Londra con bimbo al seguito

Alla scoperta della capitale inglese
Scritto da: Francesca Baudino
londra con bimbo al seguito
Partenza il: 26/04/2013
Ritorno il: 30/04/2013
Viaggiatori: 2 + 1
Spesa: 1000 €
Londra, partenza venerdì 26 aprile, rientro martedì 30 aprile 2013; due adulti e 1 bambino di anni 10.

Voliamo da Torino con la Ryanair venerdì 26 aprile h. 9.40 (costo volo sola andata 200 euro per tre persone), arriviamo in London h. 11,00. Riusciamo a prendere al “volo” un bus della Terravision gestito da italiani per sole 6 sterline a testa che ci porta in un’ora a Stratford stazione. Acquistiamo la london travelcard valida per una settimana per 35 sterline a testa più 5 di cauzione che ci rimborseranno alla restituzione della carta stessa (speriamo di ricordarcelo…). A noi serve solo per 5 giorni ma è la soluzione più conveniente. I singoli biglietti sono carissimi. I trasporti per i bambini sotto i 12 anni sono gratis! Con alcune fermate di metro più due fermate di bus, alle 15.30 siamo in hotel, il Best Western London Highbury, in Seven Sister Road davanti al Finsbury Park. Lanciamo i bagagli in camera e ci tuffiamo nella città. Abbiamo lasciato una Torino piovosa da giorni, triste e grigia e ci troviamo in una Londra con il sole! Però che freddo fa e che vento gelido. Davanti all’hotel passa il bus 29 che in due fermate ci porta alla metro di Highbury da dove in 15 minuti è possibile raggiungere il centro ma noi preferiamo restare sul bus a due piani e goderci il viaggio osservando case, vie e persone dai vetri del piano di sopra. In 50 minuti circa arriviamo in Trafalgar Square, scattiamo le classiche foto con i leoni, ammiriamo la facciata esterna della National Galleries che si affaccia sulla piazza, foto di Whitehall lunghissima da cui si scorge lontano il Big Ben, foto accanto alle cabine telefoniche rosse ormai in disuso ma pittoresche. Pranziamo alle 17.00 al Pret a Manger proprio sulla piazza, piatti pronti e confezionati bio di insalate, quinoa, farro, bicchieroni pieni di frutta con forchettina annessa, succhi di frutta, tramezzini buonissimi a prezzi contenuti. Spendiamo in 3 circa 20 sterline. Ci avviamo verso Westminster Bridge attraversando il St James Park.

Il parco ci sorprende con i tulipani dai colori sgargianti, le siepi curatissime, i laghetti popolati da vari uccelli acquatici e soprattutto gli scoiattoli sfacciati che si avvicinano in cerca di noccioline. Peccato non averne ma ci attrezzeremo per i prossimi giorni perchè nostro figlio ha intenzione di tornare tutti i giorni in questo parco per rivedere gli scoiattoli. Arriviamo a Westminster Bridge che sono le 18 e una marea umana si muove sul ponte. A bocca aperta ammiriamo il Big Ben e sulla riva opposta il London Eye. Ondeggiamo fra la gente fino alla biglietteria dove ci accodiamo a una fila chilometrica per acquistare i biglietti per il London Eye e per il battello sul Tamigi. Il costo è una mazzata! 70 sterline in 3, tenendo anche conto che acquistando entrambi i biglietti si risparmiano 15 sterline e che il bambino di 10 anni paga molto meno di un adulto. Poichè la coda al London Eye sembra interminabile, prendiamo prima il battello semivuoto. Prendete il battello e salite sulla ruota panoramica! Vale la spesa! La scelta, peraltro improvvisata, di approfittare di queste due attrazioni appena giunti a Londra si è rivelata azzeccatissima. Ti permette di abbracciare la città in una volta sola e in due modi diversi, in lungo e in largo! In lungo, sul Tamigi, in largo dal London Eye. Il battello segue il tratto di fiume che va dal Westminster Bridge al Tower Bridge, andata e ritorno, passando sotto ben 6 ponti e permettendo di ammirare tutti i punti di interesse principali sul Tamigi; dal Big Ben fino alla Tower of London, passando davanti al Royal Nathonal Theatre, alla Tate Modern, al Shakespears Globe da un lato del fiume e davanti alla Westminster Abbey, al Big Ben, all’Houses of Parliament e al Wictoria Embankment dall’altro lato. Non posso elencare qui tutti i monumenti, scopriteli da voi! La ruota panoramica, l’Occhio di Londra, si muove lentissima e permette una visione a 360 gradi sulla città fino ai grattacieli scintillanti a Southwark, lo Shard di Renzo Piano, il Pan Peninsula, il Broadgate Tower, il 30 St Mary Axe, chiamato dagli inglesi “cetriolo”.

Questa prima sera a Londra il cielo è limpido, la vista è impagabile e si estende oltre la capitale in tutte le direzioni, verso la campagna e le colline. Inoltre, il sole sta tramontando e una luce giallo oro scivola sulla città cogliendoci di sorpresa. Non pensiate che sia la solita ruota panoramica, è un’opera imponente eretta nel 2000 alta 135 metri che si muove lentamente in modo da consentire alle persone di salire mentre è in movimento. All’interno delle 32 capsule trasparenti ci sono dei tablet interattivi con cui è possibile fare visite virtuali nei principali monumenti e grattacieli della città. Sono le 20.00, la marea umana in coda al London Eye, lungo il Westminster Bridge, nella città intera si è magicamente dissolta. Saranno tutti a cena. Anche noi ceniamo al poco romantico, sovraffollato ma molto pratico e soprattutto economico Mc Donald in County Hall, adiacente all’Aquarium. Al ritorno, lungo la Whitehall Road mio marito scorge un pub, il Red Lion, uno dei più vecchi di Londra, frequentato da giovanissimi ragazzi inglesi che chiacchierano e sorseggiano birra da enormi boccali. Troviamo a fatica un posticino contenti di brindare al primo giorno di vacanza ma ci mandano gentilmente fuori perchè, ci dicono, dopo le 20 i bambini sotto i 14 anni non possono entrare. Ci allontaniamo tristi con mio figlio visibilmente affranto che si scusa con noi per non avere 14 anni! Rientriamo in hotel con la tube (metropolitana). Sottolineo qui l’ottimo sistema di trasporti (bus e metro) , funzionale, puntuale, preciso, pulito (a parte la poco azzeccata scelta di ricoprire tutti i sedili di velluto poco igienico). Sembra incredibile che con 8 milioni di abitanti più un numero imprecisato di turisti, questo sistema funzioni alla perfezione.

Approfitto di questo punto del racconto per porgere un elogio ai londinesi, gentili, amabili e che ti fanno sentire come fossi a casa tua! Una moltitudine di razze si mescola ogni giorno in questa città, ragazzi e ragazze vestiti in mille modi diversi, con i capelli blu o ricoperti di tatuaggi e piercing dalla testa ai piedi, uomini in giacca e cravatta, donne elegantissime o sportive, anziane con cappellini stranissimi e ombrellini, gente di religioni diverse, inclinazioni sessuali disparate; eppure in nessun’altra città mi sono sentita così libera! Sembra che il giudizio sia sospeso in nome della tolleranza. Un ragazzo in metro si è fermato per raccogliere la guida che mi era caduta, in Piccadilly un’anziana signora, vedendoci alle prese con la cartina svolazzante, ci ha chiesto se avevamo bisogno di informazioni, tutti si sono sempre fermati a darci indicazioni e hanno mostrato pazienza con il nostro terribile inglese e nei negozi, nei pub, nei ristoranti hanno mostrato tutti grande gentilezza. Inoltre, ho trovato la città molto pulita, non ho mai scorto una cartaccia o una cicca per terra, voglio fare i miei complimenti agli spazzini londinesi per il loro lavoro!

Sabato 27 aprile

Riprendiamo la metro alla volta dei Portobello Road. Ma c’è troppa calca, troppa gente, troppi italiani! Scappiamo dopo una veloce occhiata ai negozietti curiosi arredati con gusto. Uno in particolare mi ha colpito perchè vende solo macchine da cucire, un altro esclusivamente teiere, altri espongono vestiti particolari e tanti negozi offrono anticaglie più o meno originali. Scappiamo passando per Notting Hill dove hanno sede alcuni pub deliziosi e molte ambasciate, siamo passati davanti persino al consolato dell’Estonia. Un pub mi è rimasto impresso per le centinaia di vasi appesi alle finestre e ai muri, era ricoperto di fiori dal tetto alle fondamenta. Con un bus scendiamo a Kensington Gardens, lo attraversiamo in parte, fino a raggiungere il memoriale ad Albert che è in ristrutturazione e ci dirigiamo a piedi al Natural History Museum. Il museo è gratuito! Siamo sconvolti dall’immensità di questo museo, ci rendiamo conto che non basterebbero due giorni interi per visitarlo tutto. Il museo è diviso in 4 zone che vanno dall’origine della terra ai giorni nostri. Nel museo si trova la biologia umana, i mammiferi, i dinosauri, gli aracnidi, l’ecologia, l’energia interna e i tesori della Terra. Si trova tutto! E’ grande almeno 30 volte il Museo di Scienze che abbiamo a Torino. Ci meraviglia lo scheletro del Diplodocus alto 26 metri che domina la sala centrale. All’interno ci sono ben 3 bookshop fornitissimi e enormi e 4 punti ristoro tra cui un ristorante da 400 posti almeno, dove ci fermiamo esausti e ci gustiamo un hamburger (gigantesco pure quello), una terribile zuppa di pomodoro e una Cesar salade (perchè gli inglesi mettono le salsine ovunque, bleach). In uno dei bookshop mio figlio acquista un bellissimo aquilone a forma di pterodattilo per solo 6 sterline. Noi ingenui, siamo contenti della scelta per il costo contenuto del souvenir! Ebbene, questo uccellaccio ci accompagnerà ovunque per i restanti giorni di vacanza, in metropolitana, sui bus, nei musei, per le strade di Londra tra gli sguardi curiosi della gente, ingombrante e fastidioso come nostro figlio che ci ha perseguitato con continue richieste di farlo volare! Quindi nella tabella di marcia abbiamo dovuto inserire tutti i giorni per due volte al giorno una tappa di almeno due lunghissime ore in un parco per lo svolazzamento dello pterodattilo, finchè l’ultimo giorno il malaugurato uccello non ha deciso di impigliarsi nell’unico albero dello spiazzo verde sottostante il Tower Bridge. E lì è rimasto, impossibile da recuperare, tra le lacrime di nostro figlio e la nostra malcelata felicità! E lì sarà tuttora, che si gode lo spettacolo di Londra, sto aquilone furbo che non aveva nessuna voglia di venirsene a Torino… Per tornare a noi, dopo il Museo di Storia Naturale, rinunciamo per stanchezza al Museo di Scienze per andare ad Hyde Park dove proviamo lo pderodattilo lungo la pista per i cavalli e lungo il Serpentine Lake. Fa un freddo incredibile, ho le mani congelate, non capisco come questi inglesi riescano a stare seduti sulle caratteristiche e molto pittoresche sdraio in affitto lungo il lago. Decidiamo di fare una puntata da Harrods, dove ammiriamo tutto e compriamo un piccolo Lego per ricordo. Il paio di scarpe che costava meno era da 600 sterline…peccato essermi dimenticata di dare uno sguardo ai bagni, riportati sulla guida per la loro sontuosità. Verso sera andiamo a Piccadilly, illuminata da mille insegne e brulicante di vita notturna, dove ci fermiamo da LilyWhite, un negozio che vende abbigliamento sportivo di marca a pochissimo, e prendiamo due paia di scarpe firmate a 19 sterline il paio che in Italia costano 120 euro… Molti turisti compravano addirittura le valige e le riempivano di oggetti, ma noi eravamo troppo stanchi anche solo per pensare di fare una cosa del genere… Ceniamo in un ristorante Thailandese, non troppo economico ma che offre piatti leggeri (non possiamo andare avanti a patatine fritte e hamburger).

Per tornare all’hotel decidiamo di prendere il bus, così ci godiamo la città di notte per 40 minuti di viaggio. L’hotel Best Western London Highbury è un 3 stelle superior ma in realtà corrisponde a un due stelle nostro. L’abbiamo prenotato con booking.com un mese in anticipo ma non ho fatto attenzione alla condizione di pagamento anticipato, quindi abbiamo dovuto sborsare tutto e subito 532 sterline per 4 notti per 3 persone. Questa soluzione ci ha permesso di risparmiare 115 euro, ma la prossima volta sceglierò un hotel più economico e con l’opzione di pagamento sul loco. La stanza non è piccolissima come è tipico degli hotel londinesi, in cui normalmente non c’è spazio per passare tra il letto e il muro, è abbastanza pulita, salvo la moquette veramente sporca. Non ci sono armadi, ma strani appendiabiti che fuoriescono dai muri. Il bagno è minuscolo, c’è il rischio di rimanere incastrati nella doccia quando si apre la porta e il lavandino è talmente piccolo che non riesco a lavarmi la faccia senza versarmi addosso l’acqua e naturalmente non c’è il bidet! Come si fa a vivere senza bidet, è incredibile…

terzo giorno

Domenica 28 aprile arriviamo in tube in tarda mattinata (a noi piace dormire e fare colazione con calma…non ci ammazziamo svegliandoci all’alba per poi essere distrutti nel primo pomeriggio…) al St James Park diretti a Buckingham Palace per il cambio della Guardia. Qui troviamo i soliti divertenti scoiattoli pazzi, facciamo la classica foto con poliziotto gentile ai piedi del monumento alla regina Vittoria, altra foto a The Mall, il trionfale viale d’accesso al palazzo. Manca un’ora al cambio della Guardia, troppa gente impedisce la visuale, altra gente si sta avvicinando da Constitution Hill, altra ancora sta scendendo dai bus turistici. Decidiamo di allontanarci, spaventati da tutta questa gente e stufi dell’attesa e siamo fortunati perchè andando via, passiamo davanti all’edificio delle guardie e assistiamo ai preparativi del cambio della Guardia con tanto di accompagnamento musicale della banda. Riusciamo anche a vedere i soldati della Guardia marciare verso i cancelli di Buckingham Palace con la polizia a cavallo che fa da scorta! Ci dirigiamo a piedi attraverso il Green Park bellissimo, curatissimo, fioritissimo, verso Westminster. Decidiamo di non visitare l’abbazia per il prezzo veramente eccessivo del biglietto! Se non ricordo male 18 sterline un biglietto. Durante le funzioni e in occasione dei canti del coro di voci bianche l’ingresso è libero ma oggi non siamo fortunati. D’altra parte abbiamo avuto 4 giorni di tempo splendido, il cielo azzurrissimo e pulito e il tepore del sole di questi ultimi due giorni ci invoglia a stare il più possibile all’aperto e a passeggiare nella città, decidiamo quindi di non effettuare alcune visite al chiuso. Costeggiamo quindi la cattedrale, ammiriamo il munumento a Oliver Cromwell e arriviamo ai piedi del Big Ben e del Houses of Parliament. Qui prendiamo la tube fino a Lincoln’s Inn. Questa zona fa parte della Londra solenne e ricca di storia, alcuni edifici, abitati ancora oggi da avvocati e procuratori, risalgono al XV secolo. Visitiamo il Temple, il quartiere degli studi legali con una chiesa circolare del XIII secolo. Con le gambe a pezzi prendiamo un bus da cui vediamo la spettacolare Royal Courts of Justice. Scendiamo dal bus proprio davanti al monumento a Oscar Wilde che riporta la celebre frase: “We are all in the gutter, but some of us are looking at th stars”. Eccoci a Covent Garden, pranziamo al Porters Pub sotto insistenza del marito che vuole provare un vero pub inglese e paghiamo una mazzata di 72 sterline per due sottofiletti alla griglia con patatona al cartoccio e un pie and mash con purea fredda, una birra, una coca e un’acqua… però la cameriera è talmente gentile, talmente premurosa e carina che le lasciamo anche 5 sterline di mancia, sigh. Il pub è molto caratteristico, arredato completamente in legno e con tantissime sedie incollate al soffitto! I bagni sono puliti come in tutti i locali in cui ne abbiamo avuto bisogno. Attraversiamo la piazza affollata di turisti che plaudono agli attori di strada e ai mimi molto bravi, osserviamo le vetrine d’effetto dei negozi di thè e profumi lungo la piazza e andiamo al London’s Trasport Museum che volevo assolutamente visitare, colpita dal sistema eccezionale dei trasporti di Londra. Il Museo è caro, costa 15 sterline a testa ma il bimbo non paga per fortuna. Qui si conosce la storia dei bus e della metropolitana londinese e sono esposti tutti i mezzi di trasporto dal più antico al moderno, comprese portantine e treni sui quali si può anche salire. Consiglio vivamente la visita soprattutto per chi ha bambini, è divertente. Da Covent Garden ci dirigiamo a piedi alla Galleria dei Ritratti dei personaggi londinesi che visitiamo visibilmente provati dalla stanchezza e sempre con lo pterodattilo al seguito, non dimentichiamolo! Il percorso va in ordine temporale, noi abbiamo dato uno sguardo veloce purtroppo, troppo stanchi anche solo per leggere i nomi dei pittori e i titoli de quadri… ma nell’ultima sala ci sono rimasti impressi i ritratti dei due principi adolescenti, Harry e William e il moderno ritratto di Kate nonchè quelli di alcuni attori inglesi. Giungiamo, infine, sempre a piedi a Chinatown dove ceniamo in un ristorante Taiwanese con alcuni amici giunti da Torino la sera prima.

quarto giorno

Lunedì 29 aprile giungiamo in metro alla Torre di Londra, ma decidiamo di non visitarla per la lunghissima coda di almeno due ore e per l’assurdo costo del biglietto! 25 sterline per gli adulti e 19 per i bambini! Preferiamo goderci lo splendido sole passeggiando fino al Tower Bridge che attraversiamo ammirati e dove finalmente diciamo addio al nostro aquilone. Da qui, costeggiamo il Tamigi e passiamo davanti alla Southwark Cathedral, alla Prison Clink e a un imponente incrociatore risalente all’ultima guerra armeggiato sul Tamigi, il HMS Belfast, trasformato in Museo dal 1971. Notiamo anche un interessante sito dove venivano ormeggiate le navi provenienti da Oriente con il prezioso carico di thè, creazione di un ricco lord inglese per ricoverare le sue navi mercantili. Entriamo velocemente nel Shakespeare’s Globe e scopriamo che per visitarlo avremmo dovuto assistere a uno spettacolo teatrale. Preferiamo proseguire la passeggiata passando per il quartiere di Southwark e Bankside, con i suoi palazzi scintillanti di vetro e acciaio, veramente d’effetto per le mie foto! Giungiamo così alla Tate Modern davanti al Millennium Bridge. Visitiamo la Tate (gratis!) e io mi beo di un’intera sala dedicata a Rothko mentre mio figlio mi perseguita incavolato dicendo che sono tutte schifezze che sembrano fatte dai suoi compagni di scuola che disegnano male e mio marito mi aspetterebbe più volentieri al bookshop per saccheggiarlo! In effetti ci sono delle cose notevoli al bookshop e per compensare la perdita dello pterodattilo siamo costretti ad acquistare un bel libro cartonato con bellissime carte colorate per fare gli origami. Attraversiamo il Millennium Bridge a giungiamo alla Cattedrale di St. Paul sui cui gradini pranziamo a base di ottimi tramezzini e frutta acquistati nel vicino Pret a Manger. Con la tube raggiungiamo il Brithis Museum alle 15.30 già con le gambe a pezzi ma non ci diamo per vinti… Il museo è gratis ma vista l’impossibilità di visitare tutto, scegliamo due cose a testa che non vogliamo perdere. Mio marito non vuole rinunciare giustamente alla stele di Rosetta e alle sculture del Partenone, mio figlio sceglie di vedere le mummie egizie (anche se a Torino abbiamo il bellissimo Museo Egizio, o forse proprio per quello…) ed io voglio vedere le sale 25-26-27 su Africa, North America e Mexico. Che impressione i teschi messicani ricoperti di pietre preziose. Ciò che mi ha colpito maggiormente, più ancora della stele e delle sculture del Partenone, sono state le porte di Ninive che parevano magiche e le stanze dedicate ai bassorilievi assiri. Incredibili! Ormai ci trasciniamo sui piedi dolenti e il nostro cervello non riesce più a incamerare informazioni o immagini… Salutiamo il Brithis consapevoli del fatto che dovremo tornare a Londra e dedicare 2 giorni almeno solo a questo museo e ci troviamo di nuovo in Trafalgar Square dove abbiamo appuntamento con i nostri amici per cena. I bambini vogliono giustamente provare il tipico piatto di Londra: Fish and Chips. Troviamo in zona un locale carino che propone il piatto buonissimo ed economico! Se non ricordo male spendiamo circa 30 sterline in tre comprese le bevande. Al ritorno optiamo di nuovo per il comodo bus 29 che ci permette di vedere la città di sera seduti comodamente al piano superiore.

Purtroppo il quinto e ultimo giorno (di martedì 30 aprile) è interamente dedicato al viaggio di rientro. Il volo della British parte da Gatwick alle 13.40. Abbiamo optato per questo volo al rientro, più caro (400 euro per tre) ma più comodo come orari. Il volo di rientro della Ryanair infatti era previsto per le 7.10 del mattino e ci avrebbe obbligato a lasciare l’hotel alle due di notte. Partiamo invece con tutta calma alle 9.00 dopo una bella colazione e con il solito 29 arriviamo in tube dove prendiamo la linea per Victoria, dove restituiamo le 2 london travelcard e ci rendono 10 sterline. Qui prendiamo un treno per l’aereoporto pagando 38 sterline in tre. Il viaggio dura quasi un’ora e il panorama è bellissimo, ci permette di vedere tutta la zona a nord-est di Londra. Piccole casette della zona operaia si susseguono, ognuna con il suo pezzetto di giardino davanti. La zona è povera, industriale ma con tanto verde. L’aeroporto di Gatwick è gigantesco, siamo costretti a prendere uno shuttle interno che in 15 minuti di viaggio probabilmente ai 200 all’ora, ci porta al nostro gate. Lasciamo una Londra soleggiata e piena di luce, caotica ma ordinata allo stesso tempo, pulita, gioiosa e creativa e troviamo una Torino fredda, grigia e piovosa. Quanto mi sembra piccola e provinciale la mia città ora, con le buche sulla tangenziale per Caselle dovute ai temporali di questi giorni. Ma è la mia piccola città e sento di amarla anche per questo. Londra è lì che mi aspetta e stiamo già parlando di tornarci per visitare il Chelsea Physic Garden che non abbiamo potuto vedere e il National Galleries e il Design Museum e il London Museum…



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