Los Roques
Fatto tesoro di quanto segnalato da altri turisti su questo sito, noi avevamo prenotato (sempre tramite la posada) un pernottamento a 7Km dall’Aeroporto al Buena Vista Inn, albergo i cui canoni di sicurezza sono risultati un poco differenti dai nostri: all’ingresso si trova infatti un cancello in ferro che viene aperto e chiuso a chiave ad ogni passaggio dei clienti, mentre il primo piano è circondato da una elettrificazione ad alto voltaggio. La stanza era pulita ma rumorosa visto il continuo passaggio di aerei. Come prima informazione utile volevo avvisare che il cambio ufficiale prevede per 1 dollaro USA 2 Bolivares Forti mentre per 1 Euro 2,2 BF. In aeroporto invece non avrete difficoltà a cambiare il dollaro a 4BF e l’Euro a 5 (contrattando anche a 6), e gli interessati vi verranno a cercare (non ho notizie di monete false anche se è bene cambiare poco per volta). Cambiando in aeroporto risparmierete quindi il 50-60% sul costo dell’albergo (i prezzi riportati in Internet pari a 65 Euro sono relativi al cambio ufficiale) e sul costo del pasto; vi serviranno inoltre 23BF a persona per la tassa di imbarco per Los Roques e 46BF come tassa di ingresso al parco (unica rata). Il giorno successivo sono passati a prenderci alle 7 anche se, i nostri amici, dimentichi di regolare l’orologio delle 5h e 30m di differenza di fuso orario, si sono presentati vestiti e docciati alla Hall alle 1,30 di mattina (tutti i gusti sono gusti). L’aereo della Blue Star era un trimotore ad elica dalle caratteristiche estetiche piuttosto discutibili con carlinga stretta, e rumoroso in volo. La presenza di ben tre motori regala una certa sicurezza alla trasvolata.. Il bagaglio massimo consentito in questa tratta è di 10Kg a persona: noi 5 lo abbiamo superato per un totale di 10Kg e abbiamo dovuto pagare un sovrapprezzo di 3 dollari totali (non avevamo BF e non sappiamo quale cambio ci hanno applicato); abbiamo scoperto che il peso è importante, ma ancora più importante è l’ingombro: evitate di portare valigie enormi e rigide potrebbe essere impossibile farle salire sull’aereo. Durante il volo, visti i tristi eventi da poco avvenuti, si respirava una certa tensione che lasciava posto alla meraviglia ed allo stupore quando dopo circa 30 minuti di volo si cominciavano ad intravedere le isole dall’alto. Non potremo mai dimenticare i colori, le trasparenze, le forme che si susseguivano al passaggio della barriera corallina, delle isole, delle barche che punteggiavano la laguna: erano quegli azzurri turchesi intensi, quei verdi smeraldo e quei blu cobalto che avrebbero caratterizzato i nostri giorni a seguire. Giunti sull’isola di Gran Roque abbiamo raggiunto facilmente la posada madre presente sull’isola, dove abbiamo atteso che venissero a prenderci per andare in barca nella posada situata sull’isola di Rasqui, dove avevamo prenotato con trattamento All Inclusive compreso il trasporto alle isole più lontane: questa formula è risultata assolutamente vincente in quanto, oltre ad usufruire di un servizio estremamente dedicato (sull’isola eravamo presenti in massimo 9 ospiti, ed in un paio di serate eravamo solo noi 5), potevamo visitare tutte le isole del circuito senza avere ulteriori problemi di prenotazione, file e pagamenti, il tutto per 10 Euro di differenza al giorno pro capite. Le cene poi erano meravigliose: tutte a base di pesce (barracuda, dentici e pesci locali in quantità, aragoste su richiesta e piccola differenza) e presentate divinamente, mentre i pranzi, serviti in spiaggia in frigorifero, lasciavano piuttosto a desiderare anche per questioni logistiche (pasta o riso freddo, panini, birre, coca e acqua). Cocktail pomeridiano vino bianco cileno sufficientemente buono e Ron erano le giuste cornici all’ottimo pasto serale. Non si può portare il phon e i capelli vanno asciugati al vento (immancabile), mentre rispetto a Gran Roque i mosquitos sono di meno.
Il primo giorno lo abbiamo passato parte sull’isola e visitando la vicina isola di Francisqui, raggiungibile a piedi attraversando un istmo di terra sommerso dal mare per circa 40cm di profondità. Visto il periodo di carnevale l’isola risultava piuttosto affollata, ma regala comunque paesaggi ricchi di colori; lo snorkeling nelle zone interne risulta piuttosto deludente, ma alcuni turisti ci indicano quale zona migliore quella delle piscine naturali che si formano all’interno della barriera corallina nel lato est.
Il 2° giorno veniamo accompagnati all’isola di Crasqui a circa 20 minuti di navigazione da Gran Roque: questa isola è caratterizzata da una spiaggia bianca di circa 3 Km dove risiedono alcune posade abitate e un paio di ristoranti in cui si possono gustare delle ottime aragoste con una spesa di circa 80BF. Al termine della spiaggia, proseguendo oltre il basso fondale che unisce la spiaggia all’isola di Los Agustin, si possono ammirare due piccole colline di conchiglie giganti, al lato delle quali si trova una piscina naturale ideale per lo snorkeling; dopo qualche difficoltà per raggiungere una profondità di almeno 1,20m, potrete ammirare carangidi, boniti, razze e barracuda, pesci balestra e chirurgo, coralli e gorgonie; come per tutte le isole dell’arcipelago la temperatura dell’acqua permette una permanenza in acqua senza muta di circa 30-60 minuti. Per quanto riguarda i barracuda consiglio di non scendere in acqua con medagliette varie od oggetti scintillanti che questi pesci scambiano facilmente per cibo: basta questa piccola accortezza per evitare qualsiasi pericolo ed assaporare l’incontro con questo pesce che, scoprirete, ama osservare l’uomo da vicino.
Il giorno successivo siamo stati accompagnati all’isola di Noronqui dove troviamo una spiaggia molto più raccolta di quella del giorno precedente; la sabbia è come sempre bianchissima, i colori sono fantastici e nel mare antistante incontriamo 3 tartarughe che inseguiamo nuotando in superficie e sottacqua fino a quando non decidono di allontanarsi. Nel pomeriggio decidiamo di fare un poco di snorkeling nel reef al lato dell’isola dove l’acqua è molto bassa e la corrente piuttosto forte: in questa zona incontriamo pesci di piccola taglia dai colori vivacissimi e dalle forme più diverse fino a quando, stanchi di andare contro corrente, non ci lasciamo trascinare nella zona delle tartarughe dove incontriamo di nuovo le nostre amiche insieme a numerosi pesci chirurgo. 3° giorno: dopo circa 25 minuti di faticosa navigazione dovuta al mare molto mosso (costante per tutta la nostra vacanza), arriviamo ad Espenqui isola bellissima con una spiaggia di circa 1 Km da condividere con altre 10 turisti dove ci dedichiamo al riposo, al sole e alla escursione dell’isola. Numerosi pellicani ci accompagnano con i loro tuffi durante il percorso in uno scenario di colori azzurro turchesi e verdi smeraldo. Bello lo snorkeling nel lato destro (ovest) dell’isola.
Il 4° giorno viene funestato da un incidente: mia moglie cade da una scala e si procura una ferita all’arcata sopraccigliare; veniamo accompagnati a Gran Roque dove c’è un punto medico: lì troviamo un giovane dottore donna che si vede costretta ad applicare tre punti sulla ferita. Ho voluto menzionare questo problema per evidenziare due cose: l’intervento è risultato completamente gratuito compreso di anestesia, fornitura di crema cicatrizzante e di antibiotici; la dottoressa è stata talmente brava tanto che nessuno fa caso alla cicatrice che risulta praticamente invisibile. Passiamo la mattinata a fare shopping nei pochi negozi aperti (molto convenienti le infradito Hawaianas originali che si trovano ad un prezzo di circa 6 Euro). Tornati a Rasqui passiamo una giornata di riposo e, nel pomeriggio, andiamo alle piscine naturali di Francisqui dove ci immergiamo fino a raggiungere l’unica uscita dalla barriera corallina: questo lato del mare ci permette di incontrare gran parte della fauna ittica presente nell’arcipelago, compreso un incontro imprevisto con due pesci luna dalle ragguardevoli dimensioni. Vista la bellezza della barriera decidiamo di percorrerla a nuoto fino a ritornare all’isola di Rasqui, rimanendo ancora una volta sorpresi dalla ricchezza e diversità di vita presente in questa zona del mare dei Caraibi.
Nei giorni successivi abbiamo visitato: Sebastopol, lingua di terra nelle immediate vicinanze della barriera corallina principale; particolarmente bello la traversata di circa 1 ora, nella laguna con fermata a Boca de Bobos, dove è possibile ammirare un gran numero di uccelli tra le mangrovie, le stelle marine giganti ed i soliti colori sfavillanti; nella barriera si notano alcuni relitti di navi. Dopo una breve permanenza in acqua veniamo accompagnati a Cayo Fabian una affascinante isola sabbiosa di circa 60m dove passiamo il pomeriggio soli, immersi nella natura.
Cayo de Agua (imperdibile) forse l’isola più bella dell’intero arcipelago ad un’ora di navigazione dove i colori diventano i padroni della scena; in acqua nella parte interna c’è una zona molto ricca di fauna ittica dove abbiamo incontrato 3 tonni pinna gialla dai 20 ai 40 Kg in 1,5m di acqua. Affascinante la escursione per la quale risultano indispensabili le scarpe vista la quantità di spine presenti nei prati interni. Purtroppo, come in molte altre spiagge non battute, durante la escursione nelle zone lontane troviamo plastica ed immondizia varia gettata dai soliti cretini e restituita dal mare. Al ritorno fermata a Dosmosquises dove c’è un museo naturale ed un aeroporto con pista incredibilmente corta.
Pelona de Rabusky altra isola piccolissima dove siamo rimasti solo noi 5. Molto bella la visita alla vicina laguna dove si possono ammirare numerose stelle marine giganti e conchiglie.
Boca de Cote situata a sud ovest dell’arcipelago sulla barriera corallina principale: posto molto bello per lo snorkeling; al ritorno ci siamo fermati a visitare una palafitta di pescatori in mezzo alla laguna (affascinante) per poi tornare all’isola di Crasqui Madrisqui isola vicina a Gran Roque da dove è possibile raggiungere a piedi Cayo Pirata isola abitata dai locali dove si può ammirare il sistema di vita originale (molto interessante) ed eventualmente mangiare aragosta al ristorante locale.
Ora sono 20 giorni che siamo tornati ma penso che una parte di noi rimarrà sempre su queste meravigliose isole. Ulteriori consigli pratici: Arrivate a Los Roques già con la pelle leggermente abbronzata e nei primi 3-4 giorni utilizzate creme con almeno un fattore di protezione 30, degradando nei giorni successivi.
Portate un Kway per le traversate in mare spesso molto mosso e con vento forte e radente.
Non dimenticate i repellenti compresi zampironi e fornelletti antizanzare per la stanza.
Le prese elettriche sono di tipo a lamelle americane, portatevi almeno un adattatore; non avrete problemi a caricare le batterie.
Nell’isola l’abbigliamento è a dir poco informale e molto simile a quello utilizzato in campeggio.
Portate con voi una certa dose di adattabilità e dimenticate il lusso.
Permanenza consigliata 10 giorni più viaggio.
Se volete acquistare al Free Shop in aeroporto a Caracas portatevi dei Bolivares Forti così risparmierete la metà sui prezzi gia buoni applicati. Attenzione che fuori dal Venezuela i BF non vengono cambiati.
Per ulteriori informazioni non esitate a contattarci.
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