Londra insolita, da Harry Potter a Mourinho
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Poiché non è stato il nostro primo viaggio a Londra, abbiamo visitato delle attrazioni un po’ insolite, come lo stadio del Chelsea, gli Studios di Harry Potter, Greenwich, tralasciando attrazioni più famose come Buckingham Palace, Portobello e il London Eye.
Preparatevi, quindi, a una Londra un po’ diversa dal solito.
Prima di cominciare con il diario, come sempre, qualche consiglio utile, quelle cose che io non sapevo e che vorrei aver saputo prima di partire, per godermi di più la vacanza, o semplicemente per risparmiare tempo e denaro.
Volo Easyjet
Prenotato circa 10 giorni prima della partenza. Ovviamente le tariffe non erano più così vantaggiose, ma l’impossibilità a prenotare a lungo termine ci ha costretti ad accontentarci di quello che abbiamo trovato.
Andata alle 7:35 da Milano Malpensa Terminal 2, ritorno alle 7:25 da Gatwick South.
Il Terminal 2 di Malpensa è scandaloso. Siamo arrivati con solo il bagaglio a mano e due ore di anticipo, e abbiamo rischiato di perdere l’aereo. La coda per i controlli di sicurezza è infinita, i soliti furbi saltano la coda senza che nessun addetto alla sicurezza dica nulla, e così la gente inizia a litigare. Tutti sono nervosi perché rischiano di perdere l’aereo, e molti, pur di non rischiare, pagano 10€ per passare dal Fast Track e saltare la coda.
Ho fatto delle ricerche prima di scrivere questo, e sembra una situazione abbastanza comune. L’ultima volta che avevo volato Easyjet era stato nel 2012, ed avevo avuto lo stesso problema.
Non che la colpa sia di Easyjet, perché la gestione del terminal è in mano a SEA, ma è innegabile che questi grossi problemi si ripercuotano anche sul vettore. La prossima volta, infatti, ci penserò due volte prima di usare questo aeroporto e, di conseguenza, Easyjet.
Trasporti da e per aeroporto Gatwick e attrazioni di Londra
Il mezzo più utilizzato è il Gatwick Express. È un treno diretto che in 30 minuti porta alla stazione di Victoria, in centro a Londra, e viceversa. Costa, ad ottobre 2014, 35£ solo andata, mentre per l’opzione andata e ritorno c’è un piccolo sconto, mi sembra 62£. Nessuno lo pubblicizza mai, ma esiste anche un altro treno, della Southern Rails, che porta alla stazione di Victoria in 35-40 minuti, e costa metà del Gatwick Express. Già questo non sarebbe da sottovalutare, ma c’è molto di più. Se prendete questo treno, in due, avrete accesso a un enorme carnet di sconti del 50% su moltissime attrazioni. Io ho visto l’opuscolo quasi per caso, in stazione. Sono inclusi, per esempio, la Torre di Londra, la crociera sul Tamigi, il museo delle cere, solo per dire le attrazioni più famose. Basta compilare i coupon e presentarsi alla biglietteria di ogni attrazione con le ricevute dei due biglietti del treno. Facendomi due conti in tasca, tra treno e attrazioni, in tre giorni ho risparmiato circa 100£. Buttale via.
Viaggio di ritorno
Ho prenotato il volo delle 7:25 perché era il più economico, ma non ho calcolato di dover iniziare a muovermi con almeno due ore e mezzo d’anticipo. Alle 5, soprattutto di domenica, la metropolitana non passa. La prima credo fosse alle 6.00. Quindi, eravamo costretti a prendere il taxi. La scelta era se prendere il taxi solo fino a Victoria Station, e poi prendere il treno, oppure prendere direttamente il taxi per l’aeroporto. Alla fine abbiamo preferito prendere il taxi direttamente per l’aeroporto, visto il costo per la sola tratta hotel-Victoria, e considerando che comunque avremmo dovuto pagare il biglietto del treno. Questo, però, ha vanificato il risparmio ottenuto prendendo il volo la mattina presto invece che nel pomeriggio. A pensarci prima, sarebbe stato meglio prendere il volo più tardi. Sarebbe stato più caro, ma non avremmo dovuto prendere il taxi, e fare la levataccia. Se, comunque, avete la necessità di prendere un taxi, consiglio di prenotarlo online, così da pagare un prezzo fisso e non avere sorprese. Non l’abbiamo prenotato dal sito dell’aeroporto di Gatwick, pagato con carta di credito online, e alle 5 del mattino il nostro taxi era lì ad aspettarci davanti all’albergo. Secondo me, se siete in 4, ne vale comunque la pena: il viaggio costa 100£, quindi 25£ a testa, meno del Gatwick Express e con la comodità del mezzo che vi viene a prendere in hotel.
Oyster Card
Questa è stata la parte più complicata, almeno per noi. Ho letto sul loro sito, ma proprio non riuscivo a capire come funzionasse. Poi ho letto che la Visitor Oyster Card può essere comprata solo online, e che te la mandano a casa, così per mancanza di tempo non l’ho più ordinata.
Arrivata a Londra, sono andata alla biglietteria per comprare tre travelcard zone 1-6, una per giorno, al costo di 9£ l’una a testa, quindi 54£ in totale.
Attenzione! Gli studios di Harry Potter sono nella zona 9, se avete intenzione di visitarli, e avete la travelcard zone 1-6, dovrete fare un biglietto a parte. Costa 6,20£ a testa a tratta, quindi per noi due 24,80£. Spiego la mia situazione alla signora, che mi consiglia la Oyster Card.
La card costa 5£ di cauzione, e poi viene caricata con un importo a scelta. Ogni viaggio viene pagato come singolo, fino alla concorrenza del tetto massimo giornaliero per le zone in cui si è viaggiato. Viaggiando nelle zone 1-2, si arriva a un massimo di 7£ se si viaggia dopo le 9:30, o di 8£ se si viaggia prima. Se si viaggia in zone più lontane, la Oyster scalerà soldi ad ogni viaggio fino al tetto massimo per la zona più lontana. Arrivati al tetto massimo giornaliero, si può viaggiare illimitatamente, e la card non scalerà più nessun importo.
I conti ce li ha fatti la signora, e abbiamo deciso di caricare 40£ su ogni card. Non dovete preoccuparvi di caricarla troppo, perché potete riconsegnarla e avere indietro tutto quello che non avete utilizzato.
Al termine della vacanza, abbiamo riconsegnato la card, e l’importo non usufruito + la cauzione ci sono stati ridati. Abbiamo speso in tutto 35£ a testa.
Cosa visitare
Londra è molto grande e dispersiva: le attrazioni non sono tutte concentrate in una zona limitata, ma sparse in giro per la città, a notevole distanza una dall’altra.
Pianificate bene quello che volete vedere, anche perché le attrazioni sono molto care, e concentratevi su qualcosa, piuttosto che correre come biglie da un museo all’altro.
I musei sono gratuiti, per esempio il British Museum, la National Gallery, la Tate Modern e la Tate gallery.
Il British e la Torre di Londra sono immensi, dovreste dedicarvi almeno due ore.
Se andate a vedere gli studios di Harry Potter, o Greenwich, mettete in conto mezza giornata.
Shopping
Non amo Harrods e non ci vado volentieri, salvo dover fare qualche commissione per qualche amico che vuole in ricordo la borsetta.
Inoltre, Harrods è fuori mano, non è come la Rinascente di Milano che è in pieno centro. Dovete andarci di proposito. Tenete conto anche che è molto più grande e dispersivo della Rinascente, e le sezioni sono indicate male. Se proprio non volete rinunciare alla borsetta di Harrods, ricordatevi che nei maggior aeroporti, come Gatwick e Heathrow, c’è il negozio in franchising.
Io preferisco fare acquisti nei bei negozi di Covent Garden, o della zona di Piccadilly Circus, come Fortnum & Mason, o il negozio degli M&Ms.
Hotel
Abbiamo prenotato prezzo l’Hotel Dalmacia, 85£ a notte per stanza doppia con bagno, zona Hammersmith.
E’ la classica casa vittoriana ri-adattata ad hotel, come quasi tutti gli hotel di Londra. La sistemazione è dignitosa, la nostra stanza era un po’ più grande del solito, con addirittura un piccolo armadio e una scrivania. Il bagno piccolo, con wc, lavabo e doccia. Eravamo all’ultimo piano senza ascensore, quindi attenzione se avete bagagli pesanti o passeggini/ sedie a rotelle.
L’unica cosa alla quale prestare attenzione è la colazione: sul loro sito parlano di colazione inclusa, mentre in realtà bisogna pagare 4£ per la colazione continentale e 7£ per la colazione inglese.
Proprio davanti all’hotel fermano diversi autobus che portano alla stazione della metropolitana.
La stazione della metro è particolarmente vantaggiosa, perché da lì passano ben quattro linee, tra cui la verde e la blu, che portano in zone come Westminster, Piccadilly Circus, Tower Bridge eccetera.
Dove mangiare
Per un pasto veloce, Londra è piena di catene tipo Starbucks, Pret-a-manger, Caffè Nero, Costa Coffee. Sono tutti posti simili al più conosciuto Starbucks, dove servono bevande calde e panini già pronti.
Ma in Inghilterra va molto di moda anche il cibo di strada, infatti nei mercati come Portobello, Whitecross e Borough’s Market troverete molte bancarelle che servono cibi, anche caldi, da portar via. Per la sera i consiglio il pub, non c’è nulla di più tipico.
Gli inglesi, dopo il lavoro, confluiscono in massa nei pub per godersi una (o qualche) birra con amici e colleghi. I pub, quindi, tra le 18:00 e le 19:00 sono sempre pieni. Alcuni pub hanno il ristorante al piano superiore o inferiore, in quei casi è più probabile trovare posto.
La scelta migliore è andare a cena dopo le 20:00, però fate attenzione agli orari di chiusura della cucina: spesso chiude alle 21:00.
Ormai quasi tutti i pub hanno un sito internet, quindi vi potrete documentare sia sul menù sia sugli orari di chiusura. Oppure, guardatevi intorno mentre siete in giro durante il giorno, i menù e gli orari sono generalmente esposti accanto all’entrata.
GIOVEDì 9/10
Partenza alle 7:25 da Malpensa Terminal 2. Ho già parlato dei pesanti disservizi di questo aeroporto, perciò non mi dilungherò ulteriormente.
Atterriamo a Londra puntuali, e anche i controlli immigrazione sono abbastanza rapidi. Il tempo è sereno, ma lo sappiamo, in Gran Bretagna è molto mutevole, infatti nel pomeriggio pioverà. Prendiamo il treno della Southern Lines, anch’esso puntuale, e nel giro di mezz’ora siamo alla stazione di Victoria. Facciamo la famosa Oyster Card, e, per prima cosa, andiamo a depositare i bagagli in hotel.
L’hotel è facile da trovare, sempre dritto una volta usciti dalla stazione della metropolitana Hammersmith. Ovviamente la nostra stanza non è ancora pronta, sono solo le 11:00, perciò prendiamo lo stretto necessario e ci avviamo alla prima tappa del nostro viaggio: lo stadio del Chelsea, Stamford Bridge. Mio marito è grande tifoso dell’Inter, e ora segue il suo idolo Mourinho ovunque vada! Per lo stadio, la fermata è Fulham, sulla linea verde (Dicstrict Line), capolinea Wimbledon. Usciti dalla metro, basta andare a sinistre, e poco dopo si trova lo stadio. I tour partono ogni 30 minuti, e il costo è 20£ a testa. Con il biglietto della Southern Lines, approfittiamo dell’offerta 2×1 ed acquistiamo i biglietti a 20£ in due. Il nostro tour parte a mezzogiorno. Per prima cosa ci fanno vedere gli spalti, e ci raccontano un po’ la storia della squadra. La guida è simpatica, un ragazzo giovane che cerca di far diventare tutti tifosi del Chelsea, molto spiritoso, in senso British, ovviamente! Poi vediamo i due spogliatoi, quello della squadra avversaria, dove sono esposte le maglie di calciatori famosi che hanno giocato qui contro il Chelsea, e poi lo spogliatoio, molto più grande e bello, dei padroni di casa. Qui, ogni calciatore ha la propria sedia e il proprio armadietto, oltre, naturalmente, a una mega sala massaggi. Poi entriamo nella sala stampa, dove abbiamo l’opportunità di sederci sulla sedia di Mourinho, e poi le panchine. Nel frattempo la nostra guida ci racconta come funzionano le cose, quanto si paga, dove si mettono i tifosi, quanto costano le postazioni VIP, eccetera. Terminato il tour, torniamo alla biglietteria per visitare il museo, dove sono conservati diversi cimeli della squadra, per esempio l’unica Champions vinta e le varie coppe dello scudetto. È possibile anche mettere alla prova le proprie capacità di calciatore e di portiere con dei divertenti giochi interattivi.
Usciti dallo stadio, e visto che ci siamo alzati alle 4:30, decidiamo di tornare i hotel a fare il check in. Pranziamo in un Pret-a-manger dentro la stazione della metro di Hammersmith, che è molto fornita di bar di questo tipo, e poi facciamo il check-in. Ci riposiamo un po’, e siamo proni a ripartire per le 14:30, direzione Harrods. Devo fare una commissione per una persona che mi ha chiesto una delle classiche borsette. La metropolitana più vicina è Knightsbridge, sulla linea blu (Piccadilly), poi bisogna camminare circa 500 metri prima di arrivare al grande magazzino. C’è anche un modo per uscire direttamente davanti alla porta di Harrods, ma dalla stazione della metro non so come si fa. Comunque, l’Harrods shop adesso è al secondo piano, non più al piano interrato come prima. Harrods è enorme e abbastanza confuso. Se ci andate, andateci con una chiara idea di cosa volete comprare, altrimenti rischiate di girare a vuoto per mezza giornata.
Comprata la borsetta, ci dirigiamo al British Museum. Ci sono due metro abbastanza vicine: Tottenham Court Road, linee rossa (Central Line) e nera (Northern Line), oppure Holborn, linee rossa e blu (Piccadilly Line). Il British, così come altri musei, è gratuito. E’ possibile, comunque, lasciare un’offerta volontaria, e le cartine del museo hanno il costo simbolico di 1£. Il museo ospita arte per lo più antica, e proveniente da tutto il mondo. Le collezioni più notevoli sono quelle egizie-babilonesi e greco-romane. I pezzi forti sono la stele di Rosetta, la pietra scritta in più lingue che è stata la chiave di volta per decifrare i geroglifici, e le sculture del Partenone (il fregio del Partenone è all’ingresso del museo). Ma ci sono anche parti del Mausoleo di Alicarnasso, un Maori, una splendida armatura samurai… il museo è ricchissimo, ed enorme. Due-tre ore sono il minimo indispensabile per girarlo interamente. Sulla cartina, comunque, sono segnati con precisione i pezzi da no perdere, quindi se avete poco tempo potete usare quella per orientarvi. Le sale sono ben indicate, ed è difficile perdersi.
Usciamo dal British alla chiusura, praticamente ci buttano fuori. Per cena, avevamo in mente il pub “The dog and Duck”, zona Leicester Square/Chinatown, e pensiamo bene di raggiungerlo a piedi. Così, facciamo una passeggiata in una delle zone più vive di Londra, quella di Covent Garden / Soho, piena di negozi, locali e teatri, con tanta gente in giro a passeggio. Arriviamo fino a Leicester Square. Da qui, ci addentriamo in Chinatown, piana, come tutte le altre Chinatown del mondo, di bancarelle alimentari, ristoranti e centri massaggio. Anche qui, il quartiere è delimitato da un portone cinese, e le strade sono illuminate da grossi palloni orientali. Il pub prescelto, purtroppo, non ha posto per mangiare. Allora ci mettiamo alla ricerca di un altro posto, e, dopo un altro paio di tentativi falliti, approdiamo al “The Cambridge”, dove ci fanno accomodare al secondo piano. Io prendo un ottimo fish & chips, e mio marito un hamburger, tutto innaffiato da una buona birra inglese. Spesa: 35£
Dopo cena, questa zona di Londra è molto viva, perciò è con dispiacere che torniamo in hotel. Ma siamo davvero troppo stanchi, in piedi dalle 4:30, e con un’ora in più sulle spalle. Andiamo a piedi alla metro. Senza neanche accorgercene, e sbagliando strada, sbuchiamo su Piccadilly Circus, un trionfo di luci al neon e folla.
Riprendiamo la metro da qui, e, finalmente, andiamo a dormire.
VENERDì 10/10
Sveglia presto, intorno alle 7:30, e siamo già in pista per iniziare una nuova giornata di esplorazione. Ma prima, facciamo una buona colazione da Starbucks. La nostra prima meta di oggi è la Torre di Londra. Ci dedicheremo un po’ alla City, una zona che le altre volte non avevamo fatto in tempo a vedere. La City è la zona delle banche e degli uffici, ma anche di importantissimi monumenti come St. Paul, il monumento dell’incendio di Londra, la Torre e il celeberrimo Tower Bridge. Tra le attrattive più moderne c’è il Gherkin, il grattacielo a forma di, beh… supposta… che da anni ormai delinea lo skyline londinese.
La Torre di Londra è raggiungibile con la metro verde (District Line), oppure con la gialla (Circle Line), fermata Tower Hill. Oggi è venerdì, e la metro è stracolma di pendolari. Ci vuole circa mezz’ora da Hammersmith, ma almeno non abbiamo dovuto cambiare linea.
Alla fermata della metro, basta attraversare la strada con il comodo sottopassaggio pedonale, et voilà, ci ritroviamo davanti l’imponente castello. Nel fossato stanno allestendo una installazione temporanea per ricordare i caduti della Grande Guerra. Perciò, il fossato è completamente coperto di finti papaveri, che fanno un contrasto meraviglioso con il grigio dell’edificio e l’azzurro del cielo (è sereno!). Il biglietto costa 22£ a testa, ma noi, anche qui, abbiamo lo sconto 2×1, quindi paghiamo un solo biglietto.
La Torre è, a mio avviso, il monumento più bello di tutta Londra: non solo ospita i gioielli della corona, ma è anche un concentrato di storia della città. Venendo qui, si impara moltissimo sulla città e sui reali, non per niente è stato, prima di Buckingham Palace, la residenza principale della famiglia reale, ma anche una prigione e una fortezza difensiva, data la sua posizione privilegiata sul Tamigi. Non è un castello, è più una cittadella fortificata, costituita da più edifici, di varie epoche e con funzioni diverse. La struttura più antica è la White Tower, il castelletto centrale, che ora ospita un’enorme collezione di armature, tra le quali quella massiccia di Enrico VIII. Si può poi vedere la residenza reale medievale, una collezione di monete antiche, e camminare lungo le mura. E poi ci sono loro, gli splendidi gioielli della corona, in un’ala a parte, e tenuti particolarmente sotto osservazione. Viene proiettato in loop il filmato dell’incoronazione di Elisabetta II. Altra attrazione sono i corvi. Sono sempre almeno sei, tenuti in modo che non scappino: narra la leggenda che, se i corvi dovessero lasciare la Torre, la monarchia cadrebbe. Dal lungofiume si ha la visuale migliore sul Tower Bridge che, a dispetto della propria celebrità, risale in realtà solamente al 1896.
Terminata la lunghissima visita alla Torre, cambiamo sponda, e andiamo in quella zona che si chiama Southwark, dove si trova la Tate Modern. L’idea è quella di visitare anche lo Shakespeare’s Globe, ma non faremo in tempo. Non oggi, almeno. La metro più vicina è Blackfriars, sulla verde (District) e gialla (Circle), ma, in realtà, nessuna metro è veramente vicina. In ogni caso, ci sarà da camminare per circa un km. Sicuramente da Blackfriars la strada è più panoramica, perché si attraversa il Tamigi sul Millennium Bridge, il ponte pedonale, costruito nel 2000, che collega La Tate con St. Paul, godendo di un panoramica fantastico sulla cattedrale. La struttura che ospita il museo era la centrale termoelettrica di Bankside, con tanto di ciminiera. Infatti, il museo è uno dei più caratteristici di tutto il mondo. La collezione di arte moderna è notevole, comprender grandissimi nomi come Picasso, Matisse, Dalì, Modigliani, e così via. Ci concentriamo soprattutto sui dipinti più famosi, quelli degli artisti già citati, e sulla celeberrima “tela tagliata” di Lucio Fontana.
Abbiamo fatto davvero tardi, e dobbiamo tagliare alcune cose, come il pranzo al mercatino di Whitecross. Dobbiamo essere agli Studios di Harry Potter entro le 15:00, e il viaggio è piuttosto lungo.
Riprendiamo la metro a Saint Paul, dopo aver riattraversato il ponte ed essere passati accanto a questa splendida cattedrale, dove si è svolto, tra altre funzioni, il matrimonio di Carlo e Diana nel 1981. Per raggiungere gli Studios di Harry Potter, bisogna per prima cosa andare alla stazione dei treni di Euston: metro nera (Northern Line). Da lì, si prende il treno per Watford Junction, che è nella zona 9. Costa 6,20£ a testa a tratta. Il viaggio dura 45 minuti. Una volta arrivati a Watford Junction, si aspetta il pullman degli Studios, lo riconoscete dalle scritte. Il pullman costa 2£ a testa andata e ritorno, e il viaggio dura circa 10 minuti. Considerando che dovete arrivare 20 minuti prima dell’orario prenotato, attrezzatevi di conseguenza. Entriamo, puntuali, alle 15:30. Per me è come essere in un sogno. Ci sono tutti i set, i costumi e gli oggetti di scena degli 8 film. Gli Studios sono immensi, e mi perdo a guardare da vicino ogni oggetto, parrucca, costume. Il dettaglio con cui sono stati costruiti i set è impressionante. Usciamo 2 ore e ½ dopo. Mio marito è distrutto, io stanca, ma felice.
Quando arriviamo a Londra, è ormai ora di cena. Riproviamo con uno dei pub che avevamo trovato su internet prima di partire: lo Sherlock Holmes Pub. Si trova vicino a Trafalgar Square, facile da raggiungere con la metro nera (Northern), fermata Charing Cross. Questo è proprio un pub stile inglese: bancone in legno, tutti seduti e in piedi a bere birra, tavoli alti con sgabelli… la particolarità è che è tappezzato di locandine di Sherlock Holmes. Al piano superiore c’è una ricostruzione dello studio del famoso detective. Io prendo una beef pie: un piatto di spezzatino con i funghi, servito in una ciotola coperta con pasta sfoglia. Mio marito, invece, prende un piatto di salsicce e purè. Dopo cena, facciamo una passeggiata a Covent Garden, che non è molto distante da Trafalgar Square. Adoro Covent garden: un ex mercato coperto, ora sede di ristoranti e negozi di marca. E’ pieno di gente, chi mangia e chi passeggia, e, senza neanche accorgercene, arriviamo a Leicester Square. Da qui, prendiamo la metro e rientriamo alla base.
SABATO 11/10
Stamattina possiamo fare con calma: la nostra prima tappa è il Churchill War Room, il bunker usato da Churchill e dal suo staff durante la seconda guerra mondiale: è qui che sono state prese le decisioni più importanti della storia.
Il bunker è sotto la tesoreria, nella zona di Downing Street, e di tutti i vari ministeri. La fermata della metro è Westminster, sulla verde (District), gialla (Circle), e grigia (Jubilee). Qui c’è anche il Big Ben, e come non fermarsi almeno cinque minuti per fare una foto! Il War room è poco più avanti, verso St Jame’s Park. Da qui, riusciamo ad intravedere Buckingham Palace. Il costo sarebbe 18,50€ a testa, ma noi, ormai che ve lo dico a fare, entriamo con il 50% di sconto. Nel costo è compresa l’audio guida. Non avevo mai considerato quest’attrazione, ma in realtà è una delle più belle di Londra! Pensavo che 18,50£ fossero davvero troppe per una stanzetta ricostruita come nel ’45, ma mi sbagliavo di grosso. Intanto, non è una stanzetta, ma un vero e proprio labirinto di stanze, anche molto grandi, dove le persone lavoravano, dormivano, mangiavano… alcune persone non sono uscite dal bunker per anni. E non ci lavorava solo Churchill con i ministri, ma un intero staff di consiglieri, segretarie, stenografe, giornalisti, eccetera. Le stanze, poi, non sono ricostruite (almeno così dicono). Tutti gli oggetti, gli arredi e le mappe sono originali. L’audio guida è completa, anche troppo, e in più c’è un’intera aerea dedicata unicamente alla vista di Churchill. Alla fine siamo rimasti dentro quasi due ore, e abbiamo imparato tantissimo sulle strategie inglesi nella Seconda Guerra Mondiale. Dobbiamo recuperare la tappa persa ieri allo Shakespeare’s globe, quindi riprendiamo la metro per London Bridge. Metro grigia (Jubilee) oppure nera (Northern). In realtà, non c’è nessuna metro particolarmente vicina al teatro. Altre scelte sono Mansion House oppure Blackfriars, sulla verde e gialla. Il teatro non è, ovviamente, quello originale, andato distrutto inseguito ad un incendio durante una rappresentazione. Però è stato ricostruito con gli stessi materiali, proporzioni e tecniche usate ai tempi di Shakespeare. Per esempio, è costruito interamente in legno di quercia, il tipo di legno più adatto a sostenere grandi pesi. C’è un balcone riservato alla famiglia reale. Questa è una grossa differenza rispetto al 1600, perché allora, i reali non si abbassavano ad andare a teatro con la gente comune, semmai erano gli attori ad andare a palazzo per eseguire gli spettacoli. E’ in una bellissima posizione, in quanto si affaccia sul Tamigi e sul passeggio pedonale lungo il fiume. Il costo è 13,50€ a testa, anche questo preso col 50% di sconto. Riusciamo a prendere l’ultimo tour, quello di mezzogiorno (gli orari sono variabili). Dura circa 45 minuti, la nostra guida è molto competente, e ci racconta com’era la vita ai tempi, come se andava a teatro, quali erano i posti migliori eccetera. C’è anche un’esposizione di costumi e oggetti di scena. Il teatro è in uso, nel periodo estivo, per opere non solo di Shakespeare, ma anche per opere nuove di drammaturghi contemporanei.
Per il pranzo andiamo a Borough’s Market, sempre in zona, vicino alla fermata London Bridge. Tutta questa zona, che non conoscevo, è molto carina. C’è tanta gente in giro, è pieno di negozi e locali. Sembra, e probabilmente è, un’area industriale recuperata. Borough’s Market è un enorme mercato coperto specializzato in alimentari. Si possono comprare alimentari per la spesa, ma anche, e soprattutto, è il tempio del cibo da strada. Si può mangiare di tutto: dalla paella al pollo al curry, dalle torte salate agli Scotch Eggs, panini, focacce, muffin, macarons… non c’è che l’imbarazzo della scelta. L’unica nota negativa è la folla, davvero eccessiva. Io prendo una torta salata, mio marito una focaccia con le olive. Per chiudere in dolcezza, acquistiamo due macarons, uno al cioccolato e uno al pistacchio. Per il pomeriggio abbiamo in programma Greenwich.
Per raggiungere Greenwich, il modo più comodo è arrivare in metro a Canary Wharf, linea grigia (Jubilee line). Da qui, si prende la Dockland Light railway (DLR), una linea della metro sopraelevata, un po’ come a Chicago, e si scende, attenzione, NON a Greenwich, bensì a Cutty Sark. Noi abbiamo sbagliato, e siamo dovuti tornare indietro.
Canary Wharf è un’altra zona che avevo notevolmente sottovalutato. Era una zona portuale, dove c’erano i depositi che servivano i moli commerciali con le Isole Canarie (da qui il nome). L’aera è andata in declino negli anni ’60, ed è poi stata rivalutata negli anni ’80, la punto che adesso è un’importante area commerciale, in grado di rivaleggiare con la City.
Presso la metro c’è un centro commerciale, e intorno è tutto un tripudio di grattacieli di banche ed altri giornali. Aggiungendo la posizione sul fiume, e la metro sopraelevata, sembra di stare a Chicago! Greenwich è un piccolo centro abitato ad est di Londra, famoso per il meridiano 0, che passa proprio da qui. La cittadina in sé non è nulla di speciale: c’è qualche negozietto di souvenir e qualche bar /ristorante, ma per il resto non è particolarmente degna di nota. La posizione, invece, è spettacolare, da qui si ha uno dei panorami più belli sulla City. La Cutty Sark è una nave mercantile inglese, e si può visitare, a pagamento. La zona più interessante, e bella, è quella dell’Old Royal Naval College, progettato da Christopher Wren, l’architetto più famoso di Londra. All’interno dei due edifici speculari si possono ammirare la bella chiesetta del college, e la sala banchetti dei veterani, affrescata con temi allegorici. A Greenwich, tutto ruota attorno alla navigazione, e alla spasmodica ricerca della Longitudine, misurazione indispensabile per determinare la posizione delle navi in mare aperto. A tal proposito, era stato lanciato nel ‘600 un vero e proprio concorso a premi, per chi avesse trovato il bandolo della matasse e fosse riuscito a determinare con precisione la longitudine. E così che nacquero i meridiani, e il fuso orario. Il National Maritime Museum costa 8,50£ a testa, anche questo preso con il 50% dci sconto, e il biglietto di ingresso include la mostra temporanea sulla Longitudine. La mostra e il museo sono molto interessanti, ma per chi, come me, capisce molto poco di nautica e di studio matematico delle angolazioni rispetto al sole, il tutto resta molto confuso. A mio avviso, questo museo è da riservare ai veri appassionati.
Sempre incluso nel biglietto c’è l’ingresso all’osservatorio reale, dove è possibile vedere la linea del meridiano 0.
Si deve risalire la collinetta, con un panorama che diventa sempre più bello, per arrivare al piccolo complesso di edifici che comprender diverse esposizioni.
Per esempio, la casa in stile nautico di John Flamsteed, la persona prescelta per risolvere una volta per tutte il problema della longitudine. E poi, naturalmente, la linea del meridiano.
Rientrati a Londra, abbiamo ancora un po’ di tempo per dedicarci allo shopping. Ci rechiamo a Piccadilly Circus, la celeberrima piazza dei tabelloni pubblicitari e della statua di Eros. Sulla linea blu (Piccadilly) e marrone (Bakerloo), è la Times Square di Londra, il principale punto di ritrovo.
La zona è ricca di negozi, locali e teatri. Qui c’è il Ripley’s Believe it or not museum, una delle attrazioni principali di Londra, e il Trocadero Centre, sei piani di videogiochi!
Proseguendo verso Hyde Park, si incontra la Burlington Arcade, che è un po’ la Galleria Vittorio Emanuele di Londra. Qui si trovano negozi delle marche più costose, soprattutto in fatto di gioielli.
Noi ci riposiamo un po’ in uno Starbucks, dove finalmente assaggio il Pumpking Spice Latte, bevanda speciale per l’autunno, aromatizzata alla zucca e cannella. Poi, facciamo un po’ di shopping da Fortnum & Mason, il nirvana degli amanti di tè, biscotti e conserve.
Poi entriamo anche da Cat Kidston, che ha cose carinissime: vestiti, oggetti per la casa, borse e zainetti, tutti con delle fantasie deliziose, ma prezzi decisamente meno deliziosi.
Tornando indietro a Piccadilly, e proseguendo poi in direzione Leicester Square, ci fermiamo nell’immenso M&M’s shop, il regno del kitsch, con ogni genere di oggetto dedicato ai famosi confetti di noccioline ricoperte di cioccolato. Qui la folla è incredibile, e i confetti si prendono direttamente alla spina, facendolo scendere da grossi tubi, ognuno contenente confetti di diverso colore.
Hanno solo due gusti: i classici alle arachidi, e quelli al cioccolato. La cosa che mi ha n po’ delusa è proprio questa: è possibile comprare n elastico per capelli degli M&M’s, ma non si trovano i confetti al cocco, al cioccolato fondente, al riso soffiato, oppure al burro di arachidi, che sono invece facilmente reperibili in qualunque supermercato.
Per la cena di stasera andiamo sempre al pub, questa volta, in uno nel quale ci siamo imbattuti ieri, e ci ispirava. Si chiama The Sussex, ed è facilissimo da trovare, in zone Leicester Square.
Ci accomodiamo al piano interrato, che è dedicato più al ristorante che non al pub, e prendiamo io un doppio hamburger con pancetta e formaggio, e mio marito dei nachos con carne.
Il cibo e buono e il servizio cortese.
Dopo cena, una passeggiata veloce e poi rientriamo.
Una volta tornati alla nostra metropolitana Hammersmith, riconsegniamo la Oyster Card, recuperando l’importo non usufruito e la caparra di 5£, e rientriamo a piedi in hotel. Meglio andare a letto presto, domani ci aspetta una levataccia, perché il volo di ritorno è alle 7:25.
Anche questo week end a Londra si è concluso troppo in fretta. Restano tanti bei ricordi e il desiderio di tornare il prima possibile.