Los Roques, seducente e selvaggia..
Oggi questo delicato ecosistema è un parco nazionale protetto che ospita nelle sue acque una varietà di coralli, tartarughe marine e specie ittiche tra le più rare e racchiude un piccolo segreto storico: molti secoli fa gli indios arawak vi venivano a compiere i loro riti e a raccogliere il sale come testimoniano i reperti archeologici rinvenuti a Cayo Sal.
Tutte le isole rappresentano un caleidoscopio di fantastici colori, difficile dire quale sia la più bella o la più interessante, sono cayos bassi ad eccezione di Gran Roque (l’unica ad avere un rilievo degno di nota che mostri la sua origine vulcanica), con una vegetazione sporadica, affidati in alcuni casi alla volontà della natura e in altri, agli uccelli marini che nidificano sulle loro sabbie.
Il governo venezuelano per preservarne le caratteristiche ha istituito delle zone a protezione integrale ed altre a protezione media, quest’ultime sono le sole dove il turismo può approdare, mantenendo sempre un adeguato senso di rispetto perchè un domani, come oggi, questo delicato paradiso possa rimanere tale. gran roque : la porta del parco nazionale. L’alloggio degli amanti del mare.
Da Caracas, in direzione nord, occorrono circa 40 minuti di volo per raggiungere la porta di questo incredibile santuario ecologico, dove la natura ha riservato ai fortunati visitatori una vacanza in perfetta simbiosi.
Gran Roque, l’isola alloggio del parco nazionale, si staglia nella laguna circostante con la sua caratteristica sagoma ondulata, eredità di un passato vulcanico e accoglie il visitatore con un piccolo aeroporto dove una pista sul mare e una casetta di legno, riservata alle pratiche doganali, rappresenta l’unico legame con la terraferma.
Oggi questo villaggio di pescatori, originari dell’isola Margarita, con non più di mille anime, costituisce il cuore pulsante dell’arcipelago, un luogo spartano dove non circolano automobili e le strade sono fatte di sabbia, dove i colori pastello delle case tradizionali, ristrutturate e in parte trasformate in posadas per l’accoglienza del turismo, mostrano inequivocabilmente l’anima caraibica del paese.
Le posadas, sono strutture semplici ed essenziali che il governo venezuelano ha permesso di realizzare in perfetta armonia con la natura circostante, piccoli edifici con poche camere a disposizione degli ospiti, in stile coloniale, a conduzione semifamiliare, molte delle quali gestite da nostri connazionali. Portano nomi come Acquamarina, Macanao Lodge, La Terrazza, Sueno del Mar ed altri, evocando il sogno dei veri amanti del mare, alcune si affacciano sulla spiaggia zeppa di conchiglie e di reti da pesca, altre sono dislocate nel villaggio a pochi passi dal molo di approdo dove partono le imbarcazioni per le escursioni nel parco.
Gran Roque non offre spiagge idilliache ne tantomeno serate mondane, si onora il tempo del riposo perché ogni mattina, di buon ora, ci si imbarca per la visita delle altre isole, vere gemme dai fondali incontaminati, dove la presenza umana è praticamente inesistente e le spiagge infinite. GRAN ROQUE E LE SUE ISOLE Un invito al sogno.
La giornata tipo a Los Roques comincia la mattina di buon ora. Dopo aver gustato nella propria posada ( noi eravamo in Acquamarina ) una tazza di caffè, pancakes caldi e succo di frutta naturale, si arriva al molo per salire a bordo della imbarcazione della stessa posada e via tra i cayos luminosi dell’arcipelago.
Ricordo il primo giorno, l’entusiasmo di quel mare dai colori cangianti era un invito al sogno e mi induceva ad intraprendere subito una lunga escursione verso le isole più lontane, ma ero appena arrivato e avevo tempo a disposizione, pertanto, decisi di visitare nei primi giorni le isole intorno a Gran Roque.
La prima tappa del mio itinerario sono stati Franciskys, Madrizqui e Cayo Pirata tre isolotti a 10/15 minuti di barca da Gran Roque, dove l’impronta turistica e umana è oggi presente con un piccolo ristorantino in legno dove gustare tra un bagno e l’altro un piatto di pesce freschissimo e qualche casa da week end di gente di Caracas, il tutto ben inserito nella natura circostante e per niente invasivo.
Franciskys, è un luogo idilliaco, con spiagge bianche, vegetazione tipica e una barriera corallina che lo chiude nella parte orientale formando una laguna dai bassi fondali, dove il bagno è molto piacevole e l’acqua cristallina. A Franciskys, c’è una piscina naturale formata dal reef, un punto tra i più interessanti dell’arcipelago dove fare snorkeling.
Madrizqui, la più vicina a Gran Roque accoglie il visitatore con la sua spiaggia bianchissima, alcuni ombrelloni di paglia indispensabili per riparasi dal sole e un mare dai colori accesi. Un consiglio è quello di passeggiare sulla sua sabbia, osservando il mare e la miriade di pellicani che si tuffano per pescare, fino a raggiungere, dopo una breve traversata a piedi nella bassa laguna, Cayo Pirata, un isolotto dove si trovano alcune baracche in legno abitate in periodi diversi dell’anno dai pescatori, un posto tranquillo per sdraiarsi, prendere il sole e bagnarsi in completa solitudine aspettando il tramonto che a queste latitudini è di un’irreale tinta violetta, per poi rientrare a Gran Roque, dove il soffio costante degli alisei spazza via le nubi minacciose e rinfresca le notti caraibiche. TRA GLI ATOLLI SPERDUTI DI LOS ROQUES Un bagno nelle baie solitarie dell’arcipelago.
Il sogno dei veri amanti del mare non si infrange tra le isole vicine a Gran Roque, sono i cayos più lontani a rappresentare il vero paradiso, isole come Crasqui, Carenero, Espenky, Sarqui, Los Noronkys, Cayo de Agua, veri angoli selvaggi dove la natura domina l’intero ecosistema. Queste escursioni alle isole piu’ lontane normalmente non sono comprese nei pacchetti offerti dalle posada, avvisando il giorno prima lo staff della nostra posada ci ha comunque organizzato tuto senza problemi pagando una modica differenza.
Arrivare a Crasqui, dopo 40 minuti di traversata costeggiando isolotti di varia lunghezza, è stato un momento entusiasmante, nella baia che fronteggia l’Isla Larga esistono alcune strutture in legno abitate da pescatori, ma fino a qualche anno fa non esisteva niente, il solo rumore era quello del reef e degli uccelli che nidificavano sulle sue sabbie. Crasqui presenta una spiaggia interminabile che consiglio di percorrere in tutta la sua estensione, angoli remoti dove la sabbia e il mare hanno una trasparenza da sogno, un contesto scenografico intrigante dove fare il bagno in completa solitudine avvolti da una natura intatta.
Crasqui è un luogo speciale per lo snorkeling, il reef è ricco di vita e i fondali fanno intravedere pesci di ogni genere e alcuni grossi barracuda.
Non lontano da Crasquì si trovano i due cayos di Los Noronkys, un posto piacevole dove trascorrere una mezza giornata tra spiagge appartate e reef sensazionale, al di là del quale, la vista su Gran Roque, con la sua tipica sagoma, è incantevole. A Los Noronkys un gazebo in legno con tavolo e panche permette ai visitatori di riposarsi e bivaccare, sempre e solo, se si ha con se cibo e bevande.
Da Los Noronkys un tragitto di breve durata conduce ai cayos di Espenky e Sarqui, due isole che mi hanno lasciato il ricordo più intenso, una di fronte all’altra in un contesto da ultimo paradiso perduto, disabitate, con spiagge interminabili, dove la laguna favorita dai bassi fondali ti invita ad un bagno senza fine. Camminare tra frammenti di conchiglie, lungo la favolosa mezzaluna di sabbia accecante di Espenky è un’esperienza che propongo a tutti coloro che amano la natura e il mare nelle sue forme primordiali, un angolo di tropico diverso, aspro e selvaggio dove abbandonarsi e tuffarsi nella tiepida laguna circostante.
Poco più lontano si trova Carenero, un piccolo cayo lungo e stretto dove vive in una capanna un vecchio pescatore di nome Ezechiele, è un luogo spartano spesso utilizzato per la sosta dai pescatori del luogo che si rifugiano per pulire il pesce prima di rientrare a Gran Roque. L’isola presenta nel suo versante orientale una bella spiaggia con una laguna dai bassi fondali.
In questa isola il nostro capitano della barca ci ha cucinato dopo averlo pescato sulla vicina barriera, una ottima grigliata di barracuda ai carboni, veramente una esperienza deliziosa !!! Ma il vero santuario ecologico di Los Roques sono le isole a protezione integrale come Isla Grande, Los Conquises, Gresky, Esparky e quella ad uso speciale come Dos Mosquises. Nelle prime non si può attraccare nemmeno per una breve sosta, il loro patrimonio avio-faunistico, rappresentato da fenicotteri rosa e specie in via di estinzione è assolutamente inviolabile. La seconda è una stazione biologica per la riproduzione delle tartarughe marine, una breve sosta permette di conoscere a fondo questo meraviglioso animale che viene salvaguardato e protetto in tutto l’arcipelago.
Dulcis in fundo il gioiello di Los Roques si chiama Cayo de Agua, un fantastico labirinto di sabbie accecanti, tra cielo e mare, lontano da tutto, dove la presenza umana è inesistente e i colori delle acque che lo circondano nei due versanti, assumono tonalità indescrivibili. Percorrere a piedi questa lunga banchina di corallo affondando nella sua soffice polvere è una sensazione unica, il cui ricordo rimane per sempre impresso nella memoria, uno di quei luoghi al mondo dove immagini di essere durante il nostro freddo inverno. LOS ROQUES Consigli utili L’arcipelago di Los Roques (Venezuela) è raggiungibile da Caracas o da Porlamar con diversi voli giornalieri della compagnia Bluestar ( la unica che vi garantisce di volare a Los Roques lo stesso giorno del vostro arrivo con partenza dell’ultimo volo alle 17:30 ), Sol De America ed Aerotuy.
Quasi tutte le maggiori compagnie aeree (LUFTHANSA, AIR FRANCE, KLM, IBERIA, TAP, ALITALIA ecc.) collegano attraverso scali europei l’aeroporto Simon Bolivar di Caracas con voli plurisettimanali. Dall’Italia, Caracas è oggi raggiungibile direttamente con i voli di linea della nostra compagnia di bandiera (ALITALIA), con partenza da Milano Malpensa o da Fiumicino.
Il clima delle isole è generalmente secco e ventilato, l’arcipelago si trova in una fascia battuta dagli alisei che garantiscono per la maggior parte dell’anno sole e vento. Il periodo migliore per visitare le isole sono i mesi da dicembre a settembre con temperature che vanno dai 26 gradi dell’inverno ai 28 gradi dell’estate.
Nell’isola di Gran Roque esistono piccole strutture (posadas) che garantiscono un servizio accogliente e familiare. Le strutture che consiglio sono: La Posada Acquamarina, arredata con gusto e semplicità, dove Giorgio ed il suo staff vi accoglieranno la sera al vostro rientro con dei piatti di pasta e pesce freschissimo eccezionali, e la posada Sueno del Mar in stile locale con il suo ambiente piacevole ed informale. La posada Acquamarina bisogna dire che ha stanze super equipaggiate rispetto alla media degli altri operatori, il loro website, molto utile e con foto che rendono bene l’idea della bellezza dell’arcipelago e’ www.Posada-acquamarina.Com Se volete mangiare del pesce potete andare anche al ristorante al canto della balena, il piatto di chipi chipi leggermente afrodisiaco è un ottima scelta.
Se desiderate visitare le altre isole il modo migliore è quello di noleggiare un’imbarcazione, chiedete di Modesto Salazar, un ex pescatore che vive a Gran Roques, lui conosce l’arcipelago come le sue tasche, vi porterà ovunque, lontano dalle solite mete comuni.