Lisbona story
Usciamo dall’hotel e decidiamo di fare una passeggiata a piedi per prendere confidenza con la città, ma anche per sgranchire le gambe che ancora soffrono per il volo. Ci incamminiamo per l’Avenida de la Libertade e arriviamo fino in Piazza del Rossio. In ogni angolo c’è qualcuno che cerca di farti entrare nel suo ristorante, ma decidiamo in un fast food. Dopo cena ci dirigiamo verso Praca do Commercio ma purtroppo è tutta recintata, stanno rifacendo la pavimentazione. Un po’ delusi ritorniamo in hotel, stavolta però in metro.
1 giorno Dopo una lauta colazione in hotel ci dirigiamo verso l’Alfama. Compriamo la Lisboa Viva, la carta per metro, bus, tram e elevador che si carica ogni volta dell’importo che serve. Noi facciamo sempre il giornaliero, per 3,70 euro vale proprio la pena. All’uscita della metro andiamo a prendere il famoso tram 28 che ci porterà a scoprire l’Alfama, il quartiere più antico e meno distrutto dal terremoto del 1755. Un cosa da ricordare è che Lisbona è tutta un saliscendi, è su sette colline, perciò le viuzze dell’Alfama oltre ad essere strette sono anche belle ripide. Prendiamo il tram 28, in legno e lamiera, e scendiamo davanti alla Cattedrale o la Sé. Dall’esterno sembra una fortezza ma all’interno è una sorpresa. Usciti dalla Sé ci dirigiamo alla vicina chiesa di S. Antonio. E’ una vecchia chiesa francescana costruita sulla casa di S. Antonio. Riprendiamo il 28 e ci fermiamo al Miradouro di Santa Luzia. Se non fosse per gli azulejos questo posto mi ha deluso tantissimo. La visuale sul Tejo non è delle migliori, ed è deturpata da lamiere, gru e tanta sporcizia. Il panorama lo vedremo benissimo da altri posti. Da qui prendiamo il 37 e ci dirigiamo al Castelo di Sao Jorge. Tutta la zona intorno al Castelo è molto particolare, fatte di viuzze, porte colorate, finestre con gabbie per uccellini, tutto molto lusitano style. Facciamo il biglietto ed entriamo. La prima cosa che colpisce gli occhi è lo splendido panorama. Lisbona e tutta ai tuoi piedi, scorgi ogni minimo dettaglio fino al ponte 25 aprile, al Cristo e all’oceano in lontananza. Del Castello originario è rimasto ben poco. Molto interessante è camminare sulle mura, offre sempre scorci diversi della città. In un atrio del castello c’è anche una chitarra che suona il fado e rende tutto più suggestivo. Torniamo a prendere il 28 a andiamo a vedere il Monastero di Sao Vicente De Fora. L’avevamo visto già dal miradouro, ma da vicino è molto maestoso. Facciamo il biglietto ma purtroppo non possiamo vedere la chiesa che è in restauro. Noi siamo qui per gli azulejos e non ci deludono! Ce ne sono dovunque e tutti bellissimi. La visita inizia con il refettorio dei monaci con gli azulejos dei re portoghesi e le loro battaglie e finisce con una chicca, la mostra degli oggetti sacri del monastero. Anche il chiostro che porta alle tombe reali e tappezzato di azulejos bianco e azzurri. Il pantheon reale devo dire mi ha messo un po’ di angoscia, ma solo perchè le tombe dei re sembravano abbandonate, neanche un militare o una guardia d’onore, tutte uguali catalogati in buon ordine sui lati e divisi per famiglia. Non c’era tantissima gente ma ne vale la pena visitarlo. Usciamo e aspettiamo il 28 che ci porterà giù fino a Rua Augusta. Da qui ci dirigiamo all’Elevador de Santa Justa. Meno male che con la carta Lisboa Viva non si paga altrimenti non ne vale la pena. Neanche tanto scenografico all’esterno, forse vale la pena solo per il panorama che si gode dalla sommità. L’Elevador ci porta alla Chiesa del Carmine. Questa era una delle più grandi di Lisbona che fu distrutta dal terremoto e così l’hanno lasciata. All’interno adesso c’è il museo archeologico. La piazzetta all’esterno è molto animata, è uno spaccato di vita portoghese con i vecchietti che giocano a carte e un tipo che suona. Rientriamo in hotel per una veloce doccia e poi si va a cena. Ci facciamo consigliare dal receptionist un ristorante non turistico e ci andiamo. Di turisti effettivamente non ce ne sono ma in compenso si mangia benissimo. Al ristorante vi portano sempre dei formaggi o altre sfizioserie come antipasto ma se voi non le toccate non le pagate. Abbiamo preso il Bacalu ed era molto buono. Dopo cena un piccolo giro per il quartiere e poi a nanna.
2 giorno Solita colazione in hotel e poi si parte in direzione Belem. Prendiamo il tram 15 da Praca do Commercio e dopo circa una mezz’oretta siamo a Belem. Andare in tram è bello perché oltre a vedere spaccati di vita locale vediamo anche i dintorni come le case colorate dei pescatori prima di Belem, passiamo sotto il ponte 25 Aprile etc. Sul tram pochi turisti. Scendiamo dal tram proprio di fronte al Monasterio de los Jeronimos. Dall’esterno è immenso e tutto in stile barocco manuelino. Evitiamo gli assalti da parte degli zingari che vogliono venderci di tutto ed entriamo nella chiesa. Questa degli zingari, purtroppo, è una cosa a cui ci si dovrà fare abitudine a Lisbona, come ai venditori di fumo in strada. L’ingresso alla chiesa è gratuito, per il monastero bisogna pagare ed è abbinato con la torre di Belem quindi conviene. La chiesa è meravigliosa, il chiostro sembra ricamato come un merletto e pensare che è pietra! Passando la piazza ci troviamo al monumento alle scoperte, che visto da questa parte non rende molto, lo si gode meglio dal fiume. Dal monumento ci dirigiamo verso la torre di Belem! Vedere la torre vale quasi tutto il viaggio a Lisbona. E’ incredibile, un gioiello in mezzo al fiume che di lì a poco diventa mare. La visita inizia dalle prigioni nell’interrato fino alla cima passando per i vari locali di rappresentanza. Voglio andare alla pasticceria più antica della città dove si fanno le famose Pasteis de Belem. Il locale è tutto in legno bianco e blu con azulejos. Ci sediamo e prendiamo delle pasteis, sono veramente ottime spolverate con zucchero a velo e cannella. Dopo esserci ristorati ci incamminiamo a prendere di nuovo il tram. Passiamo davanti il Palazzo di Belem che è la sede della presidenza della repubblica dove assistiamo a un mini cambio della guardia. Da qui il tram ci porta al Parque das Nacoes, il nuovo quartiere costruito per l’expo del ’98. Andiamo subito all’Oceanario. La vasca centrale è grandissima ed è tematizzata per angoli anche se i pesci vanno liberi in tutta la vasca. Ci son pinguini, leoncini marini, uccelli, foresta tropicale oltre a vari tipi di pesci e spugne. Soffermatevi sul pesce drago, non ci si crede. Dall’Oceanario prendiamo la cabinovia sospesa sul fiume e ci ritroviamo ai piedi della torre dell’expo. Da sopra vediamo tutto il quartiere e per me che sono un appassionato di architettura moderna è una pacchia. Qui ha operato il mio architetto preferito , Calatrava. In lontananza si vede anche il ponte Vasco da Gama da lui progettato che unisce le due sponde del Tago ed è lunghissimo, 17 km. Ci fermiamo al Centro commerciale Vasco da Gama, molto grande e ben tematizzato. Alle spalle c’è la stazione Oriente, altra perla di Calatrava. Ceniamo all’ultimo piano in una churrascheria dove prendiamo un piatto unico per 10,00 euro. 3 giorno Oggi sveglia presto, dobbiamo riuscire a prendere l’autobus per Fatima a un orario decente. Per arrivare a Fatima ci vuole un ora e mezza d’autobus e si prende dalla stazione degli autobus alla fermata Jardim botanico. La immaginavo diversa, ci troviamo di fronte a un immensa spianata dove al termine c’è la Chiesa e a un lato la Cappellina delle Apparizioni. L’altro capo della spianata è occupato dalla nuovissima chiesa che hanno costruito da poco. Ci fermiamo alla Cappellina e osserviamo le persone che sfilano in ginocchio attraverso un percorso segnalato da una lunga striscia di marmo dall’ingresso della spianata fino a qui. La chiesa all’interno è molto semplice e abbastanza piccola. Ai due lati sono sepolti i due pastorelli e Suor Lucia traslata da Coimbra l’anno scorso. Da vedere è la mostra dell’oro e degli oggetti donati al Santuario. Da ammirare soprattutto la corona con incastonato il proiettile che colpì Giovanni Paolo II. Fatima è totalmente diversa da Lourdes, meno commerciale e meno hotel, più intima. Da Fatima ci spostiamo a Coimbra, sempre in autobus e ci mettiamo un oretta. Coimbra sembra molto più tracurata di Lisbona. Tra le viuzze sbocchiamo nella Praca do Commercio dove è in corso una festa del raccolto. Assistiamo a balli tipici, costumi antichi e soprattutto cibi genuini e fatti per l’occasione. Da gustare le pastel di Santa Clara, una cosa buonissime. Passiamo attraverso i vicoli del vecchio quartiere arabo per arrivare alla cattedrale vecchia e poi la nuova. Scendiamo giù e diamo uno sguardo a Coimbra dall’altra parte del fiume. Al tramonto sembra si incendi, è di un colore rosso vivo. Prendiamo il treno questa volta e torniamo a Lisbona in due ore e mezzo. E’ tardi, ci fermiamo al solito fast food e torniamo in hotel.
4 giorno Anche oggi si va fuori Lisbona, si va a Sintra. Prendiamo il treno urbano dalla stazione del Rossio. Per Sintra dobbiamo acquistare una carta Lisboa Viva extraurbana. Arriviamo alla stazione e ci incamminiamo verso il Palacio Nacional. Il centro di Sintra è minuscolo, il municipio è solo l’antipasto di quello che vedremo dopo. La strada per raggiungere il Palacio Nacional è agevole anche a piedi. Oggi è domenica e si entra gratis fino alle 13,00. Quello che colpisce all’esterno di questo palazzo sono i due grandi coni che emergono dalla struttura che sono i camini delle cucine. All’interno percorrendo le varie stanze non c’è tanto da vedere tranne i mobili e la sala da pranzo. Il clou, appunto, sono le cucine. Immense e tuttora, volendo, funzionali. I due coni più che da camini funzionavano come una cappa d’aspirazione che convogliava tutto all’esterno. Davanti all’ufficio informazioni c’è la circolare che che porta fino al Palacio da Pena. Qualcuno si avventura a piedi ma lo sconsiglio vivamente a meno che non siate appassionati di trekking e vi portiate l’attrezzatura adeguata. La strada è tutta in salita in mezzo ai boschi. Riusciamo a prendere l’autobus, super pieno e dopo qualche curva arriviamo al castello moresco. Non scendiamo perché non c’è tanto da vedere. La prossima fermata è il Palacio da Pena. Scendiamo, sono passate le tredici, quindi, dobbiamo pagare. All’interno c’è un pulmino old style che per un euro ci porta fin su al castello. Da sotto le mura il colpo d’occhio è spettacolare. Sembra il castello del Lego. Mai vista un accozzaglia di stili e colori messa insieme con il risultato di una costruzione imponente e particolare. L’interno non è da meno. Il palazzo è stato usato fino ai primi del secolo scorso e non ha subito razzie o incursioni. Gli arredi, sono quindi tutti originali e anche le suppellettili. A dire la verità l’interno riflette un po’ l’esterno producendo un risultato tipo il Vittoriale di D’Annunzio. Facciamo un giro sulle mura e ammiriamo il panorama. L’occhio spazia fino all’oceano. Ci fermiamo per una sosta sulla terrazza e poi ci dirigiamo all’uscita. Riprendiamo l’autobus e torniamo alla stazione. E’ ormai pomeriggio inoltrato e decidiamo di tornare a Lisbona. Stasera cena in un ristorantino a due passi dalla stazione del Rossio.
5 giorno Stamattina ci siamo fatti prendere un po’ dalla pigrizia. Siamo usciti tardi e abbiamo visitato un po’ i dintorni dell’hotel. Siamo stati al Parque Eduardo VII di fronte l’hotel. Il parco è grandissimo e molto curato. C’è al suo interno un padiglione qui ricostruito dall’esposizione universale di Rio del 1922 che ha alle pareti degli azulejos a dir poco stupendi. Diventerà un museo dello sport. Questo pomeriggio vogliamo fare la crociera sul Tejo. La consiglio a tutti. Siamo partiti dal Terreiro do Paco, la stazione marittima di fronte a Praca do Comercio. Dalla nave si può veramente capire quanto sia grande questo fiume. Lisbona dal fiume è tutta un’altra visuale. Si passa dalle case multicolori e addossate l’una all’altra dell’Alfama alle stupende architetture moderne del quartiere dell’esposizione fino al gioiellino sul fiume che è la Torre di Belem. Scesi dalla barca ci dirigiamo verso l’Alfama per un’altra visita e arriviamo fino al Miradouro da Graca. Devo dire che l’Alfama di sera non da sensazione di sicurezza. Riprendiamo il tram 28 e ci facciamo il tour della città. Passiamo dal supermercato vicino l’hotel che prepara anche piatti pronti e ceniamo a base di baccalà e altre specialità lusitane nella nostra camera.
6 giorno Oggi piove a dirotto. E’ il primo giorno con un tempo così brutto, meno male che è alla fine. Volevamo andare a Porto ma con questa pioggia decidiamo di rimanere a Lisbona. Ci dirigiamo verso Campo Pequeno per vedere l’arena delle corride. Questa è stata trasformata, però, in un centro commerciale. Hanno lasciato solo l’Arena in cui adesso fanno solo concerti. Un po’ delusi andiamo verso il Bairro Alto per rivedere le cose che abbiamo fatto superficialmente. Durante un acquazzone ci rifugiamo nel centro commerciale del Chado, Amoreiras.. Passiamo dal Rossio e visitiamo la Chiesa di San Domenico. La Chiesa è enorme ma all’interno semidistrutta. Questo quartiere è multietnico con dei negozi a dir poco antiquati. Vicina alla Piazza c’è lo storico negozio della Ginjinha, il liquore di ciliegia. Fateci tappa è buonissimo. Non ne ho parlato ma quasi ogni sera ero lì. La nostra ultima cena a Lisbona la facciamo in un ristorantino all’angolo di rua da porta de santo Antao la cui specialità è lo spiedone di carne o pesce alla griglia. Viene servito con patate fritte o bollite. E’ una vera leccornia e poi i camerieri sono molto simpatici. Se potete andateci.
7 giorno Si parte! Anche Lisbona ci saluta triste con la pioggia. Ultimo shopping per il parentame e andiamo all’aeroporto. Lisbona è un esperienza da fare. E’ molto diversa dagli altri posti dove siamo stati. Solare ma malinconica. E’ un atmosfera molto particolare. I lusitano sono molto cordiali e affabili. Prima di partire vi consiglio di leggere il libro di Saramago “Viaggio in portogallo” e ascoltare qualche canzone della grande Amalia Rodriguez, la regina del Fado, comprenderete meglio questa città.