Madagascar: l’isola primordiale!

In occasione del nostro viaggio tra le meraviglie dell'Oceano Indiano, abbiamo avuto il piacere di visitare anche il Madagascar, un paese che ci ha piacevolmente sorpreso e ci ha fatto vivere un ambiente ancora “poco turistico”, dove la natura ha un ruolo preponderante. Nonostante fosse un periodo di forte instabilità politica, abbiamo avuto...
Scritto da: Cristi T.
Partenza il: 01/03/2009
Ritorno il: 15/03/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
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In occasione del nostro viaggio tra le meraviglie dell’Oceano Indiano, abbiamo avuto il piacere di visitare anche il Madagascar, un paese che ci ha piacevolmente sorpreso e ci ha fatto vivere un ambiente ancora “poco turistico”, dove la natura ha un ruolo preponderante. Nonostante fosse un periodo di forte instabilità politica, abbiamo avuto la fortuna di poter visitare tre aree del paese piuttosto diverse e parecchio distanti tra loro, infatti il M. È composto da un territorio (isola) molto grande e da isolette.

Inizialmente abbiamo visitato l’arcipelago di Nosy Be, sulla costa nord occidentale del paese, affacciato sul canale del Mozzambico. Il clima è stato buono (era marzo), un po’ umido ma soleggiato, e c’erano pochi insetti. Le isolette di Nosy Komba e Nosy Tanikely ci sono piaciute molto. La prima è un po’ più grande ed abitata da pescatori locali, ci si arriva solo tramite barca, piccoli scafi veloci per trasportare i turisti, mentre gli isolani usano vecchie e tipiche barche di legno. Una volta approdati sulla spiaggia siamo stati accolti dai canti dei bambini, dai visi dipinti come da loro tradizione; alcuni ci hanno accompagnato lungo le vie del villaggio, caratterizzato dalla presenza di tante tovaglie e tessuti ricamati a mano appesi lungo le stradine, stupendi lavori artigianali rappresentanti animali e piante simbolo del posto: lemuri, tartarughe, pesci, palme.

A due passi dal villaggio, nella foresta, abbiamo conosciuto animali rari come i simpatici lemuri, dai musetti appuntiti e dal pelo morbidissimo – cugini (secondo noi molto più carini) delle scimmie, i coloratissimi camaleonti e delle grosse tartarughe (anche se non enormi come quelle che abbiamo visto alle Seychelles e a Mauritius). L’isola di Tanikely è più piccola e non è abitata, l’acqua del mare è azzurra e calda, a pochi metri dalla riva è possibile incontrare tanti pesci e con un po’ di fortuna, le tartarughe. Qui abbiamo mangiato il cibo locale, portato per il pic nic, con riso creolo, pesce e carne ai ferri.

Seconda tappa Diego Suarez, una località sulla costa nord est del paese. La cittadina, piuttosto decadente, è parecchio popolata e dotata di un piccolo porto commerciale. Nel golfo, che sembra essere il secondo al mondo dopo quello di Rio in Brasile e c’è anche un piccolo “Pan di zucchero”, un’isoletta dalla forma piramidale considerata sacra dai locali. In città ci hanno colpito la presenza di tante vecchie automobili francesi gialle, disponibili come taxi. Noi abbiamo optato per una emozionante escursione in 4×4 lungo la costa, alla scoperta delle bellissime spiagge semi-incontaminate. Il percorso è stato davvero da fuoristrada, in alcuni tratti l’autista è sceso con macete a tagliare gli arbusti cresciuti troppo! Premio finale, pranzo in uno dei piccoli resort affacciati sul mare, a base di riso creolo e spiedini di pesce e carne: davvero squisiti! Sulla via del ritorno abbiamo visto dei maestosi baobab e animali da pascolo.

Terza ed ultima tappa Tamatave, città multietnica e moderna, piuttosto decadente, con un grande porto commerciale e un grande mercato. Qui la disparità di disponibilità economica è evidente, i cittadini benestanti sono pochi e per le strade ci sono molti poveri che chiedono l’elemosina. Amanti del brivido e in compagnia di una fantastica amica che ha intrapreso un viaggio di molte ore per incontrarci (una giovane ragazza italiana che vive in Madagascar da qualche anno per prendersi cura dei bimbi emarginati), abbiamo visto la città seduti su un lisciò attaccato ad una bici, portata da un giovane e magro ragazzo malgascio. Ci è un po’ dispiaciuto farci portare in giro così, ma è un lavoro onesto per guadagnarsi il cibo.

In conclusione … il Madagascar ci ha conquistato con la rarità della fauna, la vegetazione lussureggiante, l’autenticità delle sue genti, la bellezza delle spiagge, ma anche con la sua povertà e voglia di stabilità politica.



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