Macao meravigliao
Finalmente a Macao
Al terzo viaggio a Hong Kong finalmente riesco ad andare a Macao, dove per mancanza di tempo o per sottovalutazione non ero ancora stato.
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A Macao si arriva facilmente con i catamarani veloci della Turbo Jet che partono ogni 20-30 minuti dal Macau Ferry Terminal di Hong Kong, vicino alla stazione MTR di Sheung Wan. La corsa costa 300 HKD in Superclass e 150 in Economy (30 – 15 €) e dura 1 ora. Di sera e di notte si paga un supplemento del 10%. Serve il passaporto perché tra Hong Kong e Macao c’è frontiera, ma le formalità doganali si sbrigano in due minuti. Se poi uno ha proprio tanta fretta, dal ferry terminal ogni mezz’ora si alza in volo un elicottero che porta a Macao in 10 minuti.
A Macao c’è una moneta ufficiale che si chiama “pataca”, che è del tutto equiparata alla valuta di Hong Kong. Però se vi danno delle patacas come resto cercate di spenderle, perché a Hong Kong sono restii ad accettarle. Oppure, come ho fatto io, ve le riportate in Italia come souvenir.
Macao 澳門
Macao è una ex-colonia portoghese restituita alla Cina da un accordo siglato nel 1999 tra Portogallo e Cina, che la dichiarava Regione Amministrativa Speciale (SAR). Come nel caso di Hong Kong, questi accordi prevedono per il territorio di Macao un alto grado di autonomia per 50 anni, quindi fino al 2049.
Si tratta di un piccolo territorio costiero (meno di 30 km²) che si affaccia sul mar Cinese meridionale. Del territorio fanno parte la penisola di Macao e due isole, Taipa e Coloane, che oggi sono collegate alla terraferma da tre lunghissimi avveniristici ponti autostradali. A loro volta le due isole, una volta separate, oggi sono unite tra loro perché l’istmo che le separava (striscia di Cotai) è stato bonificato e ci hanno edificato enormi complessi alberghieri e centri commerciali con annessi casinò.
La vita a Macao scorre tranquilla. C’è un abisso tra il caos e la frenesia di Hong Kong e i ritmi lenti che si percepiscono subito qui. Qui c’è meno traffico, c’è più verde, non ci sono tutte quelle formichine in perenne movimento che brulicano a Hong Kong. Non per niente Macao è il secondo paese al mondo per aspettativa di vita, con 84 anni e mezzo.
La zona coloniale e i casinò della zona moderna
Macao si presenta oggi al turista con due immagini ben distinte: da una parte la città vecchia con la zona storica, piena di richiami al passato coloniale e alla dominazione portoghese, dall’altra parte la città moderna, dove spuntano come funghi mega-alberghi di dimensioni esagerate pronti ad ospitare i giocatori di azzardo nei casinò.
Le guide turistiche tendono a parlare solo della prima faccia della città, enfatizzando gli edifici storici di Macao e Taipa, ma la parte moderna è spettacolare e sorprendente e alla fine è molto probabile che vi ritroviate più attratti da questa che non dalla old city.
Macao moderna: come e più di Las Vegas
L’attività principale di Macao è il gioco d’azzardo. Dopo la cessione alla Cina, Macao si è trasformata in una sorta di Las Vegas d’Oriente, pronta ad accogliere e incentivare la passione dei cinesi per il gioco d’azzardo. Il lungomare sulla terraferma e la striscia di Cotai verso Taipa sono stati occupati da giganteschi alberghi destinati ad ospitare i giocatori provenienti da Hong Kong, Cina, Singapore, Giappone, Kuala Lumpur, Brunei. Soprattutto dalla Cina: quasi il 90% dei giocatori sono cinesi. Il volume d’affari del gioco è enorme: secondo gli ultimi dati i proventi del gioco d’azzardo a Macao sono nettamente superiori a quelli di Las Vegas e ogni tavolo da gioco della città asiatica genera un profitto 10 volte maggiore rispetto alla città americana.
All’arrivo a Macao, appena usciti dal ferry terminal, lasciate perdere le offerte di tour organizzati che vi spillerebbero quattrini inutilmente e dirigetevi verso il bus terminal. Ogni hotel-casinò ha delle navette gratuite che teoricamente dovrebbero servire per trasportare i giocatori, ma in realtà sono normalmente utilizzate da tutti. Scegliete uno shuttle a caso e salite, nessuno vi chiederà il biglietto.
Gli immensi alberghi-casinò sono un’attrazione. Quelli più spettacolari e famosi, che non potete perdere, sono il Lisboa, il Grand Lisboa, il Wynn (a Macao city) e il Venetian e il Galaxy (a Taipa). Su alcuni shuttle vengono fornite gratuitamente delle fiches-omaggio per giocare nei casinò. Se lo fate, cercate di limitarvi a esaurire solo quelle e di resistere a tentazioni più impegnative, perché se vi mettete a giocare il rischio di perdere tanti soldi in poco tempo è certamente maggiore di quello di guadagnare qualcosa con inaspettati colpi di fortuna. Inoltre, le sale da gioco sono piene di marpioni che sono lì apposta per spennare gli sprovveduti neofiti del gioco.
Nei casinò si può entrare anche solo per gironzolare tra i tavoli da gioco e curiosare, con qualche piccola avvertenza: non sono ammessi bermuda e infradito, bisogna togliersi il cappello e non è assolutamente consentito scattare foto. Se lo fate, nella migliore delle ipotesi un addetto del servizio di sicurezza vi bloccherà al volo e vi obbligherà a cancellare tutti gli scatti eseguiti all’interno della sala da gioco. Nella peggiore delle ipotesi, dovrete consegnargli la X-card e così perderete anche tutti gli altri scatti di viaggio che avevate memorizzato. Le foto di giocatori che trovate allegate a questo diario sono state scattate dalle scale mobili del Venetian, da dove per qualche secondo si riesce ad avere una visione all’interno delle sale da gioco.
Gli spettacolari alberghi e i casinò della nuova Macao
La parte nuova di Macao è strabiliante. Sia chiaro: tutto quello che vedete qui è scenografia, spettacolo allo stato puro, che ha la sola funzione di colpire e attrarre il visitatore per trasformarlo in frequentatore dei casinò. Ma gli spettacoli di movimenti, luci e colori che vengono offerti dai mega-hotel sono eccezionali e lasciano a bocca aperta.
L’hotel-casinò Lisboa rappresenta la tradizione, ed è quello più famoso. Fino all’inizio del 2000 era l’unico casinò di Macao, poi con la progressiva trasformazione della città in centro di gioco e di piacere ne sono sorti altri un po’ ovunque nel territorio. Oggi a Macao ci sono una trentina di casinò, tutti aperti 24 ore su 24 e tutti pieni di giocatori. Il Lisboa oggi è alquanto demodé e rischia di essere offuscato dal vicino Grand Lisboa, le cui dimensioni imponenti quasi lo nascondono e lo schiacciano. Ma gli interni del Lisboa, i corridoi con i quadri alle pareti, gli specchi e gli stucchi, emanano ancora un fascino vintage inconfondibile.
Vicino al Lisboa c’è il Grand Lisboa, enorme struttura a forma di fiaccola (secondo alcune guide) o di palma (secondo me) alta 261 metri con 52 piani, che ne fanno il 118mo edificio più alto al mondo. Oggi il Grand Lisboa è l’immagine-simbolo del cuore di Macao, quella che si trova su tutti i dépliant turistici e sui siti web.
Sempre in questa zona c’è il Wynn, sorto da poco ma già molto famoso per il suo spettacolo di fontane luminose danzanti, con corollario di bombe di fuoco, che dalle 11 di mattina fino a notte viene proposto ogni 15 minuti nel “Performance lake”, un vasto laghetto artificiale creato nello spiazzo tra il Wynn, il Lisboa e il Grand Lisboa. Uno spettacolo eccezionale soprattutto di notte, quando musica, luci e colori si fondono in una scenografia davvero suggestiva. Chi è stato a Las Vegas troverà una evidente somiglianza con le fontane danzanti del Bellagio Hotel sulla strip, solo che la scenografia offerta da queste del Wynn le supera abbondantemente per spettacolarità.
Nella striscia di Cotai, verso Taipa, c’è il Venetian. E’ l’hotel-casinò più grande di tutti. Qui, obiettivamente, il kitsch e la pacchianeria impazzano. Una struttura mastodontica, molto ma molto più grande di qualunque cosa possiate avere visto a Las Vegas, incluso ovviamente l’omonimo Venetian americano. E’ una vera e propria città costruita per il gioco e lo shopping. Sotto un finto cielo azzurro con finte rondini svolazzanti, su un’area di 50.000 m2 i cinesi hanno riprodotto Piazza san Marco con il campanile, il palazzo ducale, il canal Grande, calli e campielli, aggiungendoci duecento negozi aperti 24 ore (con tutti i marchi italiani più famosi), 3000 camere d’albergo, 3400 slot machines e 800 tavoli da gioco. Non hanno saputo trattenersi dal metterci anche un fantomatico canale Marco Polo e dei giullari in maglietta a righe da gondoliere. Per colmo, hanno piazzato in giro qua e là anche dei dinosauri preistorici di cartapesta a grandezza naturale che c’entrano come i cavoli a merenda: devo ammettere che un inatteso tyrannosaurus rex sbucato da un vicolo mi ha fatto prendere un colpo. Frotte di cinesi fanno la fila per fare il giro in gondola sui finti canali, su gondole condotte da improbabili gondolieri e gondoliere dagli occhi a mandorla che cantano “O sole mio” e “Volare”. Anzi, “Volale”, visto che la erre proprio non gli viene.
A lato del Venetian vedrete stagliarsi i due blocchi paralleli del Galaxy, che è l’altro grande hotel-casinò di Taipa. Ricorda vagamente il Monte Carlo di Las Vegas. Lo si individua facilmente grazie alle 6 cupole che si trovano sulla sommità. Tutte e 6 sono laminate con oro 24 carati, in quantità sufficiente da ricoprire 80 campi di calcio. Quattro cupole sono alte 15 metri e le altre due 24 metri. Dalle cupole d’oro quando fa buio ogni 15 minuti un sistema laser proietta nel cielo fasci di luce colorata (“Galaxy Laserama”).
All’interno del Galaxy ci sono degli spettacolari giochi di luce che meravigliano e quasi ipnotizzano i visitatori. Uno è detto “Fortune diamond” (diamante della fortuna): è una combinazione di raggi luminosi e giochi d’acqua in rotazione e fluttuazione dal basso verso l’alto. Dalla fontana rotante a un certo punto sorge un gigantesco diamante che sale fino alla volta del salone. E’ una metafora che vorrebbe significare fortuna e prosperità per gli osservatori. L’altro si chiama “Wishing crystals” (cristalli del desiderio), ed è basato su un trasferimento di colori attraverso strutture prismatiche che galleggiano su una piscina. I cristalli sono dotati di sensori di movimento che attivano effetti visivi speciali quando una persona cammina vicino. Quando tutti i cristalli sono attivati, delle allegorie simbolo di buona fortuna lampeggiano dai cristalli e si riflettono nell’acqua.
Il Galaxy ha un servizio di 8 shuttle-bus che raggiungono quasi tutti i punti più importanti di Macao, inclusa Old Taipa, e siccome anche questi sono gratis conviene approfittarne per gli spostamenti e lasciar perdere i taxi.
Questi che ho descritto sono solo alcuni degli hotel-casinò che si incontrano visitando la parte moderna di Macao. Altri famosi sono il Rio casinò, il MGM, la Casa Real, il Mandarin Oriental, il Rising Star, il Sands Macau.
La vecchia Macao
La parte vecchia di Macao è divisa in due zone: old Macao e old Taipa village. Entrambe si girano facilmente a piedi. La parte vecchia sulla penisola è quella più ricca di edifici e vestigia del passato coloniale. Le zone più famose e più frequentate sono Largo do Senado, una bellissima piazza con fontana e edifici coloniali con scritte in portoghese, le Ruinas de São Paulo in cima a una scalinata, cioè la facciata barocca che è tutto ciò che rimane di una chiesa distrutta da un incendio nel 1835, la Forteza da Guia da cui si domina tutta la città, la gialla chiesa di São Domingos, ma un po’ tutte le vie e le piazze della vecchia Macao sono piene di fascino e danno l’idea dell’antico splendore che ci doveva essere sotto la dominazione portoghese.
È davvero un piacere passeggiare per le stradine del centro storico osservando il contrasto tra le scritte bilingue in portoghese e in mandarino (il cinese tradizionale che ancora si parla qui e a Hong Kong). In questo dedalo di viuzze si ritrova l’anima della città, che è un’incredibile mescolanza di elementi lusitani ed autoctoni. Così troverete il “candeeiro” (fabbricante di candele), il “padeiro” (panettiere), la pastelaria (pasticceria) Koi Kei, la “Ourivesaria (gioielleria) Princesa Chow Sang Sang”, la “Venda de bolinhos Kuong Hu Tai” in un evidente contrasto linguistico, retaggio del connubio tra i dominatori portoghesi e la popolazione locale cinese. Se riuscite a resistere alla calura e all’umidità (33° C con l’80% possono creare qualche problema), la passeggiata per il centro storico vi regalerà una miriade di scorci caratteristici. Osservate i nomi delle vie scritti sulle piastrelle di azulejos bianche e azzurre. Troverete Rua da Tercena, dove si concentra una moltitudine di antiquari. Nei dintorni, su Rua dos Ervanários e Rua de Nossa Senhora do Amparo si aprono negozi di mobili d’epoca cinesi, manufatti in giada, oggetti rituali, gabbie per uccelli, aquiloni e altri prodotti tipici. Cercate la via dove c’erano i bordelli, maliziosamente nominata Rua da Felicidade (un nome un’aspettativa), è lì vicino.
Riguardo alla sicurezza nessun problema, e se avete la macchina fotografica potete scattare foto anche all’interno dei negozi e degli opifici senza che nessuno ci faccia caso.
Old Taipa (Tam Chai in mandarino) è più piccola, ma conta numerose chiese barocche e templi, oltre a qualche isola di verde che concede un attimo di refrigerio. Inoltre, a Taipa si trovano i ristoranti tradizionali più famosi.
I ristoranti del centro storico
Chiaramente, ognuno dei grandi hotel-casinò di Macao ha una serie di ristoranti all’interno, e se uno vuole può mangiare lì. Non sono neanche particolarmente cari.
Ma così facendo si perdono i piaceri e i sapori che vengono offerti dai ristoranti tradizionali portoghesi che si trovano nella vecchia Macao e soprattutto a Taipa e Coloane. Ne cito alcuni: Pinocchio, da Antonio e O Manel a Taipa, Fernando’s a Coloane, A Lorcha e Alfonso III nella vecchia Macao. Troverete specialità eccezionali, soprattutto a base di pesce: pesce del giorno nella caratteristica cataplana portoghese, soufflé di sardine, zuppa di mariscos, la “casquinha de caranguejos” (pasticcio di granchi) e ovviamente il bacalhau proposto in diversi modi, tradizionale o con rivisitazioni all’orientale.
Io ho mangiato al ristorante da Antonio a Taipa, che è quello più famoso ed è persino citato dalla guida Michelin. Atmosfera rilassante, interno con sedie di pelle, tavoli di legno laccato e azulejos alle pareti. Tra le tante prelibatezze ho scelto il “Bacalhau Assado à Lagareiro no Carvão com Batata a Murro e Grelos Salteados”: neanche a Lisbona avevo provato un bacalhau tanto buono. Alla fine del pranzo, il titolare del ristorante Antonio Neves Coelho ha voluto salutarmi di persona e si è intrattenuto un po’ con me, forse sorpreso dal fatto di avere un cliente che ha pasteggiato con vinho verde e per finire ha chiesto un bicchierino di porto reserva. Evidentemente i cinesi che frequentano il suo ristorante hanno altri gusti. Il conto è stato all’altezza del pranzo (800 patacas, circa 80 €), ma devo dire che valeva la pena. L’unico problema è stato, all’uscita dal ristorante, doversi ributtare nell’afoso pomeriggio di Macao, che alle 4 e mezza voleva dire 35° C con un tasso di umidità da record.
Altre cose da vedere
Ci sono molte altre cose da vedere a Macao. Quelle che elenco sono solo alcune.
– la Macau Tower. E’ alta 338 metri. In cima c’è un piano di osservazione con veduta panoramica, ristorante, teatro, shopping e passeggiata su pavimento trasparente con visione del traffico 300 metri più in basso. All’altezza di 233 metri c’è una piazzola per il bungee jumping da dove volendo vi potete buttare. La torre è usata anche per telecomunicazioni e broadcasting.
– la City of Dream. E’ un complesso di quattro torri con dovizia di shop e casinò, ma soprattutto con proposta di diversi spettacoli dove il “vedo-non vedo” la fa da padrone.
– il Canidrome. Un cinodromo dove si svolgono corse di levrieri magrissimi e velocissimi, alle 19.30 del lunedì, giovedì, sabato e domenica. Scommesse a go-go anche qui.
– Coloane (Lo Wan in mandarino). E’ la seconda parte dell’isola di Taipa, dopo la Cotai Strip. E’ quella più lontana dai maggiori centri di interesse, il che la salvaguarda un po’ dai cambiamenti in atto nel resto di Macao.
Macao by night
Come si può facilmente immaginare, la vita notturna di Macao è intensa e frenetica. Col buio le strade, le piazze, gli ingressi degli hotel si accendono di una fantasmagoria infinita di luci al neon multicolori e effetti speciali vari. Spesso ci sono i fuochi artificiali.
In molti alberghi o in sale apposite ogni sera si svolgono spettacoli uno più bello dell’altro, che combinano giochi trompe-l’oeil e forza fisica. Cercate di vederne almeno uno. Notevoli il Dancing Water Show, uno spettacolo tutto sull’acqua che si svolge due volte al giorno nella City of Dream, e quello dell’hotel Wynn, che si chiama “Taboo” (il nome è già un programma).
Mentre decidete quale spettacolo vedere, guardatevi intorno: a una certa ora le hall degli alberghi si popolano di una moltitudine di bellissime ragazze sbucate da chissà dove. Tutte uguali, tutte con la minigonna, tutte magrette, tutte con la carnagione bianchissima, tutte in precario equilibrio sopra 15 cm di tacco. Cosa ci fanno lì? Forse hanno il compito di consolare i giocatori più sfortunati, oppure di condividere le gioie di quelli che hanno vinto qualcosa.
Casinò, bordello o ex-colonia portoghese?
C’è da chiedersi quale sia la vera identità di Macao, ammesso che ci sia una sola vera identità. Una città-casinò in cui tutto è finalizzato al gioco d’azzardo? Un luogo turistico per chi vuole ammirare le vestigia del passato coloniale portoghese? Forse una città in cui tutto è permesso e finalizzato al piacere del visitatore… Macao oggi è un insieme di tutte queste cose. Per il futuro non è difficile ipotizzare un impulso allo sviluppo di tutto ciò che è collegato con i casinò dove cinesi e vicini si riversano a frotte. Offerte di piacere e sesso in prevedibile espansione, assieme alla proliferazione delle sale da gioco. Speriamo che il passato non venga dimenticato e soffocato, come purtroppo accade già in altre parti della Cina.
Un consiglio per le signore e uno per gli uomini
Due consigli per finire questo diario.
Uno per le signore: non lasciate soli per troppo tempo i vostri uomini a Macao. Diciamo, per non più di 10 minuti.
Uno per gli uomini: provate a uscire dai soliti percorsi turistici e dalle sale da gioco, e fate un giro all’hotel Golden Dragon o al Golden Tree, poco lontano dal ferry terminal. Entrate, tenete gli occhi bene aperti e drizzate le antenne. Non aggiungo altro.
Macao da non perdere
In conclusione: Macao è una meta da non perdere. Godetevi gli spettacoli di luci e colori degli hotel-casinò. Fate una puntata al baccarà, se vi va di rischiare. Fate un giro per il centro storico di Macao e Taipa. Pranzate almeno una volta in un ristorante tradizionale portoghese.
Questa città è uno di quei posti che bisogna vedere, come tutto ciò che per bellezze naturali, cultura o scenografia contiene eccezionali motivi di interesse per il visitatore. Vedrete che alla fine ne rimarrete colpiti e affascinati. Magari vi verrà voglia di tornare, per una ragione o per l’altra…
Grazie per avere letto questo diario.
Luigi
Luigi.balzarini@tin.it