Londra val bene più di una messa!
“Parigi val bene una messa” si diceva una volta. Io dico che Londra ne varrebbe anche qualcuna in più!
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Sia che tu ci vada per la primissima volta o per la quarta (come nel mio caso) poco importa, perché troverai sempre qualcosa di nuovo che non hai ancora visto, qualcosa che ti è sfuggito, una sorpresa inaspettata, un angolino meraviglioso nascosto tra i palazzoni della City. La differenza tra la prima e la quarta volta è che in quest’ultimo caso te la prendi con comodo, scegli di godere del panorama in bus piuttosto che approfittare della velocità della metro. Puoi permetterti il lusso di “snobbare” meraviglie storico-turistico-culturali quali Buckingham Palace, Westminster Abbey, Palace of Westminster, St Paul Cathedral, Tower of London, Tower Bridge, London Eye, Camden Town, St. James/Hyde/Kensington Park, Convent Garden, ecc… perché tanto ci sei già stato.
Poi magari va a finire che: “ma sì, una passeggiatina la faccio lo stesso, chissà se è cambiato qualcosa negli ultimi anni”, ignorando consapevolmente il fatto che quei monumenti sono lì appena da qualche secolo prima che tu li vedessi nel tuo primo viaggio a Londra. Nonostante questo un qualche nuovo dettaglio si scorge sempre, anche nei monumenti più antichi perché la verità è che Londra è ogni volta diversa e ogni volta più bella.
Io non amo particolarmente le grandi città, ma apprezzo il fatto che Londra, seppur metropoli moderna, multietnica e multiculturale riesca ancora a mantenere vive le sue peculiarità e chiare le sue origini. Questa volta poi ho avuto la fortuna (ovviamente tutto organizzato con largo anticipo!) di vederla durante i festeggiamenti per il Giubileo di Platino della Regina Elisabetta II ed è stato meraviglioso. Tutta la città era in festa e abbellita per l’evento. I monumenti erano illuminati di diversi colori la sera, nelle vie principali campeggiavano enormi Union Jack. C’era moltissima gente, ma in nessuna occasione ho notato disordini o problemi di alcun tipo.
Nota dolente: purtroppo bisogna ammettere che Londra sta risentendo molto dei problemi di viabilità e di trasporto. Per cui sono incappata in ritardi preoccupanti dei mezzi, stazioni chiuse al transito e scioperi senza preavviso. Fortunatamente tutto ciò non è bastato a rovinare la festa!
Diario di Viaggio
Giorno 1
Volo diretto low-cost Brindisi-Londra Stansted. Dopo aver effettuato diverse ricerche nei giorni precedenti alla partenza, avevo deciso esattamente quale abbonamento mezzi corrispondesse meglio alle mie esigenze. Quindi avevo deciso (e consiglio vivamente!):
- treno Stansted Express dall’aeroporto alla fermata di Liverpool Street. Ci mette all’incirca 50 minuti, contro le quasi 2 ore del pullman. Tra l’altro, acquistando online i biglietti di andata e ritorno, anche Duo, potrete risparmiare, ma soprattutto ottenere l’Offerta 2×1 per l’intera durata della vostra permanenza a Londra. Questa vi darà diritto a un biglietto omaggio per ogni biglietto acquistato per alcune tra le maggiori attrazioni di Londra. Attenzione però! I voucher vanno necessariamente stampati in anticipo.
- Abbonamento settimanale ai mezzi di trasporto pubblico (ovvero la Oyster Weekly Travelcard), acquistabile in tutte le stazioni dei mezzi o negli InfoPoint. Al costo di circa 43 sterline (38 per l’abbonamento settimanale + 5 per l’emissione della carta) si può viaggiare illimitatamente su tutti i mezzi tra la zona 1 e la zona 2 (ma potete richiederla anche per le altre zone). Ovviamente le corse si possono acquistare anche singolarmente e pagare direttamente con la carta di credito contactless, ma in questo caso la sola corsa singola vi verrebbe a costare tra le 4 e le 6 sterline. Attenzione all’orario! I mezzi pubblici di Londra hanno prezzi diversi a seconda dell’ora. Nelle ore di punta (peak time) castano molto di più. Per carità, un’ottima idea per limitare il sovraffollamento e i relativi disagi, ma un eventuale trappola per l’ignaro turista
Considerato, come detto, il periodo festivo nel quale avevo deciso di visitare Londra, avevo prenotato una sistemazione già più di un anno prima (con cancellazione gratuita, of course!). Questo mi ha dato la possibilità di ottenere uno splendido monolocale ad un prezzo più che abbordabile (350 eur/7 motti) in una zona centrale, tranquilla e ben fornita come è quella di West Kensigton. Era sì piccolino (appena 10 mq), ma molto ben organizzato ed equipaggiato di tutto il necessario per una buona permanenza (TV, frigo, microonde, ventilatore, bollitore, kit di benvenuto, ecc…). Le diverse esperienze a Londra mi dicono che, se si vuol rimanere vicino al centro e avere a disposizione i mezzi pubblici, i prezzi migliori si trovano di solito nei pressi di Kensington o Earl’s Court.
Giorno 2
Non avendo in programma la visita alle attrazioni in assoluto più turistiche di Londra, mi sono potuta concentrare su alcune cose che nel corso degli anni avevo messo in secondo piano o lasciato “per la prossima volta”. Il secondo giorno ho visitato il Museo di Madame Tussauds. Il biglietto d’ingresso costa circa 37 sterline, ma se vi organizzate per tempo anche qui potrete sfruttare l’offerta 2×1. Per quanto non sia ovviamente un museo propriamente detto, quindi non di interesse storico-culturale, l’ho trovato molto divertente. Potersi fotografare con le più grandi celebrities! Consiglio di andarci all’apertura per evitare lunghe file alle statue di cera. Ah, e anche un selfie stick, molto utile! Divertente e particolarmente istruttivo il giro finale sullo “pseudo-cab” di “the spirit of London” che fa rivivere in pochi minuti tutta la storia di Londra.
Purtroppo, a causa del tempo (una costante a Londra, ma non vi preoccupate, la pioggia non dura mai molto, non nei mesi estivi per lo meno) non mi è stato possibile pranzare a Regent’s Park come avevo previsto e visitare il Queen Mary’s Rose Garden. Pranzare seduti a terra nei parchi è forse quanto di più British possiate fare. Vedrete migliaia di persone fare altrettanto, godendosi il tanto atteso sole estivo.
Ciò nonostante ho proseguito la mia visita presso alcune delle stazioni ferroviarie più belle di Londra, in qualche modo conosciute da tutti in quanto set cinematografici e fotografici ampiamente utilizzati. Quindi: Paddington Station (famosa, appunto, per il film dell’orso Paddington del quale troverete statue disseminate qua e la per la stazione e recentemente oggetto di attenzione a seguito dell’inaugurazione della nuova linea della metro, la “Elizabeth Line”, in onore del Giubileo della Regina. Inoltre nelle ultime settimane si è molto parlato di Paddington, l’orso non la stazione, per via del suo simpatico siparietto con la Regina stessa in occasione dell’apertura del “Platinum Party At The Palace”); King’s Cross Station (conosciuta più che altro per la sua famosissima Piattaforma 9 ¾ che come tutti sappiamo Harry Potter attraversa correndo per raggiungere il treno che lo porter alla scuola di Hogwarts. Per gli appassionati del tema, si organizzano tour guidati, anche a piedi, e da Londra si raggiungono facilmente anche i Warner Bros. Studios di Luton che permettono di rivivere il “the making of Harry Potter”) e ancora, giusto di fronte a King’s Cross, la stazione di St. Pancreas. Forse non altrettanto lusingata dal piccolo e grande schermo, ma un gioellino dal punto di vista architettonico, dal sapore certamente più retrò e più tipicamente British.
Giorno 3
Nonostante le varie visite precedenti a Londra, non ero mai stata all’interno del Palace of Westminster, aka The House of Parliament e mi sembrava un vero peccato. Ci sono varie tipologie di biglietti. Io ho scelto quello con audioguida per 22,5 sterline. Devo dire che è stato molto interessante, nonostante sia permesso entrare solo in pochissime sale e nei corridoi principali e non si possano scattare foto (la qual cosa mi fa sempre dannatamente innervosire, ma tant’è).
Ovviamente, restando in zona, è quasi d’obbligo entrare in Westminster Abbey. Non c’è bisogno di specificare, credo, l’enorme importanza che ricopre questa chiesa per i britannici e per la loro storia. L’ingresso costa 25 sterline, ma c’è la possibilità di utilizzare il voucher per l’offerta 2×1. Ad un occhio non avvezzo alla vista dell’interno di una chiesa anglicana, Westminster risulta essere molto particolare, con il coro centrale, il pavimento crosmatesco (testimone di incoronazioni, matrimoni e funerali reali), il Poet’s Corner con le tombe o steli commemorative dei più grandi scrittori inglesi. Non mi piacciono particolarmente le chiese, ma di questa non si può non riconoscerne il valore nel corso dei secoli.
Tutta l’area di Westminster è ovviamente estremamente interessante per ogni turista. Nel giro di poche centinaia di metri si trova di tutto. A parte i già citati Palace of Westminster e Westminster Abbey, anche il Cenotaph, ovvero il monumento ai caduti, Downey Street e la sua famigerata porticina nera al numero 10, poco più avanti la Horse Guards Parade per una foto ricordo con le guardie a cavallo e ancora, affacciandosi sul Tamigi, il Westminster Bridge e il London Eye. Sì, certo, nominerò anche quello che è il simbolo più iconico di Londra, ma per favore non chiamatelo Big Ben! O per lo meno siate a conoscenza del fatto che il Big Ben è la campana all’interno della torre e non la torre in sé che in effetti si chiama Elizabeth Tower (già Clock Tower).
Nel pomeriggio del terzo giorno, nel mio caso, iniziavano i sopralluoghi su The Mall, il lungo viale che porta dall’Admiralty Arch (Trafalgar Square) verso Buckingham Palace per cercare di capire dove sarebbe stato più opportune posizionarsi il giorno dopo per partecipare alla parata per il Trooping the Colour (parata organizzata ogni anno, normalmente il secondo sabato di giugno, in occasione del compleanno ufficiale del Sovrano). Inutile dire che già da 20 ore prima che iniziasse l’evento c’era una gran folla di gente accampata lungo il percorso. E intendo proprio accampata con tende, sacchi a pelo, sedioline e una bella scorta di provviste!
In serata comunque c’è stato il tempo per un giro su Oxfort e Regent Street (le vie dello shopping di lusso), una sosta rapida a Piccadilly Circus (sempre per assicurasi che dopo 10 anni fosse ancora al suo posto) e un buonissimo Fish and Chips a Soho.
Giorno 4
Interamente dedicato ai festeggiamenti per il Giubileo della Regina e alla parata (dei quali parlerò più nel dettaglio in un altro Diario di Viaggio).
In serata ho prenotato un tour della Londra by Night (neanche a dirlo, sfruttando l’offerta 2×1) che prevedeva un giro su un pullman turistico a due piani parzialmente scoperto di un ora e mezza per vedere le maggiori attrazioni della città illuminate. Ottima l’idea, appena sufficiente la riuscita. Tralasciando il freddo (a giugno!) nella parte scoperta per il quale non si può incolpare nessuno, il tour è risultato scomodo, poco chiaro, decisamente troppo veloce. Non si sentiva assolutamente nulla della spiegazione della guida (solo in inglese) e inoltre il pullman passava sfrecciando davanti ai luoghi di interesse senza lasciare ai passeggeri neppure il tempo di una fotografia o per lo meno di una rapida occhiata. In ogni modo, una bella passeggiata serale. Provateci, magari sarete più fortunati di me!
Giorno 5
Data l’indisponibilità di Sua Maestà a partecipare agli eventi pubblici previsti per quei giorni ed essendo Lei la quasi unica ragione del mio interesse per tali eventi, ho dovuto rivedere i miei piani per il quinto giorno che inizialmente prevedevano l’ennesima levataccia all’alba e piazzamento in strada davanti alla Cattedrale di St. Paul per ore nella speranza di vederla all’entrata o all’uscita dal Service of Thanksgiving.
Detto questo, ho optato per una più lunga dormitina (in fondo era anche una vacanza, no?!) e una passeggiata rilassante tra le stradine in fiore del Chelsea in Bloom. L’evento era in realtà terminato qualche giorno prima, ma le installazioni più grandi erano ancora perfettamente visibili (anche perchè composte per lo più da fiori finti). Anche qui luce per gli occhi di un turista, soprattutto per uno innamorato dell’Inghilterra come me. Composti da Fiori, arbusti, foglie e altro si potevano scorgere nei vari angoli del famoso quartiere in di Londra tazze di tè, biscotti giganti, cani colorati (tassativamente Corgi, i preferiti di Sua Maestà), guardie in divisa, lo scudo araldico della casata dei Windsor e tanto altro. In poche parole e pochi passi, tutta l’essenza britannica.
Ritornando al programma originale, nel pomeriggio sono salita al 72 piano di uno dei grattacieli più moderni di Londra per una vista a 360 gradi sulla citta, il View from the Shard. Devo dire che la vista d’insieme è un colpo al cuore. Si percepisce chiaramente l’estensione, la grandezza e la magnificenza degne della capitale di un grande impero. Direi, permettendomi un altro affondo ai cugini d’oltremanica, la sua Grandeur.
Giorno 6
Seguendo sempre le orme di Sua Maestà (rasentando lo stalking!), nella giornata di sabato ho visitato Windsor Castle, una delle mete in programma da anni e per me di grande importanza per motivi che ormai risulteranno fin troppo chiari al lettore, ovvero l’interesse per la storia inglese e per la famiglia reale. Diventato ormai nell’ultimo anno la residenza ufficiale della Regina Elisabetta II, è stato negli anni teatro di grandi avvenimenti storici che hanno riguardato The Firm (appellativo con il quale i Reali abitualmente parlano di loro stessi). Un pullman in partenza proprio da Kensington mi ha portato davanti al castello in approssimativamente un ora e venti minuti (per il costo di 13 sterline all’andata perché peak time e 9 al ritorno).
L’entrata costa dalle 26 alle 28 sterline, a seconda del giorno, e include la visita al castello e alla St. George Chapel. Il mio orario di ingresso combaciava, senza che l’avessi previsto per una volta, con il cambio della guardia che consisteva, da buona tradizione inglese (e sempre laddove risiede il Sovrano) in una miniparata militare con tanto di fanfara.
Probabilmente condizionata dal fatto che la St. George Chapel esca spesso in TV, ricolma di teste coronate e celebrities e che faccia da sfondo ad eventi di portata storica, ho trovato che fosse particolarmente affascinante. Purtroppo, pure qui (e per motivi che non comprenderò mai), non è permesso fare fotografie o video. Anche questa chiesa, come Westminster Abbey, ha la tipica struttura della chiesa anglicana, con il coro in legno in mezzo alla navata principale, un magnifico altare in oro e, forse particolare più sorprendente per i non-britannici (ma estremamente comune sull’isola), una serie di bandiere e araldi che svettano al di sopra delle panche.
Essendo una residenza reale a tutti gli effetti e, come loro stessi lo nominano, un “working royal palace”, di Windsor Castle è possibile visitare solo una parte. Anche se, vi assicuro, ciò che è visitabile è piu che sufficiente a lasciarvi sbalorditi. Come succede spesso, vi troverete a pensare che dal vivo è più piccolo rispetto a quando si guarda in TV e che la passerella che di solito i reali percorrono dalla cappella al castello che in tv sembra lunga chilometri, in realtà è di parecchio più corta. Ma questo è un dettaglio assolutamente trascurabile per tutti noi, royal fan!
Non si può visitare il castello senza percorrere almeno una parte del Long Walk retrostante, la lunga camminata che è sicuramente l’immagine più comune che tutti abbiamo del castello. Quel giorno nello specifico i giardini ospitavano diversi eventi con decine, forse centinaia, di migliaia di persone che si erano riunite per un enorme pic-nic sull’erba (ricordate quanto sia tipicamente British?), per ascoltare musica dal vivo e apprezzare le tante auto d’epoca esposte per l’occasione. E dopo una tale fatica cosa c’è di meglio che fermarsi in un piccolo bar sulla via principale di Windsor per una buona fetta di torta alla frutta (di quelle altissime, tipiche inglesi) accompagnata da un buon tè o, come nel mio caso (England lover, ma pur sempre di buon sangue italiano) un caffe? Nulla, per l’appunto.
A proposito di scelte quasi obbligate nel più ampio disegno della perfetta vacanza all’insegna dei festeggiamenti per il giubileo, come rinunciare al grandioso Platinum Party At The Palace, mega concerto di alcuni dei più grandi nomi della musica mondiale, proprio ai piedi Buckingham Palace? Non pensavo di andarci, ma alla fine, a concerto iniziato, mi sono presentata su The Mall. La distesa di gente non aveva fine. C’erano mega schermi dovunque. Ho trovato un gruppetto di gente seduta in terra e mi sono unita a loro. Sul palco si sono alternati, Ed Sheeran, Elton John (anche se non dal vivo), Andrea Bocelli, Alicia Keys, ecc. È stato elettrizzante esser lì, far parte di quell’evento. La parte migliore (con buona pace dei super cantanti) è venuta però alla fine del concerto, con lo spettacolo di droni che hanno disegnato nel cielo i simboli più significativi relazionati alla vita di Sua Maestà. Quando, dopo la Union Jack, sono apparsi in ordine il Corgi che inseguiva un osso e la celebre borsetta della regina che si apriva lasciando fuoriuscire dei cuori, la gente è scoppiata in fragorose risate e in un coro di ammirati “ohhh”. Davvero uno spettacolo unico, conclusosi con un toccante messaggio diretto alla Sovrana “Thank You Ma’am”.
Dopo tutto questo ci sono volute ore per riuscire ad accaparrarsi un posticino su un mezzo pubblico per rientrare a casa data la ressa che c’era, ma questa è una altra storia.
Giorno 7
I festeggiamenti volgevano ormai al termine, come anche la mia vacanza, ma mancava ancora il botto finale. E questo portava il nome di Platinum Jubilee Pageant, ovvero una lunga, variopinta, gioiosa e carnevalesca sfilata di artisti di ogni genere. Iniziata per la verità come una parata militare in grande stile, con rappresentanze anche dei diversi paesi del Commonwealth e con, nientepopodimenoche, la carrozza originale del giorno dell’Incoronazione di Elisabetta II nel giugno del 1953, nella quale si intravedeva l’ologramma della regina stessa, è proseguita poi come un evento pensato per intrattenere un pubblico più ampio e lasciare in bocca un sapore di festa che durasse a lungo. Si sono avvicendati grandi carri, uno per ogni decade del lungo regno della Sovrana, cavalli, ballerine, sbandieratori. Un po’ di tutto per uno spettacolo entusiasmante durato oltre 3 ore.
Sapevo che alla fine della sfilata, Ed Sheeran avrebbe intonato il God Save the Queen dal palco sotto a Buckingham Palace e quindi ho attraversato a rotta di collo St. James Park per avvicinarmi quanto più possibile. Ma soprattutto sapevo che The Queen non avrebbe mai rinunciato ad esserci per chiudere i festeggiamenti e ringraziare la nazione. E così è stato.
Giorno 8
Sorpresa! Presentatami alle 06.30 alla metro di West Kensigton, pensando di essere abbondantemente in anticipo per l’aereo delle 11.45 da Stansted, scopro che tutte le line metropolitane di Londra sono chiuse per sciopero. E io ovviamente ero dalla parte opposta della città. Dopo aver cambiato due autobus che molto carinamente mi hanno fatto ripercorrere tutte, ma proprio tutte, le attrazioni di Londra da ovest a est neanche si trattasse di un Sightseeing tour, arrivo dopo oltre 2 ore alla stazione di Liverpool street, ormai certa di aver perso sia il treno per Stansted che il volo di rientro.
Per fortuna, ho raggiunto il gate della Ryanair a pochi minuti dall’imbarco, per poi scoprire che l’aereo sarebbe arrivato con 40 minuti di ritardo.
Della serie “all’s well that ends well”!