamo in hotel che per fortuna è vicino dato che la strada è deserta. Sembra di essere in ‘1997 fuga da NY’. Non ci spieghiamo come alle 22 anche nella capitale non ci sia in giro anima viva. Libro e nanna.

30 agosto NOSY BE

Ci si alza con calma, colazione, cambio soldi. Verso le 11 cerchiamo un taxi per l’aeroporto, ci mettiamo quasi un’ora per il traffico. Qui inizia il calvario.. l’aereo per Nosy Be anziché partire alle 14.10 parte alle 18.30. Arriviamo a Nosy Be e prendiamo un taxi per Ambatuluaka che con 40.000ar ci porta all’ hotel ‘Des Boucaniers’, dove avevamo telefonato il giorno prima. Avevamo visto su internet che le camere dopo il 15 agosto costano 35€ anziché 50€. Il Bucaniere è molto carino, le camere piccole ma belle, dentro tutto pulitissimo. Anche questo posto è gestito da Francesi. Sta a 5 min dalla spiaggia. Crolliamo a letto.

31 agosto NOSY BE

Colazione buona sulla terrazzina. Facciamo subito un giro in spiaggia e veniamo immediatamente braccati da un ragazzo, Tunga, che parla Italiano (si vede che siamo a Nosy be… è la prima volta che ci capita). Ci segue pedissequamente e alla fine cediamo e concordiamo un giro il giorno dopo in barca per 75.000 ar. Troveremo poi nei baracchini appositi la stessa gita a 70.000.

Andiamo a pranzo in un ristorantino sul mare ma aspettiamo 1 ora e mezzo che ci servano. Lo spiedino con pesce e gamberi che arriva però è ottimo. Andiamo in spiaggia ma dopo un po’ arriva l’alta marea e fuggono tutti. Birra al tramonto. Dopo la doccia non sto bene e alle 8.30 vado a dormire.

1 Settembre

La notte ha piovuto un sacco. Io mi sento la febbre. Andiamo a fare colazione e mi riprendo per cui decidiamo di andare lo stesso in barca. A bordo siamo noi due e una famiglia malgascia con un bimbo piccolo. Durante la gita la mamma allatta il figlio. Mi immagino di poter vedere un giorno una scena del genere in Italia…

Giro di Nosy Komba, molto bella, vediamo il parco, i lemuri che ti saltano addosso, compriamo la Vaniglia. Si prosegue per Nosy Tanikely. Snorkeling fantastico: i pesci, le stelle marine e i coralli sono enormi e colorati.

Mangiamo in gruppi di 8-10 persone. Ci portano un pesce grosso, riso, spiedini di Zebù, il granchio in umido, Papaya, tutto buonissimo. Per finire ci offrono anche il Rhum arrangè. Parliamo un po’ con il nostro compagno di barca. Loro sono di Tana e sono molto gentili. Ci consiglia di vedere anche il Nord e Diego Suarez. Pausa sotto il sole e bagno, disturbati solo dalle voci squillanti dei soliti italiani fuoriusciti dal Villaggio Bravo, in particolare dalle mamme che tengono al guinzaglio i figli per paura che si scottino col sole (eh, certo. Perché non l’ hai portato in vacanza al lago?!?). Visita al faro poi si riprende la barca. Al ritorno le onde sono giganti, ma si continua imperterriti con l’allattamento a bordo. Talmente tranquilli che il pupo si addormenta. Arriviamo in spiaggia per l’ultimo puccio, poi doccia in hotel. A cena decidiamo di andare al Ristorante Italiano ‘Chez Teresa’ perché le alternative non sono molte e il nostro fisico reclama carboidrati. E’ una piacevole sorpresa conoscere Teresa e suo marito, due Livornesi in pensione, che sono venuti a vivere qui 16 anni prima. Le loro storie, i loro consigli e la loro toscanissima visione del Madagascar ci allieteranno anche per alcune sere successive. Ci offrono un liquore al cioccolato fatto in casa. La chiacchierata ci rintempra e torniamo in hotel.

2 Settembre

La colazione cambia ogni giorno, oggi Pan au chocolate e croissant. Andiamo ad affittare il motorino. Partiamo per il nord entrando in tutte le stradine per vedere costa e spiagge. Le spiagge belle sono Ambondrana, Ambaro e Andilana. In tutte però c’è la bassa marea e non si riesce a fare un bagno decente. Escludiamo di cambiare hotel perché quelli che visitiamo non ci convincono. Sempre più a nord prendiamo una strada sterrata per passare Betofaka, fino ad arrivare a Amporaha. Qui la strada finisce in un piccolo paese di pescatori con tanti bambini. La spiaggia è bella, c’è sempre la bassa marea ma almeno non ci sono alghe. Facciamo un picnic con quello che abbiamo. Sentiamo vicino un bordello crescente fatto di voci che capiamo essere di 4 Italiani (scappati dal Villaggio con i Quad). Stanno intortando i bambini facendogli ripetere ad oltranza ‘ItaliaunoItaliauno’ mentre li riprendono col cellulare. Ed io non ho dietro nemmeno un lanciafiamme…

Dopo pranzo è sempre più nuvolo e ripartiamo. In realtà Nosy Be è molto selvaggia, tutt’altro che l’isola turistica che avevo paura di trovare. Ci sono uccelli bellissimi e piantagioni di profumatissimi Ylang Ylang da far girare la testa. Finiamo il giro passando l’ aeroporto e poi HellVille, il capoluogo, cittadina molto anonima. Torniamo ad Ambatuluaka, ci fermiamo in un supermercatino e incontriamo prima il Livornese poi il Francese a cui avevamo dato un passaggio a Ranomafana. A volte i viaggi sono strani da questo punto di vista. Facciamo due chiacchiere, ci presenta un suo amico. Torniamo dal tipo del motorino e gli confermiamo un’altra giornata. In hotel aperitivo con 1 Plateur e mezzo a bordo della mini-piscina. Figata. Andiamo dalla tipa della Reception e le diciamo che stiamo ancora due notti. Lei sembra molto felice e applaude! Prima di andare a letto si gioca a ‘caccia lo Scarafone’ coinvolgendo la guardia notturna, che se la ride un casino quando capisce cosa deve cacciare… Io un po’ meno perché, contemporaneamente, trovo una ranocchia nel cesso. Alla fine si dorme lo stesso.

3 Settembre

Col motorino andiamo all’ Andilana. Alla mattina c’è alta marea e riusciamo a fare un bel bagno. Pomeriggio si riabbassa molto e diventa brutto. Verso sera andiamo al Monte Passat a vedere il tramonto. L’idea non è originale perché è pieno di gente e di bancarelle. Lo spettacolo vale la pena perché è completamente diverso dai nostri tramonti. Quando torniamo giù è praticamente già buio e dobbiamo fare attenzione perché anche qui non ci sono luci sulle strade. Di sera poi camminano tutti sulla strada asfaltata o vanno in bici e non è facile vederli. Intorno si vedono le loro ‘case’, delle baracche dove davanti ad ognuna c’è un fuoco su cui cucinano per tutta la famiglia. Nessuno all’infuori dei due paesi principali ha l’elettricità. Arriviamo in paese per le 19 tranquillizzando il tizio del Rentabike preoccupato per il ritardo. Doccia poi a mangiare in un ristorantino dove avevamo visto mezz’ora prima arrivare il pesce fresco. Io prendo lo spada, enorme e buonissimo, Gigi l’aragosta. Rhum alla Vaniglia offerto dalla casa. Nanna.

4 settembre

A colazione oggi c’è il Pan Breton. Prendiamo la barca per Nosy Iranja, circa 1h di viaggio. Paghiamo 80.000 Ar a testa, ma il venditore si raccomanda, nel caso i compagni di gita ce lo chiedessero, di sostenere di avere pagato 100.000. Il posto è paradisiaco: una lingua di sabbia chiarissima fra due mari trasparenti. La marea poi si abbassa ed emerge un collegamento con l’isola più piccola. Il pranzo è come quello del giorno prima. Pennica, puccio e poi si riparte. Purtroppo.

Durante il ritorno avvistiamo un gruppo di balene al largo. Il capitano però non vuole avvicinarsi e le riusciamo a vedere solo da lontano. Anche da questo punto di vista lo spettacolo è emozionante e ci fa sentire molto piccoli. Finalmente arriviamo. Sprite in spiaggia per vedere il tramonto. Cena da Livornesi con filetto di Zebù, linguine al sugo di Aragosta (buone e soprattutto al dente) accompagnati da un Mojito e una Pinacolada eccellenti ed al costo di 1,5 € circa.

5 Settembre

Oggi motorino. Andiamo ad Ambondrona, la spiaggia dopo Ambatuluaka, non c’è nessuno e l’acqua è pulita. Pranziamo al ristorante sul mare: pesce alla griglia e gamberoni. Poi Profitterol con gelato al cioccolato bianco e cioccolato fondente sopra… chetelodicoafare… 58.000 Ar in due.

Prendiamo la moto e andiamo ad HellVille, ma in città buchiamo. Meno male che non è successo nella boscaglia. In un negozietto chiediamo di poter telefonare. Ci fanno pagare 1.000 Ar, non è che ti aiutino gratis. Arriva il proprietario va via con la gomma e ce la riporta riparata chiedendoci anche scusa. E’ tardi ma andiamo lo stesso ad Ambatozavaur, scendendo verso il basso su di un pezzo lungo di sterrato. Non siamo scesi ancora dalla moto che un gruppo di Beach Boys ci attornia e si offre per varie gite fra cui quella, che ci tenta, alla Riserva di Lokobe in notturna. Uno di loro, con la maglietta di Baz, continua a ripetere di non avere paura di loro. Lo dice così spesso da inquietarci, per cui ripartiamo. Peccato perché il Villaggio è molto particolare. Tornando ci fermiamo a Hellville al Supermarket, compriamo il Rhum da portare a casa poi, col buio, torniamo in hotel. Andiamo a cena da Livornesi perché l’altro posto che avremmo scelto è chiuso. Dopo cena il proprietario si siede con noi e ci racconta storie di Nosy Be e del Madagascar sottolineando prosaicamente i vari aspetti intuiti più o meno da noi durante il nostro giro. Ci salutiamo e andiamo via allegri.

6 Settembre

Arriviamo col motorino ad Andilana, sono già le 10. Oggi la spiaggia è più bella e c’è meno gente. Il mare è un pò mosso quindi non prendiamo la piroga per uscire a fare snorkeling. Poco dopo conosciamo dei tizi che hanno provato l’esperienza e sono affondati con la barca rovinando macchina fotografica, etc. Pranziamo al ristorante sulla spiaggia ma io non mangio perché ho la nausea. Pennica al sole e solito gioco coppiaitaliana-bimbimalgasci-italiauno-bandiera. Riportiamo il motorino verso le 18 quando sta venendo buio. Paghiamo l’hotel e andiamo a cena in un posto nuovo bellino, poi nanna.

7 Settembre

Colazione e poi a far lo zaino. Andiamo un paio d’ore in spiaggia poi per le 12.30 torniamo in hotel, doccia e liberiamo la camera. Lasciamo lì gli zaini. Andiamo a pranzo dal nostro amico ‘Grigliatore’ che anche questa volta non ci delude: calamari al limone, filetto i zebù con formaggio, rhum offerto.. già faceva caldo prima… in spiaggia non c’è posto all’ombra e decidiamo di frescheggiare nella piscinetta dell’ hotel, vicino ad un serpente. Alle 15.30 arriva puntuale il Taxi (25.000 Ar, quasi al metà dell’andata, previa contrattazione). Il Taxista è simpatico, ci racconta delle scuole di Nosy Be e dei campi di Ylang Ylang, ormai in mano solo a proprietari Indiani che hanno comprato la terra. Prima gli abitanti avevano caffè e canna da zucchero, ora non è rimasto loro più nulla. Il taxista si fa capire bene nel suo Francese, lo capiamo persino noi. Arriviamo in aeroporto ad attendere (per un bel po’ anche questa volta) l’aereo che ci riporterà a Tana.



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