Long weekend ad Abu Dhabi
Dal 22 al 27 febbraio 2018
A Roma fa freddo e con mia moglie decidiamo di concederci un fine settimana (allungato) negli Emirati Arabi ove la temperatura oscilla tra i 19° di notte e i 30° per quasi tutta la giornata. Da quando l’Egitto è divenuto offlimits per le note vicende politiche e di terrorismo questo è il posto al mare più vicino (e super tranquillo) per fuggire dall’inverno dell’Italia.
Volo Ethiad per andata e ritorno. Aerei nuovi, ottimi pasti (nei limiti di un viaggio aereo), tv sullo schienale con film anche in italiano, giochi e passatempi vari. All’andata prendiamo il volo notturno delle 22, così utilizziamo la giornata lavorativa per intero e le 5 ore e mezza del volo per dormire.
Alle 6 ora locale atterriamo ad Abu Dhabi (ci sono 3 ore in più rispetto l’Italia). Formalità rapide. Ci attende il monovolume con autista che avevamo prenotato dall’Italia (33 euro; in origine dovevamo essere in quattro, ma gli altri due all’ultimo momento hanno rinunciato). Fuori fa caldo… proprio uno splendido caldo estivo.
Andiamo all’hotel Meridien al centro, in mezza pensione (colazione e cena inclusa) struttura forse un po’ datata, ma splendida per le nostre esigenze: in pieno centro, camera spaziosissima, piccola spiaggia attrezzata, ma deliziosa in un tratto di mare protettissimo e trasparente, con pochi clienti che preferiscono le piscine, (nulla ovviamente a che vedere con la barriera corallina), tre ristoranti tematici, cibo variatissimo di eccellente livello, con ottimi piatti locali ed internazionali.
La prima giornata la passiamo al mare (fuori 31° in acqua 25°) pigramente.
Per il secondo giorno avevamo prenotato da Roma un’escursione nel deserto con cena in un villaggio arabo. È stata molto interessante, ma faticosa. Ci hanno preso con un fuoristrada a 7 posti toyota nuovissimo (qui, come a Dubai la ricchezza è palpabile; non si vedono in giro auto di piccola cilindrata e non più vecchie di tre anni). Dopo mezz’ora di strada asfaltata abbiamo raggiunto la zona desertica.
Da notare che l’abitato di Abu Dhabi si sta progressivamente allargando. Si stanno riempiendo di alberi i dintorni con uso continuo di acqua (costosissima perché ottenuta dal trattamento di quella marina), per strappare aree al deserto. Numerose sono quelle che qui chiamano “Factory” e cioè abitazioni a guardia delle aree alberate e recintate con una protezione che ben denota l’importanza che si dà alla vegetazione innestata nelle aree desertiche.
Il deserto non è simile a quello pietroso egiziano. Qui è solo sabbia finissima che entra dappertutto. Ci fermiamo in un recinto con numerosi cammelli, punto di raduno di tutti i fuoristrada. Gli autisti, mentre noi accarezziamo e fotografiamo i docilissimi cammelli, sgonfiano un po’ le gomme dei fuoristrada per permettere maggiore presa alle quattro ruote motrici. Inizia la corsa in colonna nell’area desertica salendo e scendendo in continuazione dalle altissime dune alcuna alte anche 50 o più metri. I fuoristrada sembrano sempre sul punto di rovesciarsi date le pendenze ed i piloti sono bravissimi. In alcuni momenti scivolano di fianco come un slittino sulla neve. Dopo questo trattamento molto impegnativo di circa 20 minuti soprattutto per lo stomaco (il fuoristrada con i turisti cinesi avanti a noi si ferma per permettere ad una ragazza di vomitare) arriviamo ad una stazione di sosta con dei quad. Iniziamo una escursione su queste moto a quattro ruote motrici, in fila indiana. Mia moglie non vuole guidare la sua e sale con me.
È piacevolissimo dopo quel trattamento da mal di mare sentirsi il vento in faccia. Il piacere dura poco perché dopo qualche minuto mi accorgo di avere il viso coperto dalla polvere finissima del deserto (ecco perché la guida avanti a me ha il volto coperto; non era per esigenze sceniche).
Riprendiamo i fuoristrada e di nuovo su e giù di corsa per le dune. Dopo altri 15 minuti finalmente siamo al villaggio. Tutti attorno ai tavoli seduti a gambe incrociate a terra sui cuscini di tela grezza (personalmente data la pancia mi devo inginocchiare o stendere di fianco). In attesa dell’ottima cena a self service arriva una ragazza che si esibisce nella danza del ventre e dopo, un danzatore roteante derviscio simile a quelli egiziano, con la novità di avere le gonne illuminate da led multicolori che si stagliano nel buio del deserto.
Dopo l’abbondante cena a self service, verso le 22 torniamo in hotel. Scopro con immenso piacere che non si deve tornare indietro per le dune desertiche (con la cena nello stomaco non so quanto avrei potuto resistere), ma la strada pubblica è vicinissima.
La mattina successiva prendiamo il pullman turistico hop-on hop-off “Big bus”. Il giro completo con alcune fermate di 10 minuti, dura circa due ore. Il biglietto costa 273 dirham per un giorno. Al cambio 60 euro a persona, non poco. Sono però compresi nel prezzo i biglietti di alcune attrattive ed anche quello del “boat cruise” il giro nelle caratteristiche barche del Golfo. Purtroppo siamo sfortunati inizia a piovere, nonostante il caldo (ci dicono però che a Roma nevica). Così addio al giro in barca.
Ci fermiamo invece alla spettacolare Moschea dello Sceicco Zayed. È un luogo di culto spettacolare costruito di recente integralmente con marmo bianco italiano ed intarsi multicolori. Da solo vale il viaggio; e non è un modo di dire. Anche i bagni sono spettacolari con fontane circolari per le abluzioni di purificazione di marmo verde.
È una delle moschee più grandi del mondo con 1.000 colonne tutte intarsiate, 80 cupole e lampadari immensi placcati d’oro. Tutta l’area interna è coperta da un unico gigantesco tappeto annodato a mano in Iran del valore inestimabile. Il tutto uno spettacolo. Da non mancare assolutamente. È la seconda volta che ci torno ed è sempre un’emozione.
Il pomeriggio andiamo a vedere la messa cattolica (qui non c’è alcuna discriminazione, convivono accanto la Chiesa cattolica di San Giuseppe, una Moschea ed una Chiesa ortodossa. Sembra che la ricchezza annulli ogni fanatismo religioso e renda più aperti e comprensivi).
Sono tutti filippini che lavorano qui. Conto 600 persone dentro la chiesa. Originale che le parole del sacerdote in inglese vengano proiettate su due schermi giganti. Singolare che al momento dello “Scambiatevi il segno di pace” si fanno solo un cenno del capo… non ci si deve toccare!
Il lunedì abbiamo un programma fittissimo. Il tempo è caldissimo e sereno. Proseguiamo il giro e ci facciamo portare da un taxi (costano pochi euro, tutti con il tassametro) al “Louvre” il recentissimo museo di Abu Dhabi. È stato inaugurato due mesi fa. Il Louvre Abu Dhabi fa parte di un accordo trentennale tra la città di Abu Dhabi e il governo francese. Il museo si trova sull’Isola Sa’diyyat, distretto culturale della città. È grande 24.000 metri quadrati, rendendolo il più grande museo della penisola araba. Sono stati spesi circa 600 milioni di euro per la costruzione. 525 milioni di dollari perché Abu Dhabi sia associata al nome Louvre, e altri 747 milioni di dollari saranno pagati in cambio di prestiti di opere d’arte, mostre speciali e consigli gestionali, senza contare il recente acquisto di un’opera attribuita a Leonardo da Vinci. Non è chiaro se sia veramente attribuibile a Leonardo, ma dato il prezzo pagato dall’Emiro… è sicuramente di Leonardo da Vinci.
Siamo fortunati (o così crediamo) non c’è fila. Invece all’ingresso due granitici addetti alla sicurezza ci spiegano “Monday closed”.
Nessun problema risaliamo su un altro taxi con destinazione l’Emirates Palace. È l’icona dorata del paese rappresenta il palazzo presidenziale aperto però a tutti. Decorato con lampadari di cristallo Swarowsky, foglie d’oro e marmi ci dicono che è un posto unico. Prudentemente ci informiamo dall’autista indiano del taxi (gli autisti dei taxi sono tutti indiani, pakistani o nepalesi), se oggi è aperto. Tutto ok. È aperto. Arriviamo, ma c’è un grosso assembramento di polizia. L’autista che cerca di entrare nei giardini viene bloccato dalla Polizia che ci indica un elicottero in giardino. È venuto l’emiro poco fa per incontrare qualcuno nel palazzo, quindi… le visite sono temporaneamente sospese. Ora, indubbiamente il principe Shaykh Khalīfa bin Zāyed Āl Nahyān attuale Presidente degli Emirati Arabi Uniti, nonché Emiro dell’emirato di Abu Dhabi e governante della città, avrebbe potuto incontrare i suoi ospiti anche sulla spiaggia. Sarebbe stato molto più carino e informale e ci avrebbe evitato tutti questi inutili giri in taxi; comunque siamo in vacanza. Le piccole contrarietà non ci smontano e decidiamo di cambiare di nuovo destinazione. Andiamo nella zona del Marina Mall. Il Centro commerciale del porto turistico. Di fronte troneggia una ruota panoramica e il gigantesco (come tutto qui) hotel in costruzione in concorrenza con la Vela di Dubai.
Questo centro commerciale dispone di una piattaforma panoramica alta 100 metri, una pista di pattinaggio, un bowling, un Cineplex, fontane musicali e centinaia di grandi marchi e negozi (che a noi interessano poco visto che sono eguali ai nostri).
Il Marina Mall comunque è un luogo simbolico per Abu Dhabi, e i suoi ristoranti e bar permettono di trascorrervi un’intera giornata…
Dato che si avvicina la sera, decidiamo di passare il tempo al gigantesco supermercato della Carrefour. Tutto l’enorme piano terra dello stabile è dedicato al “parcheggio” dei bambini quando le mamme locali che scendono in jeans dalla guida delle loro mercedes o fuoristrada da 100.000,00 euro (forse l’accenno alla provenienza musulmana si intravede solo in qualcuna dal fazzoletto, di gran marca ovviamente, sul capo) sono occupate a fare la spesa, mentre la governante filippina accompagna i pargoli alle sale giochi e tappeti elastici.
Anche questo supermercato è enorme, ma ciò che veramente è interessante per noi sono i settori dedicati. Tutto un bancone con inservienti, destinato solo ai vari tipi di angurie e meloni, un altro settore a innumerevoli tipi di uva da tavola, un terzo alle spezie, ma sicuramente il più interessante per noi è un grande bancone che vende moltissimi tipi di datteri differenti, da pochi dirham al chilo a datteri rarissimi dati i prezzi richiesti. È impossibile partire da Abu Dhabi senza aver fatto una scorpacciata di datteri (io me li portavo in camera in hotel).
Terminiamo la serata con l’ottima cena al Meridien. Domattina sveglia prestissimo. Arriva l’autista a prenderci alle 5 per portarci in aeroporto.
Ci dicono che a Roma sta nevicando di nuovo!