Los Angeles Las Vegas e L’Arizona
Domenica 9 Novembre 2003 Italia – Los Angeles Siamo arrivati a Los Angeles alle 18.30, dove il fuso orario è 9 ore in meno dell’Italia. Siamo partiti da Bologna alle 7 del mattino e per giungere si qui abbiamo fatto due scali, a Parigi e Cincinnati. Nel volo transoceanico siamo stati fortunati, visto che avevamo avuto 2 dei 3 sedili della fila centrale e di fianco a noi non c’era nessuno. La prima cosa strana che abbiamo visto è stata l’acqua gassata in lattina!!! Abbiamo volato con un biglietto aereo in offerta: 500 euro a testa andata e ritorno.
Fortunatamente ho avuto l’idea di modificare la pianificazione che mi aveva proposto l’agenzia e di prendere la macchina a noleggio il mattino seguente, non ne avremmo proprio avuto le forze dopo 24 ore in piedi!!! Per la prima notte abbiamo pernottato dall’Italia una camera all’Hilton dell’aeroporto, che offre un comodissimo servizio di pulmini gratuiti tra aeroporto e hotel e si trova lì vicino. La hall è molto sontuosa ma le camere non sono nulla di speciale ma abbastanza economico (39 euro a testa). Ci siamo sistemati in camera, abbiamo fatto una doccia e siamo scesi in uno dei locali dell’albergo dove abbiamo cenato a base di ali di pollo piccanti veramente ottime!!! Stanchi morti ci siamo infilati nel letto!! Lunedì 10 Novembre 2003 Los Angeles – Las Vegas Il jet lag si è fatto sentire e alle 5 eravamo già svegli anche perché la sera alle 21 eravamo nel letto!! Ci siamo preparati un caffè americano con la macchinetta che si trova in quasi tutte le camere d’albergo, abbiamo preparato le valige e alle 8 eravamo pronti per riprendere la navetta verso l’aeroporto. Lì avremmo voluto fare colazione e poi andare all’autonoleggio. Quando siamo arrivati all’aeroporto invece ci siamo dimenticati della colazione e siamo andati subito verso la Hertz, utilizzando anche in questo caso, una delle navette gratuite dell’autonoleggio. In questo aeroporto sono proprio organizzatissimi!! Arrivati in un deposito grande come un quartiere di una media città italiana, abbiamo avuto la nostra macchina, anche se l’impiegata, con un giro di parole, ci ha rifilato una macchina di classe superiore, con un sovrapprezzo di $50. Ma in fondo ci ha fatto comodo un po’ di spazio in più. Dall’Italia avevo fatto un contratto di noleggio che comprendeva anche il secondo guidatore ed un pieno. L’impiegata mi ha detto che, essendo moglie e marito potevamo comunque guidare entrambi l’auto. Quindi non ci è convenuto fare questo tipo di contratto anche perché con il sovrapprezzo pagato avremmo potuto fare almeno 2 pieni.
A questo punto, un po’ affamati, abbiamo acquistato due gelati in un distributore automatico e siamo partiti!! Il primo impatto con il cambio automatico non è stato traumatico, anche perché Sergio già lo aveva utilizzato altre volte e neanche il traffico della metropoli ci ha creato molti problemi.
Splendeva un caldo sole, saranno stati più di 20 gradi, e viaggiavamo “sulle strade della California” alla volta di Las Vegas: 5 ore di strada!!! Il paesaggio che si è presentato a noi, dopo la downtown e i raccordi autostradali su più piani, è diventato collinare e brullo (anche a causa del grande incendio che della settimana precedente). Le strade larghe e dritte e la possibilità di utilizzare lo stabilizzatore di velocità ha reso il viaggio confortante, nonostante i 500 chilometri. Questo meccanismo permette di mantenere una velocità costante, senza dover premere l’acceleratore. Visto che tutti lo utilizzano e che le strade sono quasi sempre dritte, sembra di procedere in fila indiana, anche perché tutti lo impostano sul limite massimo di velocità. Gli americani alla guida sono molto corretti e nessuno supera i limiti o si agita come noi italiani!! Per strada ci siamo fermati in un paio di aree di sosta. Il pranzo è stato a base di tacos messicani. In america ci sono catene di ristoranti di tutti i tipi, messicani, cinesi, di bistecche, di patate arrosto, di ciambelle, di caramelle, di pop corn, di ristoranti americani tipo happy days ecc… E anche quella in cui abbiamo mangiato quel giorno era una catena: Taco bel.
Ci siamo poi fermati in un’altra “oasi” (sono proprio oasi che sorgono nel deserto questi posti di ristoro) che era la prima nel territorio del Nevada, stato in cui il gioco d’azzardo è legale, dove c’erano anche un paio di hotel e un casinò!! Alle 16 del pomeriggio abbiamo visto in lontananza delle costruzioni: Las Vegas.
Ancora non era scesa la notte (in questo periodo alle 17 è già buio) e quindi ci siamo fatti un giro sulla Strip, cioè Las Vegas Boulevard, dove sono concentrati tutti i maggiori alberghi e casinò.
Ce ne sono di tutti i tipi, da quello che ha ricostruito la piramide egizia e la sfinge a quello che ha la torre Eiffel e l’arco di trionfo di Parigi, da quello che è ambientato a Venezia, a quello che ricostruisce New York.
Il nostro era il castello di re Artù. Per cena siamo andati ad uno dei famosi buffet “all you can eat”, all’hotel Luxor, e con $16 dollari a testa si poteva veramente mangiare di tutto!! E c’erano certi dolci…
Dopo cena abbiamo fatto un bel giro dentro i vari alberghi, vere e proprie attrazioni!!! Martedì 11 Novembre 2003 Las Vegas – Page Ci siamo alzati di buon ora ed abbiamo continuato le visite ad altri alberghi della città. Recuperata la macchina al parcheggio dell’albergo, ci siamo diretti all’hotel Mirage perché, da acquariofili, volevamo vedere la gigantesca vasca che si trova dietro il bancone della reception. Inoltre abbiamo ammirato il giardino tropicale all’interno dell’hotel e le tigri bianche utilizzate in uno show di illusionisti. Lì abbiamo fatto colazione con delle paste giganti ad un prezzo enorme come loro!! Intorno alle 11 di mattino abbiamo ripeso la macchina per raggiungere la destinazione successiva: Page, sul lago Powell, sul confine tra Utah e Arizona. Questo lago è stato creato artificialmente costruendo una diga sul Glan canyon. I chilometri percorsi sono stati molti ma lo scenario è unico. Abbiamo passato una serie diversa di paesaggi, spesso solitari, dove ogni tanto incontravamo piccole cittadine o semplici aree di rifornimento. Le condizioni atmosferiche sono mutate sensibilmente. Siamo partiti da Las Vegas col sole e 20 gradi circa per arrivare a Page con 7-8 gradi.
L’agenzia mi aveva consigliato di fare prima tappa al Bryce Canyon, ma il giorno successivo, per arrivare alla Monument Valley, avremmo dovuto fare troppi chilometri e quindi abbiamo deciso di saltare la tappa.
A Page abbiamo preso una camera in un motel della catena Super8 per 2 notti (30$ a notte) ed abbiamo fatto base lì per andare nella riserva Navajo della Monument Valley.
Sistemati in camera e fatta una doccia abbiamo consultato la guida Lonely planet che avevamo con noi per trovare un ristorante per la cena. Ci siamo concessi una enorme bistecca in una tipica steak house, veramente molto caratteristica!!! Anche questa sera, come per tutto il viaggio, siamo andati a letto molto presto, sia perché nelle cittadine piccole alle 21 i ristoranti chiudono, sia perché stanchi della giornata trascorsa. In questo modo non ci siamo mai abituati al fuso orario!! Mercoledì 12 Novembre 2003 Monumet Valley Ci siamo svegliati prima dell’alba, abbiamo bevuto il caffè offerto dalla signora del motel e, fatto il pieno e comperati alcuni biscotti presso una stazione di servizio del paese, siamo partiti alla volta della Monument Valley. In questa giornata non avevamo con noi le nostre valige, visto che la sera saremmo tornati a dormire a Page. La Munument Valley dista da Page un po’ più di 2 ore di macchina e durante il tragitto si continua ad attraversare deserto ed altopiano dal caratteristico colore rosso. Abbiamo incontrato moltissimi scuolabus, identici a quelli gialli che si vedono nei film. La cosa ci ha fatto molto riflettere perché i bambini per andare a scuola nei pochi villaggi che si trovano in questi posti devono percorrere chilometri e chilometri e per strada ci sono i cartelli delle fermate per questi pulmini che sorgono nel nulla!!! Il tempo non era dei migliori, minacciava pioggia ed era nuvolo. Arrivati a Kayenta, ultimo villaggio prima dell’ingresso nel parco, ci siamo fermati a fare un giro esplorativo in un supermercato. E’ una cosa che ci piace moltissimo, perché si capisce molto delle abitudini di un popolo vedendo cosa mangia e cosa compera. Qui ci siamo resi conto che le confezioni del cibo sono tutte moooolto più grandi delle nostre, come in fondo i loro sederi :-))) Quando ci è sembrato che il tempo schiarisse un po’ ci siamo avventurati…
Siamo arrivati al parco ed abbiamo pagato $5 a testa per entrare: sicuramente ben spesi perché lo spettacolo è incantevole. Queste “cattedrali di roccia” immerse in una piana sconfinata… Che effetto!! Con la macchina si può percorrere una stradina sterrata che si aggira tra i roccioni. Ci siamo stati 3 ore!!!! Alla fine del nostro giro il tempo non ha retto più ed ha iniziato a piovere, ma oramai non ci interessava più!!! Ci siamo fermati al visitor center a comperare qualche souvenir e a mangiare dei nachos con salsa piccante e tortilla con formaggio fuso, in un tavolo con vista sulla Monument Valley. Stupendo!!! Stanchi, umidi ma appagati ci siamo rimessi in marcia verso Page, lentamente a causa della pioggia incessante.
Arrivati in albergo ci siamo cambiati e siamo usciti in cerca di una cena. Pizza Hut ci ha rifocillato. Poiché si possono le pizze ordinate erano enormi, ci siamo portati via i resti in una scatola che mi sono fatta dare dalla ragazza al bancone. Questa cosa l’ho vista fare diverse volte, in vari ristoranti, credo quindi sia una cosa comune in USA. Nella maggior parte dei ristoranti in cui siamo stati non si acquistano le bibite a bicchieri o a bottiglie (tranne l’acqua che è carissima) ma ti danno il bicchiere vuoto e puoi riempirtelo da solo quante volte vuoi, quindi abbiamo riempito di nuovo il nostro e ci siamo portati via anche quello!! E questa è stata la colazione del giorno dopo!!!! Giovedì 13 Novembre 2003 Page – Grand Canyon – Williams Alle 8 avevamo già fatto il pieno alla macchina ed eravamo in marcia. In questi posti sconfinati non si sa mai quando si trova un distributore e quindi è bene essere sempre col pieno!! La destinazione di questo giorno era il Grand Canyon. La strada da percorrere fino all’ingresso est del parco non era molta, rispetto a quella fatta nei giorni scorsi, e con meno di 2 ore eravamo sul posto. Io questo posto me lo immaginavo molto diverso, e non sapevo come si poteva visitare. In realtà il fiume Colorado ha corroso un altopiano di roccia e quindi il canyon è una spaccatura, in alcuni punti larghissima, su una pianura che si trova quasi a 2000 metri. Il parco è organizzato molto bene: una strada costeggia tutta la parte sud della spaccatura, con numerose aree di sosta lungo il percorso, per potersi affacciare sul dirupo. Anche questo scenario è veramente impressionante e bellissimo. Colpisce la vastità dello spazio occupato da tutti questi speroni di roccia e la profondità del canyon.
Anche qui ci abbiamo impiegato un paio di ore a percorrere tutta la parte del canyon costeggiata dalla strada, che arriva fino ad un centro che offre servizi ai visitatori, come ufficio postale, banca e l’immancabile negozio di souvenir. Qui ci siamo riposati un po’, abbiamo spedito le cartoline e comperato alcuni regalini.
Ci siamo quindi rimessi in marcia verso sud, per andare a prendere l’interstatale che in 2 giorni ci avrebbe riportato a Los Angeles e cercare un “riparo per la notte”. A 45 minuti circa dall’uscita del parco del Grand Canyon, in direzione sud, si arriva a William, un piccolo centro molto caratteristico, che ricorda molto quelli che si vedono nei film, e che ad ogni angolo ricorda che da lì passava la mitica route 66, la strada che da Chicago arrivava fino a Los Angeles. Parlo al passato perché ora questa non esiste più, nella sua interezza, ma se ne possono percorrere solo dei tratti.
Il motel che abbiamo trovato per la notte era proprio sulla mitica strada ed è stato molto piacevole percorrere la strada principale in auto diverse volte. Si aveva la sensazione che stessero per sbucare da qualche curva zio Jesse sul suo furgone o Bo e Luke sul generale Lee, di Hazard!!! La sera abbiamo cenato in un caratteristico locale stile anni 50, con i seggiolini attaccati al bancone e i sedili in plastica rossa. Sembrava di aver fatto un tuffo nel passato!! Lì Sergio ha mangiato un hamburger da 1/2 libbra con patate ed io ho preso roast beef e patatona arrosto.
Rientrati in albergo, mi sono vista una puntata di Friends fresca fresca!! E dopo una puntata di ER.
Venerdì 14 Novembre 2003 Williams – Barstow Dopo una veloce colazione in albergo, a base di caffè (americano) e dolcetti, siamo usciti per rimetterci in macchina ma abbiamo trovato una bella sorpresa: i vetri erano completamente gelati, come le strade!!! E pensare che dopo solo 5 ore di macchina saremmo stati solo con la t-shirt!!! Abbiamo fatto un giro per la cittadina, che ci è proprio piaciuta, e dopo il rifornimento ci siamo messi in cammino verso Barstow. Abbiamo percorso la strada interstatale 40, che costeggia la vecchia route 66 e spesso, lungo il tragitto, abbiamo visto dei cartelli che indicavano una delle uscite per poter percorrere parte della mitica strada americana.
Dopo ore di viaggio e un nuovo cambiamento di paesaggio, siamo tornati al deserto!! Abbiamo oltrepassato il confine tra Arizona e California, guadagnando un’ora con il fuso orario della zona del pacifico. Alle 12 circa siamo usciti dalla interstatale per visitare la città fantasma di Calico. Questo era un piccolo villaggio sorto alla fine dell’800 intorno ad una miniera d’oro. Esauritasi la miniera gli abitanti se ne sono andati e l’hanno abbandonata. Alcuni anni fa, con dei fondi di privati, hanno ristrutturato gli edifici, ed ora è visitabile. Molto carina anche se turistica, piena di negozietti e ristoranti. Ma ci siamo proprio divertiti.
Abbiamo trascorso qualche ora a spasso per il vecchio west e poi ci siamo diretti a Barstow, dove abbiamo trovato un carinissimo motel e siamo andati a fare 4 passi lungo la strada principale della cittadina. Questa è piena di motel e ristoranti, come molte delle città in cui abbiamo sostato durante il viaggio, e dopo 10 minuti avevamo esplorato il circondario!! Abbiamo quindi deciso di riprendere la strada interstatale per arrivare ad un’area di sosta, in cui ci eravamo fermati nel viaggio di andata, in cui si trovava un outlet.
Abbiamo visitato questo complesso di negozi dove abbiamo trovato diverse occasioni. Oltre ad alcuni capi di abbigliamento abbiamo comperato un sacco di palle da baseball da regalare a fratelli e amici.
Per cena siamo ritornati vicino al nostro albergo, da Denny’s, una catena di ristoranti con cucina tipica americana, dove abbiamo cenato a base di hamburger e sandwich con patate. Anche qui, come in altri ristoranti, se ordini da bere e finisci il tuo bicchiere, te lo riempiono di nuovo, senza farti pagare.
Sazi e soddisfatti siamo andati a dormire, l’indomani ci aspetta la grande Los Angeles!!! Sabato 15 Novembre 2003 Barstow – Los Angeles La mattina come al solito ci alziamo preso, è sabato. La sera precedente abbiamo visto che nel ristorante in cui abbiamo mangiato servono la colazione all’americana e non vogliamo andare via dagli States senza averla fatta almeno una volta. Abbiamo mangiato bacon, uova, salsicce, prosciutto arrosto al miele e patate, pancakes con lo sciroppo d’acero!! Belli pieni ci siamo rimessi in macchina, diretti a LA (così la chiamano gli americani). La nostra prima meta è stata Stanta Monica e Venice Beach. Siamo arrivati presto, intorno alle 10,30, e siamo riusciti a parcheggiare proprio nella piazzetta, vicino il lungo mare, utilizzando quei parchimetri che si vedono nei film, dove si mettono le monetine. La sosta massima era di un’ora e noi l’abbiamo sfruttata tutta, passeggiando sulla spiaggia, ammirando i surfisti in attesa delle onde e gli artisti di strada.
E ci sono proprio i Baywhatch proprio come nel telefilm!! La passeggiatina è stata proprio bella, anche se il tempo non era dei migliori. Abbiamo poi ripreso la macchina ed abbiamo percorso per un po’ la strada che porta verso Malibù, costeggiando la spiaggia. La meta successiva è stata Beverly Hills, che abbiamo raggiunto percorrendo una strada a 4 corsie che da Santa Monica va verso questa parte della città (a dire il vero è una città, con il suo comune, come pure Santa Monica, Hollywood ecc…).
Abbiamo girovagato un po’ in macchina per le vie residenziali e anche queste sono proprio come nei film, larghe e verdi con delle case bellissime. Ci siamo poi addentrati nel centro, abbiamo parcheggiato in un garage sotterraneo, gratuito per le prime 2 ore, e siamo andati a fare un giretto per Rodeo Drive, dove quasi tutto le vetrine delle boutique sono di stilisti italiani!!!!! In fondo a Rodeo Drive c’è l’albergo del film “Pretty Woman”.
Siamo poi risaliti in macchina alla volta del Roosvelt Hotel, ad Hollywood, proprio sulla “walk of fame”, la strada con le stelle sul marciapiede!! L’albergo è proprio bello, lungo la via, con il suo parcheggio e con i parcheggiatori, ed una hall spettacolare. In questo hotel è stata celebrata la prima cerimonia di consegna degli oscar.
Ci siamo sistemati in camera e dopo una lunga e rilassante doccia e riposino siamo usciti ad esplorare la zona. Oramai era sera e ci siamo immersi nella folla che si stava recando al cinema. In questa zona ce ne sono moltissimi, ma dalla strada non si capisce, alcuni si trovano dentro dei complessi che sembrano più dei centri commerciali che multisale.
Ci siamo fermati a guardare le impronte delle mani e dei piedi davanti al teatro cinese. La maggior parte sono degli anni 60, quando questo era di proprietà di un certo Sid, che tutti gli attori ringraziano, nel loro rettangolino di cemento. Qui c’è una gran folla di gente ad ogni ora, pensa che alle 8 del mattino c’era la fila per entrare al cinema!!! Lungo la strada abbiamo anche ammirato le stelle con i nomi di attori, cantanti e registi.
Abbiamo girovagato in cerca di un posto dove mangiare all’interno di un enorme complesso che comprende una decina di sale cinematografiche, un sacco di negozi e ristoranti e al centro ha una specie di piazzetta con le palme. Da uno dei piani si ha un’ottima visuale sulla famosa scritta Hollywood, ma di notte non si vede, perché non è illuminata!!! Quando ha iniziato a piovigginare ci siamo ritirati in albergo, come al solito non erano ancora le 8 di sera!!! Domenica 16 Novembre 2003 Los Angeles Nonostante avremmo voluto dormire, alle 7 eravamo già in piedi!! Siamo quindi tornati sulla “walk of fame” dove, a parte le persone in coda al cinema, non c’era nessuno. Abbiamo fatto colazione e le foto di rito alla scritta sulla collina.
Abbiamo anche assistito alla creazione sul pavimento di una nuova stella, quella per Britney Spears, che l’avrebbe inaugurata il giorno seguente, alle 11 di mattina (ma noi saremmo stati in volo verso casa).
Ripresa la macchina e salutata Hollywood ci siamo rimessi in macchina per spendere l’ultima mezza giornata a LA.
Il sole era splendente e ci siamo diretti vero gli Universal Studio. Non eravamo intenzionati ad entrare nel parco divertimenti perché con poche ore non ci saremmo goduti tutte le attrazioni, ma avevo sentito dire che fuori dall’ingresso del parco c’erano diversi ristoranti e locali. Visto che era oramai l’ora di pranzo e che non era distante dal nostro albergo ci siamo incamminati verso le colline.
L’impressione che abbiamo avuto di questo posto è stata ottima. Innanzi tutto il numero di negozi, ristoranti e locali che ci sono è enorme e il servizio di parcheggio talmente buono che appena scendi dalla macchina, ovunque tu abbia parcheggiato, ti trovi subito nel cuore del “villaggio”. Qui abbiamo passeggiato per un sacco di tempo, entrando nei negozi e guardandoci intorno. C’è un intero negozio di calamite (la mia passione ma che prezzi!!!) ed uno con tutti giocattoli con i personaggi dei fumetti e telefilm di qualche anno fa!! Abbiamo pranzato, e comperato 6$ di pop corn caramellati.
Dopo esserci crogiolati un po’ al sole ci siamo incamminati verso l’aeroporto, per lasciare la macchina. Il noleggio della Hertz è enorme e insieme a noi stavano lasciano almeno altre 20 auto. Il pulmino gratuito dell’autonoleggio ci ha accompagnato fino all’hotel Hilton, dove abbiamo trascorso l’ultima notte. Invece di cenare ci siamo presi una birra con salatini al bar dell’albergo, mentre guardavamo negli schermi una partita di football, insieme a tanti americani. Lunedì 17 Novembre 2003 Los Angeles – Italia Il nostro aereo parte alle 8.30 e ci siamo recati in aeroporto alle 6. Per fortuna che siamo stati previdenti perché il controllo dei bagagli è stato tremendo: fatto il check-in, la valigia la si deve portare alla macchina che fa la “radiografia” ed assistere al controllo. Se qualche cosa non va allora gli addetti la aprono di fronte a te, e a tale scopo la valigia non deve essere chiusa a chiave.
La nostra è passata indenne al controllo e quindi è stata imbarcata. Dopo tale controllo le valige non devono più essere toccate dai proprietari. Beh, fatto con la valigia tocca al controllo personale e, come all’arrivo, abbiamo dovuto toglierci le scarpe e tirare fuori dalla borsa il pc portatile, che ci eravamo portati per poter scaricare le migliaia di foto digitali che abbiamo fatto.
Anche al ritorno abbiamo fatto scalo a Cincinnati e poi a Parigi, ma il successivo volo per Bologna lo abbiamo perso, a causa della disorganizzazione dell’aeroporto francese. Fortunatamente c’era posto su un volo per Bologna solo tre ore dopo!!!! E finalmente dopo 24 ore esatte in piedi ci siamo potuti infilare nel nostro letto dopo una bella doccia!!!