Louisiana Mon Amour
Bevutaci una birra e le 350 miglia che separano Houston dalla meta prefissata, arriviamo a La Fayette. Francofona di nome e francese di fascino, La Fayette è indubbiamente la capitale della Cayoun Country. Musica Cayoun, Zydeco e folk ci accolgono nella nostra camera al primo piano del saloon in centro città. Foto di artisti, colori forti e locandine di concerti. Dal balconcino di legno percepiamo che una tavolata di poker fumante intrattiene avventori sgualciti mentre cavalli stellati aspettano fuori con la criniera piegata dentro la mangiatoia. Ci sarà anche lo sceriffo.
La Louisiana è un’esperienza intensa, diversa, poco americana, molto eccentrica e particolare. Diversa in tutto o quasi: tradizioni, lingua, musica e cibo. Superato il confine, dell’America yankee della globalizzazione selvaggia rimane ben poco. Meno big mac e più big mama, generosità di taglie e di accenti. Chiese e croci, nomi hispanici, piantagioni di cotone ed antichità, souvenir bel epoque anni ’30. Paesaggi pitturati da impressionisti francesi, case di legno rose ed azzurrine: la trama di Via col Vento la si ritrova miglia dopo miglia.
La Nouvelle Europa del presidente Jackson si specchia sul golfo del Messico e ci entra sinuosa grazie alle curve del Missisipi River. Ci arrivarono francesi, spagnoli, latinos, caraibici e schiavi dall’Africa ed oggi, questo mix, lo si ritrova tutto, omogeneo ma distinto, nel Gumbo di pesce, zuppa tipica il cui intingolo saporito deriva da una lunga cottura di diversi ingredienti, molluschi, crostacei e spezie. Riso e fagioli, come a Cuba, ma soprattutto crawfish e shripms. Breux Bridge è la capitale mondiale dei gamberi, Baton Rounge semplicemente la capitale dello Stato.
La Louisiana è una mezcla piccante al Tabasco dallo charme francese, un posto strano, forse unico, di cui è difficile non innamorarsi.