Luna di miele in messico
Viaggio alla ricerca di storia, natura, stili di vita differenti
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Ci siamo sposati il 26 giugno scorso e il viaggio di nozze l’abbiamo fatto in Messico. Perché il Messico? Perché ci piace l’idea di passare le vacanze in luoghi di sole ma dove non si prenda solo la tintarella, ma dove ci sia anche da vedere, nel senso di scoprire le bellezze storiche e naturalistiche e anche di fare tanto snorkeling, cosa che noi adoriamo. Quindi, pur non essendo proprio il periodo (comincia la stagione delle piogge e ci sono i primi uragani), abbiamo deciso di partire lo stesso. Chiedendo anche alla nostra agente di viaggio di poter fare tre settimane, metà tour e metà mare. Inoltre le abbiamo chiesto di non essere messi nei giorni ai Caraibi in un villaggio turistico (che noi odiamo…), ma di cercare delle cabanas sulla spiaggia dove essere il più possibile liberi. Detto fatto! E che dire: siamo stati fortunati! Sia con il tempo, sia con il viaggio che è stato meraviglioso. Beh, qualche inghippo c’è stato ma direi che si merita un bel 7,50! Ora, so di dilungarmi ma vi racconto il viaggio giorno per giorno! Partiamo il 28 mattina e il viaggio fra ritardi e file per i passaporti è molto lungo (15 ore in totale) e complicato. Arriviamo stracotti a Città del Messico… Dal 29 invece cominciamo il tour. Abbiamo fatto la scelta (giusta) di fare tutto il tour con una guida parlante italiano e da soli (o comunque massimo in un’altra coppia) in modo da essere più “veloci” negli spostamenti e soprattutto essendo certi di capire tutto quello che ci veniva spiegato! La prima giornata è stata faticosa ma meravigliosa. Si comincia con la visita alla Basilica della Beata Vergine di Guadalupe, una delle chiese più visitate nel mondo ci spiegano. E’ un luogo maestoso dove si sente molto una certa spiritualità. Subito dopo partenza per Teotiuachan dove rimaniamo impressionati dalla grandezza del luogo e dell’intelligenza e cultura del popola azteco. Dopo una breve sosta per mangiare in un ristorante tipico, ci facciamo accompagnare dalla nostra guida Gregorio sull’Avenida de riforma in centro a questo paesino impressionante che è Ciudad de Mexico (sono solo 22 milioni di persone e vederla dall’alto fa veramente paura) e ci godiamo la prima passeggiata messicana visitando lo “Zocalo” da soli. Esperienza particolare: Città del Messico è molto diversa dalle nostre città, sia come vivacità e colori sia come ambiente in genere (la povertà delle persone è visibile). Strepitosi anche i murales di Diego Rivera, assolutamente da non perdere! Torniamo a casa stanchi per i km fatti a piedi ma contenti: ma la notte non è molto tranquilla in quanto ci becchiamo pure un bel terremoto!!! Il 30 giugno si riparte: con l’aereo arriviamo a Tuxla Gutirerrez. Qui ci carica Julio assieme ad altri due ragazzi italiani, Tina e Francesco, due ragazzi molto simpatici che ci accompagneranno in questi giorni in Chiapas. Nonostante il tempo nuvoloso, ci porta a vedere il Canyon del Sumidero in barca. Il giro è molto lungo (due ore e passa) ma non per questo hai tempo di annoiarti! Si è immersi completamente nella natura e dove abbiamo visto oltre alle spettacolari altezze del Canyon (1000 m.) anche animali tipo martin pescatori, aironi, coccodrilli, pellicani. Dopo pranzo veniamo portati a San Cristobal de las Casas e la sera facciamo un giro del paese, molto caratteristico. Consiglio dove mangiare: il ristorante “Emiliano’s Mustache”: si spende poco e si mangia messicano molto bene! Ed è praticamente in centro. Comincia luglio e lo iniziamo con calma. In mattinata facciamo un bel giro per San Cristobal arrivando al coloratissimo ed incasinato mercato indigeno, dove vige ancora la regola del baratto. Al contrario di quello che potevamo pensare, all’interno non ci sono né cattivi odori né mosche nonostante la verdura, la carne ed il pesce siano “buttati” sui banconi! Di seguito vediamo anche luoghi particolari di San Cristobal, chiese consacrate e riconosciute dal Vaticano ma nelle quali ci sono elementi pagani come riti maya e stregoni. Julio ci porta poi a vedere due comunità locali completamente diverse fra loro: la comunità di San Juan Chamula e Zinicantan. Il primo è un villaggio indigeno rimasto con le regole dell’800. Ad esempio: nella chiesa della città si svolgono ancora riti pagani con il sacrificio di galline e dove al mercato la domenica c’è la compra vendita oltre che di alimenti anche di figlie da dare in spose. La seconda comunità è più moderna nella sua povertà e più aperta allo scambio. Ne approfittiamo per mangiare nella cucina di una famiglia che ha una cooperativa dove fanno ricami. Ritorniamo a San Cristobal per un altro breve giro del paese. Alla sera ceniamo al “Fogon de Jovel”, cucina tipica, ambiente pulito e con musica live. Spesa non eccessiva! Si riparte. Il 2 luglio saliamo sul pullmino e dopo 4 ore di viaggio tra le montagne arriviamo alle cascate di Agua Azul. Purtroppo essendo la stagione delle piogge, l’acqua era molto scura. Ciò non toglie la bellezza di queste cascate, però non ce la sentiamo di fare un bel bagno ristoratore. Arriviamo nel primo pomeriggio a Palenque dove ci aspetta invece un bel bagno in piscina. Il 3 luglio invece non è proprio la nostra giornata… partiamo la mattina presto (alle 6) per Bonapack e Yaxchilan. Era una gita a cui tenevamo molto in quanto completamente all’interno della jungla più profonda. Ad un certo punto, sull’unica strada possibile per andare a questi siti, una cinquantina di campesinos bloccano il passaggio con un tronco. Le guide dopo un lungo parlare ci spiegano che è pericoloso passare in quanto, a causa delle elezioni politiche del giorno dopo, queste persone stanno protestando perché vorrebbero votare liberamente ed invece il giorno precedente erano state trovate auto con schede elettorali già segnate per un certo candidato. Questo li ha fatto notevolmente innervosire ed il giorno precedente c’erano stati pure dei problemi (ci spiegano anche che la polizia in quelle zone non si avvicina neanche…). Purtroppo dobbiamo ritornare indietro, passando per le cascate di Misol-Ha. Poi ritorniamo all’hotel per una giornata di relax che però non volevamo! Il 4 luglio lasciamo Julio e ci accompagna Gilberto alla visita del sito archeologico di Palenque. E’ un bellissima area, molto ben tenuta ed attrezzata ma immersa nella jungla. Qui, oltre a vedere i templi e ad ascoltare le varie storie sulla civiltà Maya del luogo, abbiamo avuto l’occasione grazie al professore di conoscere anche la flora presente, con tanti bellissimi fiori e piante. In particolare c’è rimasta impressa una piccola pianta di mimosa, che al solo tocco si chiude su se stessa! Inoltre abbiamo avuto la fortuna di vedere e sentire da molto vicino un gruppo di scimmie urlatrici! Uno spettacolo! Dopo il pranzo ritiriamo i bagagli e veniamo portati all’aeroporto dove, con un po’ di problemi, partiamo alla volta di Merida. Merida non la vediamo neanche; il 5 infatti ci riuniamo con i nostri amici Tina e Francesco e dopo un paio di ore di macchina arriviamo a Chichen Itza. Una piccola digressione sui siti: contrariamente a quello che qualcuno può dire, non è assolutamente vero che “visto uno, visti tutti”. E’ incredibile come non ce ne sia uno non interessante e soprattutto come ognuno abbia un qualcosa di differente che, almeno per noi, lo ha reso unico e bellissimo. Sicuramente Chichen Itza è uno dei luoghi più affascinanti che abbiamo visto! Visitando il sito, rimaniamo ammirati nel vedere il campo da “gioco della palla”, molto grande e “El Castillo”, grande piramide che all’inizio dell’autunno e della primavera (quindi nel giorno dell’equinozio) viene colpita dal sole facendo si che sulla scalinata si formi una proiezione solare serpentina, che consiste in 7 triangoli di luce capovolti che terminano alla base con la testa di serpente illuminata! Inoltre è una piramide famosa per il suo “cinguettio”: quando ci si trova ai piedi della piramide, infatti, battendo le mani si può sentire un suono simile al canto di un quetzal, uccello sacro ai Maya. Salendo invece, alcune vibrazioni probabilmente dovute a delle correnti d’aria, producono un suono assimilabile alla pioggia che cade dentro un secchio d’acqua. Dopo un pranzo tradizionale messicano, veniamo portati a Playa del Carmen dove a fatica troviamo la Hertz e ripartiamo alla volta della cabanas los Lirios, iniziando a nostra avventura messicana by own. Il 6 luglio, dato il tempo pessimo raggiungiamo il cenote Dos Ojos. Qui veniamo accompagnati da una guida e ci prepariamo con maschere, pinne e torce per addentrarci in queste grotte sotterranee colme d’acqua dolce. Il primo impatto è stato strano e ci ha un po’ intimorito. L’acqua era un po’ fredda ma una volta entrati l’atmosfera è incantevole. Colonne di stalattiti e stalagmiti che accarezzi nuotando, pesciolini piccoli ti girano intorno. Poi la seconda “piscina” (il primo occhio) che è veramente spettacolare. Sul soffitto c’erano anche i pipistrelli che svolazzavano. Atmosfera comunque magica. Ci consoliamo andando a mangiare qualcosa a Tulum da “Mateo’s”, un piccolo bar sulla strada ma che consigliamo veramente, per uno spuntino a base di tacos per “riempire” la pancia e la giornata! Pomeriggio di riposo fra spese e giri per conoscere meglio Tulum Pueblo, nella speranza che il tempo migliori… E parzialmente lo fa: il 7, visto il tempo bello man non bellissimo, approfittiamo della mattina per andare a vedere le rovine di Tulum. Il sito è molto bello, immerso nell’erba verde con lo sfondo azzurro dell’oceano. E attorno a noi tantissime iguane! Presi dall’entusiasmo dell’esploratore, andiamo anche a Cobà per visitare una zona completamente differente. Per affrontare i tanti chilometri di lunghezza del percorso affittiamo delle biciclette e andiamo a zonzo nella jungla incontrando anche un lungo serpente verde che pare non essere velenoso (ma questo ce l’hanno detto dopo…). Alla sera cena alla Posada Margherida a Tulum. Si mangia divinamente, è tenuto da un ragazzo italiano: un po’ costoso ma ne vale la pena! L’8 luglio, finalmente sole… almeno nel pomeriggio. Alla mattina causa qualche nube andiamo a visitare la riserva della biosfera di Sianka’an. Siamo solo noi e la guida che ci porta in giro in barca in questa enorme laguna dove vediamo tantissimi uccelli e tante piante e fiori. Purtroppo non riusciamo a trovare i coccodrilli…. Poi spunta il sole e ci catapultiamo alla spiaggia di Akumal, un piccolo paesino che però è molto ben organizzato ed ha una splendida baia. Nel fare qui snorkeling abbiamo la fortuna di incontrare e nuotare con le tartarughe marine! Alla sera ci fermiamo da “Oscar y Lalo”, sulla strada statale a una ventina di km da Tulum. Molto caratteristico, si mangia bene e la spesa è normale (270 Pesos) Il giorno dopo, il 9 è purtroppo di nuovo brutto tempo. La mattina la passiamo al Pueblo per fare qualche acquisto e poi raggiungiamo il Gran Cenote, molto differente da Dos Ojos, più luminoso; ci piace perché è pieno di pesciolini. Il 10 finalmente c’è un barlume di sole! Partiamo molto presto per arrivare a Playa del Carmen. Qui prendiamo il traghetto e raggiungiamo l’isola di Cozumel. L’isola è molto turistica e i prezzi lo stesso. Però riusciamo a raggiungere col taxi la spiaggia di Dzul-ha e grazie alla splendida giornata ne approfittiamo per prendere la tintarella e soprattutto per fare tante nuotate! Il mare e la sua vita qui sono meravigliosi! Fra tutte le cose, quelle che ci sono rimaste più impresse sicuramente sono la sogliola, le alghe viola, le spugne, i coralli, i pesci colorati grandissimi e quelli più piccoli. Unica pecca, la spiaggia inesistente, almeno li. Ma per pigrizia e per risparmiare abbiamo preferito stanziare li. Tanto ci interessava fare snorkeling e li da vedere ce n’era… Anche l’11 la giornata prometteva bene, ma solo climaticamente! Perché la sfortuna ci ha colpito: si intasa il water, prendiamo una multa molto strana (pagata senza ricevuta: doveva essere 1300 pesos cioè 110 Euro, l’abbiamo spuntata a 50…), non troviamo la strada per il porto… Ma il tempo è bellissimo e ci spinge a prendere il traghetto per Isla Mujeres. Arrivati, ci viene proposto di fare un tour ad un prezzo decente: ma la cattiva stella non ci lascia e la barca non parte! Saliamo quindi su un’altra lancia e questa volta riusciamo a partire. Ci fermiamo a fare un lungo bagno in mezzo a tanti pesci colorati, barracuda e stelle marine. Da li ripartiamo e andiamo a vedere un piccolo squalo e il santuario delle tartarughe. Pranziamo e la lancia ci scarica a Playa Norte per finire la gita prendendo la tintarella. Giornata molto bella e sinceramente l’isola è molto più carina di Cozumel. Spettacolari i pesci visti nelle varie nuotate. Il 12 il tempo continua a reggere e ne approfittiamo per fare un’altra scampagnata fuori porta a Puerto Morelos. La spiaggia non è un gran che, ma ci capita di fare un giro in barca per fare snorkeling e vediamo cose diverse dalle altre volte, non tanto per i pesci che bene o male sono sempre gli stessi, ma per il bellissimo reef! Oggi consigliamo invece il ristorante a Tulum Pueblo “El Mariachi”. Molto carino ed informale dove si mangia molto bene (spesa circa 300 pesos). Dal 13 al 15 ce la prendiamo invece comoda. Ormai sono innamorato di Akumal e spingo Erika ad andare sempre in quella spiaggia. Dove tra l’altro passo le mie giornate in acqua per cercare e fotografare i miei amici barracuda, razze e tartarughe! Soprattutto l’ultima giornata dove il mare piatto e tranquillo ci dà la possibilità di vedere tanti pesci e tanto bel reef. Il sedici invece ci si torna a casa. Siamo contenti di rientrare perché la nostra casa ci manca. Ma soprattutto siamo contenti di queste tre settimane. Siamo stati benissimo e a parte qualche giorno “sfortunato” , direi che c’è andato tutto bene! Lasciamo una parte di noi in Messico e ci riproponiamo di tornarci, presto! Che dire: Adios Mexico!