Liverpool mordi e fuggi
LUNEDI’ 18 FEBBRAIO 2008 Con un gruppo di amici, nel primo pomeriggio siamo partiti da Padova alla volta dell’aeroporto di Treviso dove, con un puntualissimo volo Ryanair, abbiamo raggiunto Liverpool. Appena fuori dall’aeroporto abbiamo preso l’autobus 48A per raggiungere l’albergo dove avevamo prenotato: hotel Campanile in Chaloner Street. Costo di una camera doppia: 54,95 £ (77,00 €) per il lunedì, 75,00 £ (105,00 €) per il martedì (era il giorno della partita…).
Messi giù i bagagli, ci siamo subito incamminati verso il centro, alla ricerca di un posticino dove mangiare. Ci siamo fermati al Blue Bar presso l’Albert Dock, dove abbiamo mangiato “fish and chips” e hamburger con patatine, il tutto innaffiato da buonissima birra chiara. Abbiamo speso circa 20,00 £ (27,00 €) a testa.
Con una breve passeggiata abbiamo poi raggiunto il famoso pub “Doctor Duncan’s” in St John’s Lane. Si tratta di uno dei pub storici della città, dove si respira la vera Liverpool! Ci siamo seduti attendendo che venissero a prenderci le ordinazioni. Solo dopo un po’ abbiamo capito che non c’era servizio al tavolo, ma bisognava ordinare al bancone. Nella grande varietà offerta, noi abbiamo optato per la birra tipica di Liverpool, rivelatasi poi veramente squisita! Poi con una lunga passeggiata siamo rientrati in albergo.
MARTEDI’ 19 FEBBRAIO 2008 Visto che la colazione in hotel costava molto, abbiamo ripiegato sul Mc Donald’s di fronte, dove abbiamo bevuto un cappuccino, ovviamente molto lontano dai nostri abituali standards. Con l’autobus 27, che passava lì vicino, siamo andati subito allo stadio, il mitico “Anfield” sull’omonima Anfield Road. Da fuori non è molto diverso da molti altri stadi, ma alla sera ci siamo resi conto che dentro è tutta un’altra musica… Abbiamo visitato sia il museo (5,00 £ – 7,00 €) che il grandissimo negozio ufficiale, dove abbiamo comprato qualche ricordino. Durante il tragitto in autobus abbiamo potuto notare come il centro sia molto pulito e ben curato, ma nelle immediate periferie il discorso sia ben diverso. Ci sono interi quartieri semi-abbandonati, con case murate e disabitate. E anche nelle vie popolate, il degrado non manca…
Con l’autobus 26 siamo quindi tornati in albergo per mettere giù la roba e abbiamo mangiato qualcosa al Mc Donald’s. Con una breve passeggiata ci siamo poi recati al museo dei Beatles presso l’Albert Dock. L’entrata costa 9,99 £ (13,50 €). Secondo noi sono soldi ben spesi, perché l’atmosfera che si respira è veramente magica. Non si può né fotografare né filmare. Con l’autobus siamo tornati quindi allo stadio, perché ormai mancavano poche ore alla partita, che doveva iniziare alle 19:45. Siamo arrivati all’Anfield verso le 17:30. C’erano ancora pochi tifosi locali, e quei pochi non ci hanno dato alcun fastidio, seppure noi fossimo riconoscibilissimi come tifosi avversari. Qualche foto sotto il famoso “You’ll never walk alone” e poi verso le 18:15 siamo entrati allo stadio. Ma qui bisogna spendere qualche parola.
Noi siamo abituati agli stadi italiani, dove ci sono una marea di controlli prima di entrare: al prefiltraggio ti guardano biglietto, documento, e ti perquisiscono, poi passi attraverso degli enormi tornelli dove c’è anche l’addetto con il metal detector, poi all’inizio delle scale ti riguardano il biglietto, poi se sei in un settore particolare uno steward vuole rivedere un’altra volta il biglietto. Noi abbiamo sempre sentito che era una prassi copiata dagli stadi inglesi, che sono diventati i più sicuri d’Europa. Nulla di più falso. I dilettanti che governano il nostro calcio hanno solo scimmiottato gli inglesi, non hanno capito nulla. Allora è andata così: siamo entrati attraverso un piccolo tornello del primo dopoguerra, uno steward ci ha strappato il biglietto, fine. A quel punto la domanda era d’obbligo: come mai nei nostri stadi ci sono tanti controlli e poi entra di tutto (striscioni, petardi, bombe carta, etc.), mentre qui non ti controlla nessuno ma non accade assolutamente nulla? Molto semplice: i nostri stadi sono delle zone franche dove gli ultrà si sentono liberi di poter fare quello che vogliono, e gli esempi potrebbero essere tanti. Negli stadi inglesi, invece, chi muove un dito al di fuori delle regole sa per certo che non la passerà liscia, e anzi la pagherà cara, molto cara. A tal proposito vi facciamo due esempi.
Nella curva dei supporters interisti, tre tifosi volevano sedersi sui gradini di passaggio a fianco alle seggioline, per stare vicini ai loro amici. Gli stewards hanno chiesto loro di togliersi e di andarsi a sedere ai propri posti. Al rifiuto dei tre, gli stewards li hanno presi e portati fuori, così non hanno visto la partita.
Il secondo episodio è avvenuto a pochi metri da noi, dopo il primo gol del Liverpool. Il pallone è uscito dal campo e un ragazzino l’ha restituito a Stankovic tirandoglielo forte, tanto da prenderlo quasi in faccia. Un poliziotto a bordo campo ha visto la scena ed è andato a redarguire il ragazzino, facendogli segno che se l’avesse fatto un’altra volta sarebbe uscito.
Quando mancava mezz’ora all’inizio della partita lo stadio era ancora vuoto. Poi nel giro di 10 minuti si è completamente riempito. Pochi minuti prima del fischio d’inizio tutti i loro tifosi (ma proprio tutti) hanno cantato insieme l’inno “you’ll never walk alone”, accompagnato da una grande sciarpata. Lo spettacolo è stato tale che tutti i tifosi nerazzurri li hanno applauditi. Il tifo è stato assordante per tutta la partita, con tutto lo stadio (non solo la curva) che sosteneva i propri beniamini. Tifavano tutti: anziani, donne, bambini… Veramente un ambiente incredibile. Eravamo in tribuna centrale proprio in mezzo a loro, eppure nessuno ci ha mai dato fastidio. Nessun insulto è stato rivolto ai nostri tifosi assiepati nella curva ospiti. Anzi, a fine partita il pubblico della tribuna, uscendo, li ha applauditi. E i nostri, a loro volta, hanno ricambiato. Insomma un’esperienza incredibile, un modo di vivere il calcio in maniera “totale”, ma nell’assoluto rispetto dell’avversario. Quanto siamo ancora lontani da loro, dal punto di vista della cultura sportiva… Altro che tornelli…
Al termine della partita, con il solito autobus 26, siamo tornati in albergo, non senza aver prima mangiato qualcosa al Mc Donald’s di fronte.
MERCOLEDI’ 20 FEBBRAIO Avendo la mattinata a disposizione, ne abbiamo approfittato per visitare la cattedrale di Liverpool, raggiungibile dall’albergo con una passeggiata di 20 minuti. Si tratta della cattedrale più grande di tutto il Regno Unito. Ed effettivamente, sia dentro che fuori, è veramente maestosa. All’interno c’è addirittura un bar, un negozio di souvenirs e uno spazio interattivo in cui viene presentata la storia della cattedrale. L’entrata è gratuita, mentre si paga la visita allo spazio interattivo (4,75 £ – 6,50 €) e la visita alla torre alta 101 metri (4,25 £ – 5,70 €).
Passando davanti al quartiere di Chinatown, siamo poi rientrati in albergo per prendere i bagagli. Con l’autobus 500 siamo andati in aeroporto dove, alle 16.10, ci siamo imbarcati per tornare a Treviso.
Per vedere anche le foto di questo viaggio, potete consultare il nostro sito www.Laycla.It.