Londra: bellissima
Venerdì 13 agosto 2004 All’aeroporto ci accompagna mio fratello. L’aereo, della compagnia di bandiera British Airways, dovrebbe partire alle 12.25, ma decolla alle 13. E’ un volo molto tranquillo e rilassante. Nessuno scossone, nessuna paura. A bordo, tanta gente. In un battibaleno, eccoci sulle Alpi, poi in Francia, infine sulla Manica. Atterriamo a Londra alle 14.30. In Italia sono le 15.30. Appena il tempo di ritirare i bagagli, ed ecco il primo (sarà anche l’ultimo) intoppo: ci accorgiamo che alla biglietteria di Capodichino hanno trattenuto, per errore, anche il biglietto di ritorno. Panico e agitazione. Chiamiamo l’agenzia di viaggi. Il titolare ci rassicura. Chiama il tuor operator, il quale ci contatta per dirci che avrebbe mandato (e difatti così sarà) un fax in hotel con i dati necessari per il biglietto di ritorno. Ci riprendiamo e, con il treno Gatwick Express, raggiungiamo in meno di mezz’ora la stazione, centralissima, di Victoria Station.L’impatto è stupendo. Ecco, subito, gli autobus rossi a due piani, i taxi neri, gli inglesi. A piedi raggiungiamo il Best Western Corona Hotel. E’ lo stesso albergo dello scorso anno. Lo conosciamo bene e bene ci siamo trovati. E’ per questo che ci siamo ritornati. Una breve sosta, una doccia e via, siamo pronti. Raggiungiamo subito Covent Garden.E’ una zona molto caratteristica, con negozi e ristorantini di tutti i tipi. Situati in un grosso capannone al coperto, visitiamo un negozio di sapone. Tutti i tipi e tutte le forme di sapone. Poi siamo al negozio di the. Anche qui, the in tutte le salse. Lo fanno anche assaggiare. Proviamo quello al melone, al gusto tropicale e anche quello caldo, tipico dell’inverno. Un po’ di shopping in un piccolo supermercato, e ci ritroviamo a Piccadilly Circus. Bellissima, una delle piazze più importanti e frequentate della città. Caratteristici i suoi cartelloni pubblicitari luminosi, è brulicante di turisti. Brevemente, passiamo nel quartiere di Chinatown (quello cinese) e Soho (quello a luci rosse). Mangiamo nei giardini di Leicester Square, vicino Piccadilly.E’ un posto bellissimo, pieno di teatri, ristoranti, pub, ritrattisti, ballerini improvvisati e chi più ne ha più ne metta. Tra l’altro, c’è pure un numero enorme di negozi dove acquistare souvenir. Il nostro preferito è Crest of London: in pratica, non passerà giorno senza una visita al suo interno. Un giro a Regent Street, ricca di negozi, e all’inizio della famosa Carnaby Street (che però troviamo deserta, vista l’ora tarda), prima di andare in bus a vedere il Big Ben, vicino all’abbazia di Westminster, la chiesa dove sono sepolti re e regine. Alla mezza, infine, il ritorno in hotel. Sabato 14 agosto 2004 E’ una giornata che stancherebbe anche un cavallo. Colazione con latte, cornetti, burro, marmellata e (solo io, e solo oggi) prosciutto e formaggio, tanto per tenerci su, e via. Bus, metropolitana e piedi: dalle 9.30 alle 19 siamo sempre in giro. Prima andiamo a Trafalgar Square, la piazza in cui c’è la statua dell’Ammiraglio Nelson, a ricordo di una celebre battaglia vinta dall’esercito inglese su quello francese. Altissima e imponente, la statua domina un paio di enormi fontane e un grosso maxischermo sul quale scorrono le immagini delle Olimpiadi di Atene. Alle spalle, ecco la National Gallery: la visitiamo, ricca com’è di dipinti importantissimi, anche di pittori italiani. Raggiungiamo poi il bellissimo British Museum: enorme, ricco di opere d’arte, tra cui la mitica Stele di Rosetta, la pietra con tre diverse scritture che ha consentito di decifrare i geroglifici degli antichi egizi. Si rischia di perdersi, nel Museo. E’ enorme anche la Biblioteca, così come l’area riservata all’antica Grecia. Per il pranzo, siamo da KFC in Leicester Square (tutto a base di pollo). Rispetto allo scorso anno, KFC mi delude un pochino. Strano, dal momento che lo ricordavo con enorme piacere come una delle cose che più mi avevano colpito la volta precedente. Subito dopo, eccoci da Harrod’s, i Grandi Magazzini più famosi del mondo.Enorme, gigantesco, immenso: tutti i vocaboli altisonanti sono poca cosa per descrivere il posto, tra l’altro anche bellissimo.Un settore è dedicato all’amore tra la Principessa Diana e Dodi Al Fayed: una fontana con due loro gigantografie ne conserva il ricordo. In esposizione, anche il bicchiere in cui aveva bevuto Diana prima di morire e l’anello di brillanti che le aveva regalato Al Fayed in occasione della cena all’hotel Ritz di Parigi. Mentre giriamo tra i ricchissimi stand, che propongono solo merce costosissima, vediamo proprio lui, Al Fayed padre. Lo chiamo, si gira e si ferma. Scortato da quattro guardie del corpo, sta visionando la sua immensa proprietà. Su mia insistenza, acconsente a farsi riprendere con la telecamera assieme a Valeria. Ad un tratto, le chiede (parla in italiano perché gli ho detto da dove veniamo) se io, come marito, sono “buono”. Lei risponde di sì, mentre lui, scherzosamente dubbioso, le mette in mano qualcosa. Io penso subito a un brillante, Valeria pensa a un cioccolatino. Il simpaticone, invece, ha lasciato due pasticche di Viagra… Il giro prosegue. Molto bello il settore dedicato al Natale. In pieno agosto, è ancora più affascinante, con migliaia di luci, palline e decorazioni. Nel reparto giocattoli un modello elettrico di Ferrari costa circa 120 milioni. Usciamo dall’immenso centro commerciale e, passando per Hyde Park, l’enorme parco ricco di verde, raggiungiamo l’hotel per riposarci. Usciamo alle 21.30, destinazione Leicester, Piccadilly, Chinatown. Per cena pizzette e Mc Donald’s. In giro c’è gente stranissima, vestita da diavoli o poliziotti. Vanno nei tipici pub della zona. In bus, il mitico 24, una delle linee più turistiche, torniamo in hotel all’una meno un quarto.
Domenica 15 agosto 2004 Anche quella di oggi è una giornata-super, dalle 10 a mezzanotte in giro. Dopo la colazione andiamo a Notting Hill. Il quartiere famoso perché vi fu girato il film omonimo, con Julia Roberts e Hugh Grant. E’ anche la zona del Mercatino di Portobello, ma il tutto non ci appassiona più di tanto. Sarà che è domenica, sarà che c’è poca gente in giro, ma ce lo aspettavamo diverso. Raggiungiamo la Cattedrale di San Paolo. Molto bella, ma meno bella (e meno grande) di San Pietro. E’ la chiesa dove Lady Diana ha sposato Carlo d’Inghilterra. E’ in fase di ristrutturazione, coperta da teloni che ne riproducono le strutture originali. Nella Sacrestia, in penombra come quella di San Pietro, ci sono le tombe di grossi personaggi, tra cui quella dell’Ammiraglio Nelson. Usciti dalla Cattedrale, ci rechiamo in una delle zone più belle di Londra: quella del Tower Bridge. Prima di concederci una passeggiata sullo storico e spettacolare ponte, andiamo a visitare la Tower of London (La Torre di Londra). Antica prigione di Stato, ogni ingresso costa 13 sterline e mezzo, cioè 40.000 lire. Molto curata in tutti i particolari, presenta anche attori in costumi dell’epoca che ripropongono scene vissute nell’antichità. Il pezzo forte è sicuramente rappresentato dai Gioielli della Corona, l’esposizione delle corone, degli scettri e dei gioielli usati durante le varie epoche della Monarchia. Le corone ce le fanno visitare passando su un tapis-roulant, con divieto di fotografare o filmare che noi (come tanti italiani) eludiamo con una certa facilità. Troviamo anche i famosi corvi senz’ali: la leggenda vuole che se i corvi lasciassero la torre, essa crollerebbe. Dunque, ai corvi vengono mozzate le ali per non farli andar via e, implicitamente, impedire che la torre cada giù. Visitiamo anche la mostra delle armature, tra le quali spiccano quelle di Enrico VIII: sono una più grande dell’altra, dal momento che il sovrano con gli anni ebbe un notevole incremento di stazza. Usciamo, e andiamo al Tower Bridge. Aspettiamo che tramonti il sole per gustarne il panorama incredibile. Affacciato sul Tamigi, il ponte della Torre ne unisce le due sponde. L’anno scorso lo visitammo dall’interno. Stavolta, ci limitiamo ad ammirarlo da fuori e a passeggiarci sopra, in lungo e in largo. Un vento impetuoso quasi ci trascina via. Fa quasi freddo. La temperatura è di 22°. E pensare che a Napoli ce ne sono 10 in più… Andiamo via, verso Leicester Square. Troviamo un’altra catena di venditori di pollo di tutti i tipi. Lo chiamo KFC dei poveri per distinguerlo dall’altro. I prezzi sono più bassi e le patatine più buone. Un panino al Mc Donald’s e un po’ di pizzette completano la cena. In Hotel torniamo a mezzanotte, dopo aver fatto un’altra pancia piena di souvenir e gente a Piccadilly Circus.
Lunedì 16 agosto 2004 Facciamo la solita ricca colazione a base di 4-5 cornetti a testa, poi raggiungiamo la zona del Big Ben e della Ruota Panoramica. E’ la ruota più alta del mondo, e vista da vicino è davvero uno spettacolo. Andiamo a visitare il London Aquarium. E’ diviso in tre piani. Vediamo, tra l’altro, gli spaventosi squali tigre. Un’enorme folla di bambini si diverte ai bordi di una grossa vasca dove è permesso accarezzare determinati tipi di pesci, e lo facciamo anche noi. Inutile dire che anche qui è tutto super-organizzato: c’è anche un asciugamani elettrico posto alla fine dell’acquario. Subito dopo, ci rechiamo al Museo Naturale: all’ingresso c’è un enorme scheletro di dinosauro (il diplodoco) che occupa uno spazio immenso. La teoria dell’evoluzione, di Charles Darwin, viene spiegata per bene con filmati e riproduzioni. Stanchi, andiamo in hotel, a riposare, alle 18.30, per poi tornare, la sera, a Leicester con il bus n.24. Stavolta assaggiamo il piatto che qui definiscono tipico: il fish and chips (pesce e patatine). Buono, ma non eccezionale, il pesce è una specie di merluzzo ricoperto da una panatura croccante. Meritevole è anche il Kebab: è un panino farcito con carne di pollo, insalata verde e salsa piccante. Completo la cena con pollo e patatine (soltanto io, però, visto che Valeria è sazia), un ricco gelato al Mc Donald’s e una saporita pizzetta. Per finire la serata. Ci inoltriamo nel quartiere cinese, fino a Piccadilly Circus, per poi tornare in hotel a mezzanotte.
Martedì 17 agosto 2004 Colazione poi dritti verso Buckingham Palace. Lo scorso anno ci limitammo ad assistere al cambio della guardia. Stavolta, poiché la Regina è in vacanza, a Windsor, vengono aperte al pubblico 16 delle 600 stanze della famosa Residenza Reale. Il costo del biglietto, che si acquista a Green Park, un grosso parco situato proprio di fronte al palazzo, è salatissimo: 12,95 sterline (quasi 40.000 lire), ma ne vale la pena. Appena entrati, si viene sottoposti alle stesse rigide misure di sicurezza di quando si prende l’aereo. Metal detector e ispezioni personali per evitare sgradite sorprese. Una cuffia e una guida elettronica in italiano ti fanno sentire come se fossi di casa in questi saloni immensi e ben curati dove la Regina riceve ospiti illustri, concede onorificenze particolari oppure offre sontuosi banchetti. Ad accoglierci è quindi la voce di Carlo d’Inghilterra, che ci saluta, ringrazia ed augura buona visita. Austere guardie in rigorosa divisa si trovano in ogni stanza. Telecamere dappertutto. Una specie di bunker. Arrivati nella sala da pranzo, ci si appassiona a sentire la voce della guida che ti spiega come la Regina segua con particolare attenzione, e di persona, l’organizzazione dei banchetti di Stato. Eccola che legge il menù, scritto in francese perché così vuole la tradizione. Eccola che apporta le correzioni. Eccola ancora che controlla se le posate (non si usa la tovaglia) siano sistemate alla perfezione e se tutti gli invitati siano comodi. In un’altra sala, dove ci sono delle specie di tribunette su cui ci sediamo, ci viene tra l’altro spiegato come vengono puliti gli enormi lampadari: una volta all’anno, con delle carrucole particolari vengono fatti scendere a terra e cosparsi di un detergente particolare che scioglie lo sporco e poi asciugati minuziosamente dagli addetti alle pulizie. Finita la visita a Buckingham Palace, andiamo ad Hyde Park, a visitare la fontana di Lady Diana. L’hanno appena inaugurata, ma ancora non è aperta al pubblico. L’acqua scorre in una specie di laghetto circolare, a perenne ricordo della Principessa triste, che qui amava passeggiare. Non ancora stanchi, raggiungiamo in Metrò la stazione di Baker Street. In questa strada c’è un concentrato di piccoli musei. Li visitiamo. Il primo è dedicato ai Beatles, poi c’è quello su Elvis Presley e infine quello dedicato a Sherlock Holmes. Per chi è appassionato, una vera e propria manna, con pezzi unici, dischi introvabili, fotografie storiche. Pranziamo da KFC che si trova da quelle parti, poi raggiungiamo le strade dello shopping di lusso: Oxford Street e Regent Street, dove troviamo e visitiamo il negozio di giocattoli più grande del mondo: Hamleys. Sette piani enormi e ricchissimi di giochi, con tanti addetti che te li fanno provare sul momento e giocano con te. Entriamo anche nella mega-cartoleria Clinton, piena zeppa di oggetti e articoli per tutti i tipi di ricorrenze. Non ci facciamo mancare Piccadilly, Leicester Square e Soho, dove visitiamo alcuni locali a luci rosse che non avevamo visitato lo scorso anno. La cena stavolta la facciamo da Burger King, ma prendiamo anche una pizzetta da quello che diventa il nostro pizzettaro di fiducia a Londra, a Leicester Square. In albergo, infine, rientriamo a mezzanotte.
Mercoledì 18 agosto 2004 E’ anche questa una super-giornata. La stanchezza si farà sentire, ma alla fine ci mancherà. Colazione poi via, verso Covent Garden, dove andiamo a visitare il Museo dei Trasporti. E’ un immenso capannone dove sono stati collocati vecchie carrozze di metropolitana, vecchi autobus, taxi e tutto quello che ha a che fare con l’evoluzione dei mezzi di trasporto a Londra. Pezzi di binari, vecchie biglietterie, insegne in disuso: qui non si butta via niente. Tutto viene riutilizzato. Andiamo quindi al quartiere di Chelsea. Qui c’è la King Road (significa strada del re), ricca di negozi importanti. Subito dopo, sempre tra autobus, metropolitana e lunghe camminate, eccoci al Museo Naturale, dove completiamo la visita cominciata due giorni fa. Stavolta vediamo tutto il settore dedicato alla terra, alla luna, alla vita in genere. Non ancora stanchi di musei, visto che nella zona ce ne sono vari, andiamo anche allo Science Museum, il Museo delle Scienze: stupendo, oltre che immenso. Un settore mi colpisce in particolare, ed è quello dedicato ai mezzi di informazione: una gigantesca parete è tutta dedicata alle riproduzioni di alcune prime pagine di giornali storici. Simpatica inoltre la spiegazione sul funzionamento del water, l’evoluzione dei vari tipi di asciugacapelli, lavatrici, fornelli. Il settore dedicato ai giochi è incredibile, come incredibile è la pulizia e il perfetto funzionamento di tutte le strutture. Con i piedi che fanno male, non possiamo però non andare al Victoria e Albert Museum, dedicato alla Regina Vittoria ed al principe consorte. Davanti a un enorme quadro di Raffaello esce fuori tutta la stanchezza: sbadigliando, ci rendiamo conto che ci siamo praticamente stiracchiati davanti a un’opera d’arte. Ovvio che visitarli tutti, questi musei giganteschi, risulta difficile. Cerchiamo di non farci sfuggire però le cose principali. In quest’ultimo, visitiamo anche una collezione di abiti provenienti da tutto il mondo e ascoltiamo un concertino di violinisti. Usciti dal Museo, raggiungiamo il Big Ben e, d’improvviso, poco prima che chiuda, ci viene un’incredibile voglia di tornare sulla Ruota Panoramica. Un giro sul London Eyecosta 11.50 sterline (35.000 lire), ma fatto di sera, e sono le 21.30, è uno spettacolo che resta dentro per tutta la vita. Il panorama è spettacolare: a picco sul Tamigi, da un lato il Big Ben, dall’altro la Torre di Londra e così per un raggio di 40 chilometri. Fa freddo, pioviggina, ma è tutto stupendo. Peccato che siamo agli sgoccioli. Comunque,con il cuore pieno e gonfio della bellezza delle emozioni della Ruota, andiamo a cenare a Leicester Square, al Burger King e in pizzetteria. Oggi ha piovuto più degli altri giorni, ma sempre senza dare grossi fastidi. Torniamo, distrutti, in hotel a mezzanotte.
Giovedì 19 agosto 2004 Dopo aver fatto colazione, andiamo a visitare Burlington Arcade, vicino Piccadilly. E’ una strada privata, piena di negozi di lusso. Ce n’è uno che vende orologi Rolex di tanti anni fa. Quindi, andiamo a Kensington Palace, che fu residenza di Lady Diana. Non lo visitiamo, perché ormai siamo saturi di palazzoni e super-monumenti, ma visitiamo comunque l’enorme giardino annesso, Kensington Garden, con uno splendido laghetto artificiale pieno di oche, anatre e papere (un po’ come il lago Serpentine di Hyde Park). Troviamo anche parecchi scoiattoli, ai quali diamo anche da mangiare facendoceli saltare addosso. Struggente è il saluto finale al Tower Bridge. Poi torniamo al Big Ben e a Westminster, al Parlamento e alla Ruota, al Mc Donald’s e a Trafalgar Square. Andiamo in hotel, per cambiarci, alle 20. La sera la passiamo come sempre tra i ritrattisti e i negozietti di Leicester, con Kebab, Soho, Burger King, KFC dei poveri, gelato, pizzetta e chi più ne ha più ne metta. In Hotel il rientro è all’una di notte.
Venerdì 20 agosto 2004 Alle 10, dopo l’ultima colazione, lasciamo con mestizia la nostra stanza. I bagagli li lasciamo in custodia e andiamo a comprare gli ultimi souvenir sul Tamigi, sotto la Ruota e il Big Ben prima e a Leicester e Soho dopo. C’è anche il tempo per visitare il mercato di Trafalgar Square e vedere la polizia a cavallo nei pressi di Scotland Yard. Ormai siamo proprio alla fine. Ci accorgiamo però che vicino Trafalgar ci sono parecchi negozietti e ristorantini che non abbiamo fatto in tempo ad apprezzare. Uno in particolare ci colpisce. Vende pizze e pasta. Puoi mangiare fin quando hai fame, per 6 sterline (18.000 lire). Per fortuna, non cadiamo nella tentazione (avremmo perso l’aereo un’altra volta, come lo scorso anno). Alle 15 torniamo a prendere le valigie e raggiungiamo, prendendo per l’ultima volta il 24, la stazione di Victoria, dove il Gatwick Express ci porta in aeroporto. Alle 20 partiamo. Il volo è sereno e tranquillo. In due ore e mezza siamo a Napoli. Ci accoglie un caldo killer che ci taglia quasi le gambe.
E’ finita anche questa vacanza. Ma già siamo pronti per la prossima.