Londra per caso, consigli e miti da sfatare
9 novembre 2008 L’idea di fare un week end a novembre l’avevamo ma dove andare non si sapeva poi…Offerta Ryanair: 2 euro andata e ritorno per Londra: un rapido confronto di idee tra di noi ed ecco decisa la meta, non potevamo lasciarci sfuggire questa occasione e così il 9 novembre inizia il nostro viaggio a Londra… per caso appunto.
Partiamo in perfetto orario alle 6.30 da Orio e atterriamo a Londra alle 8.00, ognuna di noi aveva un bagaglio a mano mentre ne abbiamo imbarcato uno solo per ogni evenienza (siamo vicini a Natale e qualche regalo comprato a Londra fa chic…Ma fa anche volume!), il bagaglio arriva subito e quindi ci dirigiamo a comprare i biglietti per il treno che collega Stansted a Londra (in volo vendono solo i biglietti della Terravision così come in aeroporto a Bergamo), scendiamo al piano inferiore il treno arriva subito e in 40 minuti arriviamo alla Liverpool Station nel pieno cuore della città.
Decidiamo di acquistare la travelcard per tre giorni preferendola alla Oyster e ci dirigiamo al nostro hotel in zona Bayswater, scendiamo a Queensway e iniziamo ad assaporare Londra passeggiando per questa via affollata di gente e di negozi. In hotel non è ancora l’ora del cheek-in ma ci permettono di lasciare i bagagli: abbiamo fretta di scoprire la città.
Londra ci accoglie con un bel sole tiepido che ci invita a camminare (quanti chilometri abbiamo fatto a piedi!) e ci dirigiamo prima tra le belle bianche case inglesi di Bayswater e Nottingh Hill e poi in Hyde Park: i colori dell’autunno e la bella giornata rendono questo parco un vero e proprio spettacolo della natura; c’è molta gente che corre, che si rilassa sulle panchine e che passeggia: l’atmosfera è molto rilassante e gioiosa. Passiamo da Kensington Palace, dal Round Pond abitato da tantissimi cigni, incontriamo i primi dei tanti scoiattoli che vedremo in questi giorni, e poi andiamo verso il monumentale Albert Memorial proprio di fronte alla Royal Albert Hall. Vogliamo vedere il monumento in ricordo di Lady Diana e quindi risaliamo nel parco incontrando la Serpentine Gallery ci entriamo, tanto è gratis: i quadri esposti non sono un granchè, ma i bagni sono pulitissimi! Arriviamo alla fontana che ricorda la principessa scomparsa ma è in manutenzione e quindi è vuota: a vederla così però non è un granchè.
Uscite dal Parco c’è la fermata degli autobus e saliamo su quello in arrivo con destinazione Piccadilly Circus visitiamo la piazza e ci fermiamo a mangiare da Kfc, da lì poi in metrò andiamo nella zona della City per visitare la St. Paul Church: di domenica l’ingresso è gratuito ma purtroppo non si può salire alle gallerie. Scendiamo a piedi da Ludgate Hill e Fleet Strett per visitare la chiesa dei templari del Codice da Vinci: giriamo a vuoto per parecchio ma del Temple tante tracce ma nessuna che ci portava all’ingresso, per cui gettiamo la spugna e visto che inizia a scendere una leggera pioggiolina ci dirigiamo a Covent Garden. Lì l’atmosfera è entusiasmante: la gente è tanta e un giocoliere in fondo al mercato si sta esibendo suscitando ilarità e applausi, i negozi poi sono davvero molto carini, in particolare uno vende tantissimi tipi di tè ed è possibile assaggiarli: Patty ne fa incetta e già la sera stessa in camera li proverà!! In metrò ci rechiamo a Oxford Circus e passeggiamo lungo Oxford Street purtroppo però alla domenica i negozi chiudono verso le otto e così saliamo su un autobus che ci porta a Bayswater e ci fermiamo nel Alfred Pub all’incrocio tra Queensway e Porchester Street per cenare.
La partenza all’alba e i tanti chilometri macinati durante la giornata ci portano all’hotel stremate dove ancora non abbiamo visto le nostre camere, che si rivelano piccole ma carine e soprattutto pulite!!! 10 novembre 2008 Il lunedì Londra ci sveglia con il suo famoso tempo grigio e ci faremo quindi guidare dal brutto tempo nella scelta del nostro programma quotidiano.
Dopo la tanto desiderata colazione da Starbucks partiamo decise a salire sul Monument la torre che nel quartiere della City ricorda il grande incendio del 1666, lì ci attendono 311 scalini stretti ed angusti ma dalla cima dicono si possa godere uno tra i più bei panorami di Londra e inoltre quando si scende consegnano un attestato della avvenuta scalata e noi vogliamo averlo a tutti i costi!!! Giunti al Monument purtroppo scopriamo che è in restauro e rimarrà chiuso per un anno: la delusione è cocente: non torneremo a casa con il nostro diplomino. Moge Moge ci incamminiamo verso la Tower of Hill e ci mettiamo in fila sotto la fine pioggia londinese per fare i biglietti, la coda non è lunghissima ma ci vogliono almeno un venti minuti; all’interno ci muniamo di audio guide in italiano: la spiegazione è molto soddisfacente e ci sono anche vari aneddoti raccontati (a dire il vero noi molte cose le abbiamo saltate perché la visita accurata è molto lunga). Casualmente ci imbattiamo nel cambio della guardia della Tower of Hill, qui non c’è quasi nessuno ad assistere e possiamo goderci questo momento con tutta calma.
La visita alla Torre ci ha impegnate per diverse ore, fuori intanto ha iniziato a piovere con maggiore intensità per cui decidiamo di visitare un museo così da poter starcene un po’ al coperto, la nostra scelta non cade sui classici e famosi musei britannici ma sul Pollock’s Toys Museum, il museo dei giocattoli. Scendiamo alla Goodge Station e il museo è a poca distanza: la casa già dall’esterno è molto particolare, per visitare il museo si entra in questo piccolo negozio di giocattoli e già così sembra di fare un salto indietro nel tempo, poi si sale ai piani superiori per osservare giocattoli di diverse epoche e di diverse popolazioni: i locali sono piuttosto angusti ma la quantità e la qualità dei giocattoli esposti ci cattura e non occorre essere dei patiti di giocattoli.
All’uscita la fame si fa sentire e quindi ci fermiamo al vicino gastropub “Perugino” dove troviamo cibo buono e locale molto pulito.
La pioggia sembra farsi meno insistente ma comunque non è la giornata ideale per starsene all’aperto e quindi…Tre donne a Londra in una giornata piovosa cosa possono fare? Si va da Harrods!!Il palazzo è proprio imponente e molto affascinante, in sé si tratta di un grande magazzino ma alcuni settori meritano proprio una visita come il reparto natalizio o quello più antico dei dolciumi e del cioccolato (buonissimi i confetti peccato siano di una confetteria di Milano!). Scendiamo al piano inferiore e vediamo il monumento a Lady Diana e Dodi Al Fayed, sinceramente è un po’ pacchiano ma viene comunque visitato e fotografato da molte persone; lì a fianco c’è lo shop di Harrods e ovviamente facciamo molti acquisti (ci giustifichiamo perché “tanto tra poco è Natale” ma è una scusa che regge ben poco).
Rientriamo un salto in hotel e decidiamo di trascorrere la serata nel quartiere di Soho, nuovamente prendiamo la metro fino a Oxford Circus e decidiamo di farci guidare dall’istinto. E’ lunedì e i negozi chiudono alle 21.00 per cui abbiamo un po’ di tempo per curiosare negli enormi store di Regent Street che già è addobbata per il prossimo Natale, poi iniziamo a passeggiare per le vie di Soho fino a giungere in Carnaby Street, qui ci troviamo benissimo: è pieno di locali in questa zona e anche qui iniziano ad esserci i primi addobbi, entriamo in pub per cenare ma il cameriere non è affatto gentile e anche se sui menù c’è scritto che si può cenare dalle 17.00 in poi ci dice che in realtà non è possibile, allora ce ne andiamo e questo si rivela una fortuna perché poi decidiamo di entrare nel Shampers Wine Bar e mangiamo del pesce buonissimo. 11 novembre 2008 Londra ci regala un’altra mattinata di sole (ma chi l’ha detto che a Londra piove sempre???) e visto che fino alle 9.30 non possiamo usare la metro con la nostra travelcard decidiamo di fare una passeggiata a piedi nei dintorni del nostro hotel. Tappa d’obbligo allo Starbucks vicino all’Holland Station dove a servirci sono due simpatici ragazzi, un italiano e un greco, in un attimo trasformiamo il locale in un chiassoso bar italiano e anche qualche avventore si lancia simpaticamente in alcune parole a caso in italiano. Con i nostri Frappuccini ci dirigiamo verso l’Holland Park: un’area molto più boschiva rispetto ai parchi finora visti ma con molta atmosfera e tantissimi scoiattoli che ci guardano come delle intruse nel loro regno. Raggiungiamo poi Patrizia che invece ha voluto visitare il mercato di Portobello Road, curiosiamo tra le bancarelle e ci perdiamo Benedetta in ogni bancarella di maglioni e similari, diamo un’occhiata anche alla famosa libreria di viaggi in cui lavorava Hugh Grant nel film Nottingh Hill; Benedetta, che ci farà acquisti, assicura che il commesso reale purtroppo non ha nulla a che vedere con l’attore.
Prendiamo il metro e scendiamo alla fermata di Waterloo per poi raggiungere il vicino Waterloo Pier: la destinazione di oggi infatti la raggiungeremo via Tamigi: oggi andiamo a Greenwich. Ci sono crociere ogni mezz’ora che partono da questo porto, e con la Travelcard si ha lo sconto (noi non lo sapevamo e purtroppo lo scopriamo solo grazie al cassiere dove abbiamo acquistato il biglietto di ritorno!) ovviamente noi arriviamo quando una sta partendo e così inganniamo l’attesa facendo tantissime foto al Big Bang e al Parlamento: la giornata è bellissima lo skyline si presta benissimo, è la fotografa che è meno capace e le fotografate non stanno mai ferme così rifacciamo la stessa foto diverse volte.
Arriva il nostro battello e…Ve lo consigliamo lo spettacolo di Londra dal Tamigi è indescrivibile: davanti ai nostri occhi passano i monumenti più famosi avvolti dalla tranquillità che solo il dondolio del fiume sa dare, sembra di stare in una cartolina. Il viaggio dura circa 40 minuti ma non ce ne accorgiamo, la cittadina di Greenwich è molto carina e accogliente ci dirigiamo subito verso il Greenwich Park dal quale abbiamo una bellissima visuale della Queen’s House, del Tamigi e di Londra, in questo parco dai colori unici si respira una pace e una tranquillità incredibile. Arriviamo così all’osservatorio astronomico da cui passa il meridiano zero ed eccoci da perfette turiste a regolare gli orologi con l’ora indicata dal grande orologio a 24 ore appeso al di fuori del cancello, a camminare sul meridiano zero, a curiosare per il bel museo con telescopi e strumenti di misurazione del tempo di tutti i tipi, a guardare la Queen’s House dalla Camera Obscura (questo però in realtà non è un granchè) e infine a fare spese nello shop. Alle 13.00 tutti fuori nel cortiletto del Royal Observatory per assistere alla caduta della sfera rossa che segna l’ora esatta da cui calcolare poi l’ora di tutti i meridiani e si racconta che un tempo i naviganti del Tamigi conoscevano l’ora proprio guardando la caduta della sfera. In sé l’evento non è nulla di particolare però se ci si trova lì a quell’ora è un peccato perderlo.
Attraverso il parco ritorniamo al porto ma prima ci fermiamo a pranzo in un ristornate che, scopriamo una volta dentro, è francese, tant’è, anche questa volta mangiamo bene, nonostante la lunga attesa e la scelta poco varia del menù.
Al ritorno decidiamo di scendere all’ Embankment Pier anziché a Waterloo per poter essere più vicine alla Westminster Abbey che, secondo la guida accetta visitatori sino alle 15.45, purtroppo dopo una corsa a perdifiato scopriamo che l’ultimo ingresso è alle 15.30! Abbattute per l’inutile corsa riprendiamo la metropolitana in direzione Baker Street e già le pareti della stessa stazione della tube indicano la nostra meta: i muri sono ricoperti da piastrelline che riportano tutte l’effige di Sherlock Holmes, quindi andiamo al museo a lui dedicato. Il negozio all’ingresso ci rapisce immediatamente con i numerosi souvenir e gadget di vario genere legati al famoso personaggio letterario, paghiamo il biglietto e saliamo nel museo dove è stata ricostruita sia l’abitazione del detective sia l’ambientazione dei suoi racconti più famosi: nella prima stanza ci accoglie Watson, che scopriamo essere stato un professore che ha insegnato a lungo nel nord Italia e infatti ci parla bene in italiano, posiamo con lui nelle foto di rito con cappello di Sherlock Holmes in testa, lente d’ingrandimento e pipa d’ordinanza. Il museo è davvero affascinante merita proprio di essere visitato. All’uscita si decide di dividersi: Benedetta torna in Portobello Road per rituffarsi ancora una volta nelle particolari bancarelle del mercato e saccheggiare la libreria dei viaggi (con la scusa che i libri saranno regali di Natale che farà, ma noi le crediamo poco) e comprarsi un bellissimo cappellino di lana che la fa tanto sembrare una vera inglesina.
Noi decidiamo di visitare il museo di Madame Tussaud, il celebre museo delle cere, che è a pochi passi da Baker Street. Il cassiere, molto gentilmente, ci avvisa che dopo le 17.00 il biglietto si paga 21 sterline anziché 25, per cui mancando solo un quarto d’ora inganniamo l’attesa preoccupandoci per la presenza di un velocissimo topolino e discutendo con il cassiere sul fatto che, diversamente da quanto pare a lui, non dovrebbe essere normale la presenza di un topo in un museo. Grazie a Dio le 17.00 arrivano in fretta e entriamo, nella prima sala vi è ambientato un party, ed è tra le più divertenti: copie in cera di personaggi famosi sorridono, siedono a un tavolo per la cena o brindano e si fatica seriamente a distinguere tra i veri turisti che fotografano e quelli di cera! Tranne alcune statue non bene riuscite (Cristina Aguilera sfido chiunque a riconoscerla) la maggior parte delle altre sono davvero impressionanti e ci sbizzarriamo a farci fotografare facendo colazione con Audrey Hepburn, cantando presentati da Jim Carrey o versando da bere a Sean Connery. La visita al museo si conclude con un giro tra le epoche storiche inglesi a bordo di un finto taxi. Eravamo indecise se visitare questo museo visto l’elevato costo del biglietto, in effetti è decisamente caro per un museo che in una mezz’oretta si visita però il divertimento (topo a parte) è stato davvero soddisfacente.
E’ la nostra ultima sera a Londra, che fare? Il quartiere di Soho c’era piaciuto molto e visto che Patty la sera prima non era potuta venire decidiamo di andarci di nuovo, ormai giriamo per quelle strade come fossimo nella nostra città, ci sentiamo anche molto sicure, nonostante siamo tre donne sole. La scelta sul locale per la cena è forse un po’ scontata anche se fuori dalle nostre corde: decidiamo di andare alla Soho Pizzeria, il locale è molto carino e ci attira, non c’è nessun italiano ma la pizza è buona e i dolci ancora di più.
12 novembre 2008 E’ arrivato l’ultimo giorno e anche questa volta il cielo ci regala un bellissimo sole, le cose da fare sarebbero tante, ma il tempo è poco. L’hotel ci consente di lasciare in deposito le valige fino all’orario del nostro volo. La colazione la dividiamo tra la Waffel House in Queensway (waffel buonissime ma servizio lento) e il solito Starbucks, poi ci rechiamo alla Westmister Abbey che non siamo riuscite a vedere il giorno prima, ci muniamo di audio guide in italiano e attraversiamo tutta l’abbazia: le spiegazione sono molto accurate e la visita richiede molto tempo perché tante sono le particolarità da vedere, ammirare e su cui soffermarsi con maggior tempo: lo scranno sul quale vengono incoronati i re d’Inghilterra, le cappelle mortuarie dei vari regnanti (ed è estremamente affascinante ascoltarne le storie), la Lady Chapel, il poets corner, il chiostro, il coro, e tanto altro.
Usciamo affascinate da questa abbazia tante volte vista solo in televisione e ci dirigiamo verso Buckingham Palace attraversando il St. James Park, molto meno esteso di Hyde Park, ma altrettanto ricco di atmosfera e che ci regala innumerevoli scorci da fotografare, riusciamo ad assistere anche alle esercitazioni della banda militare ed arriviamo così di fronte ad uno dei palazzi più famosi al mondo ma che in realtà non ci colpisce molto: Londra ci ha offerto palazzi ben più imponenti e caratteristici in quanto ad architettura; un cartello ci avvisa che oggi il cambio della guardia non c’è, poco importa. Poi ci dividiamo per dare ciascuna il proprio ultimo sguardo a Londra: chi si reca allo Spietafields market (un mercato con articoli originali, a buon prezzo, circondato dalle tipiche case londinesi di una volta), chi fa un salto da Harrod’s per un ultimo acquisto, chi passeggia per la Piccadilly Street osservando le eleganti vetrine (tra le quali quelle di Fortnum & Mason) gustando del sushi da asporto.
Ci ritroviamo poi tutte al nostro hotel, in metropolitana fino alla Liverpool Station e da lì in treno sino a Stansted dove ci attende il volo di ritorno per Bergamo alle ore 18.30, ma prima di partire eccoci a gustare un ultimo frappuccino dello Starbucks dell’aereoporto: non potevamo che lasciare Londra in questo modo.
Consigli Hotel: ritornando a Londra sicuramente ritorneremmo all’hotel Reem consigliato sia per la pulizia che per la gentilezza degli addetti. Noi abbiamo prenotato tramite il sito Venere, e anche in questo caso ci siamo trovate bene, a parte la mappa che ci ha fornito con la quale non è stato facile trovarlo velocemente per questo indichiamo come fare Come arrivarci: scendere alla fermata Bayswater girare a sinistra percorrendo la Queensway fino all’incrocio con Moscow Road (sull’angolo destro troverete un pub con un vistoso portale rosso) girate nuovamente a sinistra fino a trovarvi di fronte una chiesa (St. Matthew) e sulla sinistra avrete una lavanderia, a questa altezza girate a destra, proseguite diritti fino a trovarvi sulla sinistra un giardino recintato, continuate sempre diritti fino a superarlo e svoltate a sinistra nella prima strada che incrociate, dove troverete tutte case bianche, al numero 50-51 c’è l’hotel.
Biglietti Metropolitana: avevamo a lungo pensato di acquistare una Oyster card ma per un periodo breve come il nostro (quattro giorni) a conti fatti è stata più conveniente una Travelcard di tre giorni più una di un solo giorno, che ci ha permesso di utilizzare tutti i mezzi pubblici gratuitamente a partire dalle ore 9.30 e di avere sconti sulla crociera sul Tamigi.
Soldi: le carte di credito sono accettate ovunque anche per piccoli importi, noi abbiamo avuto problemi solo con l’acquisto della Travelcard e dei biglietti del battello dove non abbiamo potuto utilizzare la nostra Postepay, altrove accettata comodamente. Per cui è meglio non partire con molte sterline.
Miti da sfatare “A Londra piove sempre” su quattro giorni di permanenza ha piovuto un solo giorno, negli altri la temperatura era molto piacevole e il cielo era sempre limpido “Londra è una città sporca” noi abbiamo trovato una città molto ordinata e pulita, anche la metropolitana è estremamente pulita sia nelle stazioni che sui vagoni nonostante dopo gli attentati non vi siano più cestini in tutta l’area sotterranea.
“A Londra si mangia male” in tutti pub, ristoranti e bar in cui siamo andate la qualità del cibo è sempre stata molto elevata, certo non è cibo italiano ma si va all’estero anche per conoscere nuove cucine e quella che abbiamo assaggiato noi è stata promossa a pieni voti.
“Londra è cara” per l’hotel abbia speso circa 40 euro a notte e per le cene siamo sempre state tra i 15 e i 20 euro, per chi come noi vive tra Milano e Lecco si può dire sia la normalità di una cena fuori (anche se riuscire a mangiare nelle nostre zone una pizza fuori con 15 euro è davvero difficile).
“Il popolo londinese non è accogliente” noi abbiamo incontrato sempre persone gentilissime che anche quando abbiamo avuto qualche difficoltà linguistica o di altro genere hanno fatto di tutto per aiutarci e per venirci incontro (esilarante la scena in cui un cliente di un pub, non sapendo noi il significato di una parola, voleva a tutti costi spiegarci a gesti che animale fosse!), in ogni caso tutti ci hanno sempre fatte sentire accolte e benvolute.