Lontano dalle coste e dal caldo estivo, l’entroterra sardo è il luogo perfetto per un viaggio immersi nella storia

Scritto da: Ilaria Piras
lontano dalle coste e dal caldo estivo, l'entroterra sardo è il luogo perfetto per un viaggio immersi nella storia

Viaggio alla scoperta delle meraviglie dell’entroterra sardo, un territorio sorprendente per la sua capacità di unire i racconti della storia, la bellezza del territorio e i sorprendenti elementi tradizionali dell’isola dei nuraghi.

Diario di viaggio

1° e 2° giorno: Santu Lussurgiu (OR) e Iglesias

Dopo una notte buia e silenziosa, ritemprati per bene, abbiamo salutato il Goceano per raggiungere Santu Lussurgiu, un piccolo borgo medioevale sul versante sud orientale del Montiferru, a metà strada tra Oristano e Bosa ad appena 45 minuti d’auto da Burgos. Siamo a 500 m s.l.m. e il territorio offre numerosi scorci verdi, il paese è poi un susseguirsi di piccole case e umili botteghe addossate l’una all’altra, come se si sorreggessero a vicenda da sempre. L’area è nota per le sue sette sorgenti d’acqua pura e vi assicuro che è davvero tanto fresca. Non si può non visitare il bosco del paese di San Leonardo di Siete Fuentes (XII secolo d.C.) e la Cascata Sos Molinos. Per arrivare sarà sufficiente percorrere un tratto della provinciale 15 e seguire il sentiero guidato verso il suono dell’acqua, in alcune stagioni è possibile anche arrivare fino al piccolo terrazzamento proprio sopra la cascata

Abbiamo pranzato nel bosco sognando di tornare ad invecchiare tra quegli alberi secolari ma purtroppo era arrivato il momento di tornare verso sud così, attraversando la Sardegna Occidentale e sostando qua e là durante il percorso abbiamo raggiunto Iglesias nel tardo pomeriggio. Nella nostra programmazione non potevamo non inserire la zona dell’Iglesiente dove abbiamo dormito per un’ultima notte in un bellissimo monolocale al centro storico della Città di Iglesias prenotato fra i tanti su Booking. Il centro storico della cittadina sud occidentale è cuore pulsante della memoria della frenetica lavorazione mineraria, protratta fin’oltre la seconda metà del XX secolo.

Numerose anche le Chiese storiche da visitare (Iglesias dallo spagnolo significa, appunto, chiese) e per alcuni spunti consiglio di visitare il sito ufficiale del Parco Geominerario. Ma a questo giro noi ci siamo voluti concentrare sulle strette vie di passaggio del centro con piccole botteghe e caffè e pozzi in mezzo alle piazze. Abbiamo poi preso la via che costeggia il perimetro delle mura pisane scoprendo dei paesaggi fiabeschi fino a a raggiungere il castello di Salvaterra, edificato forse su volere del Conte Ugolino. Ammetto però che ci eravamo scordati di prenotare la visita, fortunatamente abbiamo trovato aperto e gentilmente ci è stato possibile visitare le sale del castello e la mostra permanente di storia e torture medioevali. Per prenotazione è necessario rintracciare l’Associazione Balestrieri di Iglesias.

Ci siamo fermati per pranzo nel nostro piccolo ma delizioso appartamentino in centro, sapevamo che il tour dei castelli era quasi giunto al termine e che, almeno per questa volta, ci mancava solo quello di Acqua Fredda a Siliqua.

3° e 4° giorno: Castello di Acquafredda (Siliqua)

La mattina successiva, dopo un’abbondante colazione al simpatico Cat Caffè, vicinissimo alla Piazza Sella abbiamo percorso un breve tratto della SS130 e dopo circa 25 km siamo arrivati nella valle del Cixerri dove, sopra un monte di origine vulcanica svetta il Castello di Acquafredda. Indispensabile la prenotazione sul sito dedicato dove sono inserite anche altre serate organizzate con aperitivi a tema o iniziative molto suggestive. Anche il Castello di Acquafredda, noto per le vicende dei Donoratico della Gherardesca e del conte Ugolino è avvolto da storie e leggende, la guida che ci ha accompagnato verso la cima ha raccontato di misteri e delle tragiche emozioni che, nei secoli si sono succedute tra le mura del castello di Siliqua e di tutti i legami fra i territori dei vari regni e feudatari succeduti sull’isola.

Del conte Ugolino poi, anche Dante in persona, nel suo Inferno, ne cita un episodio emblematico rendendolo quindi immortale e forse, proprio perché suggellato col sangue, ricco di quelle meravigliose sfumature di cui anche io, pur essendo sarda, talvolta non mi son curata. Di storia in storia non credo si possa mai soddisfare la voglia di viaggiare. Quell’aspirazione che ci pervade di emozionarci, capace di assorbire tutte le altre, di quando, indossate scarpe comode e con lo zaino sulle spalle, ci lasciamo travolgere dal gioco della scoperta, che ci rende tutti pezzi unici di fronte all’intenzione di tornare bambini e di lasciarci incantare anche di fronte a quello che, talvolta, abbiamo tutti i giorni davanti ai nostri occhi.

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