Lisbona e dintorni 3
In Italia mi ero informato sulle tariffe per i mezzi pubblici, scegliendo di optare per una semplice tessera ricaricabile e non per il giornaliero. A Lisbona non esistono biglietti singoli, ma tutti i mezzi vengono pagati o tramite una tessera precaricata chiamata Viagem o in contanti, ma ad un prezzo superiore.
Arriviamo al nostro hotel, il Dom Pedro Palace, una bellissima struttura nel quartiere Amoreiras, centrale ma posizionata in cima ad una collina che se da un lato ci ha dato modo di favorire di un fantastico panorama dall’altro ci ha fatto faticare ogni giorno un po’ di più per poter rincasare, nonostante le numerose linee di bus che passano in zona. Nell’hotel è presente un computer per navigare liberamente su internet, ma la connessione con cavo e wi-fi nelle camere è a pagamento. La colazione è completa e molto buona, il personale gentile e solerte nel cercare di dare una risposta alle domande poste, ma non sempre sono aggiornatissimi sugli ultimi collegamenti da e per Lisbona. L’antistante centro commerciale Amoreiras offre una wi-fi gratuita, un supermercato non molto grande e diversi punti ristoro.
Data la posizione della nostra sistemazione la cosa più naturale è stata iniziare l’esplorazione dal Bairro Alto; scendendo giù per Rua da Escola Politecnica siamo passati per Piazza Principe Real, una tranquilla oasi verde dove gli abitanti del quartiere si incontrano per giocare a carte, e siamo giunti al Miradouro di Sao Pedro, dove abbiamo potuto ammirare un primo panorama della città e della baia del Tago. Il Bairro Alto è famoso soprattutto per la sua vita notturna e di giorno può sembrare un po’ squallido, specie in alcune stradine laterali. Nonostante ciò ho trovato particolarmente interessante la visita alla chiesa del Carmo. La struttura, crollata durante il terremoto del 1755 seppellendo i fedeli raccolti in preghiera, non è stata ricostruita e le arcate aperte sul cielo di Lisbona hanno un effetto suggestivo.
Giusto di fianco alla chiesa si trova la passerella per raggiungere l’elevador de Santa Justa, la particolare torre in ferro che aiuta i pedoni a superare il dislivello collinare. Certamente non abbiamo perso l’occasione per fotografarla e per salire sulla sommità.
Dopo quattro passi in centro per una rapida ispezione, siamo tornati in albergo per riposare un po’ da una giornata iniziata prima dell’alba. Per la cena abbiamo optato per un ristorante non troppo lontano, suggerito dalla nostra guida, la Real Fabrica. Sinceramente mi aspettavo un altro genere di locale, trattandosi di un recupero industriale, e anche la Zuppa di Riso con Frutti di Mare non ci ha entusiasmato.
Il secondo giorno ci siamo dedicati a Belem. Raggiunta con un autobus di linea che ci ha dato modo di scoprire quartieri poco battuti, siamo arrivati in una Belem stupenda sotto il sole splendente. Con il suo parco, il bianco del Monastero dos Jeronimos e la famosa pasticceria, la zona ci ha regalato una bellissima giornata di continue scoperte. La chiesa del monastero ed il chiostro gotico sono sorprendenti, il Monumento alle Scoperte maestoso, la famosa torre romantica e particolare. Se a tutto ciò unite la dolcezza delle Pasteis de Nata, il mix è perfetto! La rinomata Antiga Confeitaria de Belem, che da fuori può sembrare piccola e angusta, in realtà è composta da un susseguirsi di sale, l’ultima delle quali è enorme. Non temete quindi di non trovare posto e addentratevi nel labirinto! Qui abbiamo fatto pranzo (la pasticceria prepara anche panini, toast ed altre specialità salate) e abbiamo assaggiato le pasteis per le quali è famosa. Sempre da Belem abbiamo avuto modo
Di ammirare il ponte 25 Aprile, la cui struttura “alla ponte di Brooklyn” spicca in molte vedute della capitale portoghese, ed il Cristo Rei, una enorme statua di Cristo che domina la sponda sud del Tago. Sull’idea del Cristo di Rio de Janeiro, questa statua rappresenta un punto di osservazione di Lisbona dall’altra parte del fiume.
Il pomeriggio è stato dedicato alla scoperta del centro, tra le diverse piazze che lo caratterizzano, e sinceramente è stata la parte di Lisbona che mi è piaciuta meno. Solo l’Avenida da Liberdade mi ha lasciato un bel ricordo; con i suoi grandi alberi si lascia passeggiare con piacere, nonostante la discreta pendenza. Per la cena, dopo aver girato per le stradine del Bairro Alto, abbiamo scelto per la Cervejaria da Trindade dove qualcuno ha provato il famoso baccalà portoghese e qualcuno la Bistecca alla Portoghese. Il cibo non è stato male: il baccalà buono e la bistecca ricorda molto dei santimbocca alla romana. Il locale, ospitato a detta loro in un ex convento, è molto grande e si trova posto facilmente.
Il giorno successivo è stata la volta del vero gioiello della città: l’Alfama!
Con le sue stradine contorte, le scalinate e le case dal sapore mediterraneo, l’Alfama è un quartiere romantico in cui perdersi alla ricerca di scorci suggestivi.
Il castello di Sao Jorge sulla sommità poi è la vera ciliegina sulla torta! Quando dalle strade malmesse del quartiere circostante si incontra l’arcata di ingresso al castello non si immagina di stare per accedere ad una struttura medievale che, tra giardini e corte centrale, è pressoché totalmente visitabile. Certo, non ci sono appartamenti o stabili, dato che gli edifici sono distrutti, ma dalle fortificazioni e dalle mura si può ammirare Lisbona a 360 gradi, dal ponte 25 Aprile a quello Vasco de Gama che con i suoi 17 km di lunghezza; se la giornata non è perfettamente limpida, sembra terminare oltre l’orizzonte.
Per chi non volesse arrivare in cima alla collina a piedi consiglio di prendere il bus 737 ai piedi dell’Alfama, che ferma proprio davanti l’ingresso del castello e non il famoso tram 28, che si limita a fare un giro panoramico del quartiere restando a mezza costa.
Terminato il giro della fortezza, ci siamo diretti verso San Vicente de Fora, dove una perpetua molto gentile, visto il nostro scoramento, ci ha fatto entrare nonostante la chiesa fosse in fase di chiusura premiando i nostri sforzi per aver raggiunto il luogo di culto sfidando la calura.
La struttura è sicuramente interessante, ma quello che mi ha colpito maggiormente è stato il vicino monastero. In primis per la frescura della sua cisterna che, visti i 30 gradi esterni, non volevamo abbandonare, secondo per la quasi infinita successione di chiostri, corridoi e stanze visitabili, al punto da spingerci a superare le ultime con velocità e distrazione! La visita è un tour tra sterminati pannelli di azuleios, le famose piastrelle dipinte tipiche del Portogallo, fino a giungere addirittura sul tetto della chiesa.
Meno interessante ho trovato la Cattedrale de SE, probabilmente a causa delle diverse ricostruzioni che ha subìto nel corso del tempo. Devo anche ammettere che, dopo una giornata sempre in movimento sotto il sole, non ci siamo dilungati troppo nella visita dei tesori della diocesi contenuta nelle sale adiacenti la cattedrale. Per pranzo ci siamo fermati in uno dei tanti locali che punteggiano l’Alfama, vicino la Cattedrale, il Pois Cafè, un posto dagli arredi particolari dove abbiamo mangiato dei panini dagli accostamenti inconsueti e molto buoni.
Il tardo pomeriggio abbiamo deciso di dedicarci allo shopping dirigendoci all’Outlet Freeport vicino Alcochete, un paese ad est di Lisbona, sulla riva opposta del Tago. Più per la voglia di passare sul Ponte Vasco de Gama, il più lungo d’Europa, ci siamo diretti alla stazione Oriente a per prendere l’autobus 431 per Freeport e per dare una prima occhiata alla zona che, come da programma, avremo visitato l’ultimo giorno di viaggio. Dal ponte si gode un bello scorcio della città, delle Torri Vasco de Gama e del quartiere nuovo, non visibili dal centro di Lisbona. L’outlet è molto grande ma non molto diverso dai suoi simili in Italia. Per il ritorno abbiamo atteso l’autobus un’ora, di cui una metà sotto gli attacchi famelici delle zanzare autoctone. Rientrati stanchissimi in albergo alle 10 di sera, abbiamo preferito una veloce cena al centro commerciale Amoreiras (che chiude alle 23), dove per meno di 10€ abbiamo mangiato a buffet in un ristorante brasiliano, assaggiando un prosciutto arrosto veramente notevole.
Il giorno numero 4 è stato quello che ancora ricordo con maggior vividezza, dato che dopo una lunga riflessione iniziata in Italia abbiamo deciso di fare una gita fuori porta verso Sintra (tralasciando le alternative Cascais ed Estoril) e scoprendo un angolo di mondo che definisco senza difficoltà stupendo.
Sintra è un piccolo paese a ovest di Lisbona che si raggiunge in poco più di mezz’ora con un treno urbano. I convogli partono ogni 15 minuti dalla stazione Rossio, per lo meno durate la mattina e nei giorni feriali. Diversamente da quanto avevo letto su internet abbiamo potuto pagare il treno con la stessa Viagem che abbiamo usato per muoverci dentro Lisbona, forse perché noi non abbiamo fatto il biglietto giornaliero che fanno in molti, ma per scoprirlo abbiamo perso il primo convoglio…. (i treni rispettano gli orari al secondo).
Andando verso Sintra, poco dopo la partenza, guardando verso sud si può vedere anche l’acquedotto dell’Aguas Livres, un piacevole diversivo ai palazzi della periferia lisbonese.
Giunti a destinazione avrete solo l’imbarazzo della scelta. Sintra è un bellissimo paesino aggrappato al fianco di una montagna, immerso nei boschi di querce e dichiarato Patrimonio Unesco nel 1995. Costellato da ville e residenze, è dominato da diverse strutture particolari e tra queste noi ne abbiamo scelte 3: il Castelo dos Mouros, il Palacio da Pena ed il Palacio de Sintra. Per visitare queste ed altre attrazioni della zona potrete utilizzare i bus detti “hop on, hop off” cioè del tipo sui quali si può salire con un unico biglietto dove e quante volte si vuole nel corso della giornata. Gli autobus di questo tipo sono 3, con differenti percorsi. Per il nostro giro abbiamo optato per il 434, che poi è il principale. Le strade ed i sentieri che collegano le attrazioni turistiche sono percorribili anche a piedi, naturalmente, ma i dislivelli ed il tempo a disposizione non ci hanno permesso di godere appieno del luogo.
Prima tappa Castello dei Mori! Il castello non è altro che una fortificazione eretta dai mori sulla cima di una montagna dalla quale si può dominare una porzione di territorio molto ampia da Lisbona verso nord e fino all’oceano Atlantico. La location è molto suggestiva, e le torrette di avvistamento diroccate costruite sui grandi massi e circondate dal bosco ti fanno sentire un po’ su un set cinematografico di qualche colossal. Le mura della fortificazione sono completamente percorribili, mentre purtroppo degli alloggiamenti non rimane quasi nulla. Dato il caldo, anche qui la parte che abbiamo goduto di più è stato il fresco della cisterna, ma data l’altezza sul livello del mare e l’esposizione non fatico ad immaginare il freddo che potessero patire i poveri soldati di guardia nei tempi andati.
Seconda tappa il Palacio da Pena! Magnifica abitazione reale, il palazzo è una commistione di elementi gotici e naturalistici. Con interni riccamente decorati ed alcuni ambienti riarredati; vale sicuramente il viaggio per raggiungerla.
Terza tappa il Palazzo di Sintra! Delle tre attrazioni è probabilmente la minore, ma solo per la particolarità delle prime due. Il palazzo non sfigura di certo, con le torri delle cucine dalla forma singolare e gli interni ricoperti di azuleios. Inoltre si trova nel centro del paese e vicino la stazione, diventando così una tappa obbligata. Altre attrazioni del posto sono il Parco del Palazzo da Pena, il Palazzo di Monserrate, la costa con il faro a Cabo da Roca, musei e ville; tutte particolarità che non abbiamo avuto il tempo di visitare.
Importante: una visita a Sintra può rivelarsi molto costosa. I biglietti d’ingresso non sono certo popolari, ma vi consiglio di non farvi scoraggiare dai prezzi perché valgono la pena. L’acqua nei locali turistici e nei distributori costa 1,60€ per mezzo litro ed in molti punti non ci sono alternative…
La cena del nostro ultimo giorno l’abbiamo passata al Bota Alta, sempre al Bairro Alto, dove finalmente ho potuto assaggiare il famoso Porco à Alentejana, cioè il maiale cucinato con le vongole, uno dei piatti tipici del paese. Anche qui il cibo non ci è sembrato particolarmente gustoso.
L’ultima giornata del nostro viaggio l’abbiamo dedicata ad Oriente! E non mi riferisco solo alla direzione, ma alla stazione Oriente nella parte est di Lisbona e alla zona nuova della città.
La stazione ha una silhouette singolare ed è direttamente collegata con l’adiacente centro commerciale Vasco de Gama, dove volendo si può mangiare qualcosa servendosi da uno dei numerosi punti ristoro presenti all’interno (di ogni genere) e consumando sulla terrazza affacciata sul Tago.
Dopo un veloce giro per le passeggiate del luogo ci siamo diretti all’oceanario, come a Lisbona amano chiamare il loro acquario che sostengono essere il secondo più grande del mondo.
Se sia vero non lo so, ma posso testimoniare che è bellissimo. Personalmente è stata la prima volta in un acquario e vedere tante specie di pesci nuotare tutte insieme nella grande vasca o nelle singole aree è stata un’esperienza che difficilemente dimenticherò.
Siamo stati presi così tanto da squali, tartarughe caretta, pesci luna, lontre e pesci corallo da non esserci accorti che il tempo scorreva via e la partenza del nostro aereo si avvicinava. Abbiamo dovuto quindi saltare tutta la zona dell’Espò del ’98, correre a recuperare i bagagli e salutare una città che ci ha pervaso con il suo sole, il suo vento e la sua bellezza…