Ma va… in Cina

Cosa succede quando segui un consiglio
Scritto da: Frizza
ma va... in cina
Partenza il: 12/09/2013
Ritorno il: 21/09/2013
Viaggiatori: 1
Spesa: 3000 €
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Spesso quando qualcuno vuole mandarti a ‘quel paese’ è probabile che ti dica “ma va in Cina”. Nel tempo la Cina è entrata nell’immaginario di tutti come il posto più lontano che ci possa essere. Forse un retaggio dell’impresa di Marco Polo? Ebbene un giorno dopo l’ennesima volta che mi sono sentita dire “Ma va in Cina” vengo fulminata e penso “Perchè no?”.

Visto che le idee migliori sono quelle che mi arrivano all’improvviso e non mi lasciano più, prendo in mano il programma dei viaggi dell’associazione culturale che seguo e vedo che a settembre si organizza un viaggio in Cina, itinerario Shanghai, Xi’an e Pechino.

Il programma prevede un viaggio di 10 giorni, partenza il 12 settembre e rientro il 21 settembre.

Così il 12 settembre mi trovo assieme ad altri 16 sconosciuti compagni di viaggio in partenza da Venezia diretti a Francoforte per il cambio per poi affrontare le 11 ore di volo per Shanghai. E’ la prima volta che affronto un volo così lungo e di notte e devo dire che è stato meno pesante di quello che pensavo.

Il 13 settembre atterriamo a Shanghai ore 16 locali e ad accoglierci c’è il tempo peggiore che si possa immaginare. Una letterale pioggia di fulmini si abbatte sulla città, il traffico è inteso e le strade in molti punti sono allagate, c’è gente che cammina con l’acqua alle ginocchia e motorini fermi, in qualche modo mi ricorda Venezia durante l’acqua alta. Il resto della giornata passa tra la sistemazione in hotel e riposo, dal giorno dopo si comincia a fare sul serio.

Premetto che durante questo viaggio ho notato che nelle città, sono sopravvissuti veramente pochi quartieri vecchi, molti sono stati smantellati per fare spazio a nuove strutture. Lo spazio in città è poco e la densità della popolazione è altissima. Però grazie allo sviluppo del turismo e ad una nuova presa di coscienza si sta cercando di salvare e conservare le vecchie strutture architettoniche. Molti potrebbero essere delusi dal trovarsi circondati da condomini e grattacieli, c’è chi ha detto che i grattacieli può vederli a New York ma non dimentichiamo che la Cina è un paese che tende al futuro.

14 settembre

Sveglia presto, si parte verso la zona vecchia della città per la visita del giardino del Mandarino Yu che è un esempio di giardino in stile antico cinese.

Entrando nel vecchio quartiere mi assale un senso di stordimento. Un forte odore pervade le vie ed è un misto tra cibo e fogna. Non piove ma è molto afoso ci sono più di 30 gradi, c’è un gran via vai di gente, i negozi vendono di tutto. Le costruzioni sono splendide, il bianco e gli intarsi di legno la fanno da padroni e i tetti finisco con le tipiche punte all’insù.

Entriamo nel giardino attraversando un tipico ponte a zig zag che è un accorgimento anti-spiriti, che secondo la tradizione camminano solo in linea retta.

All’ingresso del giardino attraversata la porta ci si trova subito la strada sbarrata da una grande pietra, questa ha la funzione di non far uscire dal giardino l’aria buona e l’energia positiva.

Il giardino al suo interno è un capolavoro di piccoli angoli, dove l’immaginazione può spaziare e la mente trovare ristoro. E qui la macchinetta fotografica comincia il suo duro lavoro che l’attenderà per tutto il viaggio.

All’uscita del giardino ci viene lasciato un po’ di tempo libero, qui le persone cominciano a lanciarsi nei primi acquisti. Parola d’ordine contrattare fino allo sfinimento.

Dopo la pausa si riprende la visita diretti al tempio del Buddha di Giada. L’attrazione principale di questo tempio sono due statue di Buddha completamente scolpite in grandi blocchi di Giada. Più che le statue di giada mi colpiscono le statue di alcuni personaggi che vengono venerati, alcune hanno l’aria davvero terrificante solo che non sono demoni ma protettori.

Si passa al pranzo, primo vero approccio con la cucina cinese. La tavola è dotata del tipico vassoio girevole dove vengono appoggiati i piatti comuni con le pietanze. Siamo un po’ perplessi dalla grandezza dei nostri piatti, davvero minuscoli, ma ci spiegano che i cinesi non usano il piatto come noi. Il piatto non viene riempito con il cibo ma viene solo usato per appoggiarci gli scarti. Niente da fare le nostre abitudini vincono e i poveri piattini vengono a più riprese riempiti.

Mi avventuro all’uso delle bacchette e con mia grande soddisfazione riesco a mangiare senza far volare il cibo in giro.

Per digerire si fa una breve passeggiata lungo il Bund, per ammirare da una parte i vecchi palazzi risalenti a fine dell’800 e inizi ‘900, mentre sull’altra riva svettano i famosi grattacieli del Pudong che rappresentano la famosa skyline di Shanghai.

Il tempo minaccia pioggia ma ci dirigiamo verso il museo di Shanghai. L’entrata è gratuita e molta gente fa la fila visto che è sabato. Qui, tra le altre cose, vengo in contatto finalmente con i mitici vasi cinesi. Nonostante i secoli i colori mantengono la loro brillantezza, gli azzurri, i verdi, i rossi risaltano sul bianco della ceramica e sembrano stesi il giorno prima.

La giornata si conclude assistendo ad uno spettacolo del circo acrobatico. I giovani acrobati sono degli straordinari artisti che sanno coinvolgere tutto il pubblico.

15 settembre

La sveglia è ad un’ora che mi pare inumana visto che sono in vacanza, ma dobbiamo prendere l’aereo per trasferirci a Xi’an ed il tempo qui è prezioso.

Nonostante siano le 5 di mattina c’è già molta gente in giro. Chi pulisce le strade, chi si avvia al lavoro. I cinesi mi ricordano un formicaio, tutti sono in movimento intenti a fare qualcosa.

Atterriamo a Xi’an in tarda mattinata. Sono molto incuriosita da questa città che è stata la prima capitale dell’impero cinese e famose sono le sue mura ben conservate. Siamo qui principalmente per vedere il famoso esercito di terracotta ma la città offre molto di più.

Appena incontriamo la guida ci propone di fare visita, non prevista, al museo Hanyanglin dov’è conservato quello che loro chiamano il “grazioso esercito di terracotta”. Il museo non è molto frequentato dai turisti e quindi la visita è ancora più piacevole.

Questo museo nasce dal ritrovamento di una tomba imperiale. Gli imperatori usavano essere sepolti assieme alle raffigurazioni in terracotta di tutto quello che potevano avere bisogno nell’aldilà, in tombe che poi venivano ricoperte da terra creando così delle colline artificiali quasi piramidali. E’ impossibile non vagare con il pensiero alle tombe egiziane.

Il museo è sorprendente. Ci sono migliaia di statuette, cani, maiali si alternano a concubine, danzatrici, cortigiani e funzionari. Sono stati ritrovati riproduzione di carri trainati da 4 cavalli, addirittura scheletri di rinoceronte! Rimane ancora molto da scavare aspettando che un giorno ci sia una tecnologia che permetta di portare alla luce le meraviglie del passato senza correre il pericolo di danneggiarle.

Al momento non resta che far lavorare la fantasia.

Dopo pranzo si passa al museo di Xi’an. Tra la moltitudine di reperti mi colpisce la statuetta di una cortigiana che sicuramente sarebbe molto piaciuta a Botero.

All’uscita dal museo si passa ad una visita veloce alla pagoda della piccola anatra selvatica che si trova lì vicino. La pagoda è molto antica e svetta per 40 metri sulle nostre teste. Ai suoi piedi vengo attratta da un piccolo muro di legno sul quale vengo appesi tanti foglietti rossi, mi spiegano che sono desideri.

Per la sera ci viene proposto di fare un giro per la città.

La città di sera cambia abito e diventa sfavillante. Con abili giochi di luci vengono messi in risalto vari monumenti della città. Percorriamo a piedi un viale pedonale nel quale sono state posizionate varie statue raffiguranti la corte imperiale, ai lati del viale tutti gli alberi sono ricoperti da piccole luci, avvicinandomi scopro che sono alberi artificiali muniti di tanti piccoli led. Questi cinesi le pensano proprio tutte!

Il viale termina naturalmente al cospetto dell’imperatore in una magnifica cornice scenografica.

Ci spostiamo un po’ e ci ritroviamo in una piazza dove stà andando in scena una coreografia di giochi d’acqua e musica, è una grande attrattiva per tutti.

Il sonno arriva che ho ancora queste meraviglie negli occhi.

16 settembre

Oggi è previsto l’incontro con il famoso esercito di terracotta che fa parte del tesoro con il quale è stato sepolto l’imperatore Qinshi Huangdi, unificatore della Cina.

Il ritrovamento dell’esercito è stato puramente causale e fu rinvenuto da alcuni contadini negli anni ’70. Si narra che la tomba dell’imperatore racchiuda tesori straordinari, protetti da ingegnosi congegni antifurto. Per farvi un bel viaggio con la fantasia leggete “Tutto sotto il cielo” di Matilde Asensi, il suo libro è uno dei motivi che mi ha spinto a questo viaggio.

L’esercito è una vera attrazione per i turisti, qui ho visto praticamente tutto il mondo riunito, quindi bisogna portare molta pazienza. Il sito è diviso in due parti, una museale e l’altra è composta dalle fosse che contengono ancora la marcia dei soldati.

Il realismo con il quale sono state scolpite le statue a grandezza naturale è impressionante, ogni soldato è diverso dall’altro, si possono addirittura cogliere i particolari delle acconciature.

Con l’entrata nelle fosse si può realmente percepire la maestosità dell’opera, basta pensare che anche in questo caso c’è ancora molto da scavare.

Al termine della visita ci portano in un negozio nel quale si può acquistare della giada. Sono stata molto colpita da come questa pietra sia molto importante per i cinesi. Infatti si possono trovare molti negozio dove viene venduta. Mi hanno spiegato che la giada viene indossata perchè si ritiene che abbia numerose proprietà curative e per loro è importante come per noi l’oro.

Nel pomeriggio torniamo a Xi’an. Si visitano le antiche mura cittadine che son ben conservate ed i loro 16 chilometri si possono percorrere in bici.

La tappa successiva ci porta nel quartiere musulmano per la visita alla grande moschea.

Per raggiungere la moschea ci inoltriamo in strade tappezzate di banchetti di ogni tipo, la sensazione di essere in un suk è molto forte. Qui le donne portano il velo e gli uomini la barba (cosa che normalmente i cinesi non hanno) ed è facilissimo perdersi per i vicoli.

La moschea ci viene mostrata per il suo giardino in stile antico cinese. Un splendido tetto in maiolica turchese svetta tra gli alberi e anche qui l’atmosfera è tranquilla.

La giornata si conclude in un ristorante-teatro con una cena a base di ravioli al vapore con ripieni diversi, davvero ottimi.

Dopo cena segue uno spettacolo con danze e musiche che ci portano direttamente alla corte dell’imperatore. Un bel modo per salutare Xi’an.

17 settembre

Ci si lascia Xi’an alle spalle e si vola verso Pechino, ultima tappa del viaggio.

Arrivando in tarda mattinata la prima cosa che facciamo è pranzare. Il tempo non è dei migliori e una pioggerellina ci accompagna.

Si parte alla visita del Tempio del Cielo, qui l’imperatore officiava le cerimonie e i riti più importanti dell’anno. Sotto la pioggia il blu cobalto delle maioliche che ricoprono i tetti dei templi diventa lucido. I templi sono un’esplosione di verde, blu e rosso. I fregi dorati risaltano nell’insieme.

All’uscita del tempio un lungo porticato ci ripara dalla pioggia, qui le persone si riposano o sono intente nelle più svariate attività, da chi gioca a dama a chi costruisce al uncinetto un piccolo tempio del cielo.

Dopo il sacro si passa al profano. Per soddisfare anche la smania di shopping visitiamo uno “store del tarocco”. E’ praticamente un grande centro commerciale dove si può trovare veramente di tutto, dagli orologi all’abbigliamento, naturalmente tutto puramente tarocco ma di ottima qualità. Qui veramente la parola d’ordine è contrattare.

E’ strano noi turisti ricerchiamo il tarocco di marca a poco prezzo made in China, mentre i negozi di lusso delle più note marche del made in Italy fanno sfoggio lungo le vie principali di Pechino e sono molto ricercate da chi gode di un certo benessere.

Una cena sul presto ci permette di avventurarci nella visita di Pechino di sera. Per spostarci utilizziamo la metropolitana che con i suoi tentacoli compre tutta la vasta area di Pechino.

Il costo del biglietto per noi è irrisorio e i nomi delle stazioni sono indicati sia in caratteri cinesi che con il nostro alfabeto.

Una passeggiata in una via pedonale è l’ideale. Al termine della via incrociamo una serie di banchetti dov’è possibile assaggiare cavallette fritte, del serpente, qualche bel millepiedi…ho visto solo i turisti assaggiare queste prelibatezze.

18 settembre

Oggi si parte con la visita al Palazzo d’Estate stupenda residenza imperiale che si trova lungo il lago Kunming. Una leggera foschia rende tutto molto suggestivo.

Qui i giardini la fanno da padrone. Maestosi salici piangenti sfiorano la superficie specchiata del laghetto, i pesci rossi sono macchie di colore vivido tra il verde delle immense foglie dei loto che raccolgono piccole gocce argentate. Una piccola barca abbandonata sembra invitarti a lasciarti trascinare dolcemente alla deriva. Ci si ritrova in un luogo senza tempo, dove l’apparizione del fantasma di qualche dama imperiale sarebbe l’ideale.

In questa atmosfera sospesa un allegro canto ci coglie di sorpresa. E’ un gruppo di arzilli signori che si ritrovano ogni giorno per cantare assieme per darsi la carica. Il ritmo è coinvolgente e qualcuno del nostro gruppo si lancia in un ballo assieme ai cantanti. La danza unisce oriente e occidente.

Nel pomeriggio si rientra per la visita a piazza Tiananmen. Da qui si gode della famosa veduta sulla porta della Pace Celeste, ingresso alla città proibita sulla quale è affisso il ritratto di Mao.

La città proibita si svela un po’ alla volta. Come una scatola cinese si passa da cortili immensi e di rappresentanza a cortili più piccoli ed intimi. I tetti di maioliche gialle sono il segno distintivo dell’imperatore, una volta fuori delle mura della città proibita tutto era grigio.

Le storie e gli intrighi che racchiudono queste mura sono innumerevoli e tutte da scoprire.

Per concludere in bellezza la giornata, dopo la scarpinata alla città proibita, ci dirigiamo verso il lago Hou Hai per scoprire a bordo di risciò gli hutong, i caratteristici vicoli che si snodano tra i vecchi quartieri. Qui è possibile visitare anche alcune vecchie case per capire la loro struttura. Notevoli sono alcuni portoni d’ingresso.

A cena si fa la festa alla famosa anatra laccata detta anche anatra alla pechinese, in quanto è una specialità di Pechino. Con la sua croccante crosta agrodolce è da provare.

19 settembre

E’ una giornata particolare, secondo il calendario cinese è il 15 agosto e cade la Festa di metà autunno o Festa della Luna. In questo giorno si mangia il dolce della Luna e si fanno scampagnate.

Quante volte potete dire di aver festeggiato Ferragosto due volte in un anno?

Oggi ci aspetta la scalata a quel mostro sacro che è la Grande Muraglia. Ci dirigiamo quindi fuori Pechino verso Badaling per visitare un tratto dei famosi 6000 km.

Qui la muraglia è ben conservata e proprio per questo è presa d’assalto da orde di turisti.

Ci incamminiamo lungo la muraglia per poter scattare qualche foto. Decidiamo di prendere la via in salita perchè da quel punto si può godere di un splendido panorama sulla muraglia che si snoda tra i monti. La passeggiata è davvero impegnativa, in molti tratti la pendenza è molto forte ma hanno avuto la pietà di mettere a disposizione dei poveri turisti fuori forma dei corrimano che possono aiutare a riprendere fiato in diversi punti. Tutta la fatica viene indubbiamente ripagata dallo spettacolo del grande serpente che si snoda senza fine. I turisti che lo percorrono sono piccole macchie di colore che sembrano partecipare ad un pellegrinaggio tanto sono fitte.

Ma basta superare qualche torrione che dall’altro versante delle montagna la muraglia è completamente a disposizione di pochi impavidi. Anche se è una bufala il fatto che si possa vedere dalla luna, resta sempre una delle meraviglie del mondo ed avendo più tempo sarebbe bello poterle dedicare qualche chilometro in più.

Dopo il consueto pranzo, visitiamo le tombe imperiali della dinastia dei Ming dichiarate patrimonio mondiale dall’Unesco.

Al di là delle tombe si estende la Via Sacra, da qui passavano le bare dei sovrani dirette verso le proprie ultime. Su questo splendido viale costeggiato da salici piangenti sono disposte 36 statue raffiguranti leoni, unicorni, cammelli, elefanti, cavalli, generali, mandarini e ministri tutti con il solo compito di accompagnare l’imperatore durante il suo ultimo viaggio. Inevitabilmente scatta la foto a questi curiosi guardiani che sono lì da centinaia di anni.

Di ritorno in città si sceglie di visitare una casa del te, bevanda fondamentale per ogni cinese.

Così ci troviamo a una degustazione vera e propria di te con spiegazione sulle 6 diverse tipologie di te, sul modo corretto di preparalo e berlo.

20 settembre

Ultimo giorno di soggiorno in Cina, domani si parte per tornare a casa. Questo non vuol dire che la giornata non ci riservi nulla.

Si comincia con la visita al più famoso tempio buddhista di Pechino, il Tempio dei Lama.

Ad attendere l’apertura del tempio ci sono molti fedeli muniti di fasci di bastoncini d’incenso che andranno bruciati per la preghiera. L’incenso poi verrà bruciato come offerta in enormi braccieri e in alcuni momenti il fumo che si leva è talmente intenso da annebbiare la vista.

Il tempio è composto da numerose sale, nelle quali il raccoglimento dei fedeli si alterna alla curiosità dei semplici visitatori.

Da vedere nel padiglione Wanfu la statua del Buddha Maitreya alta ben 17 metri fuori terra e scolpita in un unico pezzo di legno di sandalo.

Si riprende il bus diretti verso la zona 798. Questa vecchia fabbrica riqualificata è una zona dedicata all’arte contemporanea. Al suo interno sono ospitate numerose gallerie e nei dintorni si trovano diversi bar. E’ un altro dei numerosi aspetti della Cina rivolto verso all’attuale e al futuro ma vi consiglio di visitarla solo se siete interessati a questo tipo di arte.

Lasciata la zona 798, si fa tappa alla zona olimpica che ha ospitato le recenti olimpiadi del 2008.

La visita mi riporta alla memoria le impressionanti coreografie della chiusura dei giochi olimpici.

Il pomeriggio viene dedicato all’ultimo giro di sfrenato shopping ma la sera riusciamo sempre con l’aiuto della metropolitana a visitare l’area di Dashilar che si trova vicino alla porta di Qianmen, poco distante da piazza Tiananmen.

Questa antica zona di Pechino è stata salvata dalla selvaggia speculazione edilizia e si è provveduto a restaurarne gli edifici storici in modo magistrale.

Tra le vie si possono trovare negozi di ogni tipo, ne ho visto uno che vendeva pennelli per la calligrafia, ristoranti e persino si trova la più antica farmacia di medicina cinese di Pechino.

Bisogna fare solo attenzione perchè la zona di notte viene chiusa da inferiate.

E’ l’ultima notte che dormo sul suolo cinese, domani l’aereo mi riporterà a casa dove in molti mi aspettano per sentire il racconto di questo viaggio.

Ogni persona a cui ho detto che sarei andata in Cina ne è stata subito colpita e incuriosita. Molti pensano alla Cina ancora come a un paese lontano e tanti sono i clichè che non possono più trovare fondamento.

Lascio questo paese con un carico di felicità, sapendo che ci sarebbe ancora tanto da vedere, scoprire e assaggiare ma il bello di tornare a casa è che si può sempre ripartire!



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