Lisbona, Natale e Rota Vicentina

Visita della città, poi trekking di 10 giorni sulla 'Rota Vicentina', 'Hystorical way', circa 230 chilometri tra oceano e campagne nel sud del Portogallo fino al Cabo de Sao Vicente
Scritto da: Massss
lisbona, natale e rota vicentina
Partenza il: 23/12/2014
Ritorno il: 06/01/2015
Viaggiatori: tre
Spesa: 2000 €

Lisbona, Natale e Rota Vicentina

Il tempo di riprendermi dalla significativa esperienza Himalyana fatta in Nepal, di lavorare quel tanto che basta per rimettere a posto un po’ le cose ed eccoci di nuovo sulla strada, cioè a casa.

Non so neanche io bene perchè, ma mentre stavo studiando il modo di ‘bypassare’ le festività natalizie minacciosamente incalzanti sognando altri viaggi in oriente, mi ritrovo d’improvviso proiettato a Lisbona alle prese con un improbabile ‘cammino’ da poco coniato con il nome di ‘Rota Vicentina’.

Questo grazie a quell’ingegnare ‘sui generis’ del mio amico Amgiad, giovane intraprendente palestino-bergamasco giramondo, evidentemente altrettanto ‘amante’ dei riti familiar-popolari quanto me.

C’è anche Catarina, incontrata all’aeroporto di Katmandu. Portoghese, di Lisbona, pubblicitaria e tosta, direi, che ‘sponsorizza’ il cammino proponendocelo.

Insomma, com’è, come non è, il 23 Dicembre ci ritroviamo tutti a Lisbona e la sera siamo al tavolo del Restaurant ‘A Champanheria’ dove gustiamo una deliziosa cenetta in compagnia di altri due amici ‘indigeni’ colleghi di Catarina. Anche loro una coppia di trekkers, reduci da un’ esperienza nepalese di circa due anni fa e accomunati dalla passione per le camminate.

L’indomani, con il solo Amgiad, mio compagno di stanza, eccoci inerpicati per le pendici del castello/fortezza di Lisbona che però troviamo chiuso. Beh, è pur sempre il 24 Dicembre… Pranzetto in un deliziosa trattoria locale, ‘da Fatima’ molto semplice e assolutamente a buon mercato, da consigliare. Poi ancora per Lisbona scendendo in direzione della ‘dawn town’, verso il fiume, rigorosamente a piedi, per fare la ‘gamba’, in slalom tra i caratteristici tram della città. Lisbona appare da subito simpatica ed accogliente e vi si può dormire con varie sistemazioni, anche piuttosto economiche, come nel nostro caso, in Rua Alexandre Erculano, ‘Tagos Palace Hotel‘ (poco più di 40 euro a notte per una doppia con bagno). La programmata cenetta per la cena della vigilia, a base di pesce, salta perchè il ristorante che avevamo adocchiato è chiuso, purtroppo.

Ci infiliamo di fretta nel primo ‘italiano’ che troviamo, vinti dall’ansia e dalla preoccupazione di non trovare posto e li ‘toppiamo’ alla grande. Cena con improbabili lasagne e pietoso velo da stendere sulla serata, piuttosto anonima, direi. Da non consigliare.

Il giorno dopo è Natale. E noi attraversiamo tutta la città rimontando uno dei numerosi colli che la compongono (mi pare siano sette anche qui), passando per il grande parco, Jardim da Estrela, e scolliniamo in direzione dell’immenso lungo fiume sul delta del Rio Tejo (Tagus river) non dopo aver visitato la Basilica de Estrela. La pausa pranzo sarà presso lo ‘chicchettoso’ restaurant ‘Cafeina’, vista notevole sul fiume, come il conto che ci presenteranno, per un pranzo di Natale ‘salato’, cibo appena decente, in rapporto al prezzo, fatta eccezione per l’ottimo antipasto composto da mango e gamberetti in crema, davvero godibile.

La giornata è soleggiata anche se fresca.

A tratti il vento rinforza tanto da indurci, verso la fine del pranzo, a trovare riparo all’interno del locale, per dolce e caffè.

Dopo pranzo si prosegue in direzione della torre di Belem che raggiungiamo al culmine di questa mega passeggiata di circa 7/8 km. Decidiamo di fare ritorno verso l’albergo, che raggiungiamo a metà del pomeriggio, sempre a piedi, fatta eccezione per l’ultimo tratto percorso in bus. Di lì a poco ecco Catarina di ritorno dalle obbligate ‘fatiche’ familiari per condurci al ‘Clube de Fado’, con ampia gioia di Amgiad, oltre che di Catarina stessa, per soddisfare le richieste del ‘vecchietto’, cioè il sottoscritto. Il locale è piuttosto ‘in’ e anche il conto lo testimonierà (oltre un ‘cinquantino a testa’). Ma la serata risulta piacevole e i membri del trio musicale composto da contrabbasso, chitarra e chitarra portoghese che accompagneranno le tre cantanti che si alterneranno durante l’esibizione, sono piuttosto bravi, come le ‘singers’, del resto.

E così arriva il 26 e con esso la nostra partenza in bus alla volta di Porto Covo, start del nostro trek, che raggiungeremo in poco più di 3 h con un costo di 16,40 euro per il biglietto.

La prima differenza che mi viene in mente tra Nepal e Portogallo è che in Portogallo non ci sono i ‘porters’ e tutto il nostro bagaglio per i prossimi 10 giorni di cammino grava simpaticamente sulle nostre spalle!

La scelta di partire da qui, invece che da Cercal do Alentejo, cioè sostituendo la prima tappa, è dovuta alla necessità di far tornare i tempi e scegliere di partire così dall’oceano, che infatti si svela fin da subito ai nostri occhi in tutta la sua sfavillante bellezza, ricca di sapori, odori ed energia.

Sono circa le 14,30 e il ‘barretto’ pasticceria ‘Masquez‘ sulla piazzetta principale, l’ennesima ‘Largo Marquès de Pombal’, dove abbiamo gustato un ottimo pranzetto è ormai anch’esso un ricordo.

Ci incamminiamo di buona lena verso Casem, più nell’entroterra, che raggiungeremo all’imbrunire dopo circa 20 km, 4 h e 409 m di dislivello in salita.

Dormiamo presso Casazul Hotel per ca 15 euro a testa in un più che discreto albergo (oltre 5 euro per la colazione) e ceniamo nel delizioso Restaurant Passarinho. Ca 13 euro per una cena da scoppiare a base di pesce.

L’indomani, raggiunti da Luigi e Susanna, i trekkers conosciuti a Lisbona, che si aggregheranno a noi per i due giorni del week end, ci incamminiamo alla volta di S. Luis che raggiungiamo dopo altri 22.3 km e 601 m di dislivello compiuti in 5h 09′.

Il trek non è dei più brillanti. Siamo nell’entroterra, l’ambiente è agrestre e a tratti la noia rischia di prendere il sopravvento.

La sera ci ritroviamo a dormire in una sorta di agriturismo pseudo ‘chicchettoso’ che raggiungiamo con fatica ben fuori dell’abitato principale. Ci ritroviamo così ‘ostaggi’ di uno strano soggetto, ‘owner’ del caseggiato che nel tentativo di guadagnarsi la nostra approvazione, ci offre una sangria e ci conduce in auto al ristorante più vicino (a circa 2/3 km), salvo poi venirci a riprendere a fine cena. Il tutto ci costerà molto più di quanto pagato in molti degli ottimi hotel frequentati durante il tragitto, ma questo era.

Corte Real da Preguiça, questo il nome del ‘prezioso’ luogo e 40 euro l’obolo dovuto da ciascuno per una tripla con letto fatiscente aggiunto all’ultimo momento. Colazione inclusa, ma ….’forget it’!

Anche la cena presso il ristorante locale, si fa per dire…, non è stata certo indimenticabile e il costo in linea con il resto (circa 26 euro a persona, per un locale di medio bassa caratura).

Ed eccoci così al 28 dicembre, terzo giorno di cammino.

S. Luis – Odemira. Alla fine saranno 26,48 km i chilometri percorsi in circa 6 h di cammino con circa 415 di dislivello in salita, anche questi con un cielo coperto da nubi minacciose, anche più di quanto già verificatosi il giorno precedente. Forse la tappa davvero più lunga e faticosa di tutto il trek. Quasi interminabile direi, anche per il davvero poco esaltante landscape, soprattutto nel secondo tratto del percorso. Giunti ad Odemira, ci infiliamo nel primo bar incontrato per leccarci le ferite, si fa per dire, e goderci le meritate bevande d’ordinanza. A me le ‘birrette’ portoghesi piacciono molto, e costano anche decisamente poco. Luigi e Susanna ci salutano precipitandosi a prendere un bus che li ricondurrà alla loro auto. Noi raggiungiamo il nostro hotel prenotato per la notte, ‘Residential Idalio’ 33 euro a persona senza colazione, sempre camere separate, e mangiamo a ‘O tarro’, il bar della bevuta precedente. Cena decente a prezzi non proprio modici, intorno ai 25 euro. In serata ampia discussione sulla opportunità o meno di trasferirci momentaneamente nel parallelo ‘Fishermann trek’, noi stiamo percorrendo l”historical way’, percorrendo magari con un taxi i vca 10/15 km del trasferimento, per evitarci nella giornata che verrà l’ennesimo percorso agrestre e a dire il vero un pò monotono. Alla fine decidiamo di restare nell’Historical riservandoci però per l’indomani, al termine della marcia, la possibilità di compiere in taxi il breve segmento di 7-8 km per consentirci nella successiva tappa di godere ancora dei favori dell’area oceanica senza per questo intaccare la validità del cammino restando invariata la lunghezza del percorso.

Colazione l’indomani nel medesimo bar che evidentemente ci è piaciuto.

Eccoci quindi in cammino verso S. Teuton sotto un cielo terso e un sole sempre più convincente. E’ il quarto giorno di cammino, 29 Dicembre. Altri 22,65 km con 557 di dislivello in salita percorsi in 5h 20′. Ennesimo paesaggio agrestre. Bello però anche basta. All’arrivo taxi e cambio prenotazione. Si ‘salta’ a Zambujeira, sull’oceano con grande gioia della Catarina che si era un pò adombrata per non essere riuscita a trasferirsi nel ‘suo’ mare già da questa mattina. Sistemati i bagagli presso la Pensão Rita al costo di € 70 ,00 per due camere, colazione inclusa, alberghetto un pò dismesso e non proprio pulito anche se tranquillo, ci addentriamo per il paese godendo dello splendido tramonto sull’oceano e gustando così l’ennesima meritata bevuta.

Veniamo premiati da una dolcissima danza fatta in mezzo alla strada da un uomo, forse ‘down’ direbbe qualcuno, vestito degli stessi colori delle case che lo circondano. Danza stravagante in piena sincera libertà al suono di una splendida musica brasiliana suonata da un portatile posizionato nel mezzo.

Difficile non commuoversi e quasi impossibile, direi, dimenticare la sua Arte.

Cena fantastica per circa 30 euro in un ristorantino imperdibile di cui malauguratamente non ho segnato il nome.

Eccoci così arrivati al 30, quinto giorno di cammino. Siamo sulla costa oceanica ed ammiriamo i numerosi surfisti alle prese con le onde tutto sommato docili per essere pieno inverno.

L’attrazione magnetica del mare ci induce all’errore. Scegliamo infatti di procedere a vista illudendoci di raggiungere facilmente Odeceixe, ma siamo costretti a riguadagnare faticosamente il sentiero marcato risalendo il greto del fiume alle pendici del sovrastante abitato che scopriamo non essere la nostra meta, bensí un villaggetto prima di Odeceixe, che raggiungeremo dopo aver attraversato un ponte sul benedetto fiume che sembrava invalicabile. I chilometri percorsi sono 20,32, in ca 5 h,42, con 416 m di dislivello in salita.

Dormiamo presso ‘Casa antiga’ in una tripla separata, colazione inclusa a circa 30 euro a testa. La cena non è affatto imperdibile. Cucina scadente a prezzi non certo modici. Io prendo carne, un agnello, che mi danno in sugo, ma salatissimo. I miei compagni restano nel pesce e forse ‘cascano’ meglio del sottoscritto, ma i 26 euro pagati alla fine nn ci sembrano così ben spesi.

Il giorno successivo è il 31.

Per arrivare ad Aljezur marciamo per 26,3 km, con 217 m di dislivello in salita. Ca sei ore davvero duri. Arriviamo all’imbrunire e ci ritroviamo in un ostello pieno di ragazzi, ‘Arrifana surf Hostel’, sbattuti in una camerata da sei. Per fortuna il

Giovane giapponese che gestisce insieme ad altri ragazzi tra cui un’italiana non fa storie e ci rendono facilmente i soldi lasciandoci liberi di trasferirci in una Guesthouse ‘A Lareira’ per 70 euro complessivi e 2 stanze con breakfast incluso. Cena nell’attiguo ‘Restaurante Lereira’ a 34 euro circa compresa la bottiglia, non proprio di esaltante qualità, che stappiamo in camera ascoltando musica e ridendo soddisfatti.

L’indomani, cioè il primo del nuovo 2015, ritardiamo un pò la partenza. In genere ci svegliamo verso le 8 per una colazione mezz’ora più tardi e una partenza che slitta fatalmente tra le 9,30 e le 10.

Ma ieri abbiamo fatto le ore piccole e oggi ci muoviamo che sono le 11 passate. La tappa odierna prevista è breve, 12 km e possiamo permettercelo.

Arriviamo ad Arrifana che sono ca le 14,30, dopo ca tre ore e un quarto di cammino e 13,6 km compiuti con un dislivello in salita di 387 m.

Il posto che avevamo prenotato è deserto. Anche questo un ostello per surfisti. Visto la giornata splendida, saranno tutti al mare. Cerchiamo qualcosa d’altro e peschiamo il jolly.

Dormiamo a ‘Vale da Thela’ e per soli 50 euro a testa ci danno due camere decisamente belle vasca inclusa in cui il sottoscritto si spara un bagno caldo ristoratore, una cena a buffet di assoluto rispetto e una colazione davvero memorabile.

Nonostante il peso specifico acquisito a suon di spigole fresche da 2/3 chili della sera prima e colazioni a dir poco abbondanti,compreso quella odierna, anche in questo 2 gennaio del nuovo 2015 siamo pronti per rimetterci sulla strada con i nostri zaini.

La tappa che ci aspetta è di tutto rispetto e arriviamo a Carrapateira dopo aver percorso 26,17 km con ben 604 m di dislivello in salita in oltre 6 ore. La ‘Pensão As Dunas’, dove avevamo prenotato non ci appare un granchè, ma stavolta il giochino non proprio elegante di cambiare sistemazione all’ultimo momento non riesce e ci facciamo dare una seconda camera che pagheremo incredibilmente molto più di quella avuta il giorno precedente in un albergo infinitamente migliore.

Un pò la stanchezza, un pò il bagno fuori della stanza, non faccio la doccia e riposo male. In più abbiamo la malaugurata idea di andare in un ristorante a ca 700 m verso l’oceano che troviamo chiuso! Il successivo è ancora 200 m più in là.

Dobbiamo aspettare un bel pò ma alla fine anche qui ci danno la spigola d’ordinanza e frutti di mare assortiti per i soliti circa 30 Euro. Il ritorno alle camere è da urlo. A parte gli ulteriori 2 km ‘anda rianda’ oltre i 26 già fatti in giornata, l’aria oceanica urla tutta la sua forza questa volta non mitigata dal sole, sono le 11 di sera! Neanche in Himalaya avevamo avuto così freddo, ma alla fine arriviamo al nostro giaciglio.

L’indomani, la colazione proposta a ben euro 7,50 in realtà è inaspettatamente deliziosa e li vale tutti. Diciamo anche che il sottoscritto si lascia leggermente andare (mi vedo già il sorrisino ironico del mio socio Amgiad se mai leggerà queste note..).

Cominciamo ad essere cotti. I km percorsi sono ormai circa 180 e le calzature da montagna, almeno a mio avviso, non sono adatte a questo tipo di percorsi. Ho la parte posteriore dei piedi, talloni e tendini d’achille, in sofferenza, leggermente infiammati, e la camminata diviene meno fluida, si appesantisce.

Ed è così che, 3 gennaio 2015, gli odierni 22,52 km compiuti per arrivare a Vila do Bispo, con ben 469 m di salita, per una durata complessiva di 5h 21′ diventano duri. Ma il paesino che raggiungiamo intorno alle 16 è delizioso. Le casine bianche si fondono al rosa del tramonto e agli altri colori pastello espressi appaiono come un dono dalla natura circostante. Una coppia di ragazzi carinissimi ci mettono a disposizione un appartamentino molto simpatico e confortevole, con bagno in comune, ma solo per noi e il tutto assolutamente piacevole.

Pensao Pure Flor da Estrela.

Non solo, l’indomani vengono a servirci la colazione, il tutto per 24 euro cadauno!

Ci voleva proprio per affrontare questo 4 gennaio, ultimo giorno di cammino che ci condurrà a Cabo de San Vicente e successivamente a Sagres con 22,65 km percorsi e 205 m di salita in ca 5h 10′. Qui il premio finale consiste nell’ottimo e abbondante appartamento nel residence quattro stelle con piscina ‘Sagres Times Apartments’ dove per 24 euro a testa ci danno un enorme appartamento ottimamente disposto e collocato con ampie stanze e bagni. Io mi sparo il secondo e conclusivo interminabile bagno caldo: che goduria! Serata in taxi con cenetta niente male in un ristorante altrimenti difficilmente raggiungibile, rigorosamente a base di pesce per i soliti 30 euro ca. L’indomani taxi per Lagos a ca 35 euri e da lì bus per Lisbona per ulteriori 16 euro che in poco più di 4 h ci riporterà nella capitale lusitana. Che dire: ca 225 km sul ‘groppone’ percorsi in oltre 45 ore di cammino con circa 4400 metri di dislivello in salita complessivi.

Il tutto in 10 giorni senza contare le tre giornate di Lisbona e gli uteriori circa 30 chilometri percorsi in quei giorni. Oltre 22 km al giorno di media non sono pochi. I piedi dolgono e le calzature vanno studiate meglio. Non so se avrei avuto ‘birra’ per un altro giorno: devo ammetterlo. Quanto a questo pellegrinaggio laico cosa dire.

Certo i lunghi tratti interni percorsi sono risultati spesso monotoni e in parte noiosi. Le aperture sull’oceano sicuramente grandiose, soprattutto in considerazione delle splendide giornate di sole, in ultimo quasi primaverili, che ci sono state concesse, non so quanto meritatamente.

Un grazie quindi al nostro ‘Direttore’ che ci guarda dall’alto, ai nostri piedi e al nostro corpo che eroicamente sopporta certe ‘mattanze’.

Bravissima Catarina a supportare e sopportare due maschiacci male assortiti come chi scrive e il suo degno socio, però se siamo riusciti ad arrivare in fondo è stato solo dovuto all’amicizia e al clima di gioioso divertimento che fortunatamente ci ha sorretto durante tutto il percorso.

Il Portogallo? Una terra serena, a mio avviso, fatta di territori interessanti e abitata da brava gente, matura e senza troppi grilli per la testa. Dignità e buon senso dai quali possiamo solo che imparare.

Grazie!

N.B. I tempi di percorrenza indicati sono effettivi, ad esclusione delle soste.



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