Lourdes: breve tour turistico religioso
Arrivo a Lourdes,alle 7 ,dopo una notte di pioggia . Il cielo si sta aprendo . Scendiamo,intorpiditi dal sonno e dal freddo umido e ci dirigiamo verso il santuario che è interno al paese ma separato da esso come un’isola . Questo complesso è vastissimo e comprende le basiliche, la grotta delle apparizioni , le piscine con l’acqua “miracolosa” ,le strutture di accoglienza e assistenza medica dei malati ,vari punti di sosta per i pellegrini,ma niente bar,niente negozi, soltanto bagni. Sembra di entrare in una piccola strana città sospesa nel tempo . Ecco , i grandi cancelli sono già aperti . Un tiepido raggio di sole ci accoglie,illuminando l’esplanade fino alla basilica che si innalza maestosa,cercando l’azzurro del cielo. Arrivano già i primi pellegrini, come noi. Molte rose e il verde di alberi e prati.
L’anno 2008 è per Lourdes l’anno del Giubileo,in quanto ricorrono 150 anni dalle apparizioni del 1858 a Bernadette. Ci viene consegnato,se lo si desidera,un medaglione con 4 simboli che rappresentano 4 tappe da perseguire nel cammino. Ad ogni tappa verrà consegnata una etichetta adesiva per completare l’insegna e conservarla come ricordo. Le 4 tappe sono :a )la chiesa con il fonte battesimale dove Bernadette fu battezzata. b ) il cachot dove ha abitato la famiglia di Bernadette (Soubirous) c) la grotta delle apparizioni d) l’oratorio dell’ospizio dove Bernadette fece la prima comunione. Naturalmente,se si vuole fare questo percorso anche con senso religioso,ci sono dei momenti di raccoglimento e di preghiera in ognuna delle soste nelle tappe raggiunte.
Ore 7e30 Come già concordato con le mie figlie,ci separiamo per metà giornata,io nel mio percorso di fede e di raccoglimento e loro tre di scoperta,di riflessione,di osservazione.
Mi dirigo subito verso la grotta,là dove una pastorella povera ed analfabeta vide la “Signora”che le rivelò la propria identità e le fece trovare quell’acqua miracolosa per chi ha fede. “Que soy era immaculada councepciou”… Centinaia di persone si muovono sul mio percorso,verso questo luogo magico,suggestivo,intriso di tanti dolori ma anche di speranza,di fede,di pace. Vengono da ogni parte del mondo , le lingue più disparate si uniscono nella preghiera . Insieme alle invocazioni , sale il continuo gorgoglìo del fiume Gave che scorre vicino . Quando le varie Messe celebrate nella grotta in lingue diverse sono finite,si entra dentro in fila,lentamente,e ognuno accarezza le pareti e offre alla Madonna ciò che sente nel cuore. In alto,sulla roccia,la statua di Maria ,come descritta da Bernadette. Passano a intervalli le carrozzine dei malati,spinte da familiari o volontari e così varie volte nella giornata.
Più in là, sempre lungo il fiume dal colore verde smeraldo , ci sono le piscine con l’acqua della sorgente prodigiosa ,in cui vengono immersi i malati, ma anche i pellegrini, in alcune ore della giornata . Ovunque candele e ceri accesi per segno di preghiera o ringraziamento. La zona della grotta e delle piscine è separata dalle basiliche ,in quanto zona di massimo raccoglimento.
Il santuario è fatto da 3 chiese sovrapposte, con cappelle attigue; le Messe si alternano in orari diversi,in lingue diverse e alcune internazionali dedicate ai giovani. Dalla basilica superiore scendono due vie di percorso verso la base,quasi due braccia che accompagnino malati e pellegrini . Nel portale inferiore, bellissimi mosaici sulla vita di Gesù.
Dopo aver sostato nelle basiliche e ricordato le persone che mi avevano chiesto una preghiera, mi dirigo di nuovo verso il Gave .L’acqua è impetuosa per le molte piogge ,verde e spumeggiante;mi appoggio al muretto e guardo…I prati al di là del Gave sono belli, morbidi e si stendono a dismisura. Come non pensare a quando Bernadette qui pascolava le pecore con le sorelle,ogni giorno,sole o pioggia,malata di asma,eppure così coraggiosa ?E quanta fermezza ebbe nel sostenere ciò che vedeva e ascoltava,contro chi la voleva pazza o esibizionista! Da uno dei vari ponticelli attraverso il fiume e vado lungo l’altro lato di esso. Qui si snoda il “ cammino dell’Acqua” ,cioè un percorso nel verde della praterìa , intervallato da 9 fontane i cui nomi sono tratti dalla Bibbia,con bellissime immagini. L’acqua,simbolo di purificazione e di vita,proviene sempre dalla sorgente della grotta.
Altro percorso molto suggestivo è quello della via crucis,sempre vicino al fiume,con sculture di una struggente espressività. Su questo lato del fiume vi sono altre chiese, il presidio medico sanitario di cui ho detto sopra, e il centro documentazione dei miracoli .
Riattraverso il Gange da un altro ponticello e torno verso il santuario. L’acqua della sorgente della grotta è stata incanalata in tante fontanelle,a cui attingono migliaia di persone ogni giorno. Io ne bevo vari sorsi,è molto fresca e leggera.
La mia visita prosegue ora con le mete del medaglione . Devo dire che di queste 4 tappe quella che mi ha dato la maggior emozione è stata la visita alla casa di Bernadette , con il suo letto , le sue cose , i letti dei genitori , la cucina e il mulino del padre in cui egli faceva il pane , per sfamare la numerosa famiglia. Lì Bernadette dovette salutare i suoi per lasciare Lourdes e rifugiarsi a Nevers.
Finito il mio percorso del medaglione, torno al santuario per incontrare le mie figlie, come d’accordo, essendo le 13,e dovendo mangiare qualcosa. Il sole illumina i Pirenei vicini e fa scintillare la neve fresca della notte; a sinistra si erge il castello fortezza su un picco roccioso.
Eccoci riuniti ,io ,le due figlie e il nostro amico;ci dirigiamo nelle stradine del centro del paese, strette e in salita . Questo paese,sviluppatosi per il turismo religioso,ha una strada centrale,piena di negozietti,tutti di souvenir e di contenitori dell’acqua della sorgente ,con varie forme. Molti gli hotel e le costruzioni sorte per l’accoglienza dei gruppi. Prendiamo rue du Bourg. Ad una delle traverse di questa scorgiamo una pizzeria-ristorante,con cucina italiana (e sarda )“Passioni Italiane”:ci ispira ed entriamo . La via è rue Baron Duprat à Lourdes , 5 .Mentre io prendo una bruschetta e una caprese,loro scelgono la pizza. Bibite e caffè. Prezzi modici. L’ambiente è colorato e accogliente,tovagliette di carta con i vari monumenti di città italiane,camerieri gentili. Quando usciamo,purtroppo ,inizia a piovere;decidiamo perciò di prendere il trenino turistico,coperto ,che con 5 e 50 euro a testa fa un giro completo di un’ora circa , permettendo però di scendere e fare le 7 visite seguenti: Funiculaire du Pic du Jer-Musèe de Cire-Le Petit Lourdes-Les Sanctuaires-La Nativitè-Chateau Fort. Avremmo desiderato molto prendere la funicolare ma il diluvio non ci ha lasciato più per tutto il pomeriggio .. Infatti dal Pic du Jer c’è un panorama bellissimo di tutti i Pirenei e ci sono delle grotte da visitare. Il castello roccaforte di Lourdes è stato residenza dei conti di Bigorre,ha un torrione del trecento e un ponte levatoio. Terminato il tour col trenino,infreddoliti, sotto la pioggia, torniamo al santuario e in una delle chiese ci rifugiamo per un’oretta,seguendo parte della Messa. Andiamo poi in un bar del paese a prendere qualcosa di caldo;qui intessiamo vivaci discussioni sui miracoli riconosciuti a Lourdes,avendo una figlia comprato una rivista relativa. Prima di ripartire per Torino, (ora stabilita le 22, alla statua della “Incoronata” , punto di ritrovo nostro gruppo, ) partecipiamo alla suggestiva fiaccolata notturna che si snoda ogni sera intorno all’esplanade e lungo le ali del santuario fin su in alto. Nonostante la pioggia incessante ,una fiumana di persone avanza lentamente,cantando;poi il rosario ,in ogni lingua dei gruppi presenti ,procedendo con le fiaccole accese e gli ombrelli aperti. Tante piccole luci nel buio della notte fredda ,segno di tante preghiere e speranze levate a Maria.
Ore 22.Ritrovo un po’ difficoltoso ma alfine si parte . Viaggio sempre sotto pioggia incessante,solite poltrone scomode,molte soste per fortuna,bevande calde , qualche ..Preghiera,solite battute fra i due autisti per non avere colpi di sonno.
Arrivo a Torino prima del previsto,ore 11 circa,stanchi ma contenti.
Rita Risoli