Londra: non c’è tempo da perdere!

Scoprire e riscoprire la metropoli inglese a novembre
Scritto da: 2perplesso
londra: non c'è tempo da perdere!
Partenza il: 11/11/2010
Ritorno il: 16/11/2010
Viaggiatori: 4
Spesa: 1000 €
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Sono stata a Londra solo due volte, ma troppo tempo fa, quindi ho molto da scoprire e riscoprire in questa metropoli da 8 milioni di abitanti.

Questo è un viaggio di sei giorni da me organizzato tramite Expedia (volo British da Venezia e hotel 4 stelle per un totale a persona di 606 euro per 5 notti).Io sono Paola. Ma c’è un antefatto che voglio memorizzare. Nel settembre scorso noi 4 amici – sin dai tempi di scuola – abbiamo deciso di andare a Cuba e abbiamo anche pagato il volo e prenotato una casa particolar e l’auto per girare l’isola. Tutto è andato storto perché la compagnia aerea Livingston (ramo d’azienda della Lauda Air) è stata chiusa e un alternativo volo con Air France ci è stato sconsigliato essendoci scioperi a Parigi con manifestazioni di blocco dei trasporti. Non voglio farla lunga, ma io a novembre non sto a casa e non rinvio nulla: devo godere ora, perché ho 62 anni e non so ancora per quanto tempo potrò spassarmela. E’ stata accettata peraltro la mia proposta di Londra, anche perché per Graziella e Bruno era la prima volta.

Giovedì 11 novembre 2010

Partenza puntuale da Venezia con British Airway: non mi beccano più con i voli low cost! Alla fine, con mezz’ora di ritardo, dovendo aspettare anche i bagagli, abbiamo raggiunto a Gatwick l’autista italiano con la sua Mercedes, transfer che avevo prenotato in internet a 70 sterline la tratta (tutto compreso). Enrico, quarantenne sardo da 13 anni a Londra si è dimostrato un autista impeccabile, disponibile ed anche una guida simpatica. Lo segnalo perché lo merita: www.londraedintorni.com .

Ci ha gentilmente accompagnato, prima di andare in hotel, a ritirare vicino a Piccadilly i 4 London pass (costi anticipati con carta di credito nel sito London pass: sterline 137 a testa x 6 gg, comprensivo dei trasporti e di 50 entrate a luoghi di interesse: costoso! Val la pena acquistarlo solo se si è certi di utilizzarlo appieno, altrimenti conviene acquistare solo i trasporti, ma per le zone 1/6. Va ricordato che i musei sono gratuiti, ma i mezzi di trasporto sono very expensive!) www.londonpass.com o www.CityCardsItalia.it . L’Hotel Holiday Inn Kensington Forum è risultato vincente: noi al 17° e gli amici al 15° piano. Hotel non centralissimo, ma comodo con il collegamento di tre linee di metropolitana (ma una in lavorazione per le olimpiadi del 2012).

Siamo andati subito nel centro del centro: a Piccadilly. Piazza piena di turisti, di luci, di bus rossi a due piani e nella vicina Leicester Square una marea di gente si accalca per vedere i propri beniamini che entrano al cinema per la prima mondiale dell’ultimo Henry Potter. Poi un giro nel festoso quartiere di Chinatown tra negozi con prodotti spesso sconosciuti e ristorantini con cucina in bella vista e anatra laccata.

Cena con la classica steak (e non paghi mai meno di 25 sterline). Anche in Inghilterra la prassi vuole che venga dato il 10% di mancia ed il cambio con l’euro è infelice. Il tempo: siamo arrivati con la pioggia, ma nel giro di 2 ore è piovuto ed è uscito il sole tre volte. La sera, poi, è salito un vento di tramontana che sembrava essere a Trieste con la bora.

Andiamo a letto perché siamo in piedi da troppe ore.

Venerdì 12 novembre 2010

Terrà il tempo oggi? Volevamo arrivare in centro in bus rosso – quello caratteristico a due piani – e dalla postazione del piano superiore mi sembrava di guidare. Il n. 49 non era il bus giusto, anche se avevamo già programmato dove scendere, ci siamo trovati oltre il Tamigi in periferia ed abbiamo dovuto prendere un treno per poter tornare alla Vittoria station. Fa niente: è tutto da vedere e scoprire! Abbiamo proseguito per Covent Garden con un gioioso mercato con bancarelle di saponi, oggetti hand made e souvenir, con una struttura metà Palladio e metà Place de Vosges a Parigi. Oggi è una delle poche zone pedonali dove è simpatico curiosare tra negozietti e bar. Di fronte la piccola chiesa di S. Paul, detta degli artisti, dove si esibiscono tutti i giorni commedianti, mimi e menestrelli. Da lì a piedi sino a Trafalgar Square, con la cornice del neoclassico National Gallery, della colonna dell’ammiraglio Nelson, agli angoli 4 grandi leoni e due grandi vasche- fontane. L’ultimo dell’anno (ero qui nel 1980 e me lo ricordo il freddo!) i giovani festeggiano il nuovo anno con un bagno propiziatorio nelle fontane!

A chi visita come noi Londra nel mese di novembre capiterà di vedere cittadini britannici di ogni tipo, dagli indaffarati frequentatori della City, alle donne, ma anche ai giovani, portare un papavero rosso all’occhiello, E’ il ‘poppy’ simbolo del sacrificio di 300.000 soldati inglesi deceduti in un sol giorno nel 1917 nelle Fiandre: il campo di battaglia a fine giornata era rosso a causa del sangue versato, rosso come la fioritura dei papaveri. Il ricordo di questa carneficina ha il momento più solenne nella celebrazione del Rimembrance Day, che si svolgerà domenica 14 novembre.

Comincia a piovere. Che fare? Andiamo al National Gallery. Il National Gallery, fondato nel 1824, è un museo che espone (tutte le opere sono ‘acquistate’?) una delle collezioni di pittura europea più preziose e più complete con i suoi 2.300 dipinti dal sec. XIII al XIX. Il museo ospita innumerevoli opere famose e sono rappresentate tutte le principali tradizioni della pittura dell’Europa occidentale, dagli artisti dell’Italia del tardo medioevo, del Rinascimento e gli Impressionisti francesi. Visitiamo per tre ore, spesso anche solo curiosando, soffermandoci agli impressionisti (Van Gogh, Manet, Monet, Pissarro, Renoir)) e alla pittura italiana (Leonardo, Canaletto, Mantegna, Piero della Francesca, Caravaggio). Peccato che non si possa fotografare!

Comperato un panino e frutta e alle 15 eravamo in hotel per riposare. Nel tardo pomeriggio, sotto una pioggerellina insistente, abbiamo girato per Soho, quartiere vivo,moderno, anche con locali a luci rosse. Una pasta per cena e in hotel. La città stasera (è venerdì!!)ha tutti i pub strapieni di gente, ma molta è all’esterno dei locali per fumare e bere birra, anche se piove.

metropolitana era stracarica e abbiamo fatto fatica a salire.

Sabato 13 novembre 2010

E’ sabato e ci aspetta a Notting Hill il famoso mercatino di Portobello, specializzato per gli argenti e l’usato d’autore. Io e Silvano siamo degli appassionati di questo tipo di mercati, ma anche Bruno e Graziella hanno curiosità. Arriviamo abbastanza presto, stanno appena mettendo gli oggetti sulle bancherelle: argenti, valigie di cuoio, gioielli, bijoutteria, maniglie per mobili, cappelli, vestiario vintage, pellicce, macchine fotografiche a soffietto o soldatini. Non ho resistito ed ho acquistato un bricco Sheffield ad un prezzo ridicolo.

Abbiamo percorso tutta la strada, fotografando anche un negozio di abbigliamento le cui vetrine avevano centinaia di vecchie macchine da cucine Singer e poi le bancarelle di frutta, di dolci, di pane o di grandi pentole dove cucinavano la paella.

Qua e là ragazzi e gruppi che cantavano e suonavano.

Poi con la metro abbiamo raggiunto St.Paul’s, ma la zona era tutta bloccata dalla sfilata del Rimembrance Day in rappresentanza di tutte le armi e associazioni benefiche e dei reduci.

Sempre con la metro sino Tower Hill per visitare uno dei simboli di Londra: il Tower Bridge, dove si racconta la storia di questo ponte apribile progettato nel 1886. Si sale in ascensore e si passa da una torre all’altra percorrendo un camminamento coperto con vista sul Tamigi e sui docks, e racconta, attraverso le immagini dei ponti più belli del mondo, la loro storia.

Di nuovo in hotel alle 3 con un panino, patatine e mango per riposare i nostri stanchi piedi. Due ore di riposo e poi di nuovo fuori. Meta il Tate Modern che il sabato è aperto sino alle 22. Situato oltre il Tamigi è una collezione di arte moderna tra le più importanti del mondo in una centrale elettrica in disuso in un edificio di grande originalità architettonica, di fronte a St.Paul’s. La sala di entrata, chiamata la Turbine hall è alta 35m. E lunga 135: è una specie di cattedrale industriale ed è sotto il livello del Tamigi. La struttura originaria non è stata toccata, tubi e gru a ponte sono a vista. La collezione illustra il cammino artistico di un secolo, partendo dai primi del ‘900 su 4 tematiche: storia, paesaggio, nudo e natura morta. Da inesperta devo dire che spesso non ho capito le opere, ma nell’insieme la visita mi è piaciuta molto, perché ben organizzata e interattiva. Abbiamo quindi oltrepassato il Tamigi a piedi percorrendo il ponte pedonabile Millenium bridge con una splendida vista notturna su St.Paul’s e Tower Bridge.

Stanchi anche oggi. Alle 22 non siamo riusciti a mangiare al pub perché la cucina a quell’ora è già chiuso e allora un boccone a caso e …a letto.

Domenica 14 novembre 2010

Colazione in pasticceria e poi ci dividiamo: noi al mercatino di Campden e Bruno e Graziella all’Arch Wellington. Noi arriviamo a Campden Market troppo presto, la maggior parte dei negozi sono ancora chiusi. Tutto il quartiere è caratterizzato da case particolari, sui frontoni sono stati ‘appiccicati’: un aereo, dei serpentoni, dei grandi jeans, dei grandi disegni. Molto bello è il canale con le chiuse.

I palazzetti, vecchi magazzini, sono di mattoni rossi. Le bancarelle vendono oggetti di abbigliamento nuovo, bijoutteria, ma anche oggettistica nuova molto innovativa. Silvano si è lasciato avvincere ed ha acquistato un giubbotto di pelle da pilota con rivestimento interno staccabile e collo di pelo (110 sterline), mentre io un anello etnico d’argento con una pietra dura tagliata a cammeo. Con Bruno e Graziella dovevamo trovarci a Westminster, ma c’era una parata e tutte le strade erano chiuse, perciò, dato che pioviccica, optiamo per Harrods.

Girovaghiamo per i piani e particolare è il reparto per gli animali: dai collari con i brillantini, alle cucce su lettini con testiera e zanzariere. E’ tutto così ridicolo, ma divertente. Particolare anche al piano terra tutte le specialità ‘mangerecce’ dal mondo: dai formaggi, agli affettati, alle pietanze già pronte. Come andare in oreficeria! Un giro in altri reparti: strumenti musicali, illuminazione, mobili, stampe antiche, biancheria da camera (una federa stampata 70 sterline!), scarpe. Un pasto veloce e in hotel per riposare.

A metà pomeriggio visita del museo Courtauld Gallery (attenzione agli orari di chiusura, perché alle 6 meno 2 minuti ti mandano fuori!): è una chicca ed una perla poco conosciuta! E’ un museo di una quindicina di stanze che ospita magnifici capolavori, alcuni dei quali non vi aspettereste mai di trovare esposti qui. La collezione più importante della galleria è quella dedicata all’ Impressionismo e Post-Impressionismo e consiste in una delle più famose e complete al mondo. E pensare che ci sono persone (inglesi inclusi), che di questa Galleria non conoscono nemmeno l’ esistenza!! Quando si dice loro che questo museo si trova a Somerset House sulla via dello Strand, pensano all’ anagrafe o alla pista di pattinaggio sul ghiaccio qui allestita nel periodo natalizio: e la Courtauld? Niente, tantissime persone non sanno di cosa si tratti…Apparentemente solo gli appassionati e studiosi del genere conoscono questa chicca e questo fatto la fa diventare un museo un po’ di nicchia…

Ma forse è meglio così…Personalmente preferisco le gallerie non tanto turistiche e questo è uno dei motivi che fanno della Courtauld Gallery il mio museo preferito di Londra, dopo il British Museum però. Ha opere che i musei più importanti non hanno: Rubens, Botticelli, Manet, Cezanne in un ambiente elegante che è quello di Somerset House. Si possono ammirare da vicino e fotografare capolavori del calibro di Autoritratto con orecchio bendato di Vincent van Gogh o Bar alle Folies-Bergère di Edouard Manet. Fino a metà gennaio 2011, inoltre, saranno in mostra bozzetti e quadri dei giocatori di carte di Cezanne: da leccarsi i baffi! Ho fotografato molte opere per godere anche dopo. Abbiamo quindi passeggiato per lo Strand, arrivando sino al Tamigi per vedere di notte la grande ruota con le luci blu del Millenium Eye ed il Big Ben. Una pizza ‘andante’ da Zizi, un salto a Trafalgar, dove non c’era nessuno, e di nuovo in hotel.

Lunedì 15 novembre 2010

Oggi ci siamo divisi: Silvano e Bruno al Royal Air Force Museum, mentre io e Graziella siamo andate alla Cattedrale di St Paul’s dove siamo entrate con il London Pass (altrimenti costerebbe 12,5 sterline): è grandiosa, con una cupola che è seconda per altezza solo a quella di S. Pietro a Roma. E’ la quinta chiesa che è stata costruita sul sito: troppi incendi l’hanno devastata e nella cripta viene proiettato su tre pareti un filmato sulla storia della cattedrale. La cripta, la più grande d’Europa, raccoglie lapidi, sarcofaghi e tombe illustri, tra cui quella di Nelson e Wellington. L’interno della Cattedrale è a pianta a croce latina, bello il presbiterio ed il coro. Graziella ha salito i 257 gradini per arrivate alla Galleria dei bisbigli, che corre all’interno della cupola ed ha una acustica particolare. Poi a un certo punto è partito l’allarme antincendio e Graziella è scesa, ma era solo un test, perché nessuno si era mosso.

Poi siamo andate al British Museum , uno dei più importanti musei del mondo per la vastità e per il pregio del materiale raccolto ed in esposizione in 14 ettari. Questo museo, tuttavia, non è solo un’esposizione di oggetti artistici: è anche un istituto di ricerca. Le attività del museo comprendono infatti l’organizzazione di scavi archeologici in tutto il mondo, oltre a un dipartimento di ricerca scientifica e uno di conservazione e restauro. L’ingresso è gratuito, ma sono incoraggiate le donazioni. All’esterno ha colonne neoclassiche, ma all’interno l’immenso cortile è coperto da una bellissima cupola in vetro, che ha trasformato la Great Court in una spettacolare ‘piazza’ in grado di raccogliere un centro didattico, uno spazio espositivo, librerie specializzate e ristoranti. L’edificio è un vero labirinto e la piantina o le cuffie guida servono a orientarsi: è indispensabile anche perché alcune collezioni sono ordinate su diversi piani. Con le cuffie guida abbiamo iniziato il percorso consigliato visitando le sale degli antichi egizi, assiri, babilonesi, per passare ai romani e agli etruschi. Una marea di materiale eccellente, ben illuminato, ben esposto e descritto con targhe in inglese. L’unico dubbio che mi è rimasto di questa visita sono molte opere che tra fine ‘800 e gli inizi del ‘900 sono stati sottratte con l’inganno e portate in Inghilterra. Ancora oggi la Grecia richiede la restituzione di una Cariatide ed altre sculture marmoree del Partenone.

Ho visto una tomba etrusca straordinaria, arrivata a Londra come? Le ore passano veloci e prima di andare via facciamo una breve a visita alle sale delle Americhe: un testone di Rapa Nui dell’Isola di Pasqua e infine il Messico con gioielli straordinari con maschere di turchesi e oro.

Con i nostri uomini ci ritroviamo alle 15 per un boccone in hotel. Silvano era in godimento dopo aver visto 150 aerei suddivisi in tre hangar dal 1913 al 1998. Per gli appassionati è un vero orgasmo!

Poi ad Hight Park per godere dell’ultimo sole. Troppo tardi. Passeggiata tra i secolari platani e poi in metro a Oxford Street: la zona dei bei negozi. Tutto è addobbato e illuminato per Natale. Visitiamo due negozi che hanno magliette e gadget dei Beatles. Girovagando ed entrando spesso nei negozi finiamo a Carnaby Street: è ormai tutto chiuso ed è un peccato non vedere aperti tutti questi negozietti colorati che sembrano locali di piccole cittadine e non di una metropoli.

Qui si respira ancora l’aria di Mary Quant e la storia del minigonna, ma sono passati 50 anni! Finalmente riusciamo a cenare in un pub. Non è stata una cena di grande soddisfazione, ma il locale era tipico.

Buonanotte!

Martedì 16 novembre 2010

Siamo arrivati alla fine: oggi si torna a casa. Abbiamo però tutta la mattina per girare al Covent Garden, con tutti i suoi negozietti per acquistare gli ultimi regali.

Alle 12.30 viene a prenderci la Mercedes e con Enrico ci salutiamo a Gatwich, ringraziandolo perché è stato come un ospite che ti invita a casa sua.

Alle 20.20 siamo arrivati a casa e ho fatto una pasta all’arrabbiata. E’ inutile: siamo italiani e la pasta ci mancava!

Alla prossima…



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