Londra Hard Rock museum

LONDRA, HARD ROCK CAFE' MUSEUM, IL MUSEO PIU' SCONOSCIUTO DELLA CITTA' I più assidui visitatoridell'Hard Rock Cafè, sono italiani. Un salto in Old Park Lane, (fermata tube Hyde Park Corner) per curiosare nello storico locale, accomuna gli italians di ogni età. D'obbligo anche un giro nell'Hard Rock Retail, poco distante, per acquistare, in...
Scritto da: Tuvi
londra hard rock museum
Partenza il: 21/02/2009
Ritorno il: 24/02/2009
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
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LONDRA, HARD ROCK CAFE’ MUSEUM, IL MUSEO PIU’ SCONOSCIUTO DELLA CITTA’ I più assidui visitatoridell’Hard Rock Cafè, sono italiani. Un salto in Old Park Lane, (fermata tube Hyde Park Corner) per curiosare nello storico locale, accomuna gli italians di ogni età. D’obbligo anche un giro nell’Hard Rock Retail, poco distante, per acquistare, in un ambiente più british che rokkettaro, magliette, felpe, spille con il celebre logo.

Pochissimi, invece, visitano il museo. Già, ma dov’è?, vi chiederete. Nelle guide non c’è traccia, cartelli segnaletici nemmeno; e allora?Semplice: in un caveau, usato un tempo dalla regina Elisabetta, per conservarci gli spiccioli. La stanza blindata si trova nei sotterranei del negozio dell’Hard Rock. Ogni tanto, un annuncio comunica questa opportunità. Scenderete una breve scala ed entrete nel caveau, dove troverete tutti i cimeli, chitarre, foto, spartiti, vestiti, dei padri fondatori del rock. Dove potete anche avere lo scatto in posa da rocchettaro Doc. A guidarvi nei segreti del rock, con aneddoti e curiosità, ma anche entusiasmo e passione, un italiano da 15 anni a Londra; poche parole e scoprirete l ‘artista che è in lui.

CONSIGLI IN ORDINE SPARSO La breve vacanza, da sabato 21 febbraio a martedì 24 febbraio 2009. E’ stata la classica vacanza di una famiglia italiana, composta da genitori quasi cinquantenni e da due quasi adolescenti. D’obbligo, per la tranquillità di tutti, trovare punti d’incontro. I giovani conoscevano la città attraverso ciò che avevano studiato a scuola, i grandi per averla visitatata vent’anni fa. Gli itinerari sono stati, come sempre, preparati dalla sottoscritta, che, maestra di scuola primaria, ha preferito puntare sulla curiosità e l’interesse dei rampolli, anzichè trascinarsi due amebe per corridoi, chiese e palazzi che non volevano visitare. In sintesi ho puntato sullo “spirito del luogo”, sperando che in modo più approfondito abbiano la possibilità di visitarla da grandi.

Le mete classiche sono state viste tutte. Per entare nelle chiese è necessario acquistare un salatissimo biglietto, noi, utilizzando una dritta letta nel sito, siamo andati domenica (unico giorno di visita gratuita), a Saint Paul’s. Interessante e curioso il museo della scienza. Accattivante quello delle cere, con animazione da parco divertimenti. E’ l’unico museo a pagamento; biglietti cari, ma ne è valsa la pena. Per rilassarci, ci rifugiavamo nel parco più vicino, in compagnia degli immancabili scoiattoli. Tra le mete classiche inserisco anche i magazzini Harrods, per gli acquisti sono impossibili, carissimi e pieni di prodotti made in Italy, ma l’ambiente è old fashion. Anche il Covent Garden, per gli acquisti non vale, ma un giro in un mercato delle pulci inglese è pur sempre un’esperienza da vivere.

Lo shopping non poteva mancare. Come consigliato nel sito, siamo andati da Lillywhite in Piccadilly, dove abbiamo fatto incetta di capi della Lonsdale a circa 10 sterline l’uno. Incuriosita dalle numerose e stracolme shopper di carta che vedevo appese alle braccia delle donne inglesi, sono andata alla ricerca di Primark in Oxford Street (fernata tube Marble Arch, lasciandosi la stazione metropolitana alle spalle proseguire sulla destra, per circa un kilometro) è un mega store con indumenti non firmati, ma di moda per tutte le taglie a prezzi ridicoli (è frequentatissimo e le code per il camerino lunghissime, ma ci sono tutti gli arrivi primavera – estate).

I trasporti sono economici, ma le linee della metropolitana sono sottosopra e creeranno disagi ai viaggiatori, per tutta la primavera. In attesa dell’ampliamento di alcune linee, sono in restauro le stazioni centrali, con conseguente chiusura delle stazioni. Quando ci siamo andati noi, la City era raggiungibile solo in autobus. Poco male i biglietti giornalieri o a più giorni, si possono utilizzare sia nella tube sia sui famosi bus rossi a due piani.Il ticket è veramente modesto, inoltre, ogni ragazzo, se accompagnato da un adulto, paga una cifra, praticamente simbolica (1 sterlina). Come albergo abbiamo scelto l’ Holiday Inn di King’s Cross, (4 stelle). Questa catena alberghiera è una delle poche, se non l’unica a non far pagare i ragazzi, entro i 16 anni, se in camera con i genitori. Tra le varie opzioni, aabbiamo scelto la formula con colazione all’inglese e cena. La cucina inglese è quella che è, il servizio è un po’ lento, ma il personale gentile. La camera, nonostante i due letti matrimoniali, ancora ampia. L’hotel, pur non essendo nuovo, è pulito e curato. All’interno c’è anche una piccola piscina con annessa palestra. Il tempo ha giocato a nostro favore. Anzi troppo caldo. Noi giravamo con i piumini slacciati o legati in vita, gli inglesi con le infradito ed in canottiera. Esagerati! Aereo.Viaggio Ryanair da Pisa senza infamia senza lode. Tariffe ottime ma a bordo tutto a pagamento. Attenzione alla “trappola” del bagaglio a mano. Deve assolutamente rispettare, al centimetro le misure date, altrimenti non entra (o meglio non esce…) dalle gabbie di ferro dove te lo fanno infilare. Sia all’andata , ma soprattutto al ritorno, classica scena di svuotamento valigia con distribuzione, a parenti ed amici, di indumenti e souvenirs. Noi, più semplicemte , viste le difficoltà dell’andata e considerando gli acquisti fatti, abbiamo comprato un trolley al hoc, della Dunhill, a meno di 10 euro e sempre da Lillywhite.

Alla prossima.



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