Los Angeles e Hawaii

...un sogno diventato realtà!
Scritto da: kay scarpetta
los angeles e hawaii

Giorno 1: Italia e Los Angeles

Oggi è stata una giornata veramente lunga! Sveglia alle 7, volo Genova – Amsterdam alle 12.30 e coincidenza per Los Angeles alle 15.40. siamo arrivati nella città degli angeli alle 6 PM locali, ovvero alle 3 AM italiane! Volato molto bene, fatta un po’ di nanna in aereo per quanto si possa dormire in economy, due chiacchiere col mio vicino di posto (un medico genovese che farà 3 mesi di specializzazione a San Francisco) e altre chiacchiere con un tizio del Costa Rica che tornava a casa dopo una crociera sul Baltico: ed eccoci atterrati nella mia amata terra americana.

A sto giro il controllo passaporti è stato rapido, idem il ritiro della macchina (tutto automatico, in 10 minuti avevamo il contratto in mano) e preso possesso della nostra Mustang Cabrio (giusto perché nn ci piace essere un po’ tamarri) siamo partiti per il B&B che ci ospiterà per questi primi 2 giorni, una sorta di ranch a un’ora dall’aeroporto dove regnano il silenzio e la pace. Ormai è buio ma la vista domani credo sarà incredibile.

Beh, considerando che sono in piedi da 23 ore direi che è ora di andare a dormire.

Good night!

Giorno 2: Los Angeles (Santa Barbara e Santa Monica)

La giornata parte al meglio perché nel B&B dove siamo ci sono 3 gatti e 1 cane che amano farsi coccolare e appena uscita dalla camera per godere un po’ del panorama mi sono venuti tutti incontro per la loro dose di coccole!

Con la luce del giorno questo posto è davvero affascinante, in mezzo al verde sul cucuzzolo delle colline californiane: davvero uno spettacolo. Oggi il programma prevede una prima tappa a Santa Barbara, circa un’oretta di distanza dal B&B e poi Santa Monica, che è un mio pallino da tanto tempo!

Con la nostra super Cabrio partiamo quindi per Santa Barbara, il tempo non è bellissimo ma conto che migliori! La prima parte della visita la dedichiamo al centro di questa bella e tranquilla cittadina di circa 100mila abitanti, con chiare influenze spagnole. Tappa obbligata ovviamente è la colazione da Starbucks, dove sfruttando il WiFi riusciamo anche a vedere il primo goal di Defrel contro il Napoli. Passiamo quindi sul lungomare e sul molo da dove vediamo i surfisti con le loro tavole e una marea di famiglie in spiaggia nonostante il cielo non sia dei migliori. La cosa che comunque mi ha stupito maggiormente di Santa Barbara è il numero di cani che ho visto: è decisamente dog friendly! Nel frattempo la Sampdoria ha vinto 3-0 sul Napoli: una grande gioia anche per me che sono dall’altra parte dell’oceano!

Proseguiamo quindi per Santa Monica che per me è stata una vera sorpresa perché non mi aspettavo una marea di gente come quella che ho visto! In centro, sul pier, sul lungomare: sembrava di essere per negozi nel periodo natalizio!

Il molo è proprio come si vede nei film, col suo luna park e la ruota gigante, gli artisti di strada ed il cartello “End of trail” riferito alla Route 66 (che inizia a Chicago e termina proprio qua); la spiaggia è immensa, sabbiosa, ordinata e pulita nonostante la marea di gente che c’è! Si vede di tutto: ballerini, acrobati, runners, famiglie, turisti. Una botta di vita fantastica! Sulla spiaggia ci sono anche le altalene, penserete mica che mi sia fatta scappare l’occasione per farci un giro!

La giornata finisce col tramonto a santa Monica, una cena a Malibu (che però come località non mi dice niente) e 11,6 km fatti a piedi.

Ora nanna, domani sveglia alle 5 per andare in aeroporto!

Giorno 3: Los Angeles e Maui

Più che una giornata la definirei un’odissea! Sveglia alle 5 per prendere il volo da Los Angeles a Honolulu alle 10 e quindi proseguire sempre in aereo per Maui.

A malincuore rilasciamo la Mustang e ci dirigiamo al banco Hawaiian Airlines per imbarcare il bagaglio, quindi andiamo al gate: siamo in perfetto orario, noi sì, ma non il volo!

Aeromobile rotto: si prevede un ritardo di 2 ore, che poi diventano 3, che poi diventano quasi 4. È praticamente impossibile prendere la coincidenza. Per fortuna ci sono altri voli dopo il nostro, ma ci sarà posto?

E invece in rotta l’aereo recupera un po’ e atterriamo alle 16.15, il nostro volo è alle 16.50! per fortuna non ci sono controlli da passare, prendiamo al volo la navetta di collegamento tra i gate di arrivo e partenza e poi iniziamo a correre che Bolt al nostro confronto sembra un principiante. Risultato: arriviamo al gate che stanno imbarcando!

Arrivati a Maui recuperiamo la valigia (incredibile che sia arrivata), ritiriamo la macchina e ci dirigiamo al nostro B&B, una casa in mezzo al verde dove ci sono altri ospiti: 2 svizzeri, 2 canadesi e altri 2 che non so di dove siano. Abbiamo tutti camere con bagno privato ma condividiamo la cucina e il salone, quindi mentre si cena si chiacchiera del più e del meno.

Ora sono le 21: tempo di andare a nanna, la giornata è stata davvero lunga, ma ora ci aspettano 5 giorni di Maui!

Giorno 4: Maui

Dopo la pioggia torrenziale di questa notte, la sveglia alle 7 ci saluta con un timido raggio di sole: doccia, colazione condita da qualche chiacchiera con i nostri “coinquilini” e via alla scoperta dell’isola. Oggi andremo nella parte est dell’isola, percorrendo la Hana Highway che è uno dei “must” per chi viene qua a Maui.

La strada è molto suggestiva, strettissima e abbastanza tortuosa e ad ogni curva c’è qualcosa da vedere tra cascate, spiagge, paesaggi mozzafiato. A tratti la strada è a senso unico alternato da quanto è stretta! Purtroppo la pioggia di stanotte ha reso tutti i trail un ammasso di fango, ma non ci ferma né il fango né la pioggia che va e viene! Oggi sole poco ma in compenso c’è un’umidità che fa paura, per la gioia dei miei ricci.

Visitiamo anche il Giardino dell’Eden, una sorta di giardino botanico privato (a pagamento) in cui vediamo banani, piante del mango, viali di bambù e dei panorami da lasciarci senza parole. Facciamo tappa in 2 spiagge (in una ci scappa pure il bagno): la prima è lavica e quindi nera e ciottolosa, la seconda di sabbia molto compatta e di colore più chiaro: ovviamente bellissime entrambe con le proprie peculiarità.

La serata ci saluta con 2 meravigliosi arcobaleni. Anche oggi ci siamo fatti i nostri 11 km a piedi e una decina di ore in giro per questa parte di isola: domani si va ad ovest!

Giorno 5: Maui

Oggi siamo andati alla scoperta della parte ovest di Maui e quella che doveva essere una giornata tranquilla e rilassante si è conclusa con 14 km a piedi e 12 ore fuori di casa.

Finalmente oggi c’è il sole quindi colazione sul patio esterno: una goduria non da poco! Iniziamo la giornata percorrendo una strada panoramica che si inerpica in cima ai monti e che è talmente stretta che fa concorrenza alle strade liguri.

La strada offre panorami mozzafiato e punti in cui è possibile scendere per fare delle passeggiate o per scattare qualche foto. La tappa principale è il Nakalele Blowhole, una sorta di geyser di acqua di mare che si crea grazie alle onde del mare che si infrangono su degli scogli dove si è formato un vero e proprio buco da cui esce appunto l’acqua. Mai vista una cosa simile! Proseguiamo il nostro viaggio e dalla montagna passiamo alla costa: arriviamo ad una spiaggia chiamata Fleming Beach da cui parte il Kapalua Coastal Trail, un sentiero di circa 3 km che costeggia il mare e che porta in due baie molto famose e molto belle! Peccato che oggi il vento sia particolarmente fastidioso e quindi il mare non sia piatto, ma le spiagge sono una favola. Per fortuna nell’ultima baia il vento è quasi inesistente e quindi ci scappa pure un bagnetto.

L’ultima tappa è Lahaina, una cittadina sempre di mare molto caratteristica e vivace che ci regala un tramonto mozzafiato. È talmente piacevole che decidiamo di fermarci per cena e ci regaliamo un meraviglioso hamburger, il mio in pieno stile hawaiano con carne e ananas insieme! Strano ma buono.

Giorno 6: Maui

Oggi vi porto sul cratere del vulcano Haleakala, un posto semplicemente magico, innanzitutto perché la strada per arrivare all’ingresso del National Park è di una meraviglia quasi imbarazzante. Attraversiamo la regione di Kula che a tratti mi ricorda l’Islanda: verdi prati infiniti dove bivaccano cavalli e mucche, curve sinuose che ci portano piano piano a 3000 metri e un cielo blu che è il contorno perfetto alla bellezza del paesaggio. L’ingresso al sito costa 25 dollari, ma considerando che lo stesso biglietto lo potremo utilizzare domani per un altro sito direi che sono ottimamente spesi. Lungo la strada per arrivare al belvedere ci sono un paio di punti panoramici che ovviamente non ci facciamo scappare: scesi dalla macchina ci accorgiamo che l’aria è frizzantina e che felpa e kway sono indispensabili!

Le foto purtroppo non rendono merito alla bellezza di questa parte dell’isola, si respira un senso di pace davvero meraviglioso e arrivata al belvedere resto in contemplazione della potenza e della forza della natura per quello che riesce a creare. Nel parco ci sono molti percorsi, alcuni molto difficili, noi ci accontentiamo di fare un pezzetto dello Sliding Sands Trail che ci fa scendere attraverso paesaggi lunari. Questo è sicuramente uno dei posti che mi resterà più nel cuore. Riprendiamo la macchina e cerchiamo una area picnic per il pranzo: troviamo uno spiazzo adibito a campeggio molto carino in mezzo al verde, pappa e mezz’oretta di sole perché con questa giornata nn approfittarne sarebbe un delitto!

La giornata termina con la visita del Makena State Park dove ci sono due spiagge da urlo, Big Beach e Little Beach: terrei a precisare che anche qua, come nella maggior parte delle spiagge americane, i parcheggi sono totalmente gratuiti. Non aggiungo altro!

Ultima tappa della giornata è quella che per me è imperdibile in ogni mio viaggio in suolo americano, la spesa da Walmart! Sembravo una bambina al luna park. Anche oggi una giornata decisamente degna di nota, 9 km a piedi e tanti in macchina ma soprattutto tante emozioni da tenere tra i ricordi di questo viaggio.

Giorno 7: Maui

L’ultimo giorno su questa meravigliosa isola ci riporta alla scoperta dell’Haleakala National Park, che in pratica è formato dal cratere visitato ieri e dalla parte che visitiamo oggi. I 2 siti fanno parte dello stesso parco ma sono in due località differenti, ed è praticamente impossibile visitarli nello stesso giorno: il biglietto però vale 3 giorni e quindi oggi non paghiamo perché usiamo quello fatto ieri.

Per arrivare al parco percorriamo la stessa strada fatta il primo giorno, la Hana Highway, ci vogliono circa 3 ore perché i limiti sono davvero bassi visto che la strada è stretta e a tratti a senso unico alternato. Facciamo una sosta alle Twin Falls che 2 giorni fa erano chiuse causa piogge mentre oggi, nonostante la pioggia di stanotte, sono aperte. Molto belle! Proseguiamo quindi per il parco, che offre 3 diversi percorsi. Il primo, semplicissimo, ci porta su un roccione a strapiombo sul mare e alle piscine di Ohe’o, dei laghetti collegati l’uno con l’altro che scendono verso l’oceano. Fino a un anno fa era possibile farvi il bagno, purtroppo per questioni di sicurezza al momento non si può più.

Il secondo costeggia tutta la costa ed è altrettanto semplice e molto spettacolare: la potenza del mare e delle sue onde che si infrangono sugli scogli è sempre suggestiva. Il terzo percorso è stato decisamente più impegnativo, ma da solo vale le 3 ore di macchina. Il Pipiwai Trail ci porterà ai piedi delle Waimaku Falls, delle cascate alte 120 metri.

3 km circa (a tratta!) di camminata con vari dislivelli, una tappa intermedia al belvedere di Makahiku Falls e un passaggio attraverso una foresta di bambù che lascia senza parole. Ma ancora più senza parole è arrivare ai piedi della cascata, la Natura in una delle sue massime espressioni. Un costone alto 120 metri sotto il quale mi sono sentita piccola piccola, non trovo parole per esprimere quello che ho provato a trovarmi in mezzo a questo scenario!

Dopo aver messo i piedi in acqua resto ancora qualche minuto in contemplazione di quello che mi circonda, in religioso silenzio. Rientriamo quindi verso il Visitor Centre dove pranziamo veloce e riprendiamo la strada verso casa, con una breve tappa in una spiaggia che a me non è piaciuta molto (mentre a Davide sì). A casa ceniamo in compagnia dei ragazzi svizzeri che sono in giro per il mondo da ottobre 2017 (si, avete letto bene!) e poi con una nuova coppia arrivata stasera: vivono a Los Angeles, ma lei è di San Francisco e lui della Pennsylvania. Anche per oggi la giornata è finita ed è stata un tripudio di emozioni.

Giorno 8: Maui/Oahu

Se la descrizione della giornata fosse il titolo di una canzone sarebbe “Destinazione Paradiso”, un giorno che sono a Oahu e sono già innamorata di questa isola!

Maui ci saluta con una giornata dal cielo limpido e il sole che alle 7 splende già alto nel cielo. 50 minuti di volo e alle 9.30 atterriamo a Honolulu, ritiriamo l’auto e via verso il bed and breakfast che ci ospiterà per i prossimi 5 giorni. Breve tappa al mio amato Walmart per una spesa veloce e poi arriviamo nella casa di Bill e Susan, uno spettacolo! Piscina esterna con giardino attrezzato, casa su 2 piani con una zona giorno gigante, tanto che c’è il biliardo, mentre due cagnoline fanno gli onori di casa.

Dopo esserci sistemati partiamo alla scoperta dell’isola, già al primo colpo d’occhio si capisce che è totalmente diversa da Maui. Maui è molto selvaggia e tranquilla, la gente del posto ama alzarsi presto e alla sera a parte un paio di cittadine un po’ più animate c’è poca vita notturna. Oahu, almeno nella zona vista oggi, è molto più città, piena di vita, locali, pub e negozi.

La prima tappa è a Kailua Beach. Sabbia bianca, acqua cristallina, posteggi gratuiti, docce e bagni a disposizione, spiaggia ovviamente a ingresso libero. Proseguiamo quindi per Waikiki, probabilmente la zona più famosa di tutta l’isola. Chilometri di spiaggia e una marea di locali fronte mare, sicuramente costruita male perché piena di grattacieli in prima linea sul mare che a tratti ricorda Miami, ma a me piace. Passeggiamo sul lungomare dove c’è veramente tantissima gente e al ritorno ci scappa pure un tuffo! Che meraviglia.

Decidiamo quindi di passare la serata qua e dopo aver ammirato un fantastico tramonto, ceniamo ad hamburger e fish&chips giusto per calarci nelle migliori tradizioni locali. La serata finisce con una passeggiata per la via principale (piena di negozi e tutti aperti) e poi si torna a casa. Domani si va a vedere quella che viene definita una delle spiagge più belle di tutti gli States: sarà vero?

Giorno 9: Oahu

Il Paradiso esiste e si chiama Hanauma Bay. Definita una delle spiagge più belle di tutti gli Stati Uniti, è una riserva creata per preservarne l’ecosistema e deriva dall’esplosione di quello che fu un vulcano che poi sprofondò e venne invaso dall’acqua. Oggi è il perfetto habitat per pesci, tartarughe e coralli e fare snorkeling è un must che non si può evitare se passate da queste parti!

Dedichiamo quindi la mattinata al relax in questo paradiso, tra l’altro c’è anche una colonia di gatti quindi per me è proprio il posto perfetto! La giornata è bella e fortunatamente ventilata, il mare ha un colore turchese talmente acceso che sembra quasi finto. Pur essendo domenica e nonostante sia uno dei posti più famosi di tutta Oahu, non c’è una calca eccessiva e in spiaggia c’è spazio per tutti.

Il pomeriggio è dedicato alla visita di Pearl Harbor. Il memoriale è gratuito, noi decidiamo di visitare anche il sottomarino USS Bowfin che invece è a pagamento e devo dire che è stata una visita molto interessante! Dopo Pearl Harbor facciamo una breve tappa a Sand Island, una spiaggia prettamente per locali dove regnano la calma e la tranquillità. Cena a Waikiki, al Barefoot grill bar, che avevamo già adocchiato ieri.

Anche oggi giornata ultra positiva. Questa isola per me è proprio un sogno.

Giorno 10: Oahu

Siccome la parola relax in ferie non piace, abbiamo deciso di fare un trekking piuttosto impegnativo. Tutto nasce dal voler fare quello che qui viene comunemente chiamato Stairway to Heaven, un percorso non ufficiale che, con una scalinata infinita, porta in cima a un picco da cui si vede praticamente tutta l’isola.

È un percorso decisamente impegnativo e soprattutto fuori legge, anche i padroni del B&B dove alloggiamo ci hanno detto che l’ingresso di questo percorso è pattugliato e siccome di finire in prigione non ne avrei molta voglia (soprattutto perché non voglio rischiare di non poter più entrare negli States!) cerchiamo un percorso simile ma ufficiale.

Per farlo in toto ci vorrebbero una decina di ore, noi non siamo preparati né fisicamente né tantomeno come equipaggiamento. Ci limitiamo quindi a 5 ore di cammino, molto impegnativo. L’ultima parte soprattutto è stata tosta, ma la fatica è stata ripagata dalla bellezza del contesto in cui ci siamo trovati. Tornati alla macchina ecco la sorpresa del giorno, una gomma a terra!

E così dopo 5 ore di cammino e sotto un sole cocente ci troviamo anche a dover sostituire la gomma. Dopo un doveroso passaggio da casa per una veloce ma obbligatoria doccia, quel che resta del pomeriggio lo dedichiamo a un giro in un centro commerciale (siamo pur sempre nella patria del consumismo) ma nei negozi c’è l’aria condizionata talmente forte che al terzo negozio io desisto perché rischio una congestione!

La serata termina con la ricerca vana di un locale con una temperatura umana, siccome siamo sprovvisti di felpe. Non c’è verso di trovarne uno, quindi la soluzione è Pizza Hut da asporto e cena in macchina seguita da un meraviglioso caffè espresso da McDonald per me e un milkshake con 3 chili di panna per Davide.

Anche oggi la giornata è volata.

Giorno 11: Oahu

Dopo la giornata di ieri, ci eravamo ripromessi di andare in spiaggia e prenderci una giornata di relax. La prima parte della promessa l’abbiamo rispettata, la seconda un po’ meno. Oggi infatti siamo andati alla scoperta della zona di North Shore dove si trovano le spiagge utilizzate per girare le scene del telefilm Lost.

Decidiamo di partire dalla spiaggia di Haleiwa da dove, ridendo e scherzando, faremo una breve camminata di circa 7 km. Le spiagge del resto sono talmente belle che non si può non passeggiare in questo angolo di paradiso dove tra l’altro c’è veramente poca gente. Abbiamo anche avuto la fortuna di vedere 2 tartarughe in acqua che nuotavano allegramente ed un’altra gigante spiaggiata al sole che si godeva la pace di questo luogo fantastico.

Ovviamente non poteva non scapparci un tuffetto rigenerante. Sulla via del ritorno ci siamo fermati alla piantagione della Dole: le Hawaii sono famose per le piantagioni di ananas e qui si trova oltre alla Dole anche la piantagione della Del Monte: interessante!

In serata siamo andati a cambiare l’auto perché eravamo sempre col ruotino di scorta e a Waikiki per una breve passeggiata al tramonto.

Se domani il tropical storm Olivia non ci scombina i piani partiremo per Los Angeles per l’ultima tappa di questo meraviglioso viaggio.

Giorno 12: Oahu/Loa Angeles

Oggi giornata di trasferimento. Molto a malincuore lasciamo le Hawaii per partire alla volta di Los Angeles, o più semplicemente LA come la chiamano gli americani.

Per fortuna l’uragano Olivia è ancora declassato a tempesta tropicale e pur avendo piovuto tutta la notte abbastanza intensamente, non sembra ci siano condizioni estreme per avere problemi col volo. Salutata quindi la meravigliosa famiglia che ci ha ospitato (comprese le 2 cagnoline) ci dirigiamo verso l’aeroporto, rilasciamo l’auto a noleggio e andiamo a stampare le carte di imbarco e a consegnare il bagaglio da stivare.

Ieri sera avevo già fatto il check-in online del volo e in aeroporto ci sono linee macchinette “self service” per la stampa e per il bagaglio, quindi ci vuole veramente poco per fare il tutto. I controlli sono un po’ più lenti ma semplicemente perché c’è una marea di gente. Il volo è puntuale e alle 14.45 decolliamo per la Città degli Angeli dove arriviamo per le 23.10. Il volo dura circa 5 ore e mezza e ci sono 3 ore di fuso tra le Hawaii e la California (qua siamo a -9 rispetto all’Italia). Essendo un volo interno non dobbiamo fare tutta la trafila all’immigrazione: mi sono sentita molto americana!

Prendiamo quindi la navetta della Alamo per andare a ritarare la nostra auto, saliamo sulla nostra Jeep e andiamo verso l’ultima casa prevista per queste vacanze. Stavolta siamo ospiti di un ragazzo svedese che abita e lavora qua da 7 anni (dopo essersi laureato alla UCLA) e abbiamo una bella camera con bagno privato in una zona niente male della città (vicino a Beverly Hills).

Domani ultima giornata piena: l’idea di dover andare via dai miei amatissimi Stati Uniti un po’ mi intristisce, ma ora cerco di non pensarci. A domani.

Giorno 13: Los Angeles

La giornata oggi è dedicata a Los Angeles e non può che iniziare con una fantastica colazione all’americana. Per me uova, bacon, patate arrosto e 3 fette di toast (ovviamente imburrato), il tutto condito da un bel caffè lungo. Per Davide 3 pancake inondati di sciroppo d’acero, con fragole e banane fresche e succo d’arancia da bere. Buon appetito a noi! Impensabile tornare a casa senza aver fatto almeno una colazione così.

Belli leggeri andiamo al Farmer’s Market, che si trova a una quindicina di minuti a piedi da “casa nostra”. Si tratta di una sorta di mercato all’aperto con chioschi di cibo da consumare sul posto e di banchi sia di frutta che di verdura. Davvero molto bello! Per raggiungerlo passiamo attraverso un parco molto ben tenuto dove gli scoiattoli si fanno tranquillamente avvicinare, sono abituati all’uomo e cercano sempre di scroccare qualcosa da mangiare.

Dopo un giretto al mercato prendiamo la macchina e iniziamo il nostro tour. Per una come me che è stata adolescente negli anni ‘90, la prima sosta non può che essere a Beverly Hills. Parcheggiamo l’auto in un silos dove le prime 2 ore sono gratuite e passeggiamo tra Rodeo Drive e appunto Beverly Hills. Mi sembra di essere una bambina al luna park, mi sento un po’ Julia Roberts in Pretty Woman (ma senza la carta di credito di Richard Gere) e un po’ Brenda o Kelly: sono posti che ho già visitato anni fa ma non potevo non rivederli!

Riprendiamo quindi la macchina e passiamo per Bel Air fino a raggiungere Mullholland Drive. Siamo sulle colline della città, c’è una vista incredibile e ci sono delle case da urlo. Ogni curva è un “ooohhh” per ogni villa che vediamo e sogniamo ad occhi aperti.

Ci sono diversi punti panoramici da dove si può osservare la città e rendersi conto di quanto sia vasta. In uno di questi scambio due chiacchiere con una coppia di New York che tra le varie cose ci raccomanda un chiosco di Hot dog a loro parere imperdibili. Segnato! Continuiamo il nostro giro salendo verso la celeberrima scritta Hollywood e verso l’osservatorio di Griffith Park. La giornata è calda e soleggiata, si sta benissimo.

A metà pomeriggio, incredibile ma vero, abbiamo fame! E allora perché non provare i famosi Hot dogs tanto decantati dai signori di prima? Detto fatto. Effettivamente sono una bomba!

Ricaricate le pile terminiamo la nostra giornata sul famoso Sunset Boulevard e le sue stelle sul marciapiede. Questa è sicuramente una delle zone che richiamano più turisti. Per me non è la più bella, ma oggettivamente se si è da queste parti un salto non lo si può non fare! Giusto per non perdere l’abitudine mangiamo anche un pezzo di pizza e poi rientriamo a casa per chiudere le valigie e iniziare a pensare al viaggio di ritorno.

Giorno 14: rientro in Italia

Ebbene sì, anche la nostra vacanza è giunta al termine! Dopo mesi a sognare, programmare e studiare questa avventura, le 2 settimane sono volate in un batter di ciglia.

Non poteva però mancare l’inghippo dell’ultimo giorno. Volo posticipato di 2 ore e mezza e quindi coincidenza stretta ad Amsterdam. Sfruttiamo quindi questa mezza giornata a disposizione andando a fare colazione al Farmer’s Market e poi ci dirigiamo al noleggio auto dove rilasciamo la macchina e prendiamo la navetta che ci porta in aeroporto.

Soliti controlli ed eccoci al gate, dove scopriamo che il volo tarderà di altri 40 minuti. Praticamente abbiamo 25 minuti per scendere dall’aereo, cambiare gate e prendere il volo Amsterdam- Genova, quasi impossibile. Per fortuna in volo l’aereo recupera un po’ di ritardo, ed eccoci a casa.

È stata una vacanza meravigliosa, abbiamo scampato non uno ma 2 uragani, ci hanno cancellato i voli senza alcuna riprotezione e per fortuna che ci ho messo una pezza, abbiamo rischiato di perdere la coincidenza per Maui alle Hawaii e per Genova oggi ma alla fine è andato tutto bene ed è pure arrivata la valigia.

Abbiamo visto posti incredibili, macinato un bel po’ di km a piedi e in macchina, conosciuto persone e condiviso emozioni ed esperienze.

Come sempre torno da un viaggio con qualche soldo in meno nel portafoglio ma tanta ricchezza mentale in più, che solo il viaggiare può dare. Viaggiare apre la mente, fa conoscere modi di vivere e di pensare completamente diversi da quelli a cui siamo abituati, fa parlare con persone di culture differenti e fa capire che al mondo c’è spazio per tutti.

Grazie al mio compagno di viaggio (e non solo) David,  che è anche un perfetto driver oltre che la mente da cui è partita l’idea per questa vacanza.

E grazie a chi ha seguito il mio diario di bordo, spero di avervi fatto viaggiare un pochino insieme a noi.

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