Londra, la città frenetica
Giorno 1
Eventi comici all’aeroporto di Napoli. Arrivo a Gatwick ore 10.40. Attimo di smarrimento e setting degli orologi. Raggiungiamo Pimlico. Carichiamo la Oyster agli stessi livelli di un militare che carica l’arma. Ore 12, check-in previsto in hotel ore 14: ma dai, in due ore potremmo già cominciare a girare metà città… Un’ora solo per trovare l’ubicazione dell’albergo. Quei pochi metri di parquet sembrano accoglienti, anche se ci stanno un po’ stretti. Ci sarà un supermercato da queste parti? Io mangio solo panini. 54p? E che prezzo è? Ma non usano le sterline qui? Ah, sono pence. Ora si mangia… No, non si mangia, si comincia subito.
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Prima tappa: British Museum. Il caldo è direttamente proporzionale alle sezioni da visitare. Dove sarà la fermata della metro? Ma questi pendolari sono tutti così frenetici? Mantieni la destra! Okay, siamo a Piccadilly. Ma quante strade ci sono? Una di queste porterà a Trafalgar Square… Sì, ecco la National Gallery! Senti, cerchiamo su internet i dipinti più importanti, facciamoci un selfie col Van Gogh e andiamo, tanto è gratis. Dov’è il Big Ben? Voltati, ce l’hai alle spalle. I rintocchi dell’orologio ci avvertono che siamo nel posto giusto. A che ora il giro sul London Eye? Alle 21. Nel frattempo potete godervi la nostra esperienza in 4D, ci dicono. Esperienza? In 4D? Sì, acqua, vento e calore li senti sulla pelle. Fantastico! Il sole cala, Londra si illumina. Lo spettacolo dall’alto ci mozza il fiato. Così realizziamo tutto: una città straniera, un’ora indietro e siamo già distrutte. Ci piace.
Giorno 2
Le 7 del mattino. Perché così presto? Chi dorme non piglia pesci… No, in realtà, la colazione è fino alle 9.30 e, si sa, quando si tratta di buffet anche quell’ultimo briciolo di umanità nelle persone si disintegra. Ma questi sono pancakes? Boh, tu piglia. Una passeggiata all’Hyde Park per cominciare: volatili non molto noti, pappagalli e scoiattoli. Ma cos’è? Un’ambientazione fantastica? A proposito, voglio vedere quella statua di Peter Pan di cui mi parlavi… Sbrighiamoci che il cambio della guardia comincia tra poco. Buckingham Palace è affollatissimo. Secondo te è una buona postazione questa? Riesci a vedere? Che sta dicendo l’americana? Oh, eccoli. Questi sono i Bob, Bobs, Bobby o come si dice? No, i Bobby sono i poliziotti. Loro sono soprannominati Lilywhites. Insomma, quelli col cappello nero e peloso e la divisa rossa. Quanta marmaglia, riusciremo ad uscire? Infilati, infilati. Raggiungiamo la zona dei “ponti famosi”. Ma qual è il London Bridge? È quello azzurro. Ma no, le indicazioni dicono che è questo, sì quello più brutto. Il Millennium Bridge non possiamo sbagliarlo, è quello di Harry Potter. Come? La visita al Globe non è possibile? Dobbiamo tornare domani? Oh, e va beh… Proseguiamo per la Torre di Londra… Più che una torre è un vero e proprio castello! Wikipedia dice che in passato fu utilizzato come residenza reale, ora custodisce i gioielli della corona. Uscendo, passiamo per il ponte azzurro. Ah, ma allora si chiama Tower Bridge. Dannato Google. Siamo in tempo per la London Bridge Experience, quella dell’orrore. Facciamo la fila. Ho già paura. Okay, in fondo non è così male, si può sopravvivere… Quella è davvero l’uscita? Ce l’abbiamo fatta? È finita? Ah, no, il tizio con la motosega all’ultima stanza mi ha steso a terra. Fine del secondo giorno.
Giorno 3
Oggi è domenica, i musei saranno affollatissimi. Solita sveglia di buon’ora. La domenica è anche giorno di chiesa, sarebbe perfetto per visitare Westminster Abbey. Ah, oggi non vi si può accedere? Bene, ripieghiamo sul Globe che abbiamo mancato ieri. Ricostruito a pochi metri dall’originale, demolito all’epoca in cui i teatri furono chiusi dai puritani. Questa guida ha una bella parlantina. Ci spostiamo verso l’interno: 45 minuti di fila per il museo di storia naturale, ci comunicano. Accodiamoci, ne varrà comunque la pena… Entriamo in neanche 15 minuti di fila. Questi inglesi sono fin troppo efficienti. Terremoti, vulcani, dinosauri e corpo umano… La versione decisamente più figa di Città della Scienza. Il Madame Tussauds è a poca distanza: la metropolitana qui è surreale. Ma quello è… È quello che ha fatto quel film… E puntualmente non ricordiamo né il nome dell’attore, né quello del film ma la foto la facciamo lo stesso. Ecco la parte migliore: mettiti vicino a Chewbe che scatto e poi fa’ finta di colpire Dart Fener. Fermiamoci a King’s Cross con la metro, c’è il binario 9 e 3/4. Questa è la fila più lunga che abbiamo fatto. Siamo esauste… Però abbiamo la foto con la sciarpa Grifondoro e un paio di gelatine “tutti i gusti + 1”.
Giorno 4
Andiamo a Greenwich, andiamo a Greenwich, andiamo a Greenwich. L’osservatorio reale si trova sulla collina più alta del quartiere. Questo non l’avevamo previsto. Dopo aver provato il brivido di due ottantenni con l’artrite durante tutta la salita, finalmente siamo in cima. Astronomia e misurazione del tempo si fondono in un unico luogo. Dobbiamo assolutamente fare la foto col meridiano. Metti un piede da un lato e uno dall’altro. Ecco, adesso sei a due longitudini diverse allo stesso momento… Credo… Beh, dai, ha comunque un non so che di misterioso. Ci siamo sbrigate presto, abbiamo tanto tempo per fare compere. Fiondiamoci a Camden Town. Un’altra Londra: eccentrica, coloratissima, inusuale. Ci sono le offerte sulle calamite, ci metti a posto tutti i parenti. Andiamo a Oxford Street, c’è Primark: totale 53£. Ultima tappa: M&M’s World. Non chiedete indicazioni all’italiana: si dice “Em ‘N Em World” non “Emmemens World”. Lezioni di vita e figure di m*rda… O era il contrario? Verso la metro c’è un Fish & Chips, ti va? Non l’abbiamo ancora assaggiato. Alla fine è rimasto nella spazzatura della camera fino al giorno dopo. Abbiamo ripiegato sugli Oreo.
Giorno 5
Oggi si torna a Napoli. I bagagli a mano straripano: questo puoi metterlo nella tua valigia? Ti prego, dimmi che hai spazio per portare gli Oreo XL a casa. Abbiamo il treno per l’aereoporto alle 16. Sulla Oyster non c’è più credito ma ci sono i giardini di San Giorgio vicino l’hotel. Lasciamo le valigie qui e godiamoci un ultimo pezzettino di Londra. È ora di avviarsi in stazione. Siamo in largo anticipo ma il terrore di qualche spiacevole inconveniente ci perseguita. Il treno diretto all’aeroporto si ferma improvvisamente nel nulla per problemi tecnici. Ecco qua, ora rimarremo qui per sempre. Dopo 20 minuti tutto torna alla normalità. I controlli di sicurezza, i dannatissimi controlli: mi chiedono di aprire la valigia per contenuti non autorizzati. Quasi mi veniva da piangere pensando alle ore spese la sera prima per incastrare tutto a dovere. E dunque cosa c’è che non va? La bustina dei liquidi supera di qualche centimetro le dimensioni consentite. Ma vafanc… Insomma, destra, sinistra, scale, piano di sopra, cerchiamo il gate, che ore sono, sì, siamo in orario, vogliamo solo sederci su quell’aereo e… Ci siamo, voci italiane. Sì, è giusto, è giusto, stiamo tornando a casa.