Ma che ci vado a fare a capo nord
21-7-2006 venerdì Colazione iperproteica (come al solito) e si potrebbero fare anche i panini ma io mi sono riempita oltremodo e la salita alla cima che intraprendiamo è un po’ faticosa. E’ una pietraia un po’ noiosa e, arrivati alla sella, decidiamo di riscendere, è più bello sotto, il rifugio sul lago e la brughiera, una piana con muschi e licheni dai colori bianco-verdastri. Tornati in macchina puntiamo verso Roros, la città mineraria, Il posto è turistico e abbiamo qualche difficoltà a trovare un alloggio. Siamo stanchi e optiamo per una soluzione comoda: il grand hotel (990 NOK in due con prima colazione) un grosso albergo accogliente. Roros ci è piaciuto molto, praticamente un paese fantasma dove fino al 1977 funzionava la miniera con la fonderia per l’estrazione del rame. Ora è un museo, con le case dei minatori sapientemente ristrutturate dall’UNESCU, se si cammina nelle stradine centrali sembra di stare sul set di una ricostruzione cinematografica. Ceniamo in un bar ristorante della via più centrale, molto carino. Mangiamo baccalà (buonissimo) e agnello grigliato con 2 birre (431 NOK). 22-7-2006 sabato Colazione abbondantissima (ci sono anche le polpettine di carne). Continuiamo la visita della città con un bel sole che ci permette di fare belle foto. Visita al museo nella vecchia fonderia del rame (120 NOK in due) con proiezioni di filmati e plastici che ricostruiscono la vita nella miniera (costumi del tempo ….). Visitiamo la cattedrale (50 NOK in due) con la gestione gerarchica dei posti a sedere a seconda del grado sociale. Alle 13,30 arriviamo a Trondhaim per visitare la cattedrale che alle 14,00 chiude. E’ molto bella e quando entriamo dobbiamo abituarci all’oscurità: la navata gotica stretta e alta è di pietra scura e il soffitto è di legno scurito dal tempo. Scendiamo nelle segrete a vedere le lapidi di guerrieri del medioevo raffigurati in rilievo con l’armatura e la spada. Dietro l’altare c’è la pala con la vita di Olav il “santo”. Fuori la facciata della cattedrale è molto ricca: è su più piani, ognuno di diverse dimensioni pieno di nicchie in ognuna delle quali c’è una statua. Ci sediamo sul muretto lì davanti ad osservarla un po’. Troviamo da dormire all’ostello, un po’ fuori dal centro ma economico (510 NOK). Cuciniamo qualcosa per fermare la fame anche se l’ora è un po’ avanzata. La cucina è scomoda e ci sono pochi fuochi funzionanti. Visita alla città. Ci sono rastrelliere con bici che il comune mette a disposizione gratuitamente ma la tessera per la cauzione che poi viene restituita si può prendere al centro informazioni che sta per chiudere e noi domani partiamo presto e loro non fanno in tempo a riaprire. Facciamo una passeggiata a piedi verso il porto con i magazzini su palafitte anche qui molto ben ristrutturati, tutti colorati. Ci fermiamo nella strada pedonale del quartiere meglio mantenuto dove troviamo un locale troppo bello:Backlandet Skydsstation, da non perdere. Il locale è tutto storto, con stanze che si aprono da tutte le parti in maniera irregolare tutte arredate in maniera diversa con oggetti trovati nelle vecchie case, tavoli e sedie rigorosamente di legno come pavimenti e strutture, alle pareti quadri di persone e personaggi di altri tempi. Anche le ragazze che servono sono molto simpatiche. Ordiniamo una zuppa di pesce (molto buona), un baccalà e due birre per 380 NOK. 23-7-2006 Domenica Dopo la colazione facciamo il pieno di benzina e si parte per l’aeroporto. Passiamo due pedaggi 25 e 10 NOK, lasciamo la macchina al parcheggio Europcar e le chiavi nella scatola attaccata alla porta dell’ufficio Europcar che è ancora chiuso e alle 11,00 voliamo con destinazione Bodo, oltre il circolo polare artico (volo Wideroe a 779 NOK a testa tutto incluso). Le nuvole aumentano e impediscono la visuale dall’aereo. Quando arriviamo scopriamo che non ci sono shuttle bus la domenica e con un taxi (90 NOK) andiamo al porto dove andiamo al centro informazioni. Il lentigginoso ragazzo ci dice che il tempo dovrebbe reggere con addirittura un giorno di sole a breve (speriamo.). Bodo sembra un posto grigio come i suoi alti palazzi e come le nuvole che oggi coprono il suo cielo. Andiamo all’attracco dell’Hurtigruten (il famoso battello postale che fa la crociera sui fiordi) perché è con “lui” che traghettiamo per le isole Lofoten, destinazione Svolver (6 ore, 796 NOK biglietto a bordo con rilascio immediato di badge magnetico personalizzato). Ci sediamo a riposare in un grazioso salottino con le vetrate molto panoramiche vista fiordo, questo mare è verde, non è blu come il nostro. Notiamo che l’età media nel traghetto sembra alta. Siamo in navigazione ormai da un po’ e sta tornano il bello. Mangiamo al self service, io salmone e Marco una bistecca con 1 birra in due per 331 NOK. Abbiamo prenotato telefonicamente una camera in un albergo a Svolver perché arriveremo tardi e ci costa un po’ cara (900 NOK con prima colazione). Arriviamo con un cielo parzialmente sereno che lascia intendere dei colori meravigliosi. Le Lofoten sono montuose e verdissime con rocce antichissime e villaggi di pescatori sparsi appoggiati sui porticcioli. 24-7-2006 Lunedì Colazione solita e abbondante, Studiamo un modo per girare l’isola: affitto di una macchina, a piedi spostandoci con gli autobus? Con la bicicletta portandoci i bagagli? Scegliamo la soluzione bicicletta con l’intento, decisamente ottimista, di spostarci di paese in paese fino a Moskenes. 2615 NOK per 2 bici, borse e carrellino per 4 giorni con la promessa di lasciarle a Moskenes. Si comincia a pedalare ma ci rendiamo conto che si fatica e che si rischierebbe di non godersi le isole (la bicicletta è un buon modo per girarle vista l’estensione della pista ciclabile ma si dovrebbe essere quantomeno scarichi, se non sia ha un adeguato allenamento e tanta voglia di faticare). Ci fermiamo comunque da programma a Kabelveg per mangiare qualcosa comprata alla COOP sulla piazzetta, c’è una chiesa da visitare lungo il percorso e poi arriviamo ad Henningsvaer, incantevole villaggio con casette e magazzini ben ristrutturati. Per 500 NOK (senza colazione) ci fermiamo in una casa/magazzino che affitta stanze con una soffitta piena di oggetti “antichi” (c’è anche una vecchia barca, sembra vichinga), stufe, merluzzi … E sotto, oltre alle stanze, c’è anche un piccolo negozietto di oggetti e souvenir. La stanza è gigantesca e c’è l’occorrente per fare the o caffè, i bagni sono sotto. Giriamo per il paese e ci fermiamo in un ristorante (il migliore) in una veranda sul molo, molto raffinato. Zuppa di pesce strepitosa, pesce bianco (halibut?) con verdure delicatissimo, creme brulè e bavaroise con crema di cioccolato tiepida e due birre per 671 NOK. Una esagerazione, ma ne valeva veramente la pena. 25-7-2006 martedì Colazione casereccia, breve consulto e poi decidiamo di riportare le biciclette a Svolver e di affittare una comoda macchina per vedere il più possibile. Riusciamo a riprendere 1900 NOK (meno male.) e andiamo ad affittare una comoda TOYOTA Corolla SW per 3260 NOK con 600 Km inclusi. La dobbiamo riportare lì dopo 3 giorni. Inizia l’esplorazione, Stamsund non è niente di che, sarà che pioviggina ma l’unica cosa bella sembra l’ostello, non ci fermiamo e proseguiamo. Superiamo Laknes, grosso paesone abbastanza insignificante, molto meglio i panorami, le luci e i colori che ci accompagnano. Ci fermiamo a Borg a vedere il museo vichingo (200 NOK) con una ricostruzione di vita vichinga dove sono stati ritrovati vasellami e reperti della casa di un capo vichingo di circa 900 anni prima. Carino. Continuiamo per Eggum dove ci sono solo sjohus (stanze in affitto) per 150 NOK a persona. Ma non c’è nessuno a parte un riferimento telefonico. Chiamiamo e ci dicono di sceglierci una stanza e sistemarci, non ci sono altri ospiti. Ci sono solo alcuni uomini che lavorano su un peschereccio. Andiamo a fare una passeggiata sulla punta, c’è una bella spiaggia di ciottoli e magiche spiaggette bianche ma fa freddo. Ci cuciniamo un risotto alle verdure comprato alla COOP e un po’ di pesce marinato in barattolo. Il frigo è pieno e a disposizione degli ospiti. Siamo ad ovest ma è molto nuvoloso e non possiamo vedere il sole che non tramonta. 26-7-2006 mercoledì Ieri sera tardi sono arrivati due spagnoli ma non li incrociamo perché si svegliano tardi. Non ci sono comunque i gestori che, al telefono, ci dicono di lasciare i soldi sotto al cuscino. Con aria sospetta (italiana?) ci assicuriamo che nessuno assista all’operazione per non rischiare il furto (nessuno qui li ruberà mai). Partiamo per Unstad in macchina che offre bellissimi panorami mentre ci avviciniamo. Facciamo un pezzo di escursione (direzione Eggum) incontrando unicamente alcune pecore su un sentiero alquanto scivoloso. Fino al faro e ritorno. Proseguiamo per Viken dove ci fermiamo a visitare il museo del vetro e della ceramica dove per 20 NOK assistiamo alla forgia di un uccello in vetro. Raggiungiamo Nusfjord, un incantevole villaggio, quello meglio conservato dove per entrare devi pagare un ingresso (30 NOK). Ci sono tutte le attività che facevano vivere il villaggio ben recuperate: la falegnameria, il forno, il fabbro, la centrale elettrica, l’alloggio per le barche, la fabbrica dell’olio di fegato di merluzzo …. Che funzionavano grazie alla supervisione di una famiglia che lì viveva agli inizi del secolo (la discendenza vive oggi altrove). Cerchiamo da dormire in un rorburn (casa dove alloggiavano i pescatori con la famiglia nel periodo della pesca) ma sono tutti pieni allora andiamo dalla signora Kanta che affitta le stanze nella casa della famiglia Dahl che nell’800 aveva il controllo del paese. Affittiamo per 250 NOK a persona una stanza della casa con l’uso di tutto il resto della casa tappezzata di ricordi delle ultime generazioni. Con la macchina raggiungiamo A dove affittiamo una sjhous per domani notte perchè arriveremo alle 22,00 e saremo stanchi. Ci sono due reception e solo quella dell’ostello ha ancora disponibilità. La stanza ha il bagno e costa 460 NOK. Tornando verso Nusfjord ci fermiamo a Sund dove la guida riporta un museo di vecchi motori di pescherecci e un fabbro che fa cormorani di ferro. Il museo ha appena chiuso ma il fabbro sta lavorando. E’ giovane, simpatico e iniziamo una conversazione in un inglese un po’ stentato (ma questa volta stranamente anche lui non è molto padrone della lingua.) sulla vita alle Lofoten e sullo studio che lui ha fatto delle tipologie di turisti: noi italiani lui dice siamo i più “confusionari”, allegri ma sempre agitati, con l’ossessione di arrivare a tutti i costi a Capo Nord meglio se in moto o con un camper …. Ci si stanca su quella strada ….. E poi è pure dispendioso, lui dice. Detto da uno che lavora solo ad agosto vendendo piccole sculture in ferro con cormorani ai turisti e il resto dell’anno si riposa e’ tutto dire. Torniamo a Nusfjord e andiamo a cena da Karoline (il nome ricorda una delle due navi di proprietà della famiglia Dahl) un ristorante molto raffinato ricavato da un vecchio magazzino. Mangiamo per 547 NOK un menù artico (zuppa di pesce e assaggi di pesce) e un piatto di salmone, un dessert e un caffè. Uscendo vediamo che il cielo si sta aprendo e andiamo con la macchina a ovest per osservare il fenomeno del sole a mezzanotte. In realtà tramonta alle 11,35 e dopo circa 20 minuti ecco la luce dell’alba. 27-7-2006 giovedì La giornata più assolata in assoluto. Lasciamo Nusfjord e facciamo una indigestione di spiaggette bianche con i sassoni scuri e con l’acqua trasparentissima che con la luce del sole hanno dei colori incantevoli. Prima a Flakstad e poi a Yrresandi con gli uccelli, le conchiglie, le meduse ammarate, le stelle marine, i granchi …. E il sole. Visitiamo Flakstad kirke dove una bella signorina ci racconta la storia della chiesa, con le travi di legno siberiano, il pulpito e la pala d’altare del 1700. Andiamo poi fino a Myrland e ci bagniamo i piedi su una di queste meravigliose spiaggette, l’acqua è decisamente fredda. Continuamo oltrepassando il tunnel verso Oppdal e arriviamo a Uttakleiv, la spiagga più frequentata. Ci mettiamo stesi su una pietra scura per un po’ a godere del sole e del panorama e c’è tanta gente che fa coraggiosamente il bagno. Torniamo a Svolver per lasciare la macchina e prendere l’autobus per A. Facciamo il pieno di benzina per 360 NOK (l’affitto era costato 2355 NOK) prima di riportare la macchina. Attimi di panico quando ci troviamo di fronte all’ufficio chiuso con l’autobus che sta per partire. Ma al telefono una voce molto tranquillamente ci dice di lasciare le chiavi nel solito bussolotto e la macchina nei parcheggi lì davanti …. I soliti italiani ansiosi. L’autobus costa 150 NOK a testa e lungo il tragitto godiamo dei panorami delle Lofoten ancora un po’. Arrivati ad A il ragazzo dell’ostello si era venduto la nostra stanza e per la stessa cifra ci stava dando una stanza con un letto + un divano letto senza bagno. Ecco, proprio alla fine abbiamo trovato l’unica persona scorretta della vacanza. Iniziamo a discutere e subito, dopo essersi più volte scusato, ci propone una stanza con 3 letti e la cucina a disposizione. Si cena in un ristorante che propone cose tipiche e io provo la lingua di merluzzo fritta. Oddio, è una cosa molliccia che ricopro di salsina per non pensarci. Marco mangia carne. Spendiamo 475 NOK ma questa volta non sono soddisfatta. 28-7-2006 venerdì Ci svegliamo e decidiamo di fare una passeggiata verso l’imbocco della valle in fondo al paese che era l’inizio dell’escursione che non faremo perché il tempo è grigio. Andiamo al museo del villaggio di pescatori che consiste in alcune costruzioni dell’800 ben conservate con gli arredi dell’epoca: la panetteria (dove facciamo colazione con una pasta e un caffè perché è tuttora in funzione) la casa del pescatore, la rimessa delle barche, il fabbro e la spaccalegneria. Poi visitiamo il museo dello stoccafisso dove un gentilissimo norvegese che parla tutte le lingue (e molto bene anche l’italiano) che ha fatto per 20 anni l’esportatore di merluzzo nel mondo, ha lasciato la sua attività al nipote e ora gestisce il museo e il turismo del villaggio. Lavora 3 mesi l’anno ed è felice. Ci dice che le isole Lofoten vivono anche grazie alla copiosa importazione dell’Italia. Il museo mostra tutte le tappe della lavorazione del pesce fino all’imballaggio per i paesi di destinazione. Autobus (24 NOK a testa) per Moskenes e poi il traghetto fino a Bodo (143 NOK a testa). Dopo 3 ore arriviamo e con un taxi (92 NOK) decidiamo di andare a visitare il museo dell’aviazione (con l’autobus arriveremmo troppo tardi). 80 NOK a testa per il museo e 150 NOK per provare l’ebbrezza del simulatore di volo: 6 minuti di cappottamenti per la guida, per la verità un po’ ardita, di Marco. Vari giri della morte che mettono a dura prova l’imbrago del sedile e quando il tipo apre la cabina sono tutta sudata, ho il voltastomaco e non ho neppure provato a guidare perchè non ci stavo a capire più nulla. All’aeroporto mangiamo un pizza a 249 NOK e alle 21,50 si parte per Oslo (volo norvegian.no a 798,48 NOK a testa tutto incluso). Un po’ in ritardo prendiamo il treno veloce che per 160 NOK percorre in 25 minuti i 50 Km che separano l’aeroporto da Oslo. Raggiungiamo l’albergo Qualità Savoy che avevo prenotato telefonicamente che è in pieno centro, sul viale dell’università, e costa 990 NOK a notte con prima colazione. 29-7-2006 sabato Colazione abbondante e poi in traghetto andiamo alla penisola di Bygdoyness utilizzando un biglietto di trasporti giornaliero (60 NOK a testa). Qui visitiamo il museo della nave FRAM (40 NOK a testa), la nave arrivata più a nord e più a sud che si può visitare anche al suo interno. Poi visitiamo il museo Kon-Tiki (45 NOK a testa) dove sta la famosa zattera che ha attraversato il pacifico e il museo delle navi vichinghe (50 NOK a testa) dove sono ben conservate alcune navi funerarie di regine vichinghe, con arredi. Torniamo in città e visitiamo la fortezza con il museo delle forze armate, il castello con vista sul porto e poi con il tram numero 12 andiamo alla stazione da dove parte il violone principale che man mano che si allontana dalla stazione diventa sempre più interessante, c’è il parlamento con un bel giardino davanti, per finire con il palazzo reale dove si può assistere al cambio di guardia. Ceniamo in un ristorante (Sult) nel quartiere a nord est dove con 623 NOK prendiamo 3 birre, due piatti principali (halibut e salmone) e un dessert (crema di mascarpone con mirtilli.). Ritorniamo a piedi, ci ritroviamo alla stazione, superiamo la piazza con la statua della tigre in bronzo e ripercorriamo il violone che la sera si popola di giovani ubriachi e musicisti di strada di tutti i tipi. Ci fermiamo ad ascoltare uno scozzese in perfetto stile che suona la sua cornamusa. 30-7-2006 domenica Lasciamo i bagagli in albergo e facciamo un ultimo giro per musei prima di andare in aeroporto. Il tempo è grigio ma non piove. Il museo di Munch (65 NOK a testa) uno degli espressionisti che maggiormente influenzarono l’arte europea del primo novecento L’Historik Museum gestito dall’Università, gratuito, con una bella mostra al piano terra del periodo medioevale vichingo con oggetti, orpelli, urne cinerarie. Il Museo Nazionale di Arte Moderna, gratuito, con una sala interamente dedicata a Munch dove è collocato il primo dipinto “l’urlo”, quello che rubarono. Con il treno veloce andiamo in aeroporto, pranziamo e alle 16,40 si parte per Roma Campino.