Londra toccata e fuga 2

Quest’anno ho pochi giorni di vacanza, per cui ho cercato un viaggio che sia di facile raggiungimento. Ho scelto Londra visto che è mitragliata dai voli low-cost e che è una città che mi ha sempre affascinato oltre che raggiungibilissima in poco tempo, visto che a mia disposizione è poco. Cerco di sfruttarli al massimo, prenotando un volo al...
Scritto da: Matcorsa
Partenza il: 15/08/2004
Ritorno il: 19/08/2004
Viaggiatori: da solo
Spesa: 1000 €
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Quest’anno ho pochi giorni di vacanza, per cui ho cercato un viaggio che sia di facile raggiungimento.

Ho scelto Londra visto che è mitragliata dai voli low-cost e che è una città che mi ha sempre affascinato oltre che raggiungibilissima in poco tempo, visto che a mia disposizione è poco. Cerco di sfruttarli al massimo, prenotando un volo al mattino presto di lunedì appunto, e uno per il ritorno il venerdì sera. Prenoto anche l’hotel che nonostante sia vicino a Buckingham Palace, non è così esoso.

Decollo lunedì mattina puntualissimo e raggiungo l’aeroporto di Stansted in orario in poco più di un’ora. Quest’ultimo però dista un bel po’ di strada dal centro Londinese. Distanza che può essere percorsa in due modi: o si sceglie la più panoramica via stradale con l’autobus che impiega un’oretta molto abbondante, o si prende il trenino “Standsted Express” che in una quarantina di minuti ti porta in centro città. Io … li faccio entrambi. Mi spiego. Scelgo già in aereo di fare lo sbrigativo e acquisto il biglietto del treno direttamente dall’hostess che più volte passa nel corridoio ad informare delle modalità e dei costi. Risulta infatti più economico acquistarlo in aereo. Solo che le hostess dovevano aggiornarsi di più della situazione della tratta ferroviaria, perché proprio per questa giornata erano previsti una serie di lavori di consolidamento per cui la linea è out.

Il problema viene aggirato utilizzando l’autobus che, botta di fortuna, mi tocca un “double decker”, così assaporo una meravigliosa vista dall’alto della campagna prima, e della periferia poi, della città. Poi, passato il punto dei lavori sulla linea ferroviaria, ci fanno scendere alla più vicina stazione e ci fanno salire sul treno per raggiungere la meta che è Liverpool Station. Da qui, con la metro, si va poi ovunque.

Arrivati a Victoria Station, una delle più importanti (forse la più importante), stazioni della città, prendo possesso dell’hotel che si trova proprio di fronte alle scuderie reali e, depositato il bagaglio, me ne esco subito alla scoperta della città, visto che i giorni a disposizione sono pochi.

Prima tappa un supermercato per mettere qualcosa sotto i denti. Seconda tappa: non ho tappe precise per cui: girare, girare, girare. Direzione presa: Trafalgar Square.

Essendo vicino alle scuderie reali, prendo la strada per passare davanti alla residenza più famosa del Regno Unito osservando l’ordine e la pulizia di ciò che circonda la zona, anche se poi noterò essere una costante.

La solita folla che si è riunita di fronte al cancello principale, altre persone sopra le gradinate della fontana e altre ancora nel viale dei parchi che l’attorniano. La residenza dei Reali inglesi è aperta parzialmente alla visita e ovviamente la biglietteria è presa d’assalto. Mi sono informato che solo poche stanze sono aperte al pubblico e queste non sono certo le più importanti, per cui non mi creo nemmeno il problema e proseguo.

Non è l’orario del cambio della guardia, ma anche questo mi ero prefissato di non vederlo in quanto troppo turistico.

Continuo in direzione di Trafalgar Square. Sulla piantina sembra vicina. Sulla piantina, appunto. Comunque sono solo e quindi la prendo con rilassatezza e proseguo osservando tutto quello che c’è da vedere.

Finalmente … arrivato. Trafalgar Square. L’enorme piazza dedicata alla più famosa battaglia navale inglese combattuta dal più famoso ammiraglio: Oratio Nelson, anche se l’Inghilterra di navigatori illustri ne annovera più di uno.

La piazza è piena di gente e proprio ora inizia a piovere. Fortunatamente di fronte mi trovo il National Museum. Non mi sono portato appresso l’ombrello, la pioggia si fa più abbondante quindi decido di entrare al museo che scopro essere gratuito. Un immenso e ricco museo qual è il National è gratuito. Funzionerebbe anche in Italia. Non posso ovviamente farne il giro intero. Avrei bisogno ben più dei miei miseri cinque giorni. Ne faccio un giretto approssimativo, anche perché non sono un gran appassionato d’arte. Per gli intenditori, sappiate che ospita tra l’altro (temporaneamente o permanentemente .. Non so) ben quattordici Van Gogh tra cui i famosi “girasoli” che solo loro attiravano la più nutrita folla.

Esco e fortunatamente ha finito di piovere per cui mi reco verso il Tamigi. La pioggia ha rinfrescato l’aria e ne approfitto per bere una specie di cappuccino che è peraltro ottimo considerando che gli inglesi fanno un caffè da schifo. Questo cappuccino viene servito anche da passeggio con un bicchierone di cartone (tipo bibite del McDonald) con tappo col buco in modo da consentire di berlo tranquillamente anche passeggiando senza rischiare di versare il contenuto al minimo spintone.

Arrivato sulle sponde del Tamigi, inizio a costeggiarlo dirigendomi verso l’hotel, in quanto si sta facendo tardi. Dall’altra parte del fiume, c’è l’enorme ruota panoramica (London Eye). Attraverso e mi reco a vederla da vicino. C’è una coda da centro commerciale durante il periodo natalizio. Rinuncio per ora. Riattraverso più avanti il Tamigi e mi trovo di fronte al parlamento con in bella mostra la torre del Big Ben. Faccio una serie di foto, gli giro attorno, do un’occhiata alla gente del posto e poi me ritorno in hotel perché la levataccia si fa sentire ed inizia ad essere un po’ tardi.

Mi alzo riposatissimo e, dopo aver consumato la colazione direttamente in hotel, me ne esco a fare il turista. Non ho mete particolari. Ho solo la piantina della città in mano e l’unica cosa che mi interessa vedere è: tutto il possibile nei giorni restanti.

Iniziamo con Hyde Park che è abbastanza vicino all’hotel per cui non c’è nulla di meglio che una boccata d’ossigeno appena alzati dal letto. Costeggio il lato del parco che guarda Mayfair che dicono essere la zona tra le più esclusive e, arrivato all’angolo, “entro” in città da Oxford Street fino ad arrivare al quartiere di Soho, vale a dire la zona più trasgressiva ma anche la più vitale.

Cammino, cammino e cammino sempre, tanto che alla sera tutto questo camminare si fa sentire sulle gambe, nonostante io sia un tipo allenato e non neofita per queste cose.

Vado a Convent Garden, la zona forse più bella e caratteristica da me vista durante il mio soggiorno. Zona importante per il suo vivacissimo mercato coperto pieno di negozi che farebbe la felicità di tutte le donne.

Entro poi al British Museum che, come il National, è gratuito. Enorme e ricchissimo di opere d’arte. Anche qui faccio un giretto veloce e approssimativo e anche qui ci entro perché fuori sta per iniziare a piovere. E’ brutto dirlo ma sembra proprio che entro nei musei più importanti del mondo solo per ripararmi dalla pioggia. Alla fine è così. Come ho detto prima non sono un amante dell’arte e quindi un intenditore. Ci entro per rendermi conto di com’è e basta.

Uscito dal British, mi “perdo” tra i vicoli della Londra meno frequentata, vale a dire quei posti della città che i tour operator non fanno vedere ai loro clienti. In fondo basta poco; basta deviare dai percorsi segnati nelle guide turistiche e ti trovi ad avere locali e negozi meno pubblicizzati di quelli sulle rotte turistiche, ma altrettanto belli e meno incasinati.

Terzo giorno. Prendo la metropolitana, efficientissima, e mi dirigo dall’altra parte della città rispetto all’hotel per vedere uno dei ponti più famosi del mondo: il Tower Bridge. La zona in questione si trova ad est della città ed ingloba altresì altri importanti monumenti e non, di Londra quali la Torre di Londra, la City (il quartiere finanziario) e altro ancora.

La metro londinese mi porta a due passi dal ponte che si trova anche vicinissimo alla Torre di Londra. La giornata è un po’ grigia ma la visuale non ne risente.

Bello. Veramente bello e … sembra appena uscito da un restyling. Le parti in acciaio colorate di azzurro (forse per sopperire alla mancanza dell’azzurro del cielo) sembrano appena state verniciate. Faccio le solite foto di rito, mi giro di centottanta gradi e mi trovo di fronte alla Torre di Londra che però bisogna fare una fila chilometrica per poterla visitare. Desisto. La fila chilometrica, oltre che per entrarci, c’è anche alla biglietteria, per cui doppia. Ciò è giustificato in quanto è una delle attrattive più importanti della città. Un museo che contiene una serie di opere di inestimabile valore anche storico. Non è famosa solo per i gioielli della Corona, insomma. Ed è bella che da fuori.

Pranzo in un bar e poi entro nella zona finanziaria dove i palazzi, dallo stile vittoriano si trasformano in moderni grattacieli, alcuni futuristici, tra cui troneggia il palazzo dei Lloyd’s, fatto di acciaio e vetro e altri ancora non meno belli.

Con calma inizio il rientro all’hotel che si trova dall’altra parte della città, passando per la St. Paul’s Cathedral, poi scendo giù verso il Tamigi, lo attraverso con la speranza di poter salire sulla ruota panoramica, ma …Niente. Solita coda chilometrica per cui rinuncio definitivamente. Riprendo la passeggiata per il centro, passando ancora davanti al Big Ben e all’Abbazia di Westminster. Puntata a Piccadilly Circus e poi percorro “The Mall”, lo stradone che taglia in due il parco che si trova davanti a Buckingham Palace.

Sono ormai le dieci di sera e considerando che sono in giro ininterrottamente dalle otto del mattino, crollo sul letto.

Quarto e ultimo giorno. Solita levataccia e giù per la città.

Oggi mi dedico, come ultimo giorno, allo shopping. Essendo il mio hotel abbastanza vicino ai tanto decantati grandi magazzini Harrod’s, mi dirigo in quella direzione cercando anche di coniugare lo shopping con la visita della città. Si perché in questa zona ci sono anche molte cose importanti da vedere quali: la Royal Albert Hall, il museo di storia naturale, il quartiere di Notting Hill, ecc.

In ordine di distanza arrivo da Harrod’s che, merita visto non tanto per la merce esposta, bensì per l’ambiente e l’insieme delle cose. Tutto perfetto. Addirittura le toilette meritano una vista. Ovviamente per quanto riguarda la merce esposta (grandi firme) noi italiani non abbiamo nulla da invidiare anche perché molta è roba italiana e da noi costa molto meno. Diciamo che merita una visita anche senza comprare niente (soprattutto dopo aver visto i prezzi). Esco (ci sono restato dentro una mezzora) e mi dirigo al museo di storia naturale che, a differenza degli altri visti da me solo per fuggire dalla pioggia, questo mi interessa proprio. Entro allora al museo il quale è ricco di reperti archeologici provenienti da tutto il mondo e stupende sono le stanze dedicate agli animali imbalsamati. Me ne esco soddisfatto. Ah … pure questo è gratuito.

Mi reco allora al quartiere di Notting Hill reso famoso dal film, gironzolando di qua e di là. Vado anche fino a Portobello Road, famosa via del mercatino, che però si svolge di sabato ed oggi è giovedì. Fa niente. I negozi sono aperti ed entro a sbirciare e ad acquistare qualcosa da portare a casa agli amici.

Faccio retro-front per tornare in centro che dista qualche chilometro. Potrei prendere la metro visto che avevo fatto l’abbonamento settimanale e non l’ho mai usato se non in una unica occasione. La giornata è bella, a me piace camminare per cui … cammino, entrando in Hyde Park, costeggiando the Serpentine, il laghetto che grazie alla sua conformazione gli da il nome. Curato in ogni particolare, il parco ospita anche moltissimi scoiattoli che all’inizio sembra di vedere una cosa rara, poi ti accorgi che di questi simpatici animaletti ce ne sono da tutte le parti e per nulla impauriti. Sono come i piccioni a Venezia.

Continuo la mia camminata toccando tutti i punti possibili, alcuni dei quali non ricordo nemmeno il nome, nonostante siano posti di interesse notevole.

La sera me ne vado a cena nei pressi di Convent Garden in un affollatissimo pub dove mangio benissimo. Poi con calma me ne ritorno verso l’hotel che dista sempre un bel po’ di strada.

Ultimo giorno. Oggi pomeriggio ho l’aereo per l’Italia. Con la valigia appresso mi reco alla Liverpool Street da dove poi ho il treno per l’aeroporto.

Alla stazione deposito i bagagli e esco a vedere un po’ la zona visto che ho ancora un po’ di tempo a disposizione. Poi prendo il treno e in una mezz’oretta abbondante sono all’aeroporto. Come solito puntualissimo l’aereo mi riporta in Patria con l’unica delusione di non essere riuscito a vedere tutto. Speriamo ci sia un’altra occasione.

See You Soon London.



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