Londra: ci si può innamorare in quattro giorni?
21/08/11
Mi sorprende subito questa città dai mille volti, dove antico e moderno si fondono in una danza eterna. E la prima di queste sorprese è il sole, che mi accoglie caldo al mio arrivo e decide di non lasciarmi per i prossimi 3 giorni. La seconda sorpresa è rappresentata dai fiori: fiori dappertutto. Appesi ai balconi, ai cancelli, addirittura ai semafori: adornano le strade con i loro colori vivaci e richiamano alla mente i versi di Wordsworth ” I wandered lonely as a cloud that floats high o’er vales and hills, when all at once, I saw a crowd, a host of golden daffodils” ( “vagavo solo come un’ombra che veleggia alta sopra valli e colline quando d’un tratto vidi una folla, una schiera di dorati fiordalisi”) W.W. “Daffodils”.
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Passeggio per Westminster bridge e pur circondata dalla folla e dal rumore riesco a percepire la pace di questo luogo, la volontà quasi viva di un fiume che compie sempre lo stesso percorso, la perfetta compenetrazione di poetico e tecnologico. Lo stupore prende di nuovo il sopravvento: dovunque mi volti vi è una vista spettacolare: se alle spalle ho lasciato la vitalità di Trafalgar Square, davandi a me si erge fiero il Big Ben, a ricordarmi che il tempo è “Hedax”, divoratore (Orazio) e a spronarmi a cogliere l’attimo. Non mi staccherei mai da questo spettacolo se non fosse che ” il sole che tramonta si incontra con la luna che sorge” (jane Eyre, Charlotte Bronte) e la fame mi riporta coi piedi per terra.
22/08/11
Il giorno seguente non è da meno: di mattina ci aspetta la visita al museo delle cere: la vista di Brad Pitt mi incanta quasi quanto quella del Big Ben ma lo lascio volentieri per posare con David Beckam, rendermi conto che Tom Cruise non è poi tanto più alto di me e fare un “ritratto di famiglia” con la regina. Dal red carper ai viali alberati di Hide Park: questa avventura sarà un’incontro di opposti! Qui l’atmosfera è quella di un’oasi di pace in mezzo al trambusto della città ed è con passo rilassato che attraverso il parco, circondata dal verde più intenso. Un pic-nic e una sosta sono d’obbligo…i piedi cominciano a indolenzirsi così ci regaliamo una corsa in taxi. Sfiliamo veloci per le strade trafficate fino a Piccadilly Circus: le persone che affollano questo crocevia e siedono ai piedi di questa fontana mi ricordano le file di piccioni sui cornicioni dei palazzi; ma percorrendo Regent Street mi rendo conto del perchè sia così gremita… Negozi! E che negozi! Mi devono trascinare via a forza per condurmi in una pasticceria… dove la sensazione è quella di essere stata catapultata nel paese delle meraviglie! E neanche a dirlo… la cameriera è italiana!
23/08/11
Il terzo giorno porta con se uuna terza, gradita sorpresa: a Londra l’ingresso ai musei è spesso gratuita. Così è per il National History Museum, lo stesso del film “Una notte al museo”… L’enorme scheletro del dinosauro del film è all’ingresso a darci il benvenuto ( un benvenuto un po’ impressionante a dire la verità) ed occupa la sala per tutta la lunghezza. La sezione dedicata ai dinosauri è la più interessante, ma quella di mineralogia..Beh, altro che Tiffany!
Seconda tappa (e come poteva mancare) Harrods! Resto a deprimermi davanti a vestiti stupendi per un’oretta (Ehm..forse un po’ di più) poi scendo al negozio di souvenir e me ne vado con la coda tra le gambe.. :). Il morale si risolleva quando arrivo a Camden: questo è il mio posto! L’atmosfera giovane, eclettica, frizzante… negozi che vendono di tutto, baracchini dove puoi trovare dalla cucina indiana a quella giapponese.. a Camden c’è proprio tutto! Prima di andare compro due paia di scarpe, una fotografia di Londra per la mia camera e dei souvenir… e intanto sogno di ritornare qui!
24/08/11
Mi sveglio col pensiero che è l’ultimo giorno e il cielo, oggi grigio, non migliora affatto il mio umore.Eppure sembra questa l’atmosfera perfetta per ammirare il Tower Bridge; le sfumature di grigio si susseguono, acqua, torri e cielo sembrano un tutt’uno, spezzati solo dall’azzurro sparato del ponte levatoio, che ci spiegono, ancora oggi si alza per far passare le navi. Una corsa veloce in metropolitana e mi ritrovo davanti alla facciata della vecchia ( 1408 anni portati bene) S. Paul’s Cathedral. Seduta sui gradini affollati della scalinata mi fingo una del posto e devo riuscirci bene perchè una coppia di anziani australiani mi chiede informazioni sulla fermata dell’autobus più vicina. ( Sì, sono orgogliosa di me!).
Dal 604 al 2000… Il Millennium Bridge è l’ultimo ponte costruito a Londra, pensato come una lama di luce che attraversa la città e collega S. Paul’s Cathedral col la Tate Modern e “The Globe”, la ricostruzione del teatro Elisabettiano in cui Shackespeare metteva in scena le sue opere. E’ tutto molto interessante ma quello che colpisce di più è l’atmosfera: artisti di strada dilettano il pubblico con la loro musica e due ragazzi romani approfittano dell’atmosfera romantica per improvvisare un ballo…davanti a questo spettacolo mi sciolgo definitivamente. Londra, hai conquistato il mio cuore!
Come ciliegina sulla torta questa sera scopro un’ottimo ristorantino che fa parte della catena Little Bay… vorrei restare ma ho un’aereo prenotato! Faccio la valigia e mi ripropongo di tornare, forse per sempre, in fondo questa città magica ha incantato anche me… “La terra non ha niente di più bello da mostrare: insensibile d’animo colui che possa rimanere indifferente di fronte ad una vista così toccante nella sua maestosità…” W.W.