Lisbona e Sintra: atmosfere magiche
Prenotiamo sul web un volo easy jet da Roma e una stanza doppia su booking.com ad una tariffa straordinariamente conveniente, 55 euro a notte una stanza doppia al “Miraparque” (tre stelle) di fronte al Parco Eduardo VII di Lisbona.
Dopo circa 2 ore e 45 minuti di volo atterriamo puntuali all’aeroporto di Lisbona (ricordatevi di rimettere l’orologio quando scendete dall’aereo in quanto il Portogallo è un’ora indietro rispetto all’Italia) dove ci accoglie una pioggia che si fa sempre più insistente di ora in ora. Per nulla scoraggiati ci dirigiamo verso la fermata dell’areobus che, con soli 3,50 euro a persona, ci condurrà direttamente al centro città. Conservate il biglietto perché vi consentirà, per l’intera giornata, di salire su tutti i mezzi pubblici e anche sull’elevador de Santa Justa, un ascensore neogotico in ferro costruito dall’apprendista di Eiffel, progettista dell’omonima torre parigina.
La nostra prima tappa, dopo aver depositato i bagagli in albergo, è dedicata ad una passeggiata esploratrice in Avenida da Liberdade un viale alberato lunghissimo che congiunge Praça Marqués de Pombal (artefice della ricostruzione della città dopo il distruttivo sisma che colpì Lisbona nel 1755) a Praça dos Restauradores. Nelle intenzioni dell’architetto il viale si doveva ispirare agli Champs Elysées di Parigi, boutique di firme di alta moda ai lati della strada alberatoa, in realtà, sarà per il brutto tempo, sarà per i numerosi cantieri aperti lungo il viale e impegnati in rifacimenti dei palazzi, sarà per la fitta vegetazione presente al centro del viale che non lascia penetrare la luce ma il luogo appare un po’ buio e tetro e di certo non rende giustizia alla bellezza della città che si lascerà scoprire nei giorni seguenti.
Mentre la pioggia continua incessante a cadere, non rendendo facile passeggiare per la città, decidiamo di iniziare a prendere confidenza con questa nuova realtà avventurandoci per la Baixa, ovvero la parte bassa di Lisbona, uno dei primi esempi di pianificazione urbanistica in Europa. La prima cosa che notiamo è l’elevata presenza di mendicanti per la città, la povertà si tocca con mano a conferma del fatto che il Portogallo, non gode di un momento economico favorevole. Arrivati nella splendida Praça do Comércio che si affaccia sul grande fiume Tejo, un tempo sede del palazzo reale, veniamo avvicinati da alcuni venditori di “fumo”, nel vero senso della parola, avvicinano i turisti proponendo l’acquisto di marijuana e hashish.
Proprio in questo quartiere, dove i marciapiedi sono lastricati a mosaico bianco e nero e raccontano la storia della città, appare l’essenza di Lisbona dove i negozi (a parte gli immancabili e omologati loghi delle onnipresenti multinazionali, figlie della globalizzazione) sembrano essersi fermati agli anni ’70, dove le vetrine non scintillano di merce in bella mostra, dove ovunque si possono osservare insegne storiche che, con orgoglio, dimostrano che nonostante lo scorrere del tempo si può mantenere un’individualità che sarebbe un peccato perdere in nome della modernità. Nel frattempo si è fatta l’ora di pranzo e decidiamo di fare uno spuntino da “Starbucks” che si trova all’interno della stazione del Rossio, un edificio in stile neomanuelino di fine ottocento, un piccolo capolavoro, da dove partono i treni per Sintra.
Dopo pranzo decidiamo di salire sull’elevador di Santa Justa dal quale si ammira una vista bellissima della città, ci regaliamo una piccola sosta in una delle tante pastelaria presenti in città per gustare le famose pasteis de nata, piccoli tortini di pasta sfoglia con un cuore morbido di crema al centro, una vera delizia da non perdere!
Nel frattempo, per sfuggire alla pioggia, decidiamo di farci un giro sui famosi tram gialli di Lisbona. Vi consigliamo di non spendere soldi inutili per salire sulle linee rosse create appositamente per i turisti ma di godervi un viaggio sul tram n. 28 (sempre piuttosto affollato), un’esperienza esaltante sia per la spregiudicatezza con cui viene condotto il mezzo per le ripide salite dei vicoli di Lisbona e sia per il giro mozzafiato che consente di godere della vista di angoli della città altrimenti non facilmente raggiungibili a piedi. Le salite e le discese sono degne di prove sportive piuttosto impegnative per cui, quando potete, prendete i mezzi pubblici per raggiungere i luoghi desiderati, riuscirete così a mantenere intatte le vostre riserve di energia e i vostri piedi ve ne saranno grati.
Nel frattempo la pioggia ha lasciato il posto ad un sole caldo e splendente che sembra darci il benvenuto in questa città unica che timidamente, quasi scusandosi, sembra sorriderci mostrando il suo lato migliore.
La prima cosa che facciamo il secondo giorno è acquistare un biglietto giornaliero per girare la città con i mezzi pubblici. Decidiamo di iniziare il nostro percorso di scoperta con una bella passeggiata nella zona centro occidentale della città tra il quartiere della Baixa e il Bairro Alto. Il quartiere residenziale di Estrela (sempre raggiungibile con il tram 28) sarà la nostra prima tappa. Il parco è molto curato ed è un’oasi di pace e serenità all’interno della città, molto amato dai cittadini. Sembra, infatti che i portoghesi apprezzino particolarmente ogni spazio verde della città e questo sicuramente è un simbolo di grande civiltà. Il parco ospita uccelli di diverse specie e soprattutto piante particolari. L’entrata del parco è vegliata dall’imponente Basilica da Estrela.
Continuiamo il nostro giro per il quartiere assaporando il gusto di sostare in piazzette che sembrano abbracciare il visitatore che si avvicina. Proprio al Bairro Alto ho scovato la piazza a mio avviso più suggestiva di Lisbona, Largo do Carmo. Godetevi una sosta in questo luogo magico incorniciato da alberi di glicine che oltre a regalare un profumo che si espande tutto intorno, sembrano aver gettato una pennellata di colore viola anche sui palazzi che si affacciano timidi sulla piazza. Su Largo do Carmo è possibile vedere anche i resti della Igreja do Carmo ovvero gli scheletri degli archi della chiesa carmelitana simbolo della città, che stanno a ricordare il terribile terremoto del 1755. A malincuore lasciamo questo luogo, nel quale torneremo nei giorni successivi, per addentrarci nel quartiere dell’Alfama dove si trova il Castelo de Sao Jorge, arroccato su una collina visibile anche dalla parte bassa della città. L’Alfama è un intricato dedalo di vicoli che salgono e si incontrano con strade ripide e scalinate che regalano emozioni uniche al visitatore che si predispone ad accogliere sorprese ad ogni angolo, sorprese ancora più apprezzate dalla fatica necessaria a raggiungere alcuni punti. Vi consigliamo, infatti, di iniziare il vostro giro partendo dall’alto per poi scendere mano a mano. Anche l’Alfama non delude certo le nostre aspettative, piccoli negozi aprono i loro usci sulle stradine irte, le taverne si popolano nel pomeriggio di persone che si ritrovano a scambiare quattro chiacchiere. Godetevi una sosta nello splendido Miradouro de Santa Luzia, dalla cui terrazza, ricoperta di spumeggianti buganville, si gode di una vista che spazia dai tetti dell’Alfama al Tago e che ricorda un po’ alcuni scorci della bianca Grecia. Il luogo è in grado di stregare chi vi sosta. Quasi storditi da tanto fascino decidiamo, nemmeno troppo consapevolmente, di avventurarci nel cuore dell’Alfama scendendo verso Rua de Sao Pedro dove alcuni abitanti stanno allestendo il quartiere per una festa serale. Fermatevi ad ascoltare le persone che parlottano in portoghese tra di loro, anche se non avrete compreso nulla a causa della lingua, avrete capito qualcosa in più di questo pacifico e tranquillo popolo che ama la vita di qualità e che sembra aver resistito a tanti richiami della modernità. Fermatevi anche ad annusare l’aria che ovunque profuma di piatti tipici a base di pesce come il bachalau per esempio.
Ma eccoci arrivati al Castelo di S. Jorge. Fate il biglietto (7 euro a persona)che vi consentirà di fare una passeggiata lungo i bastioni e ammirare uno splendido panorama e fare una sosta rigenerante all’ombra di qualche grande albero, sbirciate tra i negozietti di souvenir che si affacciano lungo le stradine e che sapranno regalarvi la sensazione di farvi sentire a casa vostra anche a km di distanza.
Il terzo giorno decidiamo di spingerci verso Parque das Naçoes ovvero uno spazio di svago allestito sul sito dell’Expo 1998 in cui si trova il famoso Oceanario di Lisbona, uno tra i più grandi di Europa. Nonostante l’area sia urbanisticamente futuristica e molto diversa dalla Lisbona vista sino ad ora, si può scorgere l’essenza di questa popolo che armoniosamente ha saputo realizzare un luogo fatto da spazi moderni attraverso la riqualificazione di un’area industriale abbandonata fino al 1990 senza per questo deturpare il paesaggio circostante. Qui si trova la teleferica, sulla quale vi consigliamo di fare un giro (biglietto 6 euro e 50 a persona) che porta verso la Torre Vasco de Gama (oggi chiusa per ristrutturazione). Dalla teleferica si gode di una vista meravigliosa sull’omonimo ponte più lungo d’Europa (17 km). Dopo il giro sulla teleferica decidiamo di andare a visitare l’acquario (biglietto 15 euro e 50 a persona che ci consentiranno di visitare sia la mostra permanente che quella temporanea). L’acquario ha sempre un suo fascino e cattura grandi e piccini, in particolare le attrazioni più gettonate sono quelle che ci riservano le lontre e i pinguini. Anche se vedere degli animali costretti a vivere fuori dal proprio habitat per appagare i bisogni di divertimento degli umani pone sempre grandi interrogativi etici.
Si è fatta l’ora di pranzo e decidiamo di fermarci a mangiare in uno dei numerosi ristoranti all’interno del centro commerciale Vasco de Gama, letteralmente preso d’assalto anche dai portoghesi. Non sarà facile trovare un posto per sedersi tuttavia, complice un po’ di fortuna, riusciamo a mangiare dell’ottima carne alla griglia (con una spesa molto contenuta) da “Parrilla” mentre fuori si scatena un temporale infernale che ci costringe a rivedere i programmi per il pomeriggio. Al termine del temporale spunta un sole accecante, decidiamo pertanto di tornare a passeggiare per la Baixa e di godere di Praça do Comércio che brilla al sole come fosse di cristallo.
Per concludere in bellezza la serata replichiamo un giro notturno sul tram 28. I vicoli di Lisbona di sera si animano di allegria e di voci mai fastidiose e soprattutto mai prepotenti. I particolari lampioni che illuminano le stradine ci riportano a scorci di fine ottocento e ci si aspetta quasi di vedere apparire, da un momento all’altro, una carrozza trainata da cavalli. Con queste sensazioni negli occhi e nel cuore si chiude il nostro terzo giorno.
Il giorno dopo programmiamo una gita nella cittadina di Sintra, a circa 30 km da Lisbona. Il treno (quasi uno ogni 20 minuti) parte dalla stazione de Rossio e arriva a Sintra dopo circa 45 minuti di viaggio.
Sintra è un posto veramente fuori dal comune, sembra uscito da un libro di favole e si capisce subito per quale motivo la famiglia reale del Portogallo e la corte abbiano deciso di farne la loro dimora. Oggi è stata dichiarata dall’UNESCO patrimonio mondiale dell’umanità. Ci incamminiamo per il viale principale che dalla stazione conduce verso il cuore della città vecchia e iniziamo ad ammirare da lontano alcuni tesori architettonici arrivati sino a noi come ad esempio lo splendido Palacio Nacional de Sintra da cui si innalzano due camini conici molto particolari. L’aria è fresca e si è alzato un vento piuttosto energico. Dopo un giro della cittadina fatta di vicoli e stradine particolarmente affascinanti, cerchiamo un posto per mangiare e decidiamo di fermarci in un ristorantino che vi consigliamo caldamente sia per l’ottima cucina che per la gentilezza dei gestori, si tratta della “Tasca do Xico” in Rua Arco do Teixeira, 6. Mangiamo un “Bacalhau a Xico” veramente notevole. Si tratta di una sorta di tortino a base di baccalà in bianco condito con aglio, ceci, fagioli, mollica di pane e verdura. Un vero trionfo di sapori (non proprio leggero ma ne vale la pena).
Riprendiamo il nostro cammino in quanto abbiamo in programma di andare a visitare lo splendido Palacio da Pena sulla cima più alta della Serra de Sintra. Per raggiungere il palazzo occorre prendere un autobus, il 434 (4,80 euro a persona andata e ritorno), che partendo dalla stazione ferma anche nel centro città. Nel frattempo un acquazzone violento ci sorprende alla fermata dell’autobus e ci accompagnerà per il resto del percorso per smettere nel momento in cui dobbiamo scendere.
Facciamo i biglietti per entrare a Palazzo de Pena (12 euro a persona) convinti di essere arrivati e invece ci attendono ancora una decina di minuti di cammino (che si possono fare o a piedi oppure salendo su un trenino a pagamento) piuttosto ripido all’interno di un fitto bosco. Si tratta del parco di Palazzo da Pena. Piante rare e particolari, felci di ogni tipo convivono con alberi secolari dalle radici enormi e dalle forme strane. Il vento, sempre più forte e prepotente, fa sentire la sua voce insinuandosi tra le chiome degli alberi che sembrano darci il benvenuto in maniera un po’ spettrale, ci si aspetta quasi di vedere sbucare, da un momento all’altro, un elfo, un folletto o qualcosa del genere. Al termine della salita, durante la quale si è formata una fitta nebbia che rende ancora più suggestivo il luogo, ci si apre davanti uno dei lati del palazzo e allora capiamo di essere arrivati in un posto veramente incantato! Il palazzo è stato fatto costruire, sulle rovine di un convento, dal principe Ferdinando di Sassonia Coburgo. E’ il risultato di un mix di stili: moresco, gotico, barocco e rinascimentale e vi assicuro che l’effetto finale è straordinario. Il Palazzo è ammantato di nebbia che, nel frattempo si è fatta talmente fitta da non consentire alcuna vista della vallata. La visita contempla, oltre alla parte esterna del palazzo, la possibilità di vedere alcune stanze abitate dalla famiglia reale (particolarmente belle la sala araba, quella indiana e la sala da ballo) con il mobilio originale, un vero tuffo nel passato. Il luogo è decisamente magico, merita sicuramente una sosta prolungata. Riprendiamo l’autobus che ci porterà di nuovo verso il centro della città, ci sarebbe ancora il Castello dos Mouros da vedere ma siamo piuttosto stanchi e soprattutto si inizia a fare tardi per cui decidiamo di andare a riprendere il treno per Lisbona, ma prima facciamo una sosta in una delle pastelaria storiche di Sintra “Pastelaria Piriquita” per gustare le queijadas: delle tortine ripiene di mandorle e formaggio spolverizzate di cannella. Sintra ci ha regalato emozioni uniche, luoghi incantati, magici che continuano a vivere nelle loro tradizioni inalterate.
L’ultimo giorno a Lisbona lo dedichiamo alla visita di Belém, sulla foce del fiume Tago da dove partivano le caravelle nell’età delle scoperte. Si arriva facilmente prendendo il tram n. 15 da Praça do Commercio. La zona di Belém ci mostra subito uno dei suoi tesori ovvero il Mosteiro dos Jeronimos, uno dei più significativi esempi di esuberante architettura manuelina, purtroppo non possiamo visitare il chiostro in quanto il lunedì è giorno di chiusura ma l’esterno è veramente monumentale e decisamente particolare. Ci limitiamo a fare un giro intorno alla zona che è molto verde con dei bei giardini e una fontana che zampilla acqua a tempo (Praça do Imperio). Riprendiamo la nostra passeggiata in quanto ci attendono il Monumento alle scoperte (dal quale è possibile salire sulla terrazza per ammirare il panorama) e la famosa Torre di Belém (che come il monastero è chiusa il lunedì per cui possiamo vederla solo dall’esterno). Ci sediamo qualche minuto su una panchina ad ammirare la Torre che sembra essere sospesa sull’acqua e ad immaginare, almeno per un momento, l’emozione provata da chi, da questo punto, partiva alla scoperta di mondi lontani e sconosciuti.
Ci fermiamo a mangiare un panino nei paraggi mentre nel frattempo il cielo non sembra promettere nulla di buono, un temporale è all’orizzonte, facciamo appena in tempo a ripararci sotto il portale del grande monastero. In un attimo la strada si svuota e lascia il posto ad una pioggia piuttosto violenta che non durerà molto.
Prima di abbandonare questo storico quartiere ci regaliamo una pastéis de nata nell’antiga pastelaria de Belém in Rua de Belém 84, che sforna a getto continuo dal 1837 queste piccole dolcezze sempre calde.
Lasciamo Belém per andare a vedere la statua del Cristo Rei al Santuario Nacional do Cristo Rei nella zona dell’Almada. Per raggiungere il Cristo dobbiamo imbarcarci a Cais do Sodre con destinazione Cacilhas e prendere l’autobus 101 che fa capolinea direttamente al santuario. I traghetti (il biglietto costa circa 3 euro e 80 a persona andata e ritorno) partono ogni 20 minuti e il percorso per Cacilhas dura poco più di 10 minuti. Arrivati al Santuario ci rendiamo subito conto che si tratta di un luogo fuori dal comune dove i turisti non sembrano interessati ad arrivare e invece il luogo merita una sosta, non solo per il bel panorama che si gode salendo ai piedi della statua ma, soprattutto per comprendere un pochino di più le radici storiche e religiose di questo popolo.
La gigantesca statua è stata realizzata seguendo il modello del famoso Cristo di Rio de Janeiro e si erge a braccia aperte sulla riva sud del Tago. E’ alta ben 28 metri e un ascensore consente la salita fin sotto i suoi piedi a circa 82 metri di altezza. Ci fermiamo per scattare qualche foto prima di tornare indietro e decretare la fine di questo splendido soggiorno a Lisbona.
Una città ricca di storia e di autenticità, una città che ha saputo mantenere un giusto equilibrio tra modernità e tradizione che non sembra essere molto interessata all’apparenza e soprattutto una città adatta per chi ama la tranquillità, la qualità della vita e il gusto di apprezzare le piccole cose. Anche questa è Lisbona, sfacciata e vergognosa nello stesso momento, ma sicuramente in grado di stregare il cuore di chi passa dalle sue parti.