Madagascar coi miei occhi

Madagascar con i miei occhi. Ebbene si! Dopo aver visto un servizio sul Madagascar (Nosy Be e la isole Mitio) e dopo aver letto tanti racconti di viaggio abbiamo deciso, io e Alessandro, la meta del nostro viaggio doveva essere il Madagascar: Madagascar con i miei occhi! Una settimana di vacanza destinazione Nosy Be volo AirItaly con partenza da...
Scritto da: ALCA
Partenza il: 01/09/2008
Ritorno il: 08/09/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Madagascar con i miei occhi.

Ebbene si! Dopo aver visto un servizio sul Madagascar (Nosy Be e la isole Mitio) e dopo aver letto tanti racconti di viaggio abbiamo deciso, io e Alessandro, la meta del nostro viaggio doveva essere il Madagascar: Madagascar con i miei occhi! Una settimana di vacanza destinazione Nosy Be volo AirItaly con partenza da Roma ed arrivo aeroporto di Fascene (Nosy Be).

1.Giorno) Dopo un volo di circa 9 ore siamo atterrati all’aereoporto di Fascene (Nosy Be), dove ci aspettava un pulmino per il trasferimento all’albergo “Nosy Be Hotel” distante circa una trentina di chilometri ma che sono scorsi molto velocemente perché già si cominciava a conoscere quest’isola ed i suoi incantevoli profumi. Si vedevano coltivazioni di Yang Ylang dalla cui essenza si estraggono fissanti per profumi delle più noto case profumiere. E poi ancora coltivazioni di caffè, pepe, cannella vaniglia odori veramente mutevoli ma altrettanto piacevoli. Avevamo prenotato un soggiorno in mezza pensione all’Hotel Nosy Be, e l’impatto è stato molto positivo. Il resto della giornata lo abbiamo trascorso ad esplorare i dintorni del residence: c’era bassa marea e di fronte a noi c’era l’isoletta di Tanga raggiungibile anche a piedi. Poi c’erano i ragazzi locali che hanno subito cercato di venderci i loro prodotti.

2.O giorno) Poiché era nostra intenzione di effettuare un’escursione sulla “grande isola” e più precisamente nel nord: Montagne d’Ambra, la Riserva di Ankarana e Diego Suarez ci siamo diretti a Hell-Ville per vedere se c’era la possibilità di effettuare questo mini tour. Abbiamo noleggiato un taxì che al prezzo di circa € 10 è stato a nostra disposizione per tutto il giorno. Jean, questo il nome del “driver” si fermava se aveva intravisto un camaleonte su un ramo per farcelo osservare o per raccogliere un fiore di Ylang Ylang, un rametto di fiori di caffè: veramente carino! Siamo arrivati alla capitale Hell-Ville e ci siamo messi alla ricerca di una Agenzia locale per vedere se avevano un tour di 2 giorni adatto alle nostre esigenze.. La scelta è fatta. L’Agenzia “Evasion sans frontiere” aveva quanto faceva al caso nostro ma al momento di pagare abbiamo incontrato un po’ di difficoltà con i circuiti internazionali: la carta di credito, anche se avevano l’insegna che veniva accettata non funzionava, quindi non ci restava che aspettare il pomeriggio l’apertura della Banca per cambiare i soldi. Il tempo però non era sprecato infatti abbiamo approfittato anche per conoscere la cittadina con il suo mercato delle spezie e delle bianche tovaglie ricamate che vengono appese come tante vele al vento. Mentre aspettavamo l’apertura della Banca una folla di persone con le donne che indossavano tutte il costume malgascio ci passa accanto e con nostra sorpresa ci sentiamo chiamare da una ragazza che così vestita non riconoscevamo: era la ragazza conosciuta la mattina all’Agenzia e che tornava dal funerale del padre di una sua amica. Sono bastate poche ore ma ormai eravamo come se ci fossimo sempre conosciuti: hanno proprio un senso innato dell’ospitalità. 3.O giorno) Alla mattina seguente ore 7,00 all’Albergo, come fissato, viene a prenderci la nostra guida, Thierry, per raggiungere il porto e da lì il trasferimento ad Ankify con una barca solo per noi. L’attraversamento del canale del Monzambico è molto movimentato anche se Thierry e i “marinai” dicono che è tutto tranquillo.

Il porto di Ankify è piccolissimo e subito l’autista con una 4×4 c’aspetta per iniziare il nostro viaggio. Il primo pezzo di strada per circa 20 chilometri è molto accidentato (quasi una mulattiera) e con noi viaggia anche una cugina dell’autista a cui diamo volentieri un passaggio. Il paesaggio è bellissimo: è un susseguirsi di piante del caffè, di cacao, e poi di vaniglia, di orchidee, l’albero del pane, di banane. Uno spettacolo!. Si arriva quindi ad Ambilobe, per visitare il mercato locale: chi arriva portando in testa o il riso per barattarlo con lampade a petrolio ricavate da vecchie lampade elettriche esaurite e quanto di più strano la fantasia e l’ingegno umano suggerisce di riciclare. Abbiamo pranzato nel villaggio antistante la Riserva di Ankarana e Trierry, ci ha presentato il Sindaco del villaggio, che peraltro era la guida del Parco e la moglie il gestore del “ristorante”, dove ci hanno cucinato oltre che dell’ottimo riso un buonissimo granchio e degli spiedini di zebù. L’itinerario per raggiungere la grotta dei pipistrelli e le rocce “Tgincy-Tgingy” è stato un po’ faticoso ma né è valsa la pena. Prima di arrivare a Diego Suarez quante emozioni! Abbiamo incontrato dei bambini a cui abbiamo regalato un po’ di materiale di cancelleria, magliette, cappellini, e poi il villaggio dei cercatori di zaffiri, che sembrava un villaggio disabitato ma non appena ci siamo fermati siamo stati subito presi d’assalto per farci vedere le pietre. Ancora prima di arrivare a Diego Suarez campi e campi di piantagioni di riso e poi la montagna dei francesi con i suoi baobab a forma di crocefisso. Finalmente ecco la baia, seconda al mondo dopo quella di Rio de Janeiro, arrivati a Diego Suarez, un rapido giro per la città prima che arrivi il buio (alle 17,40 è già buio pesto) e poi in albergo perché domani ci aspetta una seconda giornata molto intensa che comincerà molto presto.

4.O giorno) La giornata comincia con una sveglia alle 5,30, alle 6 colazione e poi via perché le tre baie e il Pan di Zucchero di Diego ci aspettano prima di raggiungere le Montagne d’Ambra. Che dire delle tre baie oltre ai nomi, Baia dei Piccioni, Baia delle dune e Baia di Sakarana, dove sembrava che le balene fossero li a darci il benvenuto, sarei incerta se dovessi dare loro un voto. La nostra 4×4 guidata da Alì, tutto impegnato ad imparare in due giorni più parole in italiano che poteva, si è quindi diretta verso le Montagne d’Ambra, passando per la cittadina di Jeffreville, già colonia francese ed ora molto trasandata. Qui il paesaggio varia rispetto alla Riserva dell’Ankarana è molto più rigoglioso e verdeggiante, infatti è foresta primaria e secondaria: ci sono liane, orchidee anche se non fiorite perché questa non è stagione di fioritura (n.D.R. Siamo nell’emisfero australe e per loro equivale alla stagione invernale) e quindi camaleonti, lemuri coronati, lemuri fulvus sansfordì;, raggiungiamo anche le cascate di Ankantarana prima di salutare la nostra guida del parco Nadia per raggiungere nuovamente Jeffreville dove la locanda di una signora indo-francese, Madama Ariette, ci aspetta per servirci un ottimo pranzo sotto una pergola con una apparecchiatura veramente raffinata. Viene da chiederci ma siamo in Francia o in Madagascar? Il tour volge ormai al termine e l’auto ci porta verso l’aeroporto di Diego dove dopo un volo di 15’ minuti arriviamo nuovamente a Nosy Be. Ritorniamo al Nosy Be Hotel un po’ stanchi ma soddisfatti ed appagati per quanto abbiamo visto, ora ci aspettano alcuni giorni di riposo ma anche di nuove scoperte su questa isola che non è poi tanto piccola. 5.O giorno) Ormai abbiamo scoperto che il taxì è il modo migliore per viaggiare e così ancora una volta con Jean visitiamo la distilleria dello Ylang-Ylang, l’albero sacro, il porto, Ambatoloka, che è i centro più turistico di tutta l’isola e la spiaggia di Madirokely. Ripassiamo anche dall’Agenzia per salutare Thierry che avrebbe fatto rientro a Nosy Be con un taxi brousse o taxi collettivo, ma purtroppo ci viene detto che non è ancora rientrato e che è ancora ad Ankify. D’altra parte questo taxi collettivi non hanno tempi brevi di percorso, ma dimenticavo il motto dei malgasci è “mora mora” piano piano e quindi per loro non è un problema.

5.O giorno) Dall’albergo prenotiamo un’escursione al parco marino della vicina isola di Tanikely alla quale andiamo insieme ad un gruppo di 5 spagnoli che soggiornano nel nostro stesso albergo. Sulla spiaggia s’incontrano grosse conchiglie, che per rispetto all’ambiente vengono solo fotografate ma è giusto che vengano lasciate dove si trovano. Il ritorno ci fa fare ancora un bagno fuori programma: questo mare del canale del Monzambico s’increspa veramente molto! 6.O giorno) L’ultimo giorno lo dedichiamo alla visita dalla spiaggia di Andilana, poiché nei racconti di chi ci aveva preceduto in quest’isola, si diceva che era la più bella. Sono d’accordo. Il villaggio Bravo è là anche se devo dire un pò fuori luogo in questo paradiso naturale. Nel pomeriggio abbiamo fatto visita l’abitazione di Manina ad Ambataloka, dove abbiamo portato un po’ di cose che avevamo portato dall’Italia l’insegna delle sue scuole (una paperella gialla su uno sfondo azzurro) è un po’ dovunque e quindi del materiale scolastico di cancelleria può comunque servire.

7.O giorno). Purtroppo la vacanza volge al termine ed il pulmino questa volta ci riporterà verso Fascene insieme ad una famiglia di quattro persone con due splendidi bambini, che rientrano in Italia con noi, e che lungo il tragitto ci raccontano la loro vacanza a Tarabannnja dove hanno trascorso una settimana alla Robinson Crosuè.

Durante il volo di ritorno mi ritorna in mentre la poesia di Roger Kha “La nostra isola” …Partite … Lasciate danzare il vento, lasciate cantare il silenzio, lasciate sognare l’Oceano. Ma niente malinconia è stata una vacanza davvero speciale: Grazie Madagascar! Quando: Settembre ‘08 Costo de viaggio a persona: volo + soggiorno pacchetto last minute € 990 all inclusive + escursione 2 gg € 278



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