Londra e trasporti
Invece, atterrare a Hethrow ha voluto dire: scendere nella metropolitana e, con un tragitto di soli 40 minuti, arrivare in centro città (con l’ottima Piccadilly Line!). I MEZZI PUBBLICI Appena arrivati, per potere usare subito la metropolitana, abbiamo acquistato la OYSTER CARD, ma non quella per turisti, bensì del tipo “pay as you go”. Vale a dire: una tessera prepagata per i mezzi pubblici sulla quale “caricate” quante sterline volete, ogni volta che vi serve (c’è una cauzione di 3 sterline, ma è rimborsabile). Questo tipo di tessera è meglio della VISITOR Oyster Card, per la quale non è previsto il rimborso della cauzione, ed è anche meglio di qualsiasi PASS sia giornaliero che di più giorni. Perché a Londra si cammina molto, e non sempre chi ha acquistato i Pass li ha utilizzati pienamente. E poi, come si fa a capire prima … quale Pass acquistare? Perché Londra è divisa “a zone” e ciascuna zona – ciascun Pass ha prezzi diversi. Chi mai avrebbe voglia di controllare prima quali monumenti vuole visitare e in quale zona si trovano? Senza contare che Heathrow è pur sempre nella zona 6, la più lontana e, di conseguenza la più cara. La nostra Oyster Card, non per niente è usata anche dai londinesi, non è “per turisti”, quindi è più conveniente. L’abbiamo acquistata all’Ufficio Informazioni della stazione metropolitana di Heathrow, ma si può farlo anche agli sportelli, dove vendono i biglietti. In seguito, se necessario, è sempre possibile ricaricarla, agli sportelli dei biglietti o alle macchinette nelle stazione della metropolitana. Funziona così: quando si entra (passando nei tornelli in metropolitana, o salendo dalla porta vicina all’autista, sui bus) la si appoggia su un lettore di colore giallo, e automaticamente vi viene scalato l’importo di quel viaggio, ma (e qui sta il bello!) alla tariffa in quel momento più conveniente… per VOI. Eh sì, perché la tariffa dei mezzi pubblici a Londra varia, a seconda delle ore di punta, dei feriali e dei festivi, eccetera. Ma la Oyster è “magica” ! Vi prende sempre il meno possibile. A noi, che in 5 giorni l’abbiamo usata almeno 8 volte al giorno, sono bastate 15 sterline a testa, in tutto il viaggio. Per capire quanto stavamo “consumando” (e non fare brutte figure ai tornelli!) ogni tanto controllavamo quanto ci restava… Infatti in ogni stazione è possibile leggerlo, sugli schermi delle macchinette automatiche, semplicemente appoggiandola sul lettore. Non ultimo, al termine del soggiorno ci sono avanzate alcune sterline sulla Card, ma è bastato presentarla ad una qualsiasi biglietteria, e – incredibile! – ci hanno restituito l’importo non usato, compresa la cauzione! Vi chiedo: quale è la città italiana in cui potrebbe accadere di vedersi rimborsati da una card prepagata, e per giunta per i mezzi pubblici? I trasporti, poi, sono frequentissimi e molto efficienti. Non so se sia stato un caso, ma siamo anche sempre riusciti a sederci su tutti i mezzi, ed era pur sempre Pasqua! E’ utile avere, oltre alla mappa delle metropolitane, anche quella dei bus, perché molti sono a due piani, ed è un piacere guardare la città dall’alto. I primi tempi, avevamo paura di non fare in tempo a scendere di sotto, alle fermate, ma è facile, perché su ogni mezzo c’è uno schermo su cui appare il nome della fermata successiva. La linea di bus n. 11 è la più appagante, è panoramica, viaggia a fianco di tutti i principali monumenti. E se piove – cosa non rara – offre rifugio asciutto e riposo. Più volte, ci è capitato di guardare i turisti sui pullman turistici a fianco al nostro “numero 11” e ridere .. Pensando che, in fondo, stavano facendo il nostro stesso percorso, ma pagavano molto più di noi! LE VISITE ECONOMICHE Così, giorno dopo giorno, abbiamo visti tutti i monumenti storici di Londra, visto che sono tutti avvicinabili con i mezzi pubblici. Non vi annoiamo raccontandoveli. Siamo anche andati in metro al mercato domenicale di Camden Town, market molto colorato e accattivante. In giro non era probabilmente ancora l’ora dei punk, ma c’era tanta altra gente… diversa da noi. Si può mangiare cibo etnico, di tutto il mondo. Si possono acquistare varie cose, e sono disponibili a contrattare i prezzi. Tutta la zona è piena di bancarelle e negozi, è molto animata. Vale un giro, soprattutto all’ora dell’aperitivo, fare due passi a SoHo e bersi una birra guardando la gente, le tendenze della nuova moda e le limousine che passano. Un altro bel mezzo di trasporto turistico che abbiamo utilizzato è il battello, dall’imbarcadero di Westminter sul Tamigi. Presentando la nostra tessera Oyster ci hanno – perfino!- praticato uno sconto del 50%,. Abbiamo optato per fare l’itinerario completo, andata e ritorno, fino alle barriere del Tamigi. In andata, siamo arrivati fino là in circa 1 ora e mezza, seduti comodamente. Ponti e barriere sono molto avveniristici. E’ incredibile ciò che hanno costruito gli architetti a Londra! Palazzi colorati, strani, intelligenti. Nessuno di noi è architetto, ma abbiamo constatato che l’edilizia londinese è particolare e interessante, probabilmente è anche piacevole abitarci. Poi, il battello ha virato per il ritorno e siamo scesi alla fermata di Greenwich, dove abbiamo pranzato con un bel piatto di “fish and chips”, visitato l’Osservatorio Reale e il Parco. C’è il famoso “meridiano”, tracciato sul terreno: i visitatori si fanno fotografare con le gambe “a cavallo” del meridiano: una gamba nell’emisfero Est della terra, e una .. Nell’Ovest! Una gamba… un’ora indietro dall’altra. Si gode anche un bel panorama di Londra e sul prato c’è gente che gioca a cricket. Abbiamo anche visitato una chiesa anglicana dove stavano suonando, dal vivo, Hayden. Per la prima volta, abbiamo visto una donna prete, una vigorosa e giovane signora che ha presentato il concerto di beneficenza. La cosa ci ha stupito piacevolmente. Più tardi abbiamo ripreso il battello per il ritorno, e volendo avremmo potuto sbarcare alla fermata St. Katherine, per visitare la Torre di Londra. Ce la siamo però tenuta per il successivo viaggio a Londra… come anche la panoramica London Eye! Visti i loro prezzi, infatti, abbiamo guardato dall’esterno… Anche perché basta andare a Primrose Hill per vedere lo stesso panorama, e gratis. Siamo invece stati all’interessantissimo Museo della Città di Londra, che è gratuito. È un museo interessante. Espongono oggetti e reperti, in modo abbastanza scenografico, con ricostruzioni di ambienti e situazioni, dalla preistoria, alla Londra romana, medievale, Tudor, eccetera. Gli oggetti, collocati in vetrine e diorami, fanno capire meglio la storia e la cultura. Le sale delle epoche storiche successive erano in restauro, purtroppo. Torneremo… Dato che tutti-tutti i musei a Londra sono gratuiti, abbiamo visitato anche il National Museum, non se ne può fare a meno. Hanno molti capolavori, sia italiani che europei. Le cose nuova, per noi, sono stati quadri di inglesi, Turner e Constable, che da noi sono più rari da vedere e che ci sono piaciuti. Degli impressionisti hanno quadri notevoli. Le stanze sono molto adatte ai quadri: bella illuminazione e belle tappezzerie. Di fronte al Museo, a Trafalgar Square, sono in corso lavori alla fontana. Ma ci sono comunque gli artisti di strada all’opera. IL CIBO E del cibo, che dire? Abbiamo mangiato solo cibo “british”, a pranzo e cena. Sapendo leggere a sufficienza i menu, che sono SOLO in lingua inglese, abbiamo avuto modo di trovare sempre qualche cosa che ci piacesse. Caso mai, talvolta siamo restati stupiti della presentazione nel piatto, ma il gusto è sempre stato ottimo. Partiamo da TRE considerazioni, quando ci troviamo a mangiare all’estero: 1) MAI mangiare in posti gestiti da italiani: sono andati all’estero non certo per divulgare il nostro cibo “buono” nel mondo, ma per fare i soldi. E non diventeranno ricchi con i nostri! Né mangeremo bene da loro. 2) scegliere sempre cibo locale, tipico e tradizionale. Se una ricetta si è affermata, un motivo ci sarà. Del tutto cattiva, non può essere. 3) è indispensabile saper leggere e saper tradurre i menu, o farseli tradurre bene, o andare in cucina a vedere cosa c’è. Perché se no, si torna a casa dicendo stupidate del tipo “si mangia male”, quando in realtà non si è saputo scegliere qualcosa che ci piaccia veramente. Se ci fate caso, a casa, al ristorante scegliete solo dopo aver letto tutto, e scartato molte pietanze perché non sono di vostro gusto, in quel momento o in generale. Perché mai all’estero dovrebbe essere diverso? Solo che… gli italiani non conoscono le lingue straniere! Questo è il problema. La scelta sul menu, quindi, si riduce a pochi piatti, a quello che si riesce a capire. Se poi sapete tradurre solo “chicken” o “rice”, finirete per scegliere sempre e solo pollo o riso! Può andare bene una volta, ma sempre.. No! Inoltre, ordinare una pietanza senza sapere gli ingredienti o il metodo di cottura è cosa che dà ansia, nell’attesa. Meglio mettersi tranquilli, e intanto … Ordinare una birra! E partire dall’Italia, almeno, con un vocabolarietto, se proprio si è pigri e non si vuole studiare qualche vocabolo a memoria.