Lontani da Cancun

Dopo 13 ore, l’aereo sorvola Cancun, terra promessa del turismo all-inclusive da quale sia io che il mio ragazzo ci guardiamo bene le spalle. Prima di atterrare, si ha una panoramica perfetta dell’incredibile sviluppo urbanistico della costa: la possente Zona Hotelera con le sue costruzioni onnipresenti… un po’ più indietro, la città...
Scritto da: KatyaM.R.
lontani da cancun
Partenza il: 19/03/2005
Ritorno il: 02/04/2005
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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Dopo 13 ore, l’aereo sorvola Cancun, terra promessa del turismo all-inclusive da quale sia io che il mio ragazzo ci guardiamo bene le spalle. Prima di atterrare, si ha una panoramica perfetta dell’incredibile sviluppo urbanistico della costa: la possente Zona Hotelera con le sue costruzioni onnipresenti… un po’ più indietro, la città vera dove vivono i messicani. In nessun altro luogo come questo ci appare così netta la separazione tra turisti e locali. Un po’ nauseati da tanta ostentazione di lusso preferiamo passare la notte in una pensioncina più lontana, in una via trafficata ma tutto sommato tranquilla.

La mattina seguente partiamo presto per Chichen Itza, l’autobus di seconda classe ci mette più di tre ore, poco male, se si passa il tempo a socializzare con le persone che ti viaggiano a fianco, i messicani solitamente sono molto aperti e sempre disponibili a chiacchierare. Proprio dove si paga il biglietto di ingresso al sito c’è un comodo deposito bagagli e una volta alleggeriti delle nostre cose, iniziamo, un po’ emozionati, la visita dello splendido complesso di rovine maya. All’ingresso, nascosta appena da un albero, la piramide del Castillo… cuore e simbolo dello Yucatan; ripenso a quante volte ho visto la sua foto su libri e giornali ed è strano pensare di esserci proprio di fronte. Purtroppo, la maggior parte dei turisti che la visitano arrivano con gite di un giorno organizzate dagli alberghi internazionali; mi dispiace pensare che qualcuno voglia tenersi lontano dalla vera realtà del posto, una regione molto povera, fatta di strade polverose lunghissime che sembrano condurre verso il nulla, una fitta vegetazione selvaggia e inaridita, ma la gente che vi abita è davvero ospitale e meravigliosa, il ricordo più bello che Messico può lasciare.

Chitchen itza è collegata benissimo con Tulum, una cittadina che si estende lungo un solo viale dove si concentra ogni attività. Appena oltre il marciapiede asfaltato si possono incontrare degli ostelli con capanne con tetto di paglia, anche se, le più suggestive si trovano più lontano, direttamente sulla spiaggia dove si può trovare la sabbia al posto della pavimentazione.

Le rovine di Tulum, si trovano a 5 minuti di taxi dalla strada principale e se appaiono maestose lo devono soprattutto alla loro posizione a ridosso del Mar dei Carabi… uno spettacolo incredibile; inoltre, la spiaggia, distante solo un km, è bianchissima e poco affollata.

Una particolarità della zona sono i Cenote (Gran Cenote e Cenote Cristal) i laghetti naturali dalle acque cristalline, dove il mio ragazzo, nuotatore e sub, non ha esitato a tuffarsi per guardare i bei fondali. L’ingresso costa poco perché sono posti in cui, normalmente, si recano i locali per fare pic-nic in famiglia, una meta anticonvenzionale e carina per chi vuole uscire dagli schemi turistici tradizionali.

Viaggiando di notte abbiamo raggiunto alle prime luci dell’alba Palenque; il servizio di autobus è davvero ottimo, sono comodi, puliti e silenziosi (meglio di cosi!!?) e si dorme quasi meglio che in un letto. Alcuni viaggiatori ci avevano messo in guardia su Ciudad Palenque, dipingendola come brutta e malfamata… in realtà non è male per niente, abbiamo passeggiato tranquilli e mangiato piatti molto gustosi. Si incontrano facilmente i minibus che portano alle rovine e la nostra fortuna è stata trovare un conducente estremamente simpatico con il quale ci siamo intrattenuti volentieri, dimenticandoci del caldo, dell’umidità e della pelle scottata che iniziava a dare fastidio. Questo è tra tutti il più bel sito maya perché la jungla verdeggiante e rigogliosa che gli fa da sfondo sembra volersi rimpossessare delle rovine per sottrarle e proteggerle dallo sguardo dei curiosi, creando un’atmosfera quasi mistica tra storia e natura.

Il Chiapas è davvero ricco di posti da visitare: la cittadina di San Cristobal de Las Casas, dove sembra di compiere un salto nel passato coloniale, il villaggio di Chapa de Corzo… e naturalmente… el Canyon del Sumidero.

La seconda settimana di vacanza la dedichiamo al mare e ci spostiamo verso il Belize (1 notte e 1 giorno di autobus) precisamente all’isoletta di Caye Caulker. La parentesi beliziana, in realtà, ci lascia un po’ delusi e non vediamo l’ora di ritornare nel caliente Mexico.

Tornati nel Quintana Roo, ci fermiamo a Playa del Carmen, un luogo estremamente turistico ma che a differenza di altri può ancora essere molto piacevole. Le pensioni economiche si trovano facilmente e, malgrado la Quinta Avenida ci ricordi un po’ il nostrano Viale Ceccarini, anche chi non ama il genere finisce per amalgamarsi nella festa notturna di luci e colori. Preferisco questo luogo a Cancun perché, nonostante tutto, si vive ancora insieme alla gente locale, si trovano posti più modesti e familiari dove poter stare un po’ in disparte ogni qual volta si senta il bisogno di abbandonare il casino.

Decisi a scappare nuovamente da Cancun, sulla via del ritorno scegliamo Isla Mujeres, un’isoletta tranquilla e accogliente dove il mare è una piscina naturale.

L’ultimo giorno, seguendo la regola “conosci il tuo nemico”, diamo un’occhiata da vicino ai resort di Cancun e andiamo a mangiare in uno dei ristoranti più rinomati della zona; essendo un’appassionata di buona cucina, una tappa alla “Parrilla” era d’obbligo. L’unica nota sgradevole, la cameriera che all’ingresso ci chiede (in inglese impeccabile) il nome del nostro resort, noi rispondiamo con il nome del nostro… Ostello super economico! La ragazza, in un primo momento rimane perplessa, poi, accenna uno strano sorriso e mi fa pensare che, forse, non ne devono passar molti di turisti fai-da-te da quelle parti.

La nostra esplorazione continua e diamo un’occhiata alla vita notturna di Punta Cancun, un caos incredibile di locali e discoteche piene di americani ed europei vestiti elegantissimi e all’ultima moda…Decisamente ubriachi. No!!!!! Non era questo il Messico che cercavo e che ho trovato nei volti sorridenti e nei colori del Chiapas, quelle, sono le voci che davvero non si dimenticano e che restano addosso sicuramente più a lungo dell’abbronzatura.



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