Macinando chilometri tra Messico e Belize

Viaggio on the road alla scoperta di antiche civiltà e di splendide spiagge
Scritto da: valebra
macinando chilometri tra messico e belize
Partenza il: 21/08/2014
Ritorno il: 04/09/2014
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €

1 giorno: Cancun e Merida

Arrivati all’aeroporto di Cancun in serata, facciamo una notte al Marriott, ma solo come tappa per la partenza, dalla mattina seguente affittiamo una GOL (versione messicana della Polo) da Payless Rent Car (il più economico e ben gestito con impiegati simpatici e disponibili) e partiamo verso Merida (bel viaggetto). A Merida, abbiamo dormito al Dolores Alba Hotel, caratteristico per la struttura coloniale e giardino interno, ma non eccelle in pulizia, per una notte si può fare, 600 pesos con la colazione. A causa del jet lag, ci siamo addormentati nel pomeriggio e risvegliati alle 23:00, usciti dall’hotel ci siamo resi conto che questa cittadina incasinata e brulicante dalle 8:00 del mattino, la sera si spegne, e per trovare qualcosa di aperto a quell’ora della sera ci è voluto un pò. L’unico posto era alla piazza della cattedrale, El pastor, non proprio consigliabile, ma in caso di necessità e chiudendo un occhio… la quesadilla è buona!

2 giorno

Merida-Campeche, con una piccola deviazione al cenote San Antonio Munix, il tutto di circa un’oretta tra il fare un bagnetto veloce e ritrovare la strada per Campeche (e nel caso vi ci trovaste anche voi, non date retta al navigatore, ma per andare a Campeche proseguite per Muna e poi la carrettera Muna-Maxcanu che vi rimmette nella strada 180 per Campeche). Abbiamo dormito al Francis Drake 700 pesos con colazione, il prezzo originale è 950, ma in bassa stagione il prezzo si può un pò ridurre. Trovato per caso, dignitoso e molto pulito… consigliato senza dubbio! Piacevole e inaspettata sorpresa Campeche, pittoresca cittadina sulla costa, moderna e con casette colorate. La parte della costiera vuole assomigliare ad una cittadina europea! La via 59 é ricca di baretti e ristorantini, abbiamo mangiato all’Anchor’s 59, il pesce è buono, il prezzo anche, purtroppo per i nostri gusti, esagerano con spezie, soprattutto il coriandolo, e ci siamo dimenticati di chiedere di toglierlo! C’è un bar in fondo alla 59, davanti alla porta col cannone, un pub di pirati, frequentato solo da messicani, lo consiglio per una birretta anche prima di cena!

3 giorno: Campeche – Palenque

Per poter anticipare di un giorno il viaggio, decidiamo di andare prima ad Agua Azul e poi Palenque, bene: se doveste avere la stessa idea, sappiate che distano circa un’ora e mezza. Una volta arrivati a Palenque scopriamo che la strada per Agua Azul è ancora più avanti in direzione Ocosingo, dopo circa 20 minuti, c’è un cartello con le indicazioni per Agua Azul, 26 km, fatti 25, c’è un altro che dice che ne mancano 28! Vabbè circa 60 km in tutto, ma lo spettacolo che vi troverete davanti ne vale la pena e anche di più!

Torniamo verso Palenque e lungo la strada, la stessa dei 26+28, ci sono villaggi maya, fatti da 2 casette sul ciglio della strada. I bambini si avvicinano alle macchine vendendo qualsiasi cosa! Potrà anche capitare di incontrare un funerale strada facendo, vi fermeranno e chiederanno un’offerta per il morto, che nel frattempo è nella bara sempre sul ciglio della strada! Arriviamo a Palenche, alla ricerca del Maya Rue Hotel (molto quotato su tripadvisor) purtroppo senza successo, poiché vi accorgerete che qui non esistono numeri civici, ma solo calle che incrociano avenide, ed essendo tutti sensi unici, sbagliare un’entrata vuol dire fare giri dell’isolato più e più volte. E’ difficile anche avere una mano dai cittadini, i quali rispetto agli altri messicani incontrati, sono in po’ più restii ad aiutarti. Non che siano maleducati, ma non sono abituati ai turisti e diciamo che sembra non interessargli! Alla fine, stravolti decidiamo che ci va benissimo il Chan Kah che affaccia sulla piazza principale di Palenque, 550 pesos con la colazione, carino e camere abbastanza pulite. Abbiamo scelto di dormire al centro e non vicino alle rovine, per uscire la sera e scoprire un po’ la cittadina… a parte la piazza, il loro punto di ritrovo con bancarelle e musica, niente più! Afflitti dal non essere stati fortunati con i pasti finora, e non attratti da nessun ristorantino in questa zona a piedi, abbiamo scelto uno standard… Burger King!

4 giorno: Palenque – Calakmul

Prima di andarcene decidiamo di fare un salto veloce alle rovine di Palenque, non in programma, in vista di quelle di Calakmul… I templi sono mantenuti molto bene (anche rispetto a Chichen-Itza) ed è permesso su quasi tutti di salire fin sopra, scarpinate si, ma meritano ciò che potrete ammirare dall’alto. Abbiamo scelto di non prendere la guida, per fare una cosa più veloce, tutto sommato con le spiegazioni che troverete vicino ad ogni tempio sarà facile fare da soli! Ci rimettiamo in auto per Calakmul, facciamo una breve sosta ad Escarcega con del pollo asado al carbon. Arriviamo a Calakmul e all’imbocco della biosfera c’è il primo pagamento di 312 pesos totali per due, per i primi 20 km la strada è perfetta, asfaltata! Al secondo blocco, il prezzo è di 112 pesos totali per due, da qui sono 40 km per calakmul, ma siete nella Biosfera! Dei 40, i primi 20 km vanno abbastanza lisci, tra un tratto di lavori e l’altro, gli ultimi 20 km sono terribili, la strada è distrutta, piena di buche e purtroppo con la pioggia (al ritorno c’è stato un temporale che non permetteva di vedere a 10 cm di distanza) le prendi tutte anche con velocità al minimo possibile! Arriviamo all’entrata finalmente alle 15:30, il costo è di 28 pesos a testa, e si entra in un mondo diverso, completamente differente dagli altri siti archeologici: non esistono guide, ambulanti o chioschi per comperare anche solo acqua (mi raccomando arrivate preparati!). Dopo circa 10 minuti di cammino ci sono le prime indicazioni e puoi scegliere i 3 percorsi, ancora non abbiamo capito quale abbiamo preso noi e quali fossero gli altri, le indicazioni sono poco chiare. In ogni caso c’è un sentiero e non ci si perde! Quello che vi troverete davanti vi farà vivere un’esperienza unica, i templi ben conservati immersi nel verde e negli alberi, dimore delle scimmie che saltano da un ramo all’altro e vi faranno compagnia con i loro suoni e la loro presenza durante il percorso, anche perché a parte loro e altri animali, non c’è segno di persone. Sembriamo essere gli unici nella Biosfera! Decidiamo di salire nell’edificio 3, sembra il più alto. Arrivati in alto si gode di uno spettacolo d’eccezione a 360 gradi con vista della Biosfera fino all’orizzonte e altri templi che spuntano dagli alberi! Sapendo che il sito chiude alle 17, alle 16:45 decidiamo di cercare l’uscita, per non far aspettare il signore all’entrata. Alle 17:05 arriviamo lì e del signore non c’è traccia, ha chiuso il botteghino e ciao. La nostra è l’unica macchina, intorno a noi il silenzio… ecco magari un piccolo consiglio: cercate di non fare come noi. Vista la strada e vista la mancanza di campo al telefono, all’uscita del sito e nei 60 km che vi aspettano all’uscita, ad aiutarvi ci saranno una tarantola, un cerbiatto e una famigliola di orsetti lavatori, ed altri animali che potrete incontrare nella Biosfera, poco utili ma uno spettacolo ;-)) Erano segnalati anche dei giaguari, ma noi purtroppo o per fortuna non ne abbiamo incontrati! Giunti all’uscita cerchiamo un posto dove dormire. I primi cenni di vita si hanno nella vicina Xipujil, circa 50 km di distanza, tutta autostrada! Leggiamo le recensioni del “Hotel y restaurante Calakmul”, ci sembra il più carino e decidiamo di fermarci qui, ma l’unica stanza disponibile che hanno è una quadrupla, con 2 letti matrimoniali, 800 pesos. Cerchiamo di farci fare un po’ di sconto, visto che siamo solo in 2, ma niente da fare è incorruttibile. Per noi è l’unica possibilità, dunque accettiamo! Comprendo che la stanza era per più persone, ma per quello che abbiamo pagato mi aspettavo qualcosa di meglio. Il bagno della camera lasciava molto a desiderare e la colazione è esclusa! Vabbè, un bagno in piscina è quello che ci vuole! Decidiamo che gli 800 pesos dati sono più che sufficienti, quindi per la cena e colazione seguente, andiamo da Sabor Veracruzano, un localino con terrazza sulla strada, 5 minuti a piedi dall’hotel nel verso da cui siete venuti, pulito, cameriere molto disponibile, cibo e prezzi buoni!

5 giorno: Xipujil – Hopkins (Belize)

La prima fase del viaggio è finita e siamo pronti ad arrivare al tanto sognato Belize! In un’ora siamo al confine messicano, paghiamo l’uscita dal paese, 312 pesos in 2. 5 minuti di strada e siamo alla frontiera beliziana. Qui c’è una trafila da fare, non sapendo esattamente cosa e dove, ci avviciniamo alla frontiera, un ragazzo “il porter” ci spiega che la prima fase è tornare indietro con la macchina, andare ad una casetta vicina bianca e fare la fumigation (un ragazzetto con la maschera anti gas vi spruzzerà una sostanza intorno alle ruote della macchina). Si paga 10 dollari beliziani (circa 3 euro), paghiamo in pesos non avendo ancora la nuova moneta. Per la seconda fase si torna davanti alla frontiera. Sulla dx si lascia la macchina, si prendono valigie e borse e si entra a piedi alla frontiera (il porter è sempre lì che ci da le dritte e ci porta i bagagli). C’è lo sportello dove ci verrà controllato il passaporto. Chiesto che lavora si fa, facciamo una bella foto! Poi controllo macchina, una serie di domande a raffica… da dove vieni, cosa fai qui, dove vai, in che albergo, ecc ecc, targa, anno e numero del telaio della macchina (purtroppo nella stampa fatta al CAR rental mancavano un paio di cifre, quindi cercate di avere tutto per non fare mille giri). Macchina ok…. avere il foglio del permesso del CAR Rental a portare la macchina in Belize agevola molto. Poi si passa al controllo bagaglio, fortunatamente a noi hanno solo chiesto cosa avevamo dentro, se avevamo sigarette e ce la siamo cavata così. Ad altri ha fatto aprire tutto! Ultima fase: il passeggero va a piedi, con il porter al seguito che porta i bagagli e passa la frontiera, il guidatore torna all’auto e da solo passa la frontiera con la macchina, chiederanno se si ha cibo, apriranno bagagliaio e via, entrambi siamo in Belize! Il porter ovviamente vorrà la mancia e se gli darete pochi pesos (40 nel nostro caso) si scoccierà visibilmente (ma anche chi se ne frega!). L’assicurazione della macchina affittata in Messico copre solo questo paese, dunque appena entriamo 300 metri avanti c’è una casetta bianca per fare l’assicurazione per il Belize, per 7 gg è la più economica, 29 dollari beliziani (11 euro). Passiamo per Corozal, Orange Walk, scendiamo più giù di Belize City e ci dirigiamo a Hopkins, dal confine circa 4 ore (escluse le fermate). Ci siamo fermati a mangiare lungo la strada alla “caseta del’amor”, indicata sulla Lonely, gestita da un gentile signore, portatore di handicap motorio che ci accoglie, anche se il cibo così ben raccontato non era all’altezza. La casa però vale la fermata, così unica col suo stile da favoletta. Arriviamo in questo piccolo villaggio circa alle 17, a questo punto del viaggio ci vogliamo riposare un pó e il mare è la nostra meta. Abbiamo scelto Hopkins, a seguito di una ricerca sui vari consigli di viaggio, perché non turistico, più reale e caratteristico rispetto ai Cayos! Purtroppo anche condizionati da alcune letture sulla sicurezza di Belize City, Dandriga e Placencia ci imbattiamo in Greg, il proprietario del Hopkins inn, 3 cabanas sulla spiaggia, scelto per la nostra sosta qui… Purtroppo ci dice che è chiuso, che siamo in periodo di bassa stagione e quasi tutti i locali, alberghi e cabanas sono chiuse. Ci spiega che in questo periodo la spiaggia non è al massimo della sua bellezza, ci sono alghe che dimorano sulla riva e nell’acqua… ci scontriamo con la realtà, è tutto vero! Ovviamente ci prende un po’ di sconforto, tutte le ore di viaggio e le aspettative… ma il giorno dopo saranno un po’ passate! Troviamo disponibilità e mille attenzioni al “Tipple Tree Beya”, più a sud, e abbiamo il piacere di conoscere il proprietario Doug: viene dal New Jersey, ed è una persona squisita!! Ha costruito queste bellissime e semplicissime capanas sulla spiaggia, paghiamo 100 dollari beliziani a notte, consigliato senza alcun dubbio!

La mattina ci svegliamo sulla spiaggia, che Doug ha ripulito alla perfezione per noi, e scopriamo le bellezze di questo villaggio. E’ vero, il periodo è sbagliato, molti ristoranti sono chiusi ma con un po’ di pazienza troviamo Iris’ place, un ristorantino vicino al tipple tree, gestito da Maria, una donna sud africana piena di vita. La sua cucina (un misto di centroamericano ed europeo) è meravigliosa, i suoi chichen burritos sono un must!! Rimaniamo in questo paradiso dimenticato per 3 notti!

8 giorno: Hopkins – Mahahual

A malincuore lasciamo Hopkins e torniamo in Messico, al rientro sarà tutto più semplice per passare la frontiera! Le ore di viaggio sono tante, ma noi siamo preparati, arriviamo a Mahahual alle 17 circa… e qui ci prende un colpo, se Hopkins era un paradiso dimenticato, Mahahual era dimenticata punto! C’è un vento fortissimo e non c’è nessuno per strada, i ristoranti sul malecon chiusi… ci rendiamo conto che sentiamo la mancanza di un pò di vita, e decidiamo di non fermarci ma di fare un sacrificio un più e proseguire verso Tulum! Da qui in poi ci dobbiamo dimenticare il Messico conosciuto prima, siamo nel posto più caro di tutto lo Yucatan! Eravamo stati qui 2 anni prima e abbiamo notato che i prezzi sono aumentati, e la cittadina carina e ancora naturale che era, sta diventando una piccola Cancun! Il tempo non ci assiste e diluvia per 2 giorni

10 giorno: Tulum – Playa del Carmen

Ci avviciniamo alla fine e ci avviciniamo anche alla città di partenza! Fortunatamente troviamo una camera in una zona poco turistica ma vicino al centro e alla spiaggia (“gli Appartamenti di Melissa”). Per notte sono 300 pesos, camera semplice, ma molto pulita. Antonio, il proprietario, è un signore italiano molto disponibile! A Playa del Carmen non può mancare una visita al miglior ristorantino di tutto il Messico, per noi ovviamente, “El Fogon”, e al suo taco loco (un taco enorme con vari pezzi di carne asada e formaggio, squisito)… per 2 sere di seguito!

13 giorno:Playa del Carmen – Isla Mujeres

Ci fermiamo all’hotel prenotato a Cancun per lasciare i bagagli e ci dirigiamo al Puerto Jarez. Consigliamo per il tragitto la barca di gran puerto Cancun (ultramar) per arrivare a Isla Mujeres, costa un po’ di più (149 pesos andata e ritorno per persona) ma parte ogni 30 minuti e soprattutto fino a tardi la sera, per godersi lo splendido tramonto sull’isola!! L’isola vive di turismo e tutto gira intorno a questo, ma al livello di spiaggia e acqua del mare abbiamo raggiunto il top!! L’acqua è cristallina e la sabbia bianchissima….uno spettacolo! Playa Norte è una delle migliori spiagge da questo punto di vista!!

14 giorno Cancun

Ultimi acquisti a Cancun e la sera si parte, ovviamente senza qualche imprevisto prima! Ci ferma un poliziotto ad un semaforo, dicendo che eravamo passati con il rosso (non vero eravamo fermi!), ci “ricatta” dicendo che si sarebbe tenuto la patente e noi l’indomani saremmo andati a riprenderla, gli spieghiamo che non può andare così, la stessa sera abbiamo il volo!! Dopo un po’ di tiritera, ci dice “cuanto”? Noi facciamo finta di non capire, anche per non cedere subito…la patente la teneva ancora lui e purtroppo la sua parola sarebbe valsa di più…gli mettiamo dentro ad un foglietto di carta il corrispettivo di 20 euro e tutti felici e contenti (noi un po’ meno, non per i soldi ma per la disonestà!!) Si riparte con la certezza di tornare… magari tra qualche tempo!

Buon viaggio!

Valentina & Andrea



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