Lungo e silenzioso, scorre il fiume
Eccola! All’improvviso mi appare l’infinita distesa di sabbia monocromatica ma al tempo stesso fatta di mille sfumature. Ma la mia attenzione è subito attratta da quell’interminabile cicatrice blu che si perde all’orizzonte, due fasce di un verde intenso la bordano: il generoso Nilo.
La calda aria di Luxor mi abbraccia dandomi il benvenuto e scendendo dalla scaletta dell’aereo sono felice e già pregusto la vacanza… -:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-: Bisogna alzarsi presto stamattina, ci aspetta un programma molto ricco e nelle ore di gran caldo è sconsigliabile girare. LUXOR, la vecchia Tebe, situata sulla riva orientale del Nilo, è stata la capitale dell’Egitto dal 1500 al 1000 a.C. Ed in quel periodo ha conosciuto un grande splendore ed i numerosissimi resti che troviamo nella città e nei dintorni, lo testimoniano.
Ci allontaniamo un poco dall’animosa città e subito il paesaggio cambia e si fa brullo, la vegetazione scompare per lasciare il posto a collinette di calcare friabile e polveroso, siamo nella famosa VALLE DEI RE. La vasta zona è occupata da 64 tombe in cui sono sepolti i faraoni dalla XVIII alla XX dinastia. Come bocche spalancate, le entrate delle tombe si rivelano a noi, ne visitano soltanto alcune perché, allo scopo di preservare i dipinti che ornano le pareti, solo poche sono aperte al pubblico. Poco distante la VALLE DELLE REGINE, è molto simile nel paesaggio della precedente, se pur in dimensioni minori. Di contro la valle è dominata dal TEMPIO A TERRAZZE DELLA REGINA HATSHEPSUT, uno degli edifici più spettacolari di Tebe, si estende ai piedi di un ripido massiccio roccioso che s’innalza per 300 m. Sviluppato in tre terrazze collegate da rampe, il tempio, fatto costruire dall’unico faraone donna della storia, pur essendo stato molto danneggiato nel tempo, conserva pregevoli bassorilievi …
Torniamo in città e mentre ci dirigiamo verso un tipico ristorante della città, facciamo una rapida sosta presso i cosiddetti colossi di MEMNON (statue alte circa 18 m), che sono quel che rimane del tempio funerario di Amenofi III e che raffigurano il faraone in posizione seduta.
Il tempo di mangiare e di riposarsi un poco, che riprende il nostro giro. Per visitare tutto ciò che merita in questa città non basterebbe una settimana, quindi ci rimettiamo subito in moto.
Situato al centro della città, IL TEMPIO DI LUXOR ci appare subito nella sua gran maestosità. Il suo ingresso se pur privo di molte parti (vedi l’obelisco che troneggia in Place de la Concorde a Parigi), rimane ancora oggi monumentale, con le sue grandi statue alte circa 14 m.; gli ambienti che si fanno via via sempre più piccoli fino a giungere al sacrario.
Distante circa 3 km da quello di Luxor, Il TEMPIO DI KARNAK era un tempo collegato all’altro da una via detta delle sfingi, ma oggi ne rimane purtroppo solo una piccola parte. Per secoli questo tempio fu considerato il centro religioso del regno dei faraoni e molti sovrani ne apportarono modifiche e aggiunte realizzando così un’opera complessa e gigantesca. Unica nel suo genere la sala ipostila, nella quale si elevano 134 colonne riccamente decorate.
Torniamo alla motonave stanchi, ma pienamente soddisfatti. Il gentilissimo personale ci accoglie con una bevanda dissetante e un asciugamano profumato per ristorarci un po’…
Manca un’oretta alla cena e ne approfitto per salire sul ponte sole e godermi un po’ di paesaggio al tramonto. Il Nilo è affascinante specialmente a quest’ora. Ci siamo rimessi già in cammino e navigheremo quasi tutta la notte per raggiungere la nostra prossima meta. -:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-: Dopo una vigorosa colazione, il gruppo è pronto e una sorpresa ci aspetta appena scendiamo a terra. Una fila di carrozzelle variopinte e caratteristiche, trainate da cavalli, ci aspetta; raggiungeremo il sito da visitare a bordo di quest’insolito mezzo. Cerco di familiarizzare con il ragazzo seduto a cassetta, Moustafà è il suo nome e si mostra subito gentile e disponibile, si aspetta una mancia, ma tanto qui in Egitto è una consuetudine, ormai lo abbiamo imparato!…
Siamo ad Edfu una piccola cittadina situata 100 km a sud di Luxor. Nel tragitto abbiamo modo di dare un’occhiata all’animata vita cittadina. Ciò che salta subito all’occhio è la gran povertà che regna, ma il sorriso che ci riservano gli abitanti al passaggio ci fa capire che il turista per loro è sacro. Nelle botteghe variopinte si vende ogni cosa e la parola “igiene” non è molto seguita da queste parti… Arriviamo al tempio dedicato ad Horus, il dio dalla testa di falco. A prima vista ci appare subito ben diverso da quelli visitati il giorno precedente; costruito in epoca più recente (250 a.C.) in età Tolemaica. Il fatto di essere rimasto sepolto nella sabbia per molti secoli lo ha preservato da intemperie e distruzioni ed è quindi giunto a noi conservato in buone condizioni. Salta subito all’occhio il suo ingresso monumentale alto più di 18 m, molto imponente, nel quale spiccano dei bassorilievi di rara bellezza. La nostra carrozzella ci aspetta all’uscita e Moustafà ci riporta alla motonave. A giudicare dal suo sorriso… Sembra che la mancia sia stata di suo gradimento e non riuscivamo a togliercelo di torno! Ci rimettiamo in navigazione e ne approfitto per un po’ di sole e un bagno in piscina. Lento e silenzioso il Nilo scorre in senso opposto sotto di noi; in questo tratto è più che mai rigoglioso e le sue sponde sono spesso ornate di piccoli paesi, gente che porta gli animali a dissetarsi, bambini che ci salutano al passaggio. Arriviamo a Kom Ombo nel primo pomeriggio; la piccola cittadina è situata 40 km a nord di Assuan. Il tempio che andremo a visitare sorge direttamente sulla riva est del fiume e ci arriviamo a piedi. Molto simile a quello visitato nella mattinata, è sempre del periodo Tolemaico. Ha però una particolarità che lo distingue, gli architetti dell’epoca costruirono un tempio doppio con due metà simmetriche, quella di destra per il dio Sobek e quella sinistra per il dio Haroeris; le due metà sono concepite come un unico complesso, ma ciascuna ha i propri varchi d’ingresso. Di notevole interesse il “nilometro”, un pozzo collegato da un canale sotterraneo direttamente al Nilo, che fungeva da misuratore delle tasse da pagare… proprio così, più la piena del fiume era abbondante e più i raccolti sarebbero stati copiosi con conseguente tributo da pagare! Torniamo alla motonave e facendo un giretto nella piccola cittadina, cadiamo dentro un mercatino caratteristico. I venditori fanno a gara per proporci le loro variopinte merci, a fatica riusciamo ad uscirne e raggiungere velocemente la tranquillità della nave. Una rinfrescata, una gustosa cena e poi stasera si fa festa a bordo… Canti e danze, rigorosamente del luogo, compreso l’abbigliamento! Nella notte ci rimettiamo in movimento, domani mattina ci sveglieremo ad Assuan. -:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-: La città di Assuan si estende sulla sponda occidentale del Nilo ed è famosa per il suo clima mite ed asciutto. Davanti alla città il grande fiume è disseminato di molte isolette, tra le quali la grande isola Elefantina.
Ma ciò che rende famosa questa città è senza dubbio la grande diga del Nilo che è stata costruita poco più a sud. Questa opera ciclopica voluta fortemente da Nasser, ha sempre diviso nelle valutazioni e pareri tutti gli studiosi del mondo. Iniziata a costruire nel 1960, nel 1971 fu inaugurata.
Precedentemente alla sua costruzione, si era valutato che il bacino che si sarebbe formato avrebbe invaso più di 5000 km quadrati di territorio, esteso tra Egitto e Sudan; Per questo motivo più di 60000 Nubiani furono costretti a trasferirsi in 34 villaggi situati tra Assuan e Kom Ombo. Inoltre per sottrarre alle acque monumenti importanti, con l’aiuto dell’Unesco fu messo a punto un piano di salvataggio unico al mondo. Gli edifici dell’età faraonica, greca e romana furono spostati dalle loro sedi e ricostruiti in luoghi più sicuri.
I numeri di questa diga sono impressionanti: lunga 3600 m, allo zoccolo raggiunge uno spessore di 960 m, mentre in sommità è di 40 m ed è alta 111 m. Lo sbarramento argina il lago Nasser, un enorme bacino artificiale lungo 510 km che si estende parte in Egitto e parte nel Sudan.
Numerosi sono i vantaggi che la costruzione di quest’opera ha portato all’economia egiziana, prima di tutto un’enorme produzione d’energia elettrica che permette allo stato di esportarla in gran parte; un considerevole aumento della superficie coltivabile con conseguente incremento della resa dei raccolti, è un benessere che ha coinvolto moltissime persone. Con la regolamentazione fluviale delle acque, non ci sono più inondazioni che spesso distruggevano i raccolti. Ma gli sviluppi negativi che la diga ha prodotto sono altrettanto notevoli: i terreni a ridosso del Nilo non possono usufruire più del fertile limo che il fiume portava, limo che si sta depositando sul fondo del lago; questo sostanziale cambiamento ha causato dei gravi danni ambientali nella flora e fauna del fiume, il terreno e l’aria circostante ha aumentato il suo grado di salinità, con conseguente danno ai numerosi monumenti che sono a ridosso del fiume. Per non parlare della catastrofe che succederebbe in caso di rottura dell’opera… Scaccio questi tristi pensieri mentre percorriamo la diga e ci dirigiamo verso un porticciolo dove una barca a motore ci porterà su una delle tante isole che sono disseminate in questa grande ansa del Nilo. Grandi piante piene di fiori coloratissimi fanno da cornice al tempio di Iside, detto anche “di File” dall’isola che lo conteneva, ma che sorge ora sull’isola di Agikia dopo che fu smontato e ricomposto tra il 1972 e il 1980. Risalente al IV secolo a.C., il tempio si mostra con il classico ingresso monumentale con grandi bassorilievi; numerosi altri tempietti sono nel circondario, tra i quali il padiglione di Traiano (epoca romana), rimasto incompiuto ma con colonne e capitelli campaniformi di pregevole fattura.
Dall’isola si gode un magnifico panorama, sul fiume c’è un gran viavai di barche, il ritorno è veramente piacevole ed il sole alto e cocente è mitigato da una brezza provvidenziale… Il pomeriggio una feluca ci ospita a bordo per un giro sul fiume. Questa caratteristica imbarcazione del posto è una barca comoda con una grande vela. Con gesti veloci e misurati il nubiano, che manovra la feluca, ci porta rapidamente al largo; la traversata è silenziosa e l’imbarcazione sembra scivolare sull’acqua dorata una costa sabbiosa ci aspetta. In questa zona il deserto lambisce le rive del Nilo creando un contrasto di colori.
Se pensavo in questi giorni di aver provato ogni tipo di mezzo di trasporto, mi sbagliavo alla grande… in men che non si dica mi trovo in sella ad un cammello. Guardo di traverso la “cara mogliettina” che ride sottecchi e che a mia insaputa mi ha giocato questo tiro! Faccio finta di niente e “molto disinvolto” mi avventuro insieme con gli altri nel deserto, quando riesco a conciliare il movimento del quadrupede con il mio fondoschiena, le cose migliorano notevolmente e riesco a godermi anche il panorama che mi circonda. Non credevo che la sabbia potesse avere tante sfumature! Con un po’ di sollievo, specialmente della mia seduta, arriviamo a destinazione. Visitiamo un villaggio Nubiano, con le sue case multicolori e i suoi abitanti sorridenti, una frotta di ragazzini dai grandi occhi neri ci sono subito intorno; la mia scorta di caramelle che tenevo nella tasca, finisce in fretta e fatico non poco a liberarmi di loro.
Una famiglia ci racconta in un italiano stentato la loro storia e le loro abitudini. I Nubiani, pur vivendo in territorio egiziano non hanno mai rinunciato alla loro cultura e alle loro tradizioni, così importanti per l’identità di un popolo.
Vivono d’agricoltura e d’artigianato che cercano di vendere ai turisti, oggetti di legno e madreperla, tessuti e piccoli monili colorati e dipinti a mano, ce li mostrano con orgoglio e dignità.
Il ritorno in feluca è molto silenzioso, è l’ultima sera che passiamo sul Nilo e tutti siamo un po’ tristi. Il fiume però ci regala un tramonto eccezionale, cerco di catturarlo con delle foto … peccato che non riuscire ad imprimere anche le grandi sensazioni! -:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-: Ci svegliamo all’alba e armati di tutti i nostri bagagli, salutiamo la motonave ed il suo equipaggio che così bene ci hanno trattato in questi giorni. Ci dirigiamo all’aeroporto di Assuan, un volo interno ci porterà ancora più a sud, sul lago Nasser.
Nonostante l’ora mattutina il caldo si fa sentire qui ad Abu Simbel, e soltanto quando ci avviciniamo al sito da visitare, che si trova in riva al lago, una leggera brezza è accolta con gran sollievo. Abu Simbel è situato a 280 km a sud di Assuan ed è famoso per il grande tempio del faraone Ramses II. Nel 1963 si decise di salvare questo capolavoro dell’arte egizia dalle acque incombenti del lago Nasser e fu trasferito cosi in un luogo più alto. I lavori costarono circa 42 milioni di dollari e durarono circa quattro anni.
Il monumento risale al 1260 a.C. Ed è considerato il monumento più bello mai stato riportato alla luce in Egitto.
Scavato nella roccia fino a 63 m di profondità, il tempio ci appare nella sua grandiosità già dalla facciata d’ingresso: quattro statue, raffiguranti il faraone in posizione seduta, alte 33 m ed altre (di dimensione più piccola) raffiguranti membri della famiglia e divinità.
Una sorprendente particolarità contraddistingue quest’opera; il tempio è stato orientato in maniera che in due date ben precise (giorno di nascita ed incoronazione), i raggi del sole nascente penetravano nel sacrario, illuminando i volti delle statue, ad eccezione di quella raffigurante il dio della notte. Il trasferimento del tempio è riuscito talmente bene che il fenomeno non è scomparso, ma avviene con un giorno di ritardo.
All’interno bassorilievi ben conservati raccontano la vita e le gesta di questo grande Faraone.
A nord del tempio si trova un santuario più piccolo dedicato alla sposa di Ramses, la regina Nefertari, molto simile nelle fattezze al precedente, ma di dimensioni notevolmente ridotte.
La visita merita parecchio tempo, tanto è spettacolare quello che vediamo. E’ arrivata quasi l’ora di pranzo e non ce ne siamo nemmeno accorti! Un ristoro all’ombra ed in riva al lago è quello che ci vuole!… Non c’è tempo di crogiolarsi troppo, il pullman ci accompagna nuovamente all’aeroporto, le avventure non sono finite! Destinazione Il Cairo…