Luna di miele in Polinesia Francese

Un sogno che si avvera!
Scritto da: fata_morgana
luna di miele in polinesia francese
Partenza il: 16/05/2011
Ritorno il: 30/05/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 4000 €
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Ia ora na (buongiorno)! Questo è il racconto della mia luna di miele in Polinesia Francese. Poiché si trattava di un viaggio speciale ci siamo affidati ad un’agenzia di viaggio che ci ha prenotato tutti i voli, trasporti interni e hotels/pensioni. Ci ha anche spiegato quali documenti bisognava avere per passare la dogana americana (un vero incubo!) La nostra avventura inizia dunque il 16 maggio da Bologna (dopo una divertente serata con mia sorella Maude e il marito Marco), dove siamo decollati con un aereo Air France alla volta di Parigi Charles de Gaulle. L’aereo con cui abbiamo decollato apparteneva alla compagnia polinesiana Air Tahiti Nui: spettacolare! Era tutto blu con la pancia bianca e un fiore di tiare sulla coda. Il volo di andata è stato tranquillo (11 ore) fino a Los Angeles, dopodiché siamo un po’ diventati matti per passare la dogana americana: nonostante si è solo di passaggio chiedono il controllo del passaporto e prendono le impronte digitali di TUTTE le dita, con foto ricordo finale! Il volo è ripartito circa 1 ora e mezza dopo verso Papeete (altre 9 ore di aereo). Li sono 12 ore indietro e quindi siamo arrivati la sera dello stesso giorno alle ore 22.05. Appena scesi ci ha accolti, oltre al caldo, un trio di persone che suonavano l’ukulele e cantavano, e la collana di fiori profumatissimi. Ci hanno portati all’hotel Tahiti Nui, molto carino, e li siamo andati a letto sfiniti (in aereo non si dorme molto…).

La mattina ci siamo svegliati senza sveglia alle 6.30, una deliziosa colazione a buffet e poi subito a visitare la città. Siamo riusciti a vedere il mercato di Papeete (divertente da vedere), cambiare un po’ di soldi in franchi polinesiani (nella banque de Polynésie) e poi subito in hotel perché alle 10 venivano a prenderci per portarci in aeroporto. In aeroporto abbiamo prenotato un tour guidato sulla prossima isola. La prima “vera” meta (in cui andrei senza troppe remore a vivere) è la bella Moorea. Già dall’aereo si è rivelata un incanto. Un minibus è venuto a prenderci e ci ha portati nella pensione Les Tipaniers. La pensione era STUPENDA, eravamo su un bungalow nel giardino (con il tetto fatto con le palme incrociate), a due passi dalla spiaggia. Qui le spiagge non sono come le nostre: per la maggior parte sono piccole lingue di sabbia di un paio di metri di profondità, con palme ovunque (attenzione alle noci di cocco!) e un’acqua incredibile. In effetti qui tutti i colori sono incredibili, il colore del cielo, dell’acqua, dell’erba… Ci sono pesciolini sulla riva e l’acqua della laguna si muove appena. Già a qualche metro dalla spiaggia ci sono coralli e una miriade di pesciolini di tutti i colori. Piccola nota: l’acqua è quasi sempre tra i 24 e i 26 gradi! Abbiamo passato il pomeriggio in questo paradiso, che francamente non abbiamo più visto in nessun’altra isola. La sera, con nostra sorpresa, è arrivata piuttosto presto: alle 18.00 qui è già buio pesto! Alle 18.30 siamo andati a cena, dove abbiamo mangiato un po’ in fretta perché alle 20.30 ci aspettava il pulmino per il Tiki Village prenotato nel pomeriggio alla reception. Il Tiki Village è la ricostruzione di un villaggio polinesiano tradizionale, dove mostrano scorci di vita locale, e 3 sere la settimana fanno uno spettacolo di balli polinesiani molto bello. Visto che quella sera lo facevano ne abbiamo approfittato. Abbiamo ammirato le ballerine cantare ballando con i loro costumi e gli uomini che hanno fatto delle esibizioni con il fuoco: spettacolare (purtroppo dirò molto spesso “spettacolare”, perché c’era davvero poco che non lo fosse… Quindi rassegnatevi a leggerlo!).

Una cosa che abbiamo imparato molto presto è che la sera si va a letto presto (21.30 si sta già ronfando) e al mattino ci si alza prestissimo (6.00/6.15!); non so se per altri era così, ma noi la sera non riuscivamo a stare svegli!!

La mattina del secondo giorno ci siamo alzati, sempre senza sveglia, alle 6 e abbiamo potuto ammirare un’alba bellissima. Dopo una colazione in riva al mare a base di frutta e marmellate deliziose, ci hanno accompagnati alla nostra prima escursione (ogni volta che si prenota un’escursione vengono a prenderti): un tour nella laguna con picnic sul motu (isolotto di sabbia situato nella laguna, ndr). Penso di poter dire senza problemi che questa è stata la gita più bella che abbiamo fatto! Siamo saliti in una piroga a motore, e la nostra guida (nonché conducente, nonché cantante!) ci ha spiegato la leggenda del monte Mauputa (ha un vero buco in cima!!) e della Montagne Magique, e la storia delle 2 baie: quella di Cook e di Opunohu (che significa “pancia del pesce pietra”). Ad un certo punto ha fermato il motore e ci ha pregati di scendere in acqua bassa, dove ci “aspettavano” delle razze e degli squali pinna nera. La cosa bella di questa gita (se a qualcuno interessasse si chiamava Hiro tours) è che la guida non da’ da mangiare ne’ alle razze, ne’ agli squali, perché dicono che altrimenti non riescono più a trovarsi da mangiare da soli. E’sceso in acqua con 2 pezzetti di pesce solo per fargli sentire l’odore; è stata un’esperienza bellissima, le razze sono morbidissime, anche se non sembra. L’importante è non essere aggressivi nei loro confronti e non cercare di toccare gli squali. Prossima meta: un motu bellissimo dove ci hanno preparato delle coscette di pollo con riso e altre cose alla griglia molto buone. Dopo un risposino hanno fatto una lezione sull’apertura di un cocco: divertente. Alle 15.30 ci hanno scaricati vicino alla spiaggia della nostra pensione e abbiamo finito il pomeriggio inforcando due bici gentilmente prestate dalla pensione e partiti alla ricerca di un adattatore di spine francesi… E’ stato divertente e non faticoso, la strada era quasi tutta in piana. Al ritorno siamo ritornati in spiaggia finché è calato il sole (17.30), così ne abbiamo approfittato per vedere un bellissimo tramonto!

Cena a base di pesce e alle 20.20 stavamo praticamente già dormendo…

La mattina del 19 ci ha visti alle prese con le biciclette e all’apertura fai da te di un cocco in spiaggia; in una pausa tra queste due attività abbiamo anche fatto snorkeling. Alle 13.30 una jeep 4×4 è passata a prenderci per il tour dell’entroterra: visita, con salita da capogiro per un breve ma intenso tratto, alla Montagne Magique, da dove si vede un meraviglioso panorama, il Tropical Garden con la sua piantagione di vaniglia e vendita di prodotti fatti da loro, e poi la distilleria Rotui, dove fanno tra le altre cose un delizioso succo d’ananas. L’ananas arriva dalle vaste piantagioni che si trovano giusto all’interno dell’isola. La nostra guida ci ha fatto vedere queste piantagioni che sono all’ombra del monte Rotui (da qui il nome del succo), e occupano praticamente tutto il centro dell’isola. Penultima tappa del tour è stato il Belvedere, che domina le 2 baie: una vista spettacolare. Ultima tappa è stato un marae, un centro spirituale dei polinesiani: fino a qualche secolo fa al suo interno facevano anche sacrifici umani! Siamo tornati alle 16.30, un giretto in spiaggia e poi cena. Stavolta abbiamo resistito di più: alle 20.40 stavamo dormendo, in compagnia di un adorabile piccolo geko!

20 maggio: ultimo giorno in questo paradiso, sigh. Dopo un’ultima colazione in riva alla spiaggia ci hanno accompagnato all’aeroporto per la nostra prossima destinazione: la selvaggia Huahine. Dopo 25 minuti di volo ci hanno accompagnati alla nostra pensione, che si trova nella parte inferiore dell’altra isola, Huahine iti. L’isola si è presentata fin dal nostro arrivo completamente diversa da Moorea: molto verde e davvero più “selvaggia” (inteso per la vegetazione ovviamente), ma ugualmente affascinante. La nostra pensione, Mauarii si trova letteralmente sulla spiaggia, tant’è vero che la sala dove si fa colazione e si cena è fatta di travi da cui si vede il mare sottostante. Depositati i bagagli siamo andati in spiaggia… per fortuna la marea si stava ritirando perché qui si applica ancora meglio cosa dicevo all’inizio sulle spiagge: qui era di circa 2 mt di larghezza (con la marea bassa). Un bel giro in acqua, dove non bisogna fare tanta strada per vedere i pesci e i coralli, e poi a guardare i piccoli granchi di sabbia che sistemavano le tane! La nostra camera si chiama Puhi, che in polinesiano indica l’anguilla, animale sacro; il bagno si trova giusto nella porta a fianco, molto grande! L’arredamento della camera era uno stile un po’ “selvatico”, con legni dappertutto, ma il letto era bellissimo: era largo circa 2,10 mt!! A parte la quasi assenza di spiaggia, quest’isola merita senz’altro una visita per i colori del mare, tali da fare concorrenza sicuramente a Bora Bora. Purtroppo qui non siamo stati molto fortunati: ha piovuto piuttosto spesso e ci siamo scottati per benino! La sera abbiamo assistito ad una presentazione sull’apertura di un cocco e poi a cena (sempre verso le 18.30) e infine a letto presto.

21 maggio: abbiamo passato il giorno facendo un tour guidato sulla laguna: siamo partiti su un catamarano a motore passando per l’istmo dove vengono le balene con i piccoli in agosto, abbiamo visto un po’ di ricordi che ha lasciato il dio Hiro e poi ci siamo diretti verso una ferme perlière (fattoria di perle) dove ci hanno spiegato come nascono le perle. Un po’ più oltre ci ha fatto fare un giro nel giardino di corallo: esperienza meravigliosa. Si scende dalla barca, e trasportati dalla corrente si può ammirare i coralli che si trovano a 3-4 mt sotto di noi, ma l’acqua è talmente trasparente che sembra siano a 10 cm. Abbiamo poi circumnavigato Huahine Iti e siamo arrivati in un motu dove hanno preparato il poisson cru à la tahitienne. Siamo poi quasi tornati al punto di partenza e fatto l’ultima cosa prevista dal tour: il bagno con gli squali. Qui purtroppo abbiamo scoperto che per attirare gli squali gli danno da mangiare, in più l’acqua è più profonda quindi li si guarda da dietro una corda. Sulla strada del ritorno ci siamo fermati a Fare, la città più grande, che pare uscita da un film degli anni 60. Ritornati in pensione abbiamo fatto un giretto in un pezzetto di spiaggia e infine cenato.

Il 22 maggio è iniziato con la nostra ricerca di una spiaggia. La nostra pensione si trovava poco prima della punta dell’isola, così abbiamo fatto un po’ di strada verso la punta, ammirando la natura molto spiccata di quest’isola, quando finalmente abbiamo trovato la spiaggia perfetta: isolata, sabbia bianca e acqua limpidissima. Siamo rimasti qui tutto il giorno, facendo un po’ di snorkeling e riposandosi all’ombra, ascoltando la sabbia cantare, completamente soli. Purtroppo in quest’idillio si siamo scottati: io la parte superiore dei piedi, Christian la schiena. La notte l’ho passata in piedi; nella ricerca di un po’ di sollievo ho avuto il piacere di incontrare in bagno un enorme bacarozzo!

La mattina seguente (il 23 maggio) avevamo l’aereo alle 10.30, così siamo partiti piuttosto presto. L’aereo ci ha portati nell’isola sacra di Ra’iatea, a 10 minuti di distanza. Qui è venuto a prenderci un taxi che ci ha portato all’hotel Raiatea Lodge. Non ho parole per definirlo, se non che era stupendo. I proprietari erano gentilissimi e molto disponibili. In camera siamo stati accolti da una montagna di fiori d’ibisco e un vassoio di frutta fresca. Poco dopo il nostro arrivo abbiamo deciso di prendere due bici dell’hotel e partire per il centro di Uturoa (a 5 km dall’hotel). Per strada ovviamente ha iniziato a piovere e ci siamo riparati sotto un albero per qualche minuto. Come siamo arrivati abbiamo mangiato un panino in un baldacchino situato nel centro della piazza. Un bel giretto per la cittadina, una fetta di anguria fresca e poi siamo ripartiti verso l’hotel. Il resto della giornata l’abbiamo passato riposandoci.

Il 24 maggio ci aspettava il tour delle 3 cascate con una guida. Abbiamo indossato delle scarpette di gomma e la guida ci ha condotto in un’affascinante passeggiata nell’entroterra, facendoci conoscere tra le altre cose il castagno polinesiano, quali piante sono velenose, le orecchie d’elefante, e infine i vermi cinesi! La passeggiata è durata circa 3 ore, le cascate erano molto belle e abbiamo pure visto un’anguilla. Il pomeriggio in hotel è stato tranquillo, a spalmarsi crema antiscottatura (ancora memorie dell’isola precedente, non ancora cancellate!). La sera siamo andati a cena nel ristorante dell’hotel. Come ci siamo seduti al tavolo sono saltate le valvole, così abbiamo fatto una buonissima cena a lume di lanterna al led… molto romantico! Finita la cena ci siamo fermati in giardino a guardare le stelle, che si vedevano benissimo (come d’altronde in tutte le isole).

La mattina del 25 maggio, nostro ultimo giorno in quest’isola, l’abbiamo passata preparandoci, e alle 14 ci hanno riaccompagnati all’aeroporto. Il volo è partito in orario alle 16.15, verso la nostra ultima isola…sigh… La meta è Bora Bora, l’isola più blasonata dell’intera Polinesia francese (e secondo me a torto). Siamo arrivati che il sole stava tramontando, ma il primo sguardo a quest’isola non mi è per niente piaciuto: molti isolani vivono su case molto precarie, e ci sono cani che praticamente muoiono di fame lungo tutta la strada. L’hotel, il Maitai Polynesia, era sulla pointe Matira, in teoria la spiaggia più bella dell’isola che purtroppo era completamente circondata da bungalow sull’acqua… La camera non era stupenda, ma comunque molto pulita. Si cena su un ristorante sulla spiaggia (con vista su bungalow overwater). Qui, più che in ogni altra isola che abbiamo visitato, si applica il motto polinesiano “non c’è fretta”. Ci abbiamo impiegato un’eternità anche solo per prendere le ordinazioni. Niente di male, siamo in ferie, se non fosse che hanno servito molti tavoli prima di noi!

26 maggio: sveglia come al solito alle 6.30! La giornata non è tra le più belle che ho visto: è nuvoloso (piove mentre facciamo colazione) e soffia un vento incredibile. Ma non ci lasciamo scoraggiare, e siamo partiti in passeggiata alla scoperta dei luoghi circostanti. Vista l’enorme distesa di negozi (1 in 2 chilometri!) abbiamo preferito tornare indietro e fare un riposino in spiaggia, dove eravamo gli unici! Dopo pranzo siamo rimasti in camera per evitare il sole, che nel mentre era uscito. Alle 14.30 siamo andati in spiaggia (ancora soli, se si esclude il vento) fino alle 16.30 quando ci siamo scocciati della continua assenza del sole.

Il 27 maggio è incominciato con la nostra malsana idea di noleggiare delle bici e andare alla scoperta della “grande” città: 5 km andata e altrettanti ritorno. Come al solito ha fatto una pioggerellina per strada, e poi, quando stavamo per tornare indietro, si è forata una ruota. Abbiamo telefonato al centro assistenza e dai 15 minuti in cui dovevano arrivare ne sono passati 50. Hanno sostituito la bici e siamo ripartiti. Alle 13 sono venuti a prenderci per una gita al lagunarium: un luogo dove c’erano un’infinità di pesci della laguna e 2 tartarughe che erano state ferite. Poco distante c’è l’hotel Le Méridien, che si occupa attivamente nella salvaguardia e nelle cure delle tartarughe ferite. Ritornati in hotel siamo andati a fare un giretto in spiaggia, dove c’era ancora vento, e una nuotatina tra i coralli che sono vicinissimi alla spiaggia. Ci siamo poi preparati perché la sera avevamo prenotato un tavolo nell’altro ristorante dell’hotel, dove facevano uno spettacolo di danza polinesiana.

28 maggio: la nostra ultima mattina l’abbiamo passata in spiaggia, con il vento e rigorosamente senza sole, infatti verso le 11 ha piovuto. Alle 16 ci hanno accompagnato al porto di Vaitape, dove abbiamo preso la barca che si ha portati all’aeroporto. Il volo è stato regolare ed eravamo a Papeete alle 19.45. Ci siamo messi in colonna per il check-in per il nostro volo, e siamo quindi saliti in aereo alle 23.05. Purtroppo la prima parte del volo non è andata benissimo, su 9 ore l’aereo ha sballottato per 8. Passato il controllo a Los Angeles con più agilità rispetto la prima volta siamo ripartiti, ed il volo è andato molto meglio. Dopo un cambio d’aereo a Parigi siamo “sbarcati” a Venezia alle 14.15. Ora che scrivo qui, lontano da questo paradiso, mi sembra che sia impossibile che questo mondo esista davvero. Li ci ho lasciato una parte di cuore, che prima o poi andrò a riprendermi!

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Tramonto a Moorea

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Baia di Cook, Moorea

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Alba a Moorea

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Laguna di Bora Bora

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Motu a Huahine

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Pesciolini a Huahine



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