Loira – Bretagna

Francia2000 Appunti disordinati di viaggio (ovvero le ferie girovaghe di una coppia con gatta al seguito) Tappe e distanze Data Tappa 28/07 Sandrigo - Lyon km 730 29/07 Visita a Lyon km 140 30/07 Lyon - Orleans km 500 31/07 Visita ai castelli km 180 01/08 Orleans – Laval km 280 02/08 Visita dei dintorni km 230 03/08 Visita dei dintorni km...
Scritto da: Massimo Milan 1
loira - bretagna
Partenza il: 28/07/2000
Ritorno il: 16/08/2000
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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Francia2000 Appunti disordinati di viaggio (ovvero le ferie girovaghe di una coppia con gatta al seguito) Tappe e distanze Data Tappa 28/07 Sandrigo – Lyon km 730 29/07 Visita a Lyon km 140 30/07 Lyon – Orleans km 500 31/07 Visita ai castelli km 180 01/08 Orleans – Laval km 280 02/08 Visita dei dintorni km 230 03/08 Visita dei dintorni km 280 04/08 Laval – Brest km 420 05/08 Visita dei dintorni km 170 06/08 Visita dei dintorni km 150 07/08 Brest – Challans km 460 08/08 Visita dei dintorni km 150 09/08 Challans – Mont de Marsan km 535 10/08 Mont de Marsan – Arudy km 170 11/08 Visita dei dintorni km 235 12/08 Visita dei dintorni km 140 13/08 Arudy – Carcassonne km 310 14/08 Carcassonne – Avignon km 415 15/08 Visita dei dintorni km 210 16/08 Avignon – Sandrigo km 1100 totale km 6805 28/07/2000 Partenza da Sandrigo alle 6,30. Il tempo si annuncia buono anche se presumiamo che l’afa si farà sentire (fortunatamente l’auto è provvista di climatizzatore). L’autostrada A4 scorre veloce sotto i sedili, e più avanti, al momento del rifornimento, la velocità si farà sentire nei consumi consigliandomi di abbassare ai 130km/h regolamentari l’andatura. On the road decidiamo di deviare verso Piacenza per evitare la tangenziale di Milano, e proseguire poi verso il confine. Alla fine il tempo impiegato sarà equivalente, ma se non altro lo stress da colonna è evitato. A causa d’indicazioni mancanti, o non viste, ci troviamo costretti a passare per il traforo del Frejus pagando ben 60.000 £ per un tratto di 12 km! La cosa ci preoccupa un po’ poiché qualche giorno prima un camion è bruciato all’interno del traforo. Il passaggio è tranquillo, e compatiamo quei colleghi motociclisti che si devono annusare tutto lo smog prodotto dai veicoli in transito. Dopo un tratto lungo le alpi francesi decidiamo di fare una breve sosta presso un ristorante lungo la strada, spendendo 170 FF per un pranzo che non si dimostrerà all’altezza del prezzo. Le persone presenti dimostrano un certo stupore per la presenza di Harley, e cercano di chiamarla ma lei non capisce quel miou miou che loro usano per chiamare i gatti. Proseguiamo verso Lyon alla ricerca di un albergo, e dopo un po’ troviamo alloggio presso un hotel della catena Akena a Priest, un paese dei dintorni (l’unico in posizione abbastanza tranquilla), per un costo di 458 FF (2 notti con colazione), Harley non paga. La sera pranziamo velocemente presso un Mc Donald (sporco) nel cuore della città e ci apprestiamo a fare una visita notturna. Nella piazza principale (Bellecour) troviamo un raduno d’appassionati di roller blade, e sotto la statua, una comitiva di predicatori canterini. Nel tratto che conduce dal fiume alla suddetta piazza, si snoda una serie di ristoranti tipici. Gironzoliamo lungo una miriade di viuzze tipiche, e dopo una passeggiata decidiamo di rientrare in hotel; i km percorsi si fanno sentire.

Al ritorno riusciamo a perderci nella città, a causa della segnaletica non troppo facile da comprendere, e in ogni modo possiamo gustarci il paesaggio della strada che costeggia il fiume. Dopo aver girovagato un’ora per le strade e tangenziali, incontriamo dei poliziotti che, finalmente, c’indirizzano per la giusta via.

29/07/2000 Al mattino ci alziamo di buon’ora e la giornata si annuncia bella. Dopo una rapida colazione, girati verso il muro poiché la zona ristorazione era piccolina, e le raccomandazioni al personale delle pulizie per quanto riguarda Harley, ci apprestiamo a visitare il centro di Lyon seguendo le indicazioni della guida in nostro possesso. Ad un bivio rischiamo un incidente, perché non importano le dimensioni delle strade laterali, ma se non indicato diversamente la precedenza va sempre a destra. L’altro conducente, in seguito alle mie rimostranze, scende gentilmente dall’auto e mi spiega che in Francia le cose vanno diversamente che da noi. Come il solito impieghiamo un’ora e mezzo per trovare parcheggio, e perdiamo l’orientamento. Il centro è piuttosto caotico, e rimango stupefatto quando ci troviamo di fronte ad un viale i cui negozi riguardavano esclusivamente il settore motociclistico ! ci dirigiamo verso il fiume Rhone, e lì ammiriamo un moderno centro nautico. Proseguiamo sul ponte de la Guillotiere e quindi ritorniamo a place Bellecoeur. Dalla piazza imbocchiamo uno dei viali principali della città vecchia, e ci fermiamo ad acquistare degli oggetti in un negozio gestito da un gruppo di gay. Per il pranzo ci avviamo verso un fast-food, e lì sono avvicinato da un clochard che mi dice qualcosa; io per fare l’indifferente rispondo in inglese, ma il tipo mi frega chiedendomi, in inglese, l’elemosina, e alla fine mi fa sborsare qualche franco. Proseguendo verso la stazione, c’imbattiamo in un bar Lavazza che, nonostante il marchio importante, propina un caffè schifoso. All’interno della stazione scopriamo che non siamo gli unici a girare con il gatto; molte persone si avviano ai binari con i trasportini in mano. Un giro veloce in stazione, più per curiosità e per vedere il TGV, e poi ci riposiamo sotto i platani di Piazza Carnot dove guardiamo sorpresi dei cani che si tuffano nella fontana sotto lo sguardo divertito nostro e dei padroni. Con calma ci dirigiamo alla funicolare che ci porterà a N.D. De Fourviere. Alla stazione assistiamo ad una lite furibonda tra alcuni ragazzi ed un signore di mezza età, ma non siamo riusciti a capirne i motivi. Un breve tragitto con il trenino, ed arriviamo sulla cima del colle. Visitiamo la cattedrale con i suoi splendidi mosaici, e dal cortile prospiciente ammiriamo il panorama della città. Scendendo a piedi ci rechiamo al teatro romano, dove decidiamo di non entrare poiché i resti si vedono anche dall’esterno. Rientriamo con calma nel centro della città, e gironzoliamo nel dedalo di vicoli e cortili dei palazzi colmi di turisti. Durante la traversata di un ponte incrociamo un clochard, con un gatto al guinzaglio addestrato ad attraversare la strada ai passanti per ottenere qualche obolo. Alla fine della lunga passeggiata ritorniamo in albergo per cenare, e preparare le valigie per il viaggio del giorno seguente.

30/07/2000 La partenza verso Orleans è alle 9.15, e la giornata se ne va per il tragitto e la ricerca di un hotel, poiché l’ufficio del turismo è chiuso la domenica. Ci accorgiamo della sua chiusura dopo un pellegrinaggio tra vari uffici che mandavano da un luogo all’altro. Alla fine riusciamo a trovare alloggio presso un albergo della catena Fasthotel nella zona commerciale, per un costo di 165 FF, più un supplemento di 15 FF per Harley, nonostante le mie rimostranze. La camera era piuttosto piccola ma abbastanza pulita ed in zona tranquilla. La sera usciamo e facciamo una piccola visita della città le cui attrattive sono la statua commemorativa di Giovanna d’Arco, la sua casa natale, la cattedrale di S. Croce, e qualche palazzo. Le vie centrali della città sono molto tranquille, (in certi punti il silenzio è quasi irreale) e percorrerle a piedi è molto rilassante anche perché il clima è ideale. Per la cena ci affidiamo ai soliti fast-food della catena Mc Donalds, giacché i vari locali presenti offrono dei menù a prezzi piuttosto elevati. Scattiamo qualche fotografia, e appena finito il rullino mi accorgo che gli altri sono rimasti in albergo, quindi il tempo di fare un paio di telefonate e rientriamo in albergo.

31/07/2000 All’inizio ci perdiamo per cercare la cattedrale di Clery S. Andrè segnalata sulla guida, e non trovandola proseguiamo per la visita al castello del 1500 di Chambord, situato nel centro di un parco bellissimo ed in cui perdiamo l’esibizione equestre a causa della ressa di persone che non permetteva di circolare agevolmente; lo stato di conservazione è molto buono e le stanze sono ancora arredate. Durante lo spostamento verso Cheverny, ci fermiamo a visitare il castello, o meglio il maniero, di Villesavin dove allo stesso prezzo dell’intero sito di Chambord possiamo girare solamente l’esterno in pessimo stato di conservazione, dove è possibile ammirare una notevole collezione d’arredi e accessori per le nozze attaverso l’evoluzione dei secoli. Poco prima di Villesavin notiamo un altro maniero ed entriamo a visitarlo; al termine della visita esterna, una signora impreca contro di noi delle frasi incomprensibili e c’invita ad entrare in cassa per pagare il biglietto. Naturalmente facciamo finta di niente e ce n’andiamo, anche perché pagare per ciò che abbiamo visto non vale la pena. Prima di recarci a Cheverny, facciamo un breve giro per Blois, ma decidiamo di proseguire. Giunti a Cheverny ci troviamo di fronte ad una miriade di souvenir per turisti a prezzi oltretutto esorbitanti; pure l’ingresso alla biglietteria è un negozio ! il parco del castello è molto grande e ben conservato, lì troviamo un canile con un branco di segugi dall’odore nauseante, utilizzati per la caccia al cervo, ed un padiglione adornato di trofei ricorda le stragi compiute. In uno dei padiglioni è allestita una mostra di quadri falsi d’autore. Dopo un riposo all’ombra degli alberi sulle rive dello stagno, entriamo nel castello che tra quelli visitati mi ha soddisfatto di più. All’ingresso ci consegnano un opuscolo in italiano, tutte le stanze sono arredate e ben conservate. Al ritorno incrociamo le indicazioni per la cattedrale cercata il mattino e ci rechiamo a visitarla, restando delusi poiché non era nulla di particolare. Rientriamo in albergo e la serata passa riposando.

01/08/2000 Partenza alle 10.00 circa per trasferirci a Laval; durante la colazione la proprietaria dell’hotel ricordandosi di noi come “la coppia del gatto” ne approfitta per farmi, scherzando, la corte notando che Marianna non parla francese ed essendo io l’interprete. Durante il tragitto ci fermiamo a visitare la cittadina di Vendome, dove utilizziamo per la prima volta il marsupio di Harley, e a sorpresa la gatta si dimostra curiosa e tranquilla allo stesso tempo. Le strade che percorriamo ricordano la route 66 americana, fatta di dolci saliscendi e campagne sterminate ai lati. Alle 13.00 circa decidiamo di sostare per il pranzo in un ristorante per camionisti (l’etoile des routiers) che al primo impatto non ci soddisfa ma ci farà ricredere in seguito, poiché si dimostrerà pulito, economico, e munito di buona cucina (e di un ottimo vino che poi farà sentire l’effetto). Durante il pranzo conosciamo dei camionisti, incuriositi dalla presenza all’interno del transporter, che c’invitano a far bere del vino a Harley (cosa che naturalmente non abbiamo fatto). Giunti a Laval gironzoliamo per un po’ alla ricerca di un alloggio, e alla fine decidiamo di pernottare per tre notti presso un altro albergo della catena Fasthotel alla periferia della città, per un costo di 190 FF a notte più colazione e supplemento gatto (questa catena è l’unica che richiede un supplemento animali). Stavolta le camere sono più nuove e pulite del precedente. La sera scendiamo in centro che storicamente offre poco, e ceniamo in uno snack bar greco assaggiando per la prima volta il kebab (un panino con carne alla griglia tagliata in piccoli pezzi). Dopo una passeggiata nelle tranquille vie cittadine, e una birra in una tipica brasserie, decidiamo di rientrare in albergo poiché il cielo si fa minaccioso per un temporale in arrivo.

02/08/2000 Come anticipato, durante la notte imperversa un temporale e questo mi permette di pulire finalmente il parabrezza dell’auto da una miriade d’insetti che sembra attendano solo la nostra auto per suicidarsi. Decidiamo di recarci a Le Mans, e durante il tragitto deviamo per visitare la cittadina di S. Suzanne, un sonnacchioso paesetto dove il tempo si è fermato al medioevo e ricco di stradine e scorci molto caratteristici e tra questi, meritevole di nota, il panorama della vallata che si vede camminando lungo il perimetro del castello. Nei pressi del paese troviamo la ricostruzione di un borgo medioevale; riusciamo ad intrufolarci e scattare qualche foto poiché è aperto solo in alcune giornate dedicate ai turisti (?). Proseguiamo poi per Le Mans, dove visitiamo la cattedrale ed un bel shopping center in centro città. Dopo un pasto veloce seduti su una panchina assieme ad alcuni impiegati, ed un caffè in un bar tipico, ci avviamo al circuito dove si corre la famosa 24 ore.

Visitiamo il museo dell’automobile, ben strutturato e con percorsi obbligati che consentono di ammirare le molte auto esposte. È presente anche una zona dove possiamo assistere ad alcuni filmati, tra cui un giro di pista e i crash test sulle vetture. In un punto del museo è presente un’officina per il restauro delle vetture, separata da una vetrata ed è quindi possibile seguire dal vivo le fasi delle operazioni. Alla fine della visita entriamo nel circuito, ma oltre le tribune non c’è dato da vedere poiché tutto è chiuso, ed un temporale si fa sentire, tanto che ritorniamo alla vettura sotto una fitta pioggia. Rientriamo in albergo sotto una pioggia battente e decidiamo di riposarci, per la giornata seguente che sarà molto lunga … La sera mentre ci rechiamo a cena, notiamo che negli spiazzi circostanti scorrazza un gruppo di conigli selvatici, animali che noteremo anche in altre punti del nostro viaggio.

03/08/2000 Il mattino partiamo di buon’ora alla volta di Fougeres, paese medioevale dove visitiamo il castello guidati da una ragazza che parla bene l’italiano. Le rovine sono oggetto di un buon recupero dopo secoli d’abbandono. Al termine facciamo un giro per la città sotto una pioggia non molto intensa ma fastidiosa; in centro notiamo un grande magazzino che in tempi recenti è stato divorato dal fuoco. Proseguiamo per la cattedrale gotica, e nel giardino comunale abbiamo appena il tempo per una foto che un temporale ci sorprende e ci costringe sotto un gazebo. Appena il tempo lo permette proseguiamo per Saint Malo, e giunti in città lasciamo l’auto in un parcheggio spostandoci poi con un comodissimo bus navetta. Il tempo cambia repentinamente e passeggiamo sotto un sole splendente. Effettuiamo una piccola escursione sulla spiaggia dal colore molto intenso, dove la bassa marea ci consente di arrivare agli avamposti attorno alle mura. Passeggiando sulle mura ci accorgiamo di un piccolo acquario tropicale che, nonostante le ridotte dimensioni, è ben fornito e curato. Percorriamo le vie centrali della cittadina, ma trovandoci immersi in una folla di turisti decidiamo di ritornare all’auto e puntarne il muso verso Mont Saint Michel. Percorrendo la strada che costeggia l’oceano notiamo sulle spiagge molti veicoli a vela che sfrecciano sulla riva, ed un’infinità di localini che offrono la specialità del luogo: crostacei e ostriche. Dopo un’ansa della strada vediamo stagliarsi all’orizzonte la sagoma inconfondibile della penisola. Lasciamo l’auto in un luogo sicuro, e gironzoliamo per la cittadina nell’attesa di vedere la famosa mareggiata, che arriva alle 22.00. Dopo una lunga camminata in salita e attorniati da negozietti che vendono centinaia di carabattole, arriviamo alla cattedrale e decidiamo di non entrare vista la cifra da pagare. Con calma ci riportiamo alla macchina e lì restiamo nell’attesa della mareggiata, contando le decine d’auto italiane (costante che ci accompagna nei luoghi turistici). Finalmente alle 21.30 suona la sirena che avvisa l’arrivo della marea, e gli altoparlanti comunicano agli sprovveduti di spostare le auto. Alla fine restiamo un po’ delusi sia dalla città, che sembra un grosso bazar per turisti, sia dalla mareggiata che non avanza alla velocità che ci aspettavamo. Rientriamo assonnati in albergo, consapevoli che il giorno seguente ci sarebbe stata una lunga tappa alla volta di Brest.

04/08/2000 Il mattino partiamo diretti a Brest decidendo di allungare la strada portandoci sulla costa del granito rosa con visita a Paimpol, passando poi per Morlaix, e Landerneau. Troviamo alloggio a Ploudiry presso una fattoria dispersa tra le colline, che affitta stanze per 200 FF colazione compresa. Fino a quel momento è il miglior alloggio trovato per quanto riguarda tranquillità e dimensioni delle camere. All’arrivo siamo accolti da un intenso odore di stalla, e da una signora corpulenta che sembra uscita da un film. Le camere sono ricavate dalla vecchia stalla, posta di fronte alla vecchia concimaia ora adibita a piccolo altare. Lì vicino troviamo un ariete che si lascia accarezzare come un gatto, ed un recinto con un paio di cavalli. I numerosi (10) figli della padrona di casa ci osservano incuriositi, probabilmente sarà la lingua diversa … 05/08/2000 Parte della mattinata se ne va oziando in fattoria, prima di recarci all’acquario di Brest la cui visita c’impegna per il resto giornata data l’estensione. L’acquario è suddiviso nei tre climi terrestri: temperato, tropicale, glaciale. Per ogni padiglione la quantità d’animali è notevole, e lo spazio a loro disposizione è ampio. All’ingresso del primo padiglione da noi visitato (il temperato), è simulata l’immersione con un batiscafo per mascherare l’ascensore che ci conduce al piano inferiore. Quando ci spostiamo nel padiglione glaciale, c’è offerta una rappresentazione cinematografica della scoperta dei ghiacci, ed al sollevamento dello schermo un nugolo di pinguini incuriositi accorre attorno al vetro di protezione; proseguendo la visita possiamo osservare le otarie in gioco. Nel padiglione tropicale possiamo accedere ad un ascensore panoramico che, trasferendoci al piano inferiore, ci permette di osservare i vari pesci tropicali all’interno di una vasca contenente un milione di metri cubi d’acqua. Prima di uscire dal padiglione, passiamo in un ambiente che ricrea una foresta tropicale, e il disagio per l’umidità elevata è notevole. Tra i padiglioni è presente un cinema tridimensionale, in cui è rappresentata una gita sulle coste dell’oceano. In tutto l’acquario sono presenti stanze multimediali, dove, con l’ausilio di un pc, è possibile guardare decine di filmati in tema marino. È presente inoltre una nursery per i piccoli che nascono all’interno dell’acquario ed un’infermeria per le foche, che qui sono curate e poi liberate.

06/08/2000 Al nostro risveglio la fattoria è immersa in una fitta nebbia, e dopo un’abbondante colazione a base di crêpes, e altri prodotti tipici, decidiamo per una visita al castello di Kerjan consigliatoci dal padrone di casa. Peccato che lo stato di conservazione non sia dei migliori, ma sono in atto numerosi lavori di restauro. In una delle stanze è presente un cinema che proietta dei filmati che narrano la storia del castello, e i lavori eseguiti dai vari proprietari nel corso dei secoli. Naturalmente i filmati non sono in italiano. Uscendo dal castello passeggiamo per il parco dove notiamo le forche usate per impiccare i delinquenti, ed uno stagno un tempo utilizzato per la pesca. Passeggiando m’immagino come dev’essere stato all’epoca il posto con le varie dame e cavalieri. Terminata la visita decidiamo per un tour lungo la costa alla ricerca dei numerosi fari, ma la densa nebbia ci fa desistere dal momento che siamo riusciti a intravederne soltanto uno. Proseguiamo per Brest, ma lo scarso interesse che desta la città ed il brutto tempo ci fanno propendere per il ritorno all’alloggio. Girando per la città notiamo che le strade sono pressoché deserte e ci chiediamo come passino i francesi la domenica. 07/08/2000 Partiamo alla volta di Nimes, percorrendo la costa atlantica, ed inoltrandoci all’interno per visitare i dolmen di Carnac, che scopriamo essere semplicemente una serie di pietre allineate sul terreno. Lungo il tragitto decidiamo di non pernottare a Nimes, ma di proseguire. Dopo un’estenuante ricerca e una miriade di telefonate, troviamo alloggio presso un’affittacamere di Challans per 180 FF a notte senza colazione. La camera è piuttosto ampia, confortevole e abbastanza pulita; peccato il wc non sia nella stanza, ma almeno c’è il bagno. La proprietaria ci concede gentilmente di appendere i panni lavati sul suo stendino. La zona non offre particolari attrazioni, e ci chiediamo come mai tutti gli alloggi siano affollati. La sera usciamo e gironzoliamo per la cittadina che non offre nulla, a parte qualche pub.

08/08/2000 Partiamo per una visita all’isola di Noirmoutier, e ad un bivio troviamo un’indicazione strana dove sono segnalati gli orari delle maree. Non ci bado e proseguo, però una sorpresa ci attende quando arriviamo all’istmo: la strada è allagata per l’alta marea. Colti di sorpresa dalla situazione inattesa, entriamo in un bar e mentre sorseggiamo un caffè, notiamo appese alle pareti fotografie d’auto e camion che galleggiano; evidentemente gli autisti non avevano calcolato la velocità con cui l’acqua copre la strada. Sul tratto di strada non coperto dall’acqua, incontriamo una coppia che viaggia a bordo di una moto di grossa cilindrata, munita di carrello per il trasporto di un grosso pastore tedesco. Ritorniamo sui nostri passi, e percorriamo il ponte che collega l’isola di Noirmoutier alla costa. Dopo una visita alla spiaggia ritorniamo e proseguiamo verso St. Jean de Monts, St. Gilles croix de vie, e les sables d’Olone. In quest’ultimo paese gironzoliamo per il mercato, pranziamo con un’ottima paella, e acquistiamo delle bottiglie di vino come souvenir. La zona non offre spunti storici, ma in compenso il panorama delle spiagge è molto bello.

09/08/2000 Al mattino, dopo aver nascosto i danni provocati alla stanza da Harley, facciamo colazione in un pub sotto l’alloggio che, al primo impatto, non da buon’impressione la pulizia, però ormai siamo entrati. Ci trasferiamo a sud seguendo la costa atlantica, decidendo di trascorrere qualche giorno nella baia d’Arcachon, ma l’impresa è davvero impossibile poiché non riusciamo a trovare un posto libero nonostante fossi simpatico all’impiegata dell’ufficio turistico. Chilometro dopo chilometro arriviamo sino a Bordeaux, e lì la situazione caotica ci fa desistere nella ricerca quindi proseguiamo imperterriti fino a Mont de Marsan dove finalmente troviamo un letto per 300 FF colazione compresa, suscitando lo stupore dei presenti quando portiamo dentro il trasportino con la gatta. I paesaggi marini lungo il percorso sono molto belli, peccato che la fretta ed il nervosismo non ce li facciano apprezzare. Dopo la doccia decidiamo di cenare presso un fast food lì vicino data l’ora tarda; per il pranzo ci siamo fermati lungo la strada in un ristorante per camionisti.

10/08/2000 Con calma ci trasferiamo ad Arudy, con la prospettiva di riposare un paio di giorni, e giunti sul posto cerchiamo una camera. Troviamo un grazioso chambre d’hotes che però ha disponibilità solo per quella notte. Accettiamo, e dopo pranzo ci rechiamo all’ufficio del turismo e lì un’impiegata riesce a riservarci una camera per le notti seguenti; un colpo di fortuna poiché gli occupanti sono partiti con due giorni d’anticipo. Tranquillizzati dalla notizia, andiamo a mangiare qualcosa in un bar della piazza. In questo sperduto paese, facciamo la conoscenza di un cameriere proveniente dalla Costa d’avorio che parla bene la nostra lingua (!), e dopo esserci rifocillati torniamo nella camera a riposare. La sera, dopo un lunga chiacchierata con i padroni di casa, ceniamo in una brasserie del luogo ed io per la prima volta assaggio una deliziosa zuppa di cipolle, accompagnata da un ottimo vino spagnolo (il titolare del ristorante è spagnolo).

11/08/2000 La mattina trascorre nel trasloco presso la cittadina di Bilheres en Ossau presso un altro chambres d’hotes. La proprietaria è un’anziana signora simpatica ma un po’ rompiballe, (niente a che vedere con la precedente) non perde occasione per ripetere che non possiamo mangiare in camera. Nella tarda mattinata ci rechiamo a Lourdes percorrendo una strada panoramica tra i monti, e incrociando le grotte di Betharram che decidiamo di visitare il giorno seguente. Giunti nella città notiamo come si respiri un’aria di consumismo e sfruttamento dei pellegrini impressionante. Tutto cambia quando varchiamo i cancelli del santuario. All’interno ci s’immerge in un ambiente mistico e spirituale, e guardando le condizioni altrui ci sentiamo di non chiedere nulla. Un enorme auditorium sotterraneo ci accoglie all’entrata, e dopo averlo visitato ci avviamo alla basilica. L’interno è completamente decorato da mosaici rifiniti in oro, che però si deteriorano a causa delle infiltrazioni d’umidità. Ci sediamo di fronte alla grotta ed osserviamo una lunga fila di persone che attende il turno per avvicinarsi alla figura della Madonna, e attorno, chi in piedi e chi addirittura in ginocchio, persone che pregano per una grazia. L’atmosfera è talmente particolare che non mi accorgo che inizia a piovere, fino al momento in cui il temporale si fa insistente e ci costringe al riparo nella stanza dove sono descritti i miracoli, e la cosa c’impressiona un po’. Al ritorno, valicando il passo di col d’Aubesque, una famiglia di gipeti volteggia sopra di noi. Giunti sulla cima ci soffermiamo a passeggiare tra i cavalli e le mucche che gironzolano in libertà. Un cartello che descrive una giostra austriaca attira la nostra attenzione, ma quando scopriamo che si tratta di una semplice discesa veloce su una fune restiamo delusi. La sera ceniamo nuovamente nella solita brasserie, stavolta all’interno a causa della pioggia.

12/08/2000 Durante la colazione facciamo la conoscenza di una coppia francese in partenza per la Spagna, e dopo una chiacchierata che mi permette di ricordare un precedente nostro viaggio, ci avviamo alle grotte di Betharram. All’arrivo ci accoglie una guida che ci spiega, in italiano, di attendere l’autobus che ci porterà all’ingresso vero e proprio delle grotte. Le grotte si sviluppano in verticale per una profondità di circa 80 m, e sono composte di varie stanze con composizioni fantasiose quali pipistrelli, mucche, ecc. E verso la fine della visita, c’imbarcano su di un battello con foggia vichinga per attraversare un fiume sotterraneo, rimasuglio di quello che modellò le grotte. La parte finale della visita è a bordo di un trenino che sfreccia ad alta velocità tra le rocce che ci sfiorano la testa. Al pomeriggio ritorniamo a Lourdes e facciamo un giro per il centro della città, a guardare gli innumerevoli negozietti che vendono le stesse carabattole. La sera facciamo un giretto a Pau, una tranquilla cittadina poco movimentata, che aiuta a rilassarsi.

13/08/2000 Ci spostiamo a Carcassonne, da molte persone definita come una città molto bella, ma al nostro arrivo l’impressione è totalmente diversa. Ci appare come un luogo caotico, afoso, sporco, e oltretutto fatichiamo a trovare alloggio. Eppure le strade percorse promettevano bene, immerse in campagne bellissime che ricordano le sierre spagnole. A fatica, dopo decine di telefonate, troviamo alloggio presso un albergo in centro città; restiamo stupiti dell’inattesa fortuna, ma giunti nei pressi dell’hotel capiamo la ragione … L’albergo è posto in una via rumorosa, è poco pulito, e tutti i servizi (bagno e wc) sono in comune con le altre stanze; la temperatura dentro la camera è elevata, il tutto per 207 FF colazione compresa e fortunatamente si tratta di una sola notte. Il nostro schifo è confermato da Harley che si rifiuta di uscire dal trasportino! Dopo una doccia conquistata sui secondi rubati agli altri ospiti, usciamo per cenare. Nonostante tutto quando scendiamo notiamo il cartello tutto esaurito. Troviamo posto in un ristorante carino all’aperto lungo il fiume che attraversa la città, e lì notiamo che i turisti italiani riescono sempre a distinguersi (telefonino e apparecchi fotografici appoggiati sul tavolo, discorsi a voce alta, e poco adeguamento agli usi e costumi locali). Dopo una cena leggera a base d’insalate del luogo, ci dirigiamo a piedi verso la città medioevale posta sulla cima di un colle, dove speriamo di fuggire dall’afa che opprime la zona (unico luogo dove stiamo a ns. Agio è all’interno dell’auto climatizzata). Giunti sulla cima ci troviamo immersi in un clima allegro e festaiolo, la ressa è notevole e c’immergiamo divertiti nella folla. Visitiamo le mura esterne della fortezza illuminate a giorno, scattiamo qualche foto in notturna, ed assistiamo ad uno spettacolo di saltimbanchi con il fuoco. La piazza centrale della cittadina, gremita di tavolini dei ristoranti, mi ricorda le città spagnole. Un po’ a malincuore rientriamo presto poiché l’indomani ci aspetta un lungo viaggio alla volta di Avignone.

14/08/2000 Il mattino ci alziamo e facciamo colazione affiancati da una coppia di francesi che puzzano di cane morto (bell’inizio di giornata), e dopo non poche difficoltà a caricare l’auto ci avviamo verso Avignone. Percorriamo una strada bellissima, che scorre in mezzo alle campagne, e ci fermiamo per il pranzo in un locale caratteristico lungo la strada dove, dopo le nostre lamentele, la cameriera si decide ad assegnarci un tavolo per tre persone, poiché non vogliamo appoggiare Harley a terra. Ripartiamo alla volta di Nimes, ma giunti nei pressi della città decidiamo di proseguire per Avignone poiché il caos è notevole. Lungo il tragitto assistiamo ad una rissa tra automobilisti per ragioni imprecisate (forse un sorpasso azzardato). Dopo un pellegrinaggio alloggiamo presso un hotel della catena Village; pulito, confortevole e appena fuori città. Dopo cena visitiamo la città, poiché, memore di una mia precedente visita, durante il giorno il clima è caldo ed afoso, ed anche perché di sera le città hanno un fascino particolare. Ciondoliamo pigramente lungo le vie affollate di turisti della città, e nei pressi del ponte Saint Benezet colgo l’occasione di fotografare una nutria che nuota tranquillamente nel fiume. Mentre assistiamo allo spettacolo di una specie di saltimbanco, incontro un mio vecchio compagno di scuola; i casi della vita.

15/08/2000 La visita odierna riguarda la Camargue, con le sue paludi e le sue saline. Principale cittadina della zona è Aigues mortes (acque morte), dove troviamo nel circondario un marchè aux puices (mercatino delle pulci) dove vendono di tutto, anche cose assurde. La città è circondata da alte mura, e questo impedisce al vento di penetrare tra i vicoli creando un’atmosfera d’afa e caldo opprimenti. L’atmosfera è talmente calda, che una ragazza si tuffa in una fontana! Proseguendo con l’auto, arriviamo in un punto dove c’imbarcano l’auto su un traghetto per attraversare il fiume Rhone. Durante il viaggio incrociamo degli acquitrini con dei fenicotteri rosa intenti a pescare, e alcuni aironi ci sorvolano. Alcuni problemi di temperatura del motore ci spingono a rientrare in albergo, risolti poi lavando il radiatore intasato dai numerosi insetti e dalla sabbia raccolta durante il viaggio. 16/08/2000 Il mattino ci alziamo presto e, dopo aver fatto il pieno di carburante, ci avviamo verso casa. Facciamo una breve sosta a Saint Tropez per ammirare qualche yacht, poi proseguiamo lungo una bellissima strada che costeggia il mare a destra, e sulla sinistra una ripida scogliera. Un passaggio veloce a Cannes, e via verso l’Italia. Un passaggio veloce sui boulevards di Nizza non poteva mancare, anche per ricordare il viaggio di nozze fatto cinque prima. Oltrepassato il confine inizia il pellegrinaggio alla ricerca di una camera per la notte, ma manco a dirlo non troviamo un posto libero a meno di prezzi esorbitanti. Nel frattempo è scesa la notte ed Harley inizia a dare i primi cenni d’indolenzimento sollevandosi dentro il trasportino. A questo punto la decisione: si tira diritto fino a casa, brevi soste per il rifornimento e qualche caffè. A Piacenza il sonno si fa sentire e decido di fermarmi un’ora per riposare. Erano anni che non vedevo sorgere l’alba mentre guidavo, e finalmente la sagoma di casa. In totale quasi 24 ore di viaggio.



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